Comunicati stampa Ismea
Miele: raccolto magro per rosmarino e tarassaco
Buone le previsioni per il prodotto di acacia
Roma, 27 aprile 2000
- Mercato del miele ancora fermo in aprile, con le scorte di vecchia produzione ormai su livelli fisiologici.
Lo stato generale delle famiglie di api - rende noto l’Ismea - risulta buono in tutta la Penisola, nonostante in alcune aree del Settentrione la presenza di nosema (una malattia delle api) abbia ostacolato il regolare sviluppo delle famiglie.
Preoccupa invece il ritardo delle fioriture causato dall’inverno rigido che ha determinato, soprattutto in Toscana, Lombardia e Piemonte, la necessità di fornire un apporto nutritivo alle api, mentre nelle Isole è ancora allarme siccità nonostante le piogge di fine marzo.
Intanto, le basse temperature registrate per buona parte della stagione invernale hanno provocato perdite o forti riduzioni dei raccolti di miele di rosmarino e tarassaco. Per quanto attiene alle produzioni di acacia, il ritardo vegetativo potrebbe invece tradursi in un miglioramento delle rese finali, sottraendo in tal modo le piante al rischio delle gelate tardive primaverili.
Quanto ai prezzi, il mese di aprile ha visto i poliflora aumentare leggermente rispetto ai livelli di marzo, con quotazioni ora comprese tra 3.400 e 3.750 lire il chilo in Emilia Romagna e fino a un massimo di 4.500 lire in Sardegna. Tra le 7mila e le 7.500 lire i prezzi del miele di acacia, contro le 3.600 lire del prodotto di girasole e le 4.500-5.000 lire di quello di castagno.
Sulle piazze estere il poliflora ungherese ha oscillato tra 2.600 e 2.800 lire il chilogrammo, a fronte di un massimo di 4.800 lire del prodotto d’acacia della stessa provenienza, in leggera ripresa nei confronti di marzo.
Sui mercati delle famiglie infine l’attività di compravendita è risultata inferiore allo scorso anno, mentre le quotazioni nazionali presentano attualmente una forbice molto ampia compresa tra 90mila e 140mila lire per sciami su 5 telaini.