COMUNICATO STAMPA
I mieli italiani di qualità in passerella, dal 10 al 12 settembre, a Montalcino:
una "tre giorni" in Toscana per scoprire storie, segreti e virtù del
più dolce dono della natura e degli altri prodotti dell'alveare
L'APICOLTURA ... LA VIA DEL BENESSERE
La sua dolcezza ha il sapore della natura: è un alimento sano e completo, irrinunciabile nella cucina agrodolce e nella migliore pasticceria
La laboriosità delle api, l'energia del sole, la ricchezza delle piante: un cocktail esplosivo di dolcezza e carica nutritiva che si ritrova intorno al miele, un alimento antichissimo e assolutamente naturale, le cui proprietà sono un toccasana per la bellezza, la salute ed il benessere di ciascuno di noi. Mistero della natura e delizia degli amanti della genuinità. Il segreto della bontà del miele è infatti gelosamente custodito nell'architettura mirabile di alveari dove quotidianamente si ripete quel delicato processo di trasformazione del nettare che non potrà mai essere riprodotto in laboratorio. E Montalcino, per tre giorni, dal 10 al 12 settembre, accantonerà le cantine del Brunello, sempre più top wine nel mondo, per trasformarsi in uno dei maggiori centri del miele in Italia (1.000 quintali, l'1% della produzione italiana): questa storica cittadina toscana celebrerà, infatti, con una rassegna ad hoc nell'antica Fortezza - la "Settimana del Miele" (alla sua ventitresima edizione) - i tanti mieli italiani: acacia (il più amato dal consumatore italiano), castagno (con diverse utilizzazioni in cucina), agrumi (il più export-oriented), nespolo (prodotto soltanto in Sicilia ed totalmente acquistato, ormai da anni, en primeur dai giapponesi), corbezzolo (uno dei più prelibati, rari e costosi), girasole, eucalipto, lavanda, rosmarino, biancospino, tarassaco, erba medica, di bosco, trifoglio, tiglio, di abete, timo, lupinella. In altre parole, un miele per ogni gusto per un universo di profumi e sapori: 50 le produzioni d'ogni angolo d'Italia che saranno in mostra ed in degustazione a Montalcino per la gioia dei fan di questo dono della natura, ormai riscoperto, dopo tanti anni d'oblio, da dietologi e gourmet per la sua dolcezza, per essere alimento sano e completo e per essere indispensabile nella migliore pasticceria ed anche nella cucina agrodolce.
Non c'è da stupirsi che nei Paesi occidentali, così attratti dalle tendenze salutiste, il trend sia in forte crescita. L'immagine del miele è insomma delle migliori, proprio per le sue caratteristiche base, quell'essere un prodotto puro e naturale, un alimento prezioso dal punto di vista nutritivo ed utile per prevenire e curare molti piccoli disturbi. Ed a ragione, visto che è composto soprattutto da zuccheri semplici (80%), contiene acqua, sali minerali, vitamine e proteine, è più digeribile ed ha meno calorie dello zucchero e gli sono anche riconosciute molteplici virtù terapeutiche, per raffeddori e infiammazioni delle vie respiratorie.
