Informazioni tossicologiche sull'acido ossalico
L'acido ossalico si presenta sottoforma di cristalli bianchi ed è il più semplice degli acidi dicarbossidici.
A 20°C è solubile in acqua fino ad una concentrazione del 10% circa. Normalmente cristallizza come diidrato (PM=126,1 g/mol) ed è questa la forma più comunemente reperibile in commercio. E' disponibile comunque anche nella forma anidra (PM=90,0g/mol).
L'acido ossalico oltre ad essere normalmente presente in diverse specie di vegetali (Tabella 1), è utilizzato dall'uomo anche in vari processi industriali.
Koeniger (1984) ha classificato l'acido ossalico fra le sostanze nocive per varroa ed api, mentre Zamazi e Grobov (1987) hanno evidenziato effetti negativi sui parametri riproduttivi di varroe di sesso femminile
Descrizione, formula e struttura:
N.CAS:6153-56-6
N.Indice CE: 607-006-00-8
Numero EINECS: 205-634-3
Massa molare: 126,07
Formula C2H 2O 42H 20
Stato: solido
Colore: bianco
Odore: inodore
Valore di pH(50 g/L in H2O):0,7
Temperatura di fusione: 101°C
Temperatura di ebollizione: non disponibile
Temperatura di ignizione: non disponibile
Punto di infiammabilità: non disponibile
Limite di esplosione inferiore: non disponibile
superiore: non disponibiJe
Solubilità in
Acqua (20°C)102 g/L
Alcool etilico (200(1): solubile
Identificazione:
Densità apparente: circa 900 kg/m3
Purezza: non meno del 99%
Ferro <2 ppm
Sodio <5 ppm
Calcio <3 ppm
Cloruri <30 ppm
Cromo <0,05 ppm
Nickel <0.05 ppm
Tossicità acuta dell'acido ossalico (AO)
DL50 per os nel ratto maschio: 9,5 (5,4 - 12,3) ml/kg di una soluzione al 5%. Questo corrisponde a 475 (270-615) mg/kg ratto che equivalgono a 3,76 (2,14 - 4,87) mmoli/kg.
Considerando una persona del peso di 70 kg, la dose letale sarebbe dì 264 (150 -340) mmoli, pari a 33 (18.9 -43) g.
Nel caso di una soluzione al 5% questa quantità di acido ossalico corrisponde a 665 (378 - 860) ml di soluzione.
Considerato un contenuto medio di acido ossalico di 300 mg/kg (mieli scuri),un uomo di 70 kg dovrebbe ingerire in un'unica volta 111 (63 - 143) kg di miele per assumerne una quantità pari alla dose letale.
Tossicità cutanea DL50, nel coniglio: 20.000 mg/kg; corrosione della cute:
assente, mortalità per esposizione singola assente (0/3).
DL50 per via intraperitoneale nel topo: 270 mg/kg; 2,99 mmoli/kg.
Scheda dì sicurezza dell'acido ossalico
Identificazione dei pericoli: nocivo per contatto con la pelle e per ingestione
Misure di primo soccorso
Dopo inalazione: aria fresca.
Dopo contatto con la pelle: lavare abbondantemente con molta acqua, togliere gli indumenti contaminati
Dopo contatto con gli occhi: sciacquare abbondantemente con molta acqua tenendo la palpebre aperte. Se il dolore persiste, consultare un oculista.
Dopo ingestione: far bere al soggetto soluzioni diluite di qualsiasi sale solubile di calcio per indurre la precipitazione di ossalati. Nel caso in cui non si sia registrata compromissione della mucosa gastrica è opportuno procedere allo svuotamento dello stomaco previa somministrazione di grandi quantità di soluzioni di carbonato di calcio o di altri sali di calcio.
Per prevenire una sindrome di tipo tetanico si dovrebbe somministrare per via endovenosa gluconato di calcio al 10% in dose da 10 a 20 ml.
Nel caso in cui non vi sia compromissione renale è opportuno far assumere da 4 a 5 litri dì fluidi giornalmente per prevenire la cristalluria
Misure antincendio
Mezzi di estinzione adatti: acqua, schiuma, polvere.
Rischi particolari: combustibile, possibile formazione di vapori pericolosi in caso d'incendio.
Possibili conseguenze in caso d'incendio: monossido dì carbonio, anidride carbonica.
Misure in caso di fuoriuscita accidentale
Misure cautelative per le persone: evitare la formazione di polvere, non inalare la polvere.
Procedure per la pulizia/assorbimento: asciugare. Proseguire con lo smaltimento. Pulire la zona interessata.
