Sono un apicoltore di Latina, lo scorso anno mi venne diagnosticato dalla ASL di zona la peste americana. Unica soluzione sopprimere l’intero apiario con anidride solforosa
Cosi feci.Dopo aver fatto questo atto a mio malincuore mi rimaneva il problema del materiale infetto da sterilizzare, altrimenti il danno, se avessi dovuto bruciare le arnie, sarebbe stato molto più grande. Mi ricordai di un articolo apparso su Apitalia l’anno precedente, di uno sterilizzatore che usava paraffina a 160° per un tempo di 10 minuti. Credetti a questa soluzione, mi armai di buona volontà cominciando a sviluppare l’intera costruzione. Questo bollitore ha la capienza di due corpi nido Dadant-Blatt da 10 favi, ovviamente senza coprifavo e senza fondo antivarroa, che ora passo a descrivere. Premetto che se c’è qualche apicoltore con delle necessità di misure differenti di quelle da me realizzate è sufficiente che si faccia due conti per realizzare il bollitore secondo il suo materiale
Da come si vede dai disegni si comincia a fare la vasca con lamiera spessa 3mm, dopo saldare il canalino di recupero della paraffina a tenuta stagna, perché deve recuperare la paraffina mentre frigge.
Perché mentre si tratta, il materiale viene fritto come patatine,e grazie a questa friggitura si ottengono due risultati: uno è la sterilizzazione, e l’altro è il drastico calo di umidità del legno.
Perché rendendo il legno molto secco ed in più uno strato isolante, le nostre arnie senz’altro avranno una vita più lunga. Ritornando alla costruzione, dopo aver fatto la vasca e il canalino vanno saldati i quattro piedi agli angoli della vasca e successivamente i quattro tubolari fra i piedi.
Arrivati a questo punto bisogna spendere due parole sul bruciatore, io ho installato il bruciatore della mia vecchia caldaia a gas completa di elettrovalvola e termocoppia per il controllo della fiamma, per far sì che in caso si spenga la fiamma il sistema vada in blocco come una normale caldaia.
Con questo sistema ho avuto la possibilità di inserire un termostato digitale per mantenere costante la temperatura ed un pulsante a fungo di emergenza da pigiare in caso di dover spegnere istantaneamente la fiamma.
Questo è il sistema di riscaldamento adottato da me, che io sconsiglio di fare, a meno che non si ha una buona conoscenza in materia di gas, o di farselo installare da un amico caldaista.
Altra soluzione potrebbe essere quella di installare uno o anche due fornelloni che si usano per bollire i pomodori. Sono prove empiriche che vanno fatte al momento. In caso si adotti la soluzione dei fornelloni consiglio di fare i pannelli laterali più corti di circa 15 cm di quelli realizzati da me.
I pannelli laterali sono provvisti di alcuni fori nella parte superiore questi servono a far uscire il gas di scarico della fiamma ed in più a fare da recupero di calore.
Per usare meno paraffina ho realizzato un parallelepipedo completamente stagno perché si ha un risparmio sull’acquisto della paraffina e un risparmio di gas nell’arrivo in temperatura di tutto il sistema.
Questo parallelepipedo deve essere smontabile per far sì che il bollitore sia versatile il più possibile. Su un lato in basso ho messo un rubinetto da un pollice per lo scarico totale della paraffina.
A proposito di scarico mettendo circa 3 cm di acqua ovviamente a vasca vuota e su un trespolo alto circa 10 cm e su questo riempire la vasca di telaini per recuperare la cera si manda in ebollizione l’acqua e chiudendo il coperchio possiamo farlo funzionare come sceratice, una volta finiti i telaini da fondere facciamo bollire finchè c’è acqua, questo si vede perché quando non ci sarà più acqua non ci sarà più bollitura ,a questo punto possiamo alzare la temperatura e far sterilizzare anche la cera.
Il parallelepipedo ovviamente è un corpo galleggiante e quindi bisogna far in modo di ancorarlo sul fondo, io ho saldato sul fondo un dado da 12 e qui avvito una barra filettata da 12 su questa infilo il parallelepipedo fermandolo con un altro dado da 12 su questo dado ho saldato una staffa lunga 43 cm in modo che quando inserisco i corpi nido mettendo la staffa di traverso blocco questi ultimi.
Lorenzo Pio Bragalone