Mailing list aol-mondoapi febbraio 2000
Data:
Tue, 1 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: membro nuovo
Da:
"Eduardo Lema" eduardol@
il mio nome è Eduardo Lema, vivo in Uruguay, America Meridionale e
sono un membro nuovo in questo elenco.
Io leggo facilmente la lingua italiana, ma trovo difficile scriverlo.
Penso che lo spagnolo è facilmente comprensibile per un italiano, mi
piacerebbe sapere se