Ma a Montalcino, in questa tre giorni, non sarà solo il miele ad essere in passerella, ma anche i magnifici prodotti dell'alveare - pappa reale, propoli, polline, cera - e le fantasiose e molteplici trasformazioni (cosmetici alla cera d'api, digestivi e liquori al miele, caramelle, biscotti, confetture, frutta secca dolcificata dal miele e tante altre prelibatezze). Quindi, via agli assaggi (ed alle relative spiegazioni sulle proprietà e su come riconoscerne la qualità) per tutti i visitatori della rassegna e, per i più golosi, la possibilità di assaporare piatti di formaggi, carni e salumi, a base di miele. Si potrà così capire che non tutto il miele è dolce: in alcune aree del Senese, della Maremma o del Casentino, infatti, le api lavorano il nettare del corbezzolo, dell'edera o della genziana, creando il miele dal sapore amarognolo ma interessante, come pure le gemme dei tigli, querce, pini ed abeti sono fonte d'umori e di gusti particolarissimi, di certo non dolci. La Settimana del Miele di Montalcino, quest'anno, dunque, sarà utile anche per affermare il concetto che "di miele non c'è uno soltanto, ovvero il classico millefiori; e che per questo - spiega il presidente dell'Associazione Apicoltori di Siena Grosseto Arezzo (Asga), Fabio Tassi - è giunta l'ora di allargare gli orizzonti e che non c'è limite alla fantasia delle combinazioni e dei sapori perché le api si adattano facilmente ai pollini più strani a seconda delle loro rotte e della creatività, spesso geniale, degli apicoltori". E saranno proprio gli apicoltori che a Montalcino spiegheranno anche le tecniche moderne e quelle dei nostri nonni, illustreranno i segreti ed i suggerimenti per coloro che desiderano impiantare un piccolo allevamento d'api.
La Settimana del Miele (che vede la partecipazione anche delle più qualificate aziende di prodotti e attrezzature apistiche) si è ormai conquistata un ruolo di primo piano a livello nazionale - organizzata dall'Asga e dal Siena Mostre, l'azienda speciale della Camera di Commercio di Siena, con il patrocinio, tra gli altri, del Ministero delle Politiche Agricole, dell'Industria, della Sanità, dell'Ambiente, della Regione Toscana, dell'Unioncamere Toscana - anche per il concorso "Roberto Franci", che ogni anno premia il migliore miele italiano, e per i convegni ed incontri tecnici tra esperti, studiosi, docenti universitari, rappresentanti delle istituzioni: quest'anno saranno analizzati la legge quadro per l'apicoltura, i metodi di lotta alla Varroa (un'acaro che, da anni, uccide le api), le tendenze del mercato del miele dei prodotti dell'alveare e l'ape per agricoltura e l'ambiente (dall'ape dipende l'1 per mille della produzione lorda vendibile dell'agricoltura italiana ed il 70 per cento dell'impollinazione delle colture agricole, per un valore quantificabile in 5.000 miliardi).
"La Settimana del Miele - spiegano il presidente dell'Asga, Fabio Tassi ed il presidente del Siena Mostre, Antonio Pippi - ha il duplice obiettivo di analizzare i nuovi possibili scenari di sviluppo dell'apicoltura e di mettere in risalto, oltre al miele, anche gli altri prodotti del prezioso lavoro delle api. Quest'anno, inoltre, proprio per questa riscoperta del "made in natura", dobbiamo cercare di allargare l'informazione sulle molteplici virtù di questo alimento e portarlo un po' di più sulle tavole di tutti gli italiani, magari promuovendo i consumi di mieli italiani di qualità con una campagna promozionale di livello istituzionale".
Montalcino, 6 luglio 1999
APICOLTURA: CURIOSITA' & DOCUMENTAZIONE
MIELE, OGNI FIORE HA UN AROMA E SAPORE SPECIALE
Il miele non è un semplice dolcificante, contiene enzimi preziosi. Esiste una disciplina, l'apiterapia, che studia i suoi effetti benefici. E' scientificamente provato, ad esempio, la sua azione positiva sulla calcificazione ossea, l'elevata capacità antisettica e cicatrizzante sulle ferite. Agisce inoltre come calmante, antispasmodico, antibatterico, è efficace contro tosse e raffreddore, ammorbidisce la pelle ed aiuta a lenire l'emicrania. L'Italia è l'unico Paese al mondo in grado di produrre oltre 30 diverse qualità di miele (grazie alle molteplici fioriture esistenti), ciascuna con proprietà, gusti, usi e prezzi diversi (dalle 10.000 alle 35.000 al chilogrammo). Il marchio "Miele Italiano" assicura che il prodotto confezionato è di assoluta origine nazionale e viene ottenuto con standard di produzione ottimali (è rilasciato dalla Federazione Apicoltori Italiani, che vi aggiunge un tricolore numerato se l'apicoltore si sottopone a controlli periodici della qualità in azienda e nel punto vendita). Supermercati, erboristerie, drogherie, panetterie e semplici negozi offrono una grande varietà di vasetti: oltre al millefiori (che proviene da tante specie di fiori e racchiude in sè i vari pregi e le virtù curative dei molteplici nettari da cui deriva), vi suggeriamo i tre mieli monoflora (cioè che deriva dal nettare di una stessa pianta in misura non inferiore al 45%) più apprezzati dal mercato italiano: acacia, castagno e agrumi.
