APICOLTURA ALPINA N. 2 Mese di Marzo 2003

Redattori Mattia Agostinali e Giampaolo Palmieri


 

Sta finalmente esaurendosi l’inverno e incomincia il risveglio della vegetazione e quindi delle nostre famiglie di api.

Nella vita della nostra associazione stanno maturando quelle svolte che si presentano come epocali. I progetti attualmente in corso e presentati nel precedente numero di questo bollettino informativo dovrebbero costituire la leva che darà un nuovo volto, nuove prospettive a questo settore. Come si suole dire, non bisognerebbe però vendere la pelle dell’orso prima di averlo preso, perché più i progetti sono ambiziosi ed articolati e maggiori sono gli ostacoli e le difficoltà che si frappongono; la speranza comunque è che l’APAS, già quest’anno, possa intraprendere quelle iniziative che possono rappresentare nuovi e potenti stimoli di sviluppo.

Quest’anno si rinnova lo Statuto della nostra associazione adeguandolo alle normative vigenti e allungando la durata dell’Associazione che scade nel 2003. L’assemblea sarà chiamata anche a rinnovare le cariche sociali. L’appuntamento dovrebbe essere anche l’occasione per la costituzione di un nuovo soggetto, "Il Consorzio di Tutela del Miele della Valtellina", un primo traguardo che in realtà diviene il punto di partenza per la nuova strada che vogliamo intraprendere.

Il nostro settore, comunque, sta raccogliendo sempre più interesse. Sempre vivace è ad esempio la partecipazione e l’interesse che il nostro corso di apicoltura di base ha raccolto. Abbiamo avuto 40 adesioni ed una partecipazione media alle lezioni di 30 – 35 futuri apicoltori. Con molto piacere registriamo, anche quest’anno, che ci sono casi di persone che ritornano a seguire il corso dopo averlo frequentato l’anno precedente poiché hanno trovato l’esperienza positiva ed interessante.

In campo promozionale è da segnalare la partecipazione ad un programma promozionale dei prodotti valtellinesi in un’apposita serata trasmessa dall’emittente Telelombardia. Nel momento in cui scriviamo sono in corso contati con la Comunità Montana di Morbegno per una trasmissione in cui valorizzeremo il miele valtellinese attraverso l’emittente "Rete 4"; un’iniziativa promozionale coordinata dalla dott.ssa Simona Nava, che abbiamo gia avuto modo di apprezzare per efficienza organizzativa e competenza in occasione delle Fiera del Bitto edizione 2002. Preme sottolineare che in queste azioni promozionali, grazie alla Comunità Montana di Tirano – Comitato dei Mondiali di Sci e alla già ricordata Comunità Montana di Morbegno, il settore apistico è rimasto fortemente agganciato a tutto il comparto eno-gastronomico tradizionale locale, aspetto questo che deve per noi rimanere una stella polare nella cura dell’immagine del nostro prodotto. La DOP, ad esempio, vuol dire rimanere all’interno del paniere dei prodotti tradizionali locali.

Nelle novità che si stanno preparando c’è da citare un mini corso sulla produzione delle regine e sulla selezione genetica per migliorare la produttività. Con molto orgoglio possiamo annunciare che nelle due lezioni fissate nel mese di marzo potremo avere l’occasione di incontrare due figure di assoluto rilievo nel nostro campo: il prof. Marco Lodesani dell’Istituto Nazionale di Apicoltura, autorità assoluta nella genetica apistica e il prof. Mario Colombo, docente di apicoltura nella facoltà di Agraria dell’Università di Milano, un caro amico dell’apicoltura valtellinese e figura autorevole e di riferimento per tutta l’apicoltura lombarda. Il corso è organizzato in collaborazione con gli amici svizzeri nell’ambito degli interventi INTERREG III.

La ripresa delle attività in apiario coincidono con la ripresa delle attività dei nostri esperti. Se avete dubbi sulla sanità dei vostri apiari ricordate che il nostro servizio di assistenza tecnica è sempre attivo e a disposizione gratuitamente dei soci. Anche l’assistenza aziendale, ovvero le correnti attività svolte dall’Ufficio dell’Associazione sono riprese regolarmente e dovrebbero presto essere superati gli inevitabili problemi legati all’avvicendamento dei collaboratori tecnici.

Questa carrellata colloquiale sulle "novità" si chiude su due problematiche estremamente importanti che mi hanno personalmente molto impegnato: rivitalizzare tutto il settore apistico lombardo, ricreando un nuovo tessuto nei rapporti fra le associazioni, e modificare l’attuale formulazione della "Legge Quadro". Due progetti ambiziosi che ho intrapreso con gli amici del Consiglio perché sappiamo sognare e perseguire i nostri sogni con una cocciutaggine incosciente ed estrema e che hanno già dato risultati che sono andati ben al di là delle nostre aspettative.

