Andamento produttivo del miele nella regione Lazio
Il ritardato sviluppo delle famiglie per l'andamento meteorologico, assai irregolare, ha determinato una riduzione produttiva in primavera. Il periodo estivo ha fatto registrare invece buone rese produttive in quasi tutti i tipi di miele, in particolare il millefiori.
Il patrimonio apistico del 1997 ha fatto rilevare un lieve aumento tra i piccoli apicoltori, mentre sono rimaste inalterate le aziende di altra dimensione.
Se ne può dedurre in sostanza che la produzione del miele nel Lazio ha avuto
un sensibile aumento in tutte le zone, sempre per merito del miele millefiori. L'incremento si può valutare sul 15/18% pari a circa 100/150 quintali.
Da una analisi dei vari tipi di mieli, si può affermare quanto segue.
- ACACIA:I livelli produttivi, causa piogge e vento, per scarsa secrezione nettarifera e per difficoltà di raccolta, sono rimasti pressoché
uguali al 1998.
- GIRASOLE e SULLA: Produzione limitata nel viterbese e alta Tuscia
non diversa dall'anno precedente( 20/25 kg. per arnia).
- CASTAGNO:Produzione non di pura monoflora; rispetto al 1996, superiore nelle zone di pianura anche del 10%, ma inferiore in alta quota per freddo e maltempo. Media pari al 1996.
- EUCALIPTO: Il raccolto, che avviene solo nella provincia di Latina e nella zona di Montalto di Castro, è stato abbastanza debole con una perdita del 12/15%. Infatti i forti venti non hanno consentito alle api la raccolta nelle parti alte delle piante e la siccità ha fatto diminuire la secrezione nettarifera.
- AGRUMI: Lungo il litorale tra Terracina e Formia si produce miele di agrumi pari all'uno per cento del prodotto regionale. Da tener presente che non è quasi mai un monoflora puro.
POLIFLORA: Andamento diversificato con buona produzione di mieli abbastanza chiari in primavera e con mieli di color ambrato scuro nel periodo estivo. Aumento complessivo del 15/18%.
Francesco Coarelli