Validità del metodo Biotermico dell'Ipertermia contro la varroa
Al riguardo dell'argomento ipertermia ( greco: i p e r = massimo (ipermercato; t e r m o s =calore)
Le api e gli acari sono diversi non solo per le loro preferenze in ciò che concerne la temperatura ma anche per la loro sensibilità al calore. È stabilito che la temperatura ottimale per le femmine adulte di varroa è di 32°C e anche meno durante la fase riproduttiva. Gli acari soffrono quando la temperatura oltrepassa i 38°C ed essi muoiono quando sono esposti a oltre 40°C per un tempo sufficientemente prolungato (Rosenkranz, 1988). D'altra parte, le larve delle api sopportano perfettamente delle temperature da 2 a 3°C più elevate. Questa osservazione ha fornito le basi per una tecnica puramente fisica di lotta contro la varroasi (Rosenkranz, 1987; Engels, 1994). E' stata messa a punto un metodo di lotta contro l'acaro che utilizza l'ipertermia (Engels e Rosenkranz, 1992, 1993). Il punto di partenza è stata l'osservazione che durante la stagione di allevamento della covata la maggior parte delle femmine di varroa si trovano all'interno delle celle di covata opercolate (Infantidis e Rosenkranz, 1988). Le api mellifere adulte reagiscono all'ipertermia provando a rinfrescare l'interno del nido. Se la temperatura nella zona della covata oltrepassa 36°C, lo stress che subiscono le api è rilevante e provoca generalmente delle perdite consistenti di adulti. Per questo motivo, il metodo consiste anzitutto nell'allontanare le api che ricoprono i telaini di covata opercolata e di sottoporre in seguito gli stessi telaini, spazzolati dalle api adulte, all'ipertermia al di fuori della colonia (Rosenkranz, 1987). Si evita così la perdita di api adulte e la perdita di larve rimane al di sotto del 5% (Engels, 1994). Gli acari dei favi di covata così trattati vengono uccisi solamente per l'azione del mezzo fisico rappresentato dall'elevata temperatura. In questa relazione vengono illustrati i risultati di diversi anni di prove basate sull'utilizzo, da parte degli apicoltori, di questa tecnica dell'ipertermia, sulla sua efficacia dal punto di vista della riduzione della popolazione di acari e del tempo necessario all'effettuazione di questo nuovo procedimento di lotta contro la varroa.
Materiali e metodi
Le prove sono state realizzate su 40-'50 colonie d'api della razza Apis mellifera carnica, appartenenti a 4 apiari della sezione di apicoltura dell'Università di Túbingen. Le colonie erano alloggiate in arnie a corpi multipli con telaini di dimensioni standard (norme germaniche) e condotti come normali alveari di produzione. Come procedura supplementare, nel corso dei mesi da aprile a giugno si è proceduto cinque o sei volte all'eliminazione di due o tre telaini di covata opercolata di fuchi. Il trattamento termico è stato applicato due volte all'anno, in primavera prima della posa dei melari e in autunno dopo il loro prelievo. Per effettuare questo trattamento sono state utilizzate delle casse-armadio termiche (costruite da Devappa di Kelheim, Germania) che possono contenere diciotto telaini. Le colonie vengono visitate e in tale occasione si tolgono tutti i telaini di covata aventi la maggior parte opercolata e si spazzolano le api che li ricoprono. È raccomandabile di sottoporre al trattamento termico i telaini di covata opercolati da poco, piuttosto di quelli dai quali un gran numero di api giovani siano già dischiuse. I telaini selezionati in vista del trattamento vengono sospesi immediatamente nella cassa termica. Questo dispositivo è dotato di un sistema con programma di riscaldamento controllato. La temperatura aumenta in media di 0,1°C per minuto, fino a raggiungere il valore di 42-43°C negli interspazi fra i telaini. Occorrono circa 70 minuti per raggiungere questo livello di temperatura che viene in seguito mantenuto per 60 minuti. La temperatura diminuisce in seguito fino a 35°C e viene mantenuta costante finché non si tolgono i telaini. La fonte d'energia è costituita da un generatore elettrico mobile. Dopo il trattamento termico, i telaini di covata vengono immediatamente reintrodotti nella loro posizione d'origine all'interno degli alveari dai quali provengono. Per valutare l'efficacia dell'ipertermia contro gli acari varroa, si sono esaminati i telaini così trattati 24 ore dopo il trattamento. Si sono aperte, su uno dei lati del telaino, 100 cellette scelte a caso e se ne è esaminato il contenuto determinando la proporzione di larve e di pupe d'api vive e morte e il numero di acari vivi e morti.