Le "Tavole rotonde" proposte dall’APAS

I rapporti fra le diverse associazioni lombarde si sono via via trasformati e degradati per una sempre maggiore mancanza di collaborazioni e in alcuni casi si è giunti ad una fase di competizione. Solo dove i rapporti personali fra i responsabili delle diverse Associazioni si sono mantenuti buoni hanno "tenuto" anche quelli dei rispettivi sodalizi.

Sono profondamente convinto che questa strada influenza negativamente il settore apistico ad ogni suo livello. Il futuro del nostro comparto è strettamente legato alla nostra capacità di intesa e dialogo, condizione indispensabile per poter riacquisire un ruolo di interlocuzione politica. Pur nella nostra piena autonomia di scelte è quindi essenziale saper ricercare i punti di convergenza e su di essi focalizzare gli sforzi quali denominatori comuni che servono a potenziare la nostra apicoltura. Con questo spirito, con questi obiettivi il 1° giugno 2002 abbiamo realizzato a Sondrio un primo incontro delle associazioni lombarde sul tema del DGR 228/2001 ed un secondo incontro il 18 gennaio 2003 su un altro tema molto specifico: la proposta di legge quadro.

I temi sono apparentemente molto "tecnici" ma in realtà sottendo aspetti molto politici: il primo tema è quello relativo alla capacità di ricreare un settore vivo, che dialoga e chi si confronta su temi di interesse collettivo; il "secondo livello" è la capacità di creare sinergie e convergenze in funzione delle problematiche del settore; il "terzo livello" è quello di saper giungere a concertare insieme azioni politiche incisive per intervenire in problematiche comuni, acquisendo capacità di interlocuzione politica.

Di seguito riporto le considerazioni fatte al termine del primo incontro ed inviate, in forma di lettera, ai Presidenti delle Associazioni lombarde. Propongo questa lettura (anche se a qualcuno può risultare il tema un po’ noioso) perché reputo doveroso nei confronti dei soci rendere meglio esplicite le azioni e le posizioni assunte in merito alla "politica nazionale" e perché meglio si può capire la nostra attuale azione in merito alla proposta di legge Quadro.

Note a margine della riunione del 1 giugno ’02

L’Associazione Produttori Apistici della Provincia di Sondrio ha sentito l’esigenza di invitare i responsabili delle associazioni di produttori del comparto apistico operanti nella regione Lombardia per affrontare insieme alcuni punti nevralgici del settore.

Sono intervenuti:

Claudio Lorandi Associazione Produttori Apistici Sebini e valli confluenti

Claudio Vertuan Associazione Produttori Apistici della Provincia di Brescia

Giona Bazzana Associazione Produttori Apistici Valcamonica

Arnaldo Manzini Associazione Produttori Apistici delle prov. di Como e Lecco

Ovidio Locatelli Associazione Produttori Apistici della provincia di Milano

Arnaldo Lazzati Associazione Apicoltori Pavesi - Apilombardia

Luigi Maraggia Associazione Produttori Apistici della provincia di Varese

Marco Mazzucconi Associazione Produttori Apistici della provincia di Bergamo

Giampaolo Palmieri Associazione Produttori Apistici della Provincia di Sondrio

Il risultato di tale riunione è stato complessivamente positivo; tutti hanno sentito l’esigenza di un maggior raccordo d’azione e di una maggior compattezza nel rappresentare gli interessi del settore.

Il risultato minimo raggiunto è stato quello di una miglior conoscenza reciproca e lo scambiarci indirizzi, n. telefonici ed e-mail per migliorare la comunicazione diretta.

Più complessa è la risposta all’esigenza di integrazione e coordinamento. Le posizioni sono, su questo punto molto articolate e schematizzarle in queste poche righe si pecca sicuramente di imprecisione, ma d’altronde i diversi tentativi, spesso caduti nel vuoto devono far riflettere su i limiti delle formule che si erano scelte per conseguire tali risultati.

La nostra proposta è quella di ricercare una forte integrazione delle nostre realtà associative su concrete basi di servizi, di informazioni ("intelligenze"), di coordinamenti d’azione, di rappresentanza "politica" degli interessi del settore lasciando intatta, almeno allo stato attuale, le realtà territoriali che le singole Associazioni rappresentano.

Vorrei sottolineare che questa strategia potrebbe rappresentare un sistema di integrazione molto più rapido che la fondazione di un'unica associazione. Forti realtà territoriali non indebolirebbe il processo di integrazione ma anzi permetterebbe il mantenere una forte capillarità e presenza a fianco delle singole realtà aziendali per quanto possano essere piccole e marginali.