Miele di Acacia
zona di raccolta: Italia centro-nord
aspetto: liquido, paglierino chiaro e trasparente
profumo: fine, caratteristico, leggero di lillà
sapore: dolce, profumato, delicato
proprietà : ricostituente, disintossica il fegato
utilizzazione gastronomica: dolcificante per tè, caffè, yogurt
Miele di Castagno
zona di raccolta: tutta Italia dai 600 ai 1.000 metri di altitudine
aspetto: compatto, bruno più o meno scuro
profumo: intenso
sapore: molto forte, tendente all'amarognolo
proprietà: stimola la circolazione del sangue
utilizzazione gastronomica: con le costolette di maiale
Miele di Agrumi
zona di raccolta: Sicilia e Calabria
aspetto: chiaro
profumo: fresco, di agrumi
sapore: gradevole di agrume
proprietà: calmante, combatte l'insonnia
utilizzazione gastronomica: nel tè ghiacciato, pasticceria, cocktail
MIELE: CONSIGLI PER GLI ACQUISTI
E PER UNA BUONA CONSERVAZIONE
Davanti allo scaffale di un negozio, i consumatori sono spesso indecisi sull'acquisto da fare. Alcuni consigli, dunque, per l'acquisto, ma anche per una corretta conservazione:
L'etichetta. Sull'etichetta devono essere riportate per legge cinque indicazioni: la denominazione del prodotto, il nome del produttore, il numero di lotto ed il paese di provenienza (se è extracomunitario), il peso, il termine di consumo. Acquistate solo il miele confezionato in vasetti di vetro e non in plastica o in metallo. Non fate scorte eccessive: il tempo gioca a sfavore della qualità perchè si perdono enzimi e vari zuccheri. Acquistare solo miele che si presenta in maniera corretta: il contenuto, liquido o cristallizzato che sia, deve essere perfettamente omogeneo. Mai prendere miele "separato in fasi", cioè con una parte liquida superiormente ed una solida in basso (siamo di fronte ad un miele vecchio, maltrattato oppure con una umidità eccessiva, tutte circostanze che ne sconsigliano l'acquisto).
La temperatura. Il calore provoca un'alterazione del colore e anche del gusto: in casa conservate il miele a temperatura ambiente e sempre perfettamente sigillato. Il miele infatti tende ad assorbire l'umidità risultando poi annacquato, ma tende anche a cedere l'acqua se tenuto in ambiente troppo secco.
Attenti alla luce. Se il vetro del barattolo è trasparente dovrete riporlo in un armadietto, al riparo dalla luce che tende a condensarlo.
Pericolo fermentazione. Una cattiva conservazione può provocare la fermentazione del miele in superficie. Ciò avviene a temperatura ambiente, se il miele è ricco d'acqua e viene a contatto con lieviti. In questo caso, buttate il vasetto.
I MAGNIFICI PRODOTTI DELL'ALVEARE
Il miele non è l'unico prodotto che l'apicoltura è in grado di dare. Cera, pappa reale, polline, veleno, propoli sono altrettante alternative produttive. Il più prezioso è, senza dubbio, la pappa reale, un prodotto che contiene sostanze nutritive ad alta attività biologica, dovuta all'elevata concentrazione in proteine, vitamine ed amminoacidi essenziali ed alla presenza di acidi appartenenti al gruppo decenoico, stimolatori delle capsule surrenali. La pappa reale agisce nell'organismo umano come stimolante, migliorandone lo stato generale e la capacità di lavoro manuale ed intellettuale.
