Lettera della BBKA, l’associazione inglese degli apicoltori, al Veterinary Medicines Directorate, un’agenzia ministeriale inglese.
E’ stata scritta dopo una serie di incontri tra tutte le parti in causa- associazioni apistiche, produttori di materiali per l’apicoltura (la Vita Europe), e distributori-
avvenuti da giugno in poi.
“ Noi crediamo che, in apicoltura, rendere disponibili dei farmaci solo su ricetta non sia qualcosa di facile da mettere in atto e che con tutta probabilità possa
verificarsi un effetto negativo sia nei confronti dell’apicoltura sia di quel controllo sulle sostanze medicinali che la legislazione pone come suo obiettivo.
Questo per le seguenti ragioni:
1- Fino ad oggi, la professione veterinaria in questo paese non ha avuto coinvolgimento con l’apicoltura e la loro conoscenza del soggetto è a dir poco limitata. Né
essi ricevono un’istruzione in questo settore.
2- Il numero di famiglie d’api in Inghilterra e Galles si aggira intorno alle 250.000 ed è difficile immaginare che gli apicoltori portino gli alveari dal veterinario per
avere la ricetta, o che chiamino i veterinari per l’assistenza.
3- Il numero di medicinali utilizzati in Inghilterra e Galles per il trattamento di parassiti e patogeni diffusi nelle Isole britanniche è esiguo. Ci sono l’Apiguard,
l’Apistan, il Bayvarol e il Fumidil B. Di questi, saprete che l’unico a essere ingerito dalle api è il Fumidil B. L’Apiguard, l’Apistan e il Bayvarol sono usati per il
controllo dell’acaro varroa. Il controllo della varroa non prevede né “se” né “ma”. Se non avviene, le famiglie muoiono. Le famiglie devono essere trattate su base
annuale e qualsiasi ostacolo a questo trattamento sfocerà in una riduzione del numero degli apicoltori, con la conseguente perdita di produttori di miele e di agenti
impollinatori, sia nei raccolti agricoli e orticoli, sia nella flora selvaggia.
4- L’adozione di un sistema di distribuzione diverso da quello attualmente vigente e che renderebbe i materiali meno prontamente disponibili, porterebbe a un
aumento dei costi a causa della catena distributiva e/o la formazione di incaricati per gestire il sistema stesso. Inoltre, a causa della scarsa accessibilità,
scoraggerebbe gli apicoltori dall’usare i medicamenti, il che porterebbe a una perdita di famiglie, e indurrebbe gli apicoltori ad usare prodotti alternativi non
autorizzati, di più facile reperibilità.
In conclusione, crediamo che le api debbano essere tenute fuori dalla legislazione modificata.
E’ difficile vedere cosa si otterrebbe cambiando la situazione vigente.
1-Se fondamento della legislazione è la protezione della salute umana, tutti i prodotti esistenti sono ritenuti privi di rischio per gli umani e non richiedono Maximum
Residue Limit. Questo risulterebbe già contemplato.
2- Ci sarebbero conseguenze negative per le api, l’apicoltura e l’ambiente.
3- Ci sarebbero conseguenze in termini di costi.
Speriamo che questa nota informativa sia utile, e se ci fossero ulteriori elementi di discussione, per piacere non esitate a contattarci”.
Ricordiamo che la Direttiva 2004/28/EC del 31 marzo 2004 ( pubblicata sull`Official Journal of the European Community del 30 aprile 2004 ) in sostituzione della
direttiva 2001/82/EC deve essere recepita dai membri europei entro il 30
ottobre 2005.