Controllo dell'esposizione e protezione individuale
Equipaggiamento di protezione
Protezione delle vie respiratorie: richiesta quando si producono polveri.
Protezione degli occhi: richiesta.
Protezione delle mani: richiesta.
Igiene industriale: togliere gli indumenti contaminati. Si consiglia di applicare una crema protettiva per la pelle. Lavare le mani dopo aver lavorato con la sostanza.
Stabilità e reattività
Condizioni da evitare: nessuna informazione disponibile.
Sostanze da evitare: basi, ammoniaca, sali dì ossiacidi alogenati agenti ossidanti, metalli e acqua/caldo.
Prodotti pericolosi se decomposti: anidride carbonica, ossido di carbonio
Effetti dell'acido ossalico sull'uomo durante la sua manipolazione in generale
Nel caso si generino polveri o a seguito di inalazione si osservano irritazione delle mucose, tosse e dispnea
Dopo contatto con la sostanza si hanno effetti caustici ed irritanti a carico di occhi, pelle, mucose e tessuti.
Dopo ingestione si hanno irritazioni delle mucosa orale, della faringe, dell'esofago e dell'apparato gastrointestinale. La sostanza viene assorbita rapidamente attraverso la pelle e la mucosa gastrointestinale. Dopo assorbimento sono stati osservati: agitazione, spasmi, nausea, vomito, disturbi cardiovascolari, collasso, alterazione del bilancio degli elettroliti. E' stato segnalato danno renale per ostruzione del tubulo renale a seguito della formazione e precipitazione di cristalli di ossalato di calcio.
In Gran Bretagna i limiti occupazionali per quanto riguarda l'esposizione cronica a lungo e a breve termine si attestano attorno a 1 mg per m3 2 mg per m3 rispettivamente.
Effetti sull'uomo durante l'impiego in apicoltura
L'utilizzo dell'acido ossalico in apicoltura non solo avviene in ambiente aperto e ventilato, ma ne prevede anche la sola somministrazione in forma liquida (spruzzato o gocciolato). Quindi il semplice ricorso a guanti in lattice ed eventualmente a maschera antipolvere sono sufficienti a prevenire la sua possibile azione tossica (Knutti, 1996).
Tolleranza nella specie animale a cui viene somministrato
Non risultano segnalazioni in letteratura in merito alla tossicità dell'ossalico per le api.
Le sperimentazioni condotte fino ad oggi in Italia (Nanetti et al. 1996), Germania (Radetzki et al,, 1994) e Svizzera (Imdorf et al.,1995 non hanno evidenziato la comparsa di effetti indesiderati sulle api, a seguito della somministrazione singola e ripetuta di 5 ml di acido ossalico al 2-3% per lato di favo popolato da api mediante spruzzatura
Le sperimentazioni condotte in Italia nel 1996-97 (Nanetti e Stradi; Mutinelli et al., 1997) non hanno evidenziato la comparsa di effetti indesiderati sulle api, a seguito della somministrazione singola e ripetuta di 5 ml di acido ossalico al 2-5% per interfavo popolato da api mediante gocciolamento.
Sulla base dei risultati finora ottenuti si ritiene tuttavia opportuno utilizzare l'acido ossalico limitatamente al solo periodo di assenza o ridotta presenza di covata.
Ecotossicologia
CL50 nel pesce: 325 mg/l (sostanza non idratata)
Dati ecologici: COD 0.18 g/g (sostanza non idratata).
ThOD 0.18 g/g (sostanza non idratata)
BOD5 0.16 g/g (sostanza non idratata)
Si raccomanda di evitare il contatto con fonti d'acqua potabile, acque di scarico o suolo
Potenziali pericoli che l'impiego del presidio comporta per l'ambiente
Relativamente al rischio di contaminazione ambientale si ritiene che questa non sussista. Infatti le dosi e le concentrazioni consigliate (massimo 50 ml per alveare al 2-5%) e la somministrazione dell'acido ossalico all'interno dell'arnia (su api e favi) sono tali da precluderne la diffusione nell'ambiente esterno.
Quantità somministrate nell'alveare con il trattamento antivarroa
Il trattamento prevede l'impiego di un massimo di 50 ml di AO al 5% per alveare, si somministrano pertanto 2,5 g per alveare che corrispondono a 19,8 mmoli/alveare.
Contenuto naturale di acido ossalico in alcuni vegetali e nel miele
Sulla base dei dati attualmente disponibili relativamente alla presenza naturale di acidi organici ed in particolare di acido ossalico nel miele, e sulla base di quelli di tossicità orale nel ratto e di assunzione media giornaliera di miele (10-20 g), non sussiste pericolo di effetti dannosi per l'uomo.