COME DIVENTARE APICOLTORE HOBBISTA
Dedicarsi all'apicoltura, un'attività molto affascinante che fa vivere a stretto contatto con la natura, non è un'impresa impossibile (anche se non si può improvvisare) e lo dimostra il grande numero di hobbisti. Un dilettante alle prime armi può iniziare, dopo alcune informazioni presso le associazioni locali o nazionali o direttamente dagli apicoltori, con un paio d'alveari, che consentono di produrre in media 30 chilogrammi di miele. Il costo di un alveare al completo si aggira intorno alle 400.000 lire, alle quali va aggiunta l'attrezzatura (tuta, maschera, paio di guanti, affumicatore - soffietto con camera di combustione interna che produca il fumo necessario a stordire gli insetti al momento della raccolta del miele - leva, smielatore, filtro, maturatore, anco e coltello disopercolatori). Se poi il lavoro piace e si hanno dei buoni risultati, si può poco alla volta allargare l'attività, magari svolgendola all'inizio come impegno part-time. Chi produce per hobby o anche part-time non necessita di particolari autorizzazioni.
L'APICOLTORE .... UN GARANTE DELL'AMBIENTE
Ape e si pensa subito al miele. Ma non dovrebbe essere così: le api sono anche prodotti dell'alveare e significano incremento delle produzioni vegetali e mantenimento dell'habitat naturale. L'apicoltore è, infatti, una professione che trascende dal ruolo tradizionale di produttore di miele e di altre specialità ad elevato valore nutrizionale, per essere ridefinito gradualmente, sulla base peraltro di una nuova tendenza dell'Unione Europea, in un garante della conservazione dei più delicati equilibri naturali.
PANIERE ISTAT: ESCE IL MIELE, ENTRA INTERNET
Il miele esce dal "paniere" dell'Istat e va in pensione. Dopo anni di glorioso servizio come prodotto di riferimento per il calcolo che l'Istat effettua sulle fluttuazioni dell'inflazione, il miele lascia ora il suo posto a generi che, come nel caso di Internet, danno il segno concreto delle vere mode d'acquisto dei consumatori.
ALVEARI IN CITTA': ALL'ESTERO I "GIARDINI DELLE API"
Della difficoltà di allevamento delle api in un contesto urbano gli apicoltori sanno a sufficienza per rendersi conto che si tratta di una materia non regolamentata e fonte di numerose controversie, spesso di carattere legale. C'è però un'alternativa interessante che va profilandosi a seguito della grande pressione che gli apicoltori e le loro organizzazioni hanno esercitato al fine di dare spazio alla presenza di alveari anche in aree urbane per i ben noti vantaggi che tutto il sistema del verde pubblico può trarne. A dare il via ad una nuova ed intelligente forma di integrazione degli alveari nei pascoli cittadini ci hanno intanto pensato le municipalità di Parigi, Amsterdam e Rotterdam. Altre grandi città europee si stanno rapidamente attivando. E così sono nati i primi "giardini delle api", ricavati all'interno di spazi e parchi pubblici e messi a disposizione di tutti gli apicoltori che intendono dedicarsi ad un allevamento apistico "cittadino". Dei protocolli generali regolamentano la vita di questi apiari pubblici e collettivi, dove ciascun apicoltore potrà avere a disposizione la sua piccola particella di terreno ed il suo numero minimo d'alveari. A quando l'esperienza nelle grandi città italiane ?