Preme infine sottolineare che il rilancio della capacità di interloquire "politicamente" con la Regione Lombardia è essenziale poiché a livello amministrativo (dirigenti e funzionari che sono chiamati ad applicare le leggi) si tende ovviamente a uniformare il nostro settore a tutte le altre realtà agricole e questo, data l’esiguità del settore (la debole consistenza economica e di addetti professionali) ci rende inconsistenti. I nostri interlocutori devono essere quindi politici e amministratori che hanno una maggiore autonomia potendo promuovere e valorizzare un settore per le sue qualità intrinseche, per le sue potenzialità, per la qualità dei progetti proposti. L’integrazione fra noi quindi non si deve ricercare per raggiungere i "numeri minimi" contenuti nella varie disposizioni di legge (perché saremmo in una continua affannosa ricerca di ciambelle di salvataggio per non essere degli esclusi) ma per rilanciare il ruolo dell’apicoltura e chiedere il riconoscimento delle sue peculiarità.

Il Presidente

(Giampaolo Palmieri)

 

Il convegno svoltosi a Sondrio il 18 gennaio 2003 è stato preceduto da un fitto carteggio di e-mail da noi inviato alle Associazioni lombarde e alla FAI. Il tema è molto concreto: la proposta di legge quadro in apicoltura, dopo una navigazione di 15 – 20 anni, sembra giungere finalmente alla sua promulgazione. Un arrivo al traguardo così ritardatario da essere accolta in un "russante" disinteresse e una generale disattenzione. E’ una legge brutta, che peggiora il quadro normativo. in sintesi si potrebbe dire che:

Con il convegno che abbiamo organizzato a Sondrio il 18 gennaio, stiamo riuscendo a creare un dialogo ed impostare una buona convergenza con la quasi totalità delle realtà associative. E’ germogliato soprattutto uno spirito nuovo e la consapevolezza della necessità di intervenire in modo mirato ed intelligente per modificare la legge almeno nei punti più eclatanti. Una tensione collaborativa che si è concretizzata nell’organizzazione congiunta con gli amici Locatelli e Zeni di un ancor più ampio convegno a Milano. Un momento di incontro a cui sono state invitate tutte le associazioni dell’alta Italia e vede la partecipazione di diversi deputati che hanno seguito questa legge. Il convegno – tavola rotonda è soprattutto un’occasione di confronto e di sintesi fra le diverse proposte elaborate, per giungere ad una proposta comune agli interlocutori politiche che saranno presenti nel pomeriggio.

 

Quote

La quota associativa è scaduta si prega di provvedere al rinnovo entro il 15 marzo 2003. Si ricorda inoltre che la quota FAI è obbligatoria: essa comprende la quota assicurativa relativa alla responsabilità civile e l’abbonamento alla rivista "Apitalia". Le quote sono quindi 26 Euro + 10 Euro (FAI) e 0,80 per alveare posseduto.

Riunioni

Si invitano gli apicoltori a partecipare alle due lezioni organizzate per la produzione e selezione di api regine. L’argomento è di estrema importanza ed attualità. Gli incontri si inseriscono nelle iniziative che intendiamo avviare nell’ambito del progetto IINTERREG III e ci permettono di invitare a Sondrio dei ricercatori di assoluto rilievo nell’ambito del contesto apistico.

prof. Marco Lodesani - Sondrio sabato 8 marzo ore 14,30 presso la Fondazione Fojanini

prof. Mario Colombo- Sondrio venerdì 28 marzo ore 20,30 presso la Fondazione Fojanini

 

Denuncia alveari

Ricordiamo che entro il 30 marzo bisogna presentare all’A.S.L. della provincia di Sondrio – Servizio Veterinario la denuncia degli alveari. In allegato si riporta la scheda da compilare. L’Associazione è a vostra completa disposizione durante l’orario d’apertura dell’Ufficio: il mercoledì dalle 15 alle 18,30 e il sabato dalle 9 alle 12

 

 

DENUNCIA ALVEARI ALL’ASL ANNO 2003

 

ALLA ATTENZIONE DEL SERVIZIO DI MEDICINA VETERINARIA

Allegato 1

Ill.mo Signor

Presidente Azienda Sanitaria n. 9

Servizio Veterinario

Via F. Besta 1

23100 Sondrio

e p.c. Spett.le APAS

Via Toti 51

23100 SONDRIO

Oggetto: denuncia alveari anno 2003.

Il sottoscritto_____________________________________________________

nato a _____________________ il____________________________________

domiciliato a _____________________ Via______________________________

apicoltore, dichiara, come previsto dalla legge regionale n. 54 del 28 giugno 1983, art. 7 comma 1, di possedere i seguenti alveari:

Ubicazione dell’allevamento (1)

 

n.alveari

Tipo di impianto

Comune

Località

quota

stanziale

nomade

Firma

Data,………………………. _________________________

  1. Indicare la dislocazione dell’apiario e l’indirizzo esatto.
  2. Indicare con una croce se si tratta di impianto stanziale o nomade.