Inseminazione strumentale dell'ape regina
Perché inseminare artificialmente le nostre regine





Lino De Marchi Apicoltore per hobby.
Francesco Massara Apicoltore professionista.
 
Questo mio manoscritto vuol essere uno stimolo per quanti come me vogliono capire, provare e poi giudicare, e non buttare sentenze senza la dovuta conoscenza.
Penso siano finiti gli anni  quando il presidente della FAI di allora (1983) scriveva “ .abbiamo molto riflettuto prima di fornire anche agli apicoltori italiani un testo così specializzato...” riferendosi al manuale che descriveva “l'inseminazione strumentale dell'ape regina” curato dal dott.   F. Ruttner, edito da APIMONDIA.


Foto n. 1 una mia regina .

Foto n 2: regina proveniente dall'Ohio.



La prima inseminazione strumentale dell'ape regina ben riuscita risale a più di 60 anni fa da allora tanti sono stati i progressi, le difficoltà sono diventate più psicologiche che reali, infatti in quasi tutto il mondo tranne in Italia la tecnica si applica in maniera industriale ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti: basta cercare su internet e si possono trovare delle offerte dagli U.S.A tipo: resistente alla peste americana”, “ molto docili”, “gialle”, “precoci nella ripresa primaverile”, o “tardive”, negli ultimi periodi anche “resistenti alla varroa” oppure    “previdenti” (che fanno scorte nel nido così da non trovarsi mai affamati) o ancora alveari “imprevidenti” (adatti a produrre pacchi d'api ad uso commerciale data la loro caratteristica di deporre senza preoccuparsi della scarsità del raccolto).
In Brasile, famoso per le sue api assassine, sono riusciti ad ottenere api piuttosto mansuete  ed  avrebbero fatto pure di meglio se non fosse che in quel Paese ci sono diverse colonie selvatiche.


Pensate siano trovate pubblicitarie? Guardate questo filmato: http://www.youtube.com/watch?v=gKTvp1lupHY&feature=related
 una ricercatrice maneggia degli alveari senza protezioni di sorta: le nostre api tanto decantate come mansuete fanno ridere se paragonate e vi posso assicurare  che anch'io d'estate  visito gli alveari senza tante protezioni.    

Questo filmato invece rappresenta un apicoltore Italiano con abbigliamento tipico: http://www.youtube.com/watch?v=bK_mqy-rkro

Possiamo comprare regine dall'estero con caratteristiche che desideriamo, ora ad esempio va di moda la carnica e buckfast, ma questo comporta una progressiva diminuzione degli alveari di api ligustica spinola e l' inevitabile nascita di ibridi con caratteristiche imprevedibili. L'importazione ci espone inoltre a malattie di ogni genere come quanto successo qualche anno fa in Spagna con il coleottero aethina tumida (arrivato proprio con delle regine e per fortuna subito bloccato) o come per il già presente in tutta Italia nosema ceranae, che non è arrivato certamente con le patate.


In alternativa possiamo selezionare e potenziare dalla nostra ape tutte le qualità che vogliamo: non dimentichiamo infatti che la nostra ape è stata selezionata dalla natura della nostra penisola con caratteristiche adatte alle alte quote delle nostre Alpi e dalle temperature quasi africane del Sud Italia, tanto che  la nostra specie è infatti apprezzata e ben adattata in quasi tutto il mondo, ma ironia della sorte ci viene rivenduta manipolata quel tanto che basta per farla apprezzare anche dai nostri apicoltori.
Questo ci da la certezza che abbiamo tutto in casa basta volerlo cercare senza cercare avventure in giro per il mondo, ricordiamoci l'ape assassina del Brasile importata per esperimenti da ricercatori esperti e poi sfuggita di mano,
Qualcuno penserà che con il sistema della selezione massale adottato dai nostri allevatori  o come in Alto Adige che hanno scomodato la politica per avere delle zone protette, sia l'unica soluzione o la meno costosa; in realtà niente di tutto questo: con l'inseminazione strumentale si possono gestire più linee di api con caratteristiche diverse in un unico apiario tranquillamente senza arrecare danno agli altri e senza chiedere sacrifici per il nostro tornaconto: bastano una decina di alveari per tenere sotto controllo un paio di caratteri di una popolazione senza incorrere in problemi di consanguineità per decenni. Con la selezione massale al contrario per ottenere risultati apprezzabili avremmo bisogno di generazioni e generazioni di api, con un dispiego di alveari notevole, destinati unicamente a fuchi per contrastare numericamente quelli indigeni e quelli degli altri apicoltori  nomadisti, che giustamente portano le api dove c'è abbondanza di raccolto: condizione peraltro molto utile proprio per chi vuol fare allevamento di regine.
La difficoltà di una selezione come accennato non è la strumentazione ma bensì riconoscere e individuare i caratteri che vogliamo selezionare. Facciamo un paio di ipotesi: se vogliamo selezionare api previdenti all'inverno, in autunno gli alveari più previdenti chiuderanno la covata prima e riempiranno il nido invece del melario; al contrario se vogliamo selezionare api imprevidenti potremmo selezionare alveari la cui  regina deporrà come se l'inverno non dovesse mai arrivare.  Queste due caratteristiche sono ben visibili ma se vogliamo selezionare api resistenti alla varroa il problema diventa più complesso infatti sembrerebbe  semplice individuare delle famiglie che a fine stagione dimostrino di averne meno ed incrociarle ma alla luce dei fatti ci si accorgerebbe  che qualcosa non era come preventivato: con molta probabilità infatti le famiglie selezionate potrebbero aver avuto poca varroa non perché geneticamente più resistenti ma per combinazioni di gestione: forse erano uscite dall'inverno con un carico minore perché i trattamenti avevano raggiunto percentuali di efficacia altissime, forse avevano sciamato, forse la regina aveva deposto meno fuchi. Come si vede purtroppo le cause e le variabili sono moltissime, ma questo non deve scoraggiarci perché ci sono mille altre caratteristiche che possiamo migliorare con una selezione, ad esempio è risaputo che le famiglie che hanno uno spiccato senso della pulizia dei cadaveri resistono bene alla peste americana: questa è una caratteristica che possiamo facilmente selezionare, come pure la docilità,  la scarsa propensione alla sciamatura, praticamente tutto quello che gli altri in giro per il mondo già fanno.
Ecco perché sostengo l'importanza dell'inseminazione strumentale, oggi si può e con lo sviluppo di internet e dei nuovi mezzi di comunicazione è ancora più facile per gli apicoltori italiani sfruttare le esperienze ed i risultati dei colleghi stranieri, recuperando rapidamente il tempo perso, ma diventa anche economicamente utile mantenendo solo una decina di regine inseminate  artificialmente    perpetuare le caratteristiche di razza e di ecotipo
Il costo dello strumento è di circa 1000€, i più costosi 2000 €, mentre lo stereoscopio costa meno di 500 €. Lo strumento che mi sono auto costruito mi sarà costato in materie prime non più di 50 € e con una attrezzatura che consiste in un trapano a colonna, una saldatrice e una mola smeriglio.
Come si potrà vedere sulla seconda parte dove descrivo come costruire lo strumento  non ci sono impedimenti materiali ma solo una questine di volontà.