Risultati
L'esame delle celle di covata sottoposte all'ipertermia ha permesso di constatare che, ne in primavera ne in autunno, nessuna femmina adulta o ninfa di acaro era sopravissuta al trattamento termico nelle celle di covata opercolata. Tutti gli acari trovati 24 ore dopo il trattamento erano morti. Il grado di efficienza del trattamento è quindi del 100%. Il controllo effettuato durante le 24 ore seguenti il trattamento, dunque nello stesso giorno della sua applicazione, ha evidenziato una parte degli acari ancora vivi, ma essi erano danneggiati in maniera irreversibile.
Per questo motivo, non si deve procedere alla valutazione dell'efficacia del trattamento prima di 20-24 ore dalla sua effettuazione. Quando abbiamo calcolato il tempo necessario all'effettuazione di questo trattamento termico non abbiamo preso in considerazione lo spostamento in automobile fino alla località in cui si trovano le colonie sperimentali. Per l'installazione e lo smontaggio del generatore mobile d'energia e del dispositivo apitermico occorrono da 10 a 15 minuti. Per ciascuna colonia sono stati necessari circa 30 minuti, durante i quali si effettuava la visita normale delle colonie, togliendo tutti i telaini con covata in gran parte opercolata in vista del loro trattamento e il successivo reinserimento. Il tempo per questa operazione non supera granché quello occorrente per una normale visita della colonia. Per l'introduzione dei 18 telaini che può contenere una cassa "apitermica" e il loro prelevamento dopo il trattamento occorrono circa 2 ore. Ma, calcolato per unità, quindi per colonia, il tempo necessario in più per togliere e poi rimettere nell'arnia, i telaini destinati al trattamento è solamente di 10 minuti. Considerando che il trattamento viene effettuato due volte l'anno, ciò rappresenta 20 minuti di lavoro in più per colonia e per anno. Poiché l'impostazione delle temperature del dispositivo apitermico è regolata automaticamente, nel frattempo si possono effettuare altri lavori nell'apiario. L'effetto del trattamento di ipertermia sulle popolazioni di acari varroa delle colonie è stato determinato mediante il conteggio settimanale degli acari caduti sui fogli di carta posti al fondo degli alveari. Il livello di efficacia è valutato in base alla differenza tra il numero di acari caduti ogni giorno nel corso delle settimane precedenti e seguenti il trattamento.
Nella maggior parte dei casi il numero di acari caduti dopo un'applicazione termica rappresenta il 20% di quelli caduti prima del trattamento (figura 1). Ciò consente di affermare che circa l'80% della popolazione iniziale di acari viene eliminata con il trattamento. Questa riduzione del livello dell'infestazione a seguito di due trattamenti termici, in combinazione con l'eliminazione della covata di fuchi, fa diminuire gli effetti della varroasi sulla colonia d'api fino ad un livello inferiore alla soglia di danneggiamento. Nel corso di otto anni durante i quali è stato utilizzato l'ipertermia nell'ambito di un programma di lotta integrata contro la varroasi, non si sono rilevato differenze tra le colonie trattate con i metodi usuali e le colonie sperimentali per quanto concerne lo sviluppo delle famiglie, la possibilità di formare dei nuclei e la produzione di miele realizzata.
Figura 1
Discussione
In alternativa alla terapia chimica usuale, questo metodo rappresenta il vantaggio di non lasciare alcun residuo; quindi i prodotti dell'alveare sono protetti da qualsiasi contaminazione. Inoltre non si ha il rischio di determinare una resistenza degli acari rispetto l'agente acaricida utilizzato, anche per la durata limitata dell'applicazione del calore che non potrà causare una pressione selettiva permanente. La procedura utilizzata presenta effetti negativi sulla colonia d'api di entità trascurabile. La mortalità della covata nei telaini trattati è stata inferiore al 5% (Engels, 1994). La durata in vita delle operaie (e dei fuchi) che sono nati dai telaini trattati con il calore non è stata per nulla influenzata. Le osservazioni hanno evidenziato che le operaie hanno percorso le tappe normali dell'evoluzione comportamentale caratteristiche delle loro età. Lo sviluppo delle colonie e le produzioni di miele fornite hanno dimostrato che l'ipertermia non ha prodotto alcun effetto negativo sulle api.
W. Engels
Institut de zoologie Université de Túbingen - Germania
BIBLIOGRAFIA
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Api & Flora: " Validità del metodo biotermico della ipertermia. Genn.-febbr. '99 (traduzione dal francese a cura di Giovanni Bosca )
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ENGELS W., P. ROSENKRANZ (1992) - Hyperthermic-Erfahrungen bei der Varroato- sekontrolle. Apidologie 23: 379-381. 19
ENGELS W., P. ROSENKRANZ (1993) - Hyperthermie von Varroatosevólken in Sommer. Apidologie 24: 495-497.
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