Si ricorda inoltre che i trattamenti con acido ossalico in apicoltura devono venire eseguiti sempre in assenza di melario, cioè in periodi in cui non c'è attività di raccolta di nettare/melata da parte delle api.
L'acido ossalico è un componente naturale di molti vegetali (tabella 1)e anche del miele (tabella 2 e 3) (Persano Oddo et al., 1995). Infatti assieme ad altri acidi organici ed ad altre sostanze, fa parte delle componenti minori che concorrono a definire le caratteristiche organolettiche e l'acidità del miele.
I valori di contenuto naturale di acido ossalico in alcuni vegetali sono riportati nella tabella 1 (Imdorf et al., 1995).
Tabella 1. Contenuto di acido ossalico nei vegetali.
|
mg/kg |
Rabarbaro |
4600 |
Spinaci |
4420 |
Barbabietole |
1810 |
Cacao |
4700 |
I risultati di analisi condotte presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie relativamente al contenuto naturale di acido ossalico del miele sono riportati nella tabella 2.
Tabella 2. Contenuto naturale di acido ossalico nel miele
|
Media mg/kg |
d.s. |
N |
Castagno |
170.57 |
59.54 |
4 |
Melata di Metcalfa pruinosa |
299.94 |
27.80 |
4 |
Acacia * |
22.99 |
3.79 |
4 |
Corbezzolo |
182.26 |
- |
1 |
Arancio |
45.12 |
- |
1 |
Eucalipto |
235.63 |
- |
1 |
*
miele della produzione venetaI risultati di analisi condotte Presso l'Istituto Nazionale di Apicoltura relativamente al contenuto naturale di acido ossalico del miele sono riportate nella tabella 3.
Tabella 3. Contenuto naturale di acido ossalico nel miele
|
Media mg/kg |
d.s. |
N |
Castagno |
91.1 |
12.8 |
10 |
Melata di Metcalfa pruinosa |
270.8 |
56.7 |
11 |
Acacia |
3.3 |
1.2 |
11 |
Corbezzolo |
25.2 |
3.5 |
2 |
Agrumi |
19.5 |
11.7 |
10 |
Girasole |
31.5 |
18 |
6 |
Tiglio |
36.5 |
9.9 |
6 |
Cardo |
55.6 |
11.1 |
4 |
Asfodelo |
22.5 |
- |
2 |
Timo |
54.5 |
- |
2 |
Rododendro |
22.6 |
- |
2 |
Colza |
15.8 |
- |
1 |
Lavanda |
25 |
- |
1 |
Erica |
761.5 |
- |
1 |
Medica |
45.7 |
- |
1 |
Melata di abete |
101.1 |
- |
1 |
Rosmarino |
38.4 |
- |
1 |
Tarassaco |
29.6 |
2.4 |
3 |
Eucalipto |
49 |
21.5 |
9 |
Contenuto di acido ossalico nel miele prima e dopo trattamento
La sperimentazione e stata condotta su 12 alveari. I trattamenti sono stati effettuati somministrando per gocciolamento 5 ml di soluzione acquosa di acido ossalico 5% e glucosio 20% per interfavo popolato da api, pari a 50 ml per ciascun alveare.
Il trattamento è stato condotto in assenza di melario, per 3 volte a distanza di 7 giorni a partire dal 31 ottobre 1996 presso l'Apiario Sperimentale dell'Istituto Tecnico Statale Duca degli Abruzzi (Padova) I campioni di miele sono stati prelevati dal nido.
La determinazione dell'acido ossalico è stata effettuata utilizzando il Kit enzimatico OXALATE SIGMA DIAGNOSTICS.
I risultati riportati nella tabella 4 mostrano come non si siano rilevate differenze statisticamente significative tra i valori relativi al contenuto naturale (pre-trattamento), quelli relativi al contenuto post-trattamento e alla primavera successiva.
Tabella 4. Determinazione dell'acido ossalico nel miele da nido.
|
Media mg/kg |
d.s. |
N |
Pre-trattamento * |
239,79 |
61,72 |
10 |
Dopo il 1° trattamento |
282,44 |
76,59 |
10 |
Dopo il 2° trattamento |
288,79 |
77,68 |
10 |
Dopo il 3° trattamento |
239,37 |
93,97 |
10 |
Primavera 1997 |
227,66 |
102,11 |
10 |
*
=controllo
Dr.Franco Mutinelli
Centro Regionale per l'Apicoltura Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Legnaro (PD)