Qualche nozione sulla Varroa
Interazioni api-acaro
Qualche nozione sulla Varroa
Interazioni api-acaro
La varroa ha necessità di una stretta interazione con l’ape in tutte le fasi della sua vita . Nel buio dell’alveare feromoni e kairomoni e forse segnali termici dirigono e modulano il comportamento dell’acaro sia verso gli altri suoi simili che nei confronti delle api ospiti. Varroa è in grado di imitare il profilo odoroso chimico delle api con ciò evitando di essere dalle api identificata come estraneo . Gli acari all’esterno della covata ( in fase foretica ) riconoscono l’odore delle nutrici rispetto a quello delle api più vecchie e di conseguenza si orientano verso le prime ..
Fisiologia riproduttiva e comportamentale della Varroa
Le Varroe adulte hanno due distinti stadi di vita : foretica e progenitrice. In entrambi gli stadi le varroe sono fecondate , ma la riproduzione avviene solo nello stato di progenitrice , che comincia quando una varroa , dopo aver incamerato nel suo corpo adeguata nutrizione asportando vari tipi di fluidi dalle nutrici , trova una celletta contenente una larva di condizione adeguata . In tale situazione comicia a produrre vitellogenina negli oociti. Una volta entrata nella cella la deposizione di uova inizia in sequenza . Ne possono risultare un uovo maschile e fino a 9 uova da femmina.
Diverse ricerche hanno cercato di comprendere quali siano gli stimoli chimici che guidano le varroe verso le larve di ape e in quale maniera le varroe trasmettono alle consorelle un segnale di “ cella occupata per riproduzione “allo scopo di evitare eccessivo affollamento delle stesse. Il successo riproduttivo della varroa si basa su un efficace coordinamento tra adeguata preparazione fisiologica alla propria riproduzione e valutazione dello stato dell’ospite . Il tempo utile è brevissimo e spiega i variabili livelli di riprduzione osservati in vitro .
Quando una varroa foretica identifica ed entra in una cella di covata , un certo numero di geni di regolazione si mette in moto e in lei molti cambiamenti avvengono .
Microbioma della Varroa
La Varroa condivide i microbi con l’ape che la ospita, ma sembra anche possedere un suo proprio microbioma .
Dei microbi condivi i più problematici sono i virus a RNA. In assenza di questi e relative problematiche la varroa risulterebbe più un semplice parassita che un patogeno. In altre parole sarebbe molto più benigno.
In aggiunta la Varroa ospita batteri e funghi ancora poco studiati . Alcuni ceppi di Bacillus thuringiensis isolati da esemplari di Varroa sembrano promettenti come agenti di controllo .
Prospettive di controllo “genico “
Alcuni studi hanno mostrato che la tecnologia RNA interference (RNAi), funziona anche a livello di trascrizione della Varroa . In altre parole lo specifico RNA introdotto nella varroa blocca la sintesi di determinate proteine . Per primi , Campbell e colleghi hanno mostrato che il livello di un importante enzima di detossificazione ,il glutathionine S-transferase può essere ridotto da RNAi, tuttavia solo immergendo l’acaro in una soluzione concentrata di RNA. Successivamente , Singh e colleghi sono riusciti a bloccare uno specifico fattore di trascrizione portando le varroe in studio a produrre vitellogenenina fuori dalla cella. Da ciò la varroa si troverebbe nella necessità di deporre le uova non in presenza di pupa .…
Diversi lavori cominciano a mostrare significative correlazioni fra la qualità del pascolo e lo sviluppo di popolazione di varroa non che della dinamica virale ad essa associata . Sembra che l’acaro e virus suoi alleati riescano nella riproduzione tanto meglio quanto più l’ape è mal nutrita . In questo senso è osservato ( Pusceddu e altri , università di sassari ) un aumento della raccolta di propoli mano a mano che aumenta il livello di presenza dell’acaro . Altre ricerche hanno mostrato capacità acaricide del propoli attraverso i polifenoli che lo costituiscono oltre alla presenza di una sostanza naturale comunemente utilizzata come acaricida , il benzilbenzoato che risulta presente anche nel miele .
La varroa ha necessità di una fase foretica sulle nutrici . Questa serve per fare il pieno di alimento per le varroe fisiologicamente pronte ovvero le genitrici che effettuano un ulteriore ciclo riproduttivo e le figlie che hanno raggiunto la maturità fisiologica nella cella di covata.Appunto , le giovani nate hanno bisogno di una certa quantità di tempo per essere pronte a riprodursi . Questo tempo possono trascorrerlo nella cella se sono nate e fecondate per prime oppure in fase foretica se nate per seconde o terze. Quando pronte devono trovare una cella con larva adeguata . Una grande presenza di covata aumenta la probabilità che la varroa trovi in tempi brevi una cella adatta mentre in situazioni di covata ridotta impiega più tempo , rimanendo più a lungo in fase foretica . Se ne ha che nei periodi di grande covata l’aumento di popolazione di varroa è il più veloce fra quanto possibile e raggiunge il suo massimo tendendo a diminuire mano a mano nelle situazioni nelle quali la presenza di covata si riduce .
Fattori limitanti la proliferazione di varroa
In colonie di ape africana è osservato un significativo tasso di infertilità del quale ancora non è stato possibile spiegare le cause .Il significativo tasso di infertilità (26 – 27 %) e la percentuale di varroe figlie non fecondate (39 – 58 %) così come una bassa fecondità (1.7 – 2.2, uova deposte di media) costituiscono un insieme che secondo Nganso ( 2019 ) sembra spiegare il basso successo riproduttivo della varroa nelle c olonie operanti nella savana africana .
Questi fattori sembrano interagire l’uno con l’altro durante la stagione riuscendo a ridurre la quantità di progenie che riesce a nascere in buone condizioni .
L’assenza del maschio nella cella di covata viene descritta da Nganso ( 2019 ) come il fattore che determina l’alto numero di varroe figlie non fecondate (23 – 52 %) nelle api della savana . Tuttavia è un mistero totale sui motivi fisiologici che portano le varroe fondatrici a non riuscire a differenziare alla sua produzione l’uovo da maschio . Questo potrebbe forse derivare da una sorta di effetto farmacologico di qualche componente minore dell’emolinfa dell’ape della savana
traduzione e riduzione di gianni savorelli offerta da ditta
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