LA LEGGE QUADRO DELL'APICOLTURA ITALIANA
Questi i punti salienti della legge quadro: l'apicoltura viene relazionata all'agricoltura e all'ambiente ed è considerata attività agricola, pur senza terreno; tutti i prodotti delle api sono agricoli; definisce la figura giuridica di apicoltore, produttore apistico e coltivatore diretto; prevede comitati regionali per la programmazione ed, in particolare, per la diffusione dell'impollinazione e per la salvaguardia dell'Apis Mellifera Ligustica; affida all'Istituto Nazionale della Nutrizione le ricerche dieto-terapeutiche sui prodotti apistici; le risorse nettarifere costituiscono beni di interesse pubblico; il nomadismo deve essere incentivato da Stato e Regioni; disciplina l'uso dei pesticidi per la protezione delle api; istituisce un comitato nazionale per l'apicoltura; prevede la denuncia obbligatoria degli alveari; la soppressione dei consorzi apistici e la devoluzione dei loro beni alle associazioni dei produttori; riconosce l'Istituto di Apicoltura come ente di diritto pubblico; adegua il regolamento di polizia veterinaria.
ITALIA: I DATI DELL'APICOLTURA
Con 1.100.000 alveari, l'Italia produce di media 100.000 quintali di ottimo miele (che corrisponde all'1% della produzione mondiale ed al 15% di quella europea) e ne importa 120.000 quintali, da Argentina, Ungheria, Cina. Il consumo di miele (diretto ed indiretto) si attesta sui 500 grammi pro-capite ed è in leggera ma costante crescita. La nostra apicoltura alimenta complessivamente un giro d'affari valutabile attorno ai 100 miliardi e conta 75.000 addetti (di cui 1% professionisti). L'export, in particolare verso la Germania, prima consumatrice di miele italiano, ma anche Svizzera ed Austria, è di 22.000 quintali per 10 miliardi. In Italia, si allevano anche le api regine più pregiate al mondo. Dall'ape dipende l'1 per mille della PLV (Produzione Lorda Vendibile) dell'agricoltura ed il 70% dell'impollinazione delle colture agricole per un valore di 5.000 miliardi.
Montalcino, 6 luglio 1999
COMUNICATO STAMPA
Gli apicoltori analizzano, per la "Settimana del Miele" di
Montalcino (10/12 settembre), i dati della produzione italiana
MIELE "AMARO" NEL '99
Le previsioni: compromesso il raccolto del miele d'agrumi;
sotto la media il miele d'acacia, il preferito dagli italiani;
bene il girasole e soddisfacente il castagno
Nel '99, la produzione italiana di miele si attesterà sui 90.000 quintali. La stima (inferiore alla media nazionale, che è sui 110.000 quintali) è stata comunicata dagli apicoltori italiani (75.000 con 1.100.000 alveari) che, a Montalcino, dal 10 al 12 settembre 1999, si danno appuntamento alla "Settimana del Miele", una delle rassegne italiane più importanti (patrocinata dai ministeri delle Politiche Agricole, Ambiente, Industria), organizzata dagli apicoltori toscani dell'Asga e dalla Camera di Commercio di Siena.
"Il freddo e la pioggia, che hanno coinciso con le principali fioriture, hanno compromesso quasi completamente il miele d'agrumi, uno dei più preziosi; l'andamento del raccolto del miele d'acacia, il più importante e apprezzato dal mercato italiano, pur d'altissima quantità (forse la migliore di questi ultimi anni), è stato un po' a "macchia di leopardo": ottimo al centro-Italia, poco bene al Nord. Meno male - spiegano gli esperti della Federazione Apicoltori Italiani - che si può ancora sperare, alla ripresa delle attività delle api (che in luglio-agosto vanno "in ferie"), in un buon recupero di fine stagione, con i mieli di eucalipto, castagno, sulla, lupinella, millefiori. La quasi totale assenza del miele d'agrumi, il terzo (dopo acacia e millefiori) per il mercato italiano, provocherà un forte ricorso all'importazione da Israele, dalla Spagna e dagli Stati Uniti. La contrazione del miele d'acacia, invece, favorirà l'ingresso in Italia delle produzioni dell'est europeo (soprattutto Ungheria) e della Cina".