Questa  parte abbiamo voluto che fosse  integrale anche a costo che fosse ripetitiva ma rappresenta il punto di vista di un apicoltore professionista.

Uso dell’inseminazione strumentale.

Vorrei condividere con voi  alcuni dei metodi e delle procedure che io e Agata usiamo per la produzione di regine inseminate strumentali su scala commerciale. Da quando ci siamo imbarcati in questa avventura abbiamo prodotto alcune centinaia di regine, sia per la nostra azienda che per la vendita.
 Le api sono sopravvissute e si sono evolute per milioni di anni  senza che noi ce ne occupassimo assiduamente. Ora invece sono divenute dipendenti dall’attività umana. Es. non potrebbero esistere senza trattamenti chimici contro malattie e parassiti. Le nostre api possono diventare nel prossimo futuro resistenti alle malattie e ai parassiti utilizzando gli stessi meccanismi evolutivi. In questa corsa agli armamenti gli acari hanno qualche vantaggio a causa del loro tempo di generazione più breve. Penso che siamo in grado di aiutare le api accelerando la diffusione dei geni resistenti all’acaro e l’inseminazione strumentale è uno strumento che può essere utilizzato a tale fine.
Le ultime tecnologie del DNA e le informazioni che ne derivano e che vengono applicate alle api richiedono un controllo preciso dell’accoppiamento, attraverso l’uso dell’IS.  delle api regine è cosa diversa dall’inseminazione di altri animali. IL nostro obbiettivo non è quello di fecondare un ovulo con uno spermatozoo ma solo di ottenere milioni di spermatozoi che devono essere conservati nella spermateca della regina. Cinque milioni di spermatozoi devono essere conservati in modo che la regina possa deporre e fecondare uno o due milioni di uova nel corso della sua vita. E’ incredibile pensare che tutti noi dal ricercatore,all’inseminatore, agli apicoltori  che dovranno testare le regine siamo tutti coinvolti in nientemeno che l’evoluzione della specie delle api e quindi dobbiamo  prendere le nostre azioni molto seriamente.
La posizione dei nostri apiari è nel sud dell’Italia, precisamente a Nicotera. Il clima mediterraneo ci offre una stagione per l’allevamento delle regine praticamente da febbraio a ottobre. L’apicoltura per noi non è solo una professione ma uno stile di vita, noi viviamo con le api, circa un centinaio di famiglie, fuori dalla porta e sono utilizzate per l’allevamento delle regine, l’allevamento dei fuchi e per i nuclei di fecondazione. Le altre famiglie, alcune centinaia, sono tenute a pochi chilometri di distanza e servono per testare le famiglie.
Il nostro sistema di produzione una volta che comincia è un flusso continuo. Ai primi di Gennaio dopo aver introdotto i telaini da fuco inizia l’allevamento dei fuchi nutrendo le famiglie scelte con sciroppo proteico, e a fine mese si inizia ad innestare tutti i giorni ed i passaggi devono essere fatti quotidianamente. IL sistema è complesso ma una volta superato il rodaggio il tutto diventa routine. Quando si controlla  l’accoppiamento non c’è bisogno di tenere separate le diverse linee di api. Questo è un notevole vantaggio rispetto a programmi che utilizzano l’accoppiamento in natura, altro vantaggio è che le condizioni atmosferiche sono irrilevanti. La defaiance è dovuta alla mancanza di cooperazione o contatto con i ricercatori che si dedicano allo sviluppo di linee resistenti alle malattie e agli acari in modo da partire con il più alto valore possibile. C’è la possibilità di accrescere questo valore attraverso la selezione basata su dati raccolti sulla resistenza agli acari e le prestazioni delle regine. E’ qui che lo strumento dell’inseminazione è in definitiva come un mezzo di copia e distribuzione dei tratti genetici considerati vantaggiosi.
                                                     
In natura ogni regina nel riprodursi mantiene la diversità genetica molto bene ma produce cambiamenti genetici molto lentamente, mentre con l'inseminazione strumentale questo può avvenire molto rapidamente.





-----> segue seconda parte