7 dicembre - Memoria
Treviri, Germania, c. 340 - Milano, 4 aprile 397
Di famiglia romana cristiana, governatore delle province del nord Italia, fu acclamato vescovo di Milano il 7 dicembre 374. Rappresenta la figura ideale del vescovo, pastore, liturgo e mistagogo. Le sue opere liturgiche, i commentari sulle Scritture, i trattati ascetico-morali restano memorabili documenti del magistero e dell'arte di governo. Guida riconosciuta nella Chiesa occidentale, in cui trasfonde anche la ricchezza della tradizione orientale, estese il suo influsso in tutto il mondo latino. In epoca di grandi traformazioni culturali e sociali, la sua figura si impose come simbolo di libertà e di pacificazione. Diede particolare risalto pastorale ai valori della verginità e del martirio. Autore di celebri testi liturgici, è considerato il padre della liturgia ambrosiana. (Mess. Rom.)
Patronato:Apicoltori, Vescovi, Lombardia, Milano e Vigevano
Etimologia: Ambrogio = immortale, dal greco
Emblema: Api, Bastone pastorale, Gabbiano
da
http://www.santiebeati.it/Detailed/25500.html
Madonnoc e le api
"Voi sapete, miei piccoli amici, come i monaci, con la fede in Dio e nella
sua chiesa, portavano anche la civiltà, insegnando le lettere e le arti,
l'industria e l'agricoltura.
Volete conoscere chi portò in Irlanda l'apicoltura e l'industria del miele?
Fu Madonnoc, discepolo di San David. Ecco come avvenne il fatto.
Questo Madonnoc da principio era un uomo tutt'altro che santo, anzi era uno
di quegli uomini rozzi e grossolani, che non incontrano mai le simpatie
delle gente per bene. Ma dopo che fu alla scuola di S. David divenne uno dei
suoi migliori discepoli, e passò tutta la sua vita in unmonastero, ad
accudire agli alveari e i monaci raccoglievano ogni anno quantità enormi di
miele che distribuivano ai poveri ed agli ammalati.
Ormai vecchio e ricco di tanti meriti, Madonnoc domandò al suo superiore di
ritornare in Irlanda, sua patria. Lo credereste? tutte le api del monastero
di s. David lo seguirono... egli ritornò due e tre volte al monastero per
riportare le migliaia di animaletti ai loro alveari, ma non ci fu verso.
Dovette lasciarle in pace e accontentarsi che lo seguissero.
Ve l'immaginate questo sant'uomo, curvo sul suo bastone, con
quell'accompagnamento di sciami d'api?
Così anche l'Irlanda conobbe l'apicultura, che divenne poi una vera
ricchezza per il paese.
Il vecchio Madonnoc continuò fino alla morte a raccogliere il miele ed a
spalmare con esso il pane da offrire ai poverelli di Cristo...
da "Santi e animali" edito dalla Figlie della Chiesa, 1947, testo
di Domenico Casagrande
Santa Rita da Cascia
Dal sito http://santiebeati.it/search/jump.cgi?ID=32950
"Poiché a Roccaporena mancava una chiesa con
fonte battesimale, la piccola Rita venne
battezzata nella chiesa di S. Maria della Plebe a
Cascia e alla sua infanzia è legato un fatto
prodigioso; dopo qualche mese, i genitori,
presero a portare la neonata con loro durante il
lavoro nei campi, riponendola in un cestello di
vimini poco distante.
E un giorno mentre la piccola riposava all'ombra
di un albero, mentre i genitori stavano un po'
più lontani, uno sciame di api le circondò la
testa senza pungerla, anzi alcune di esse
entrarono nella boccuccia aperta depositandovi
del miele. Nel frattempo un contadino che si era
ferito con la falce ad una mano, lasciò il lavoro
per correre a Cascia per farsi medicare; passando
davanti al cestello e visto la scena, prese a
cacciare via le api e qui avvenne la seconda fase
del prodigio, man mano che scuoteva le braccia
per farle andare via, la ferita si rimarginò
completamente. L'uomo gridò al miracolo e con lui
tutti gli abitanti di Roccaporena, che seppero
del prodigio"
Dal sito http://www.santaritadacascia.org/santuario/monastero.htm
Il POZZO, LE API E LA VITE
Superate le due porte di entrata, salendo ci si
trova vicino al POZZO, dove S. Rita attingeva
l'acqua per l'orto, la cucina, le pulizie.
Ella visse qui servendo Dio e la comunità con una
vita povera, spesa nella preghiera e
nell'esecuzione di lavori manuali. Guardandosi
intorno si gode di trovarsi in un luogo così
semplice.
Dalla parte opposta del pozzo, sul muro, a fianco
della porta e del finestrone del refettorio, si
possono notare qua e là dei piccoli fori; abitati
dalle cosiddette API MURARIE.
Nel 1628 UrbanoVIII fece portare a Roma una di
queste api per poterla osservare. Ogni anno
vengono viste nel periodo primaverile mentre
lavorano, entrano ed escono da questi fori sul
muro. La pietà popolare le ha collegate con il
fioretto delle api avvenuto a Roccaporena pochi
giorni dopo la nascita di Rita. Mentre dormiva
nella culla alcune api si radunarono sul visino
della bimba. I genitori spaventati volevano
scacciarle, ma videro che le api non facevano
alcun male alla loro piccola.
La VITE rigogliosa che qui si può ammirare
produce ogni anno uva bianca. E' diventata il
simbolo dell'obbedienza di S. Rita e della sua
fecondità spirituale; lei infatti, come dice il
vangelo d Giovanni, unita a Gesù, vera vite, è un
tralcio che produce molti frutti. La tradizione
dice che mentre Rita era novizia la superiora le
chiese di innaffiare per obbedienza una pianta
secca, che si trovava nel giardino. Rita lo fece
umilmente giorno per giorno.
La pianta riprese a vivere. Nel 1700 si cominciò
ad affermare che la pianta secca che riprese a
vivere per l'obbedienza di S. Rita era una vite.
Quella che si vede qui ha più di 200 anni.
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si ringrazia www.cartantica.it per la
collaborazione prestata . --------------------
Renzo Barbattini