I prezzi '99 (all'ingrosso) dei mieli italiani non dovrebbero essere - salvo che per l'acacia e gli agrumi - soggetti ad aumenti rispetto a quelli del '98, che sono stati: 7.500 lire al kg per il miele di acacia, 5.000 lire al kg per il miele di agrumi, 4.000 lire al kg per il millefiori, 4.500 lire al kg per il miele di eucalipto, 4.200 lire al kg per il miele di castagno.
L'Italia, secondo l'elaborazione della Federazione Apicoltori Italiani e l'Associazione Apicoltori di Siena Grosseto Arezzo (Asga) per la "Settimana del Miele" di Montalcino, nel '98, ha prodotto 120.000 quintali di ottimo miele (1% della produzione mondiale e 15% di quella europea) e ne ha importato 120.000 quintali (extra Unione Europea, da Argentina, Ungheria, Cina; nell'Unione Europea, da Germania e Spagna) per 60 miliardi di lire. Il consumo di miele (diretto ed indiretto) negli ultimi anni è aumentato (adesso è sui 500 grammi pro-capite), ma è ancora sotto la media europea. L'apicoltura italiana ha alimentato complessivamente un business di 110 miliardi. Nel '98, ha continuato anche a crescere l'export italiano (che ha come primo cliente, la Germania), arrivando a quota 23.000 quintali per un valore di 12 miliardi di lire. Dall'ape, inoltre, dipende l'1 per mille della Produzione Lorda Vendibile (PLV) dell'agricoltura ed il 70% dell'impollinazione delle colture agricole per un valore stimabile in 5.000 miliardi.
Montalcino, 15 luglio 1999
COMUNICATO STAMPA
Gli apicoltori contestano l'Unione Europea: "la direttiva approvata è un vero
e proprio attentato all'apicoltura italiana ed europea e rappresenta
anche un rischio gravissimo per i consumatori di miele"
MIELE: VALORIZZARE LE PRODUZIONI DI QUALITA'
A TUTELA DEL CONSUMATORE
Proteste e proposte per una ridefinizione radicale della direttiva dell'Unione
Europea alla "Settimana del Miele" di Montalcino (10/12 settembre)
Invece di valorizzare le produzioni locali di qualità e tipiche e di tutelare i consumatori (facendo sapere l'origine del prodotto), l'Europa e l'Italia vanno verso una generalizzazione del miele. L'Unione Europea, di recente, ha approvato una direttiva che, di fatto, non rende più distinguibile il miele prodotto in Europa da quello proveniente dai Paesi terzi, mettendo in gioco uno dei nostri prodotti agroalimentari, con un business di 110 miliardi e con una produzione agricola vegetale per 5.000 miliardi di lire. Ma non solo: "questa direttiva rappresenta - afferma Fabio Tassi, presidente dell'associazione toscana, Asga (Apicoltori di Siena Grosseto Arezzo), che organizza, con la Camera di Commercio di Siena, dal 10 al 12 settembre, a Montalcino, una delle rassegne del settore più importanti d'Italia - anche un grave rischio per i consumatori di miele: infatti, non permette al consumatore di conoscere l'origine, quando in miscela tra mieli di Paesi diversi. Inoltre, nella direttiva, non si definiscono chiaramente gli standard qualitativi del miele, non è prevista alcuna possibilità di incrementare la lotta alle adulterazioni e alle frodi e non consente ai Paesi Ue normative qualitative più articolate e specifiche. Insomma, un disastro per gli apicoltori e per i consumatori. Per questo, chiediamo al Governo italiano di non sottoscrivere tale indegna e ingiustificabile direttiva e di battersi per ottenere una ridefinizione radicale, basata in primo luogo sull'affidamento della competenza normativa alla Direzione Generale VI (Agricoltura) dell'Unione Europea".
Montalcino, 15 luglio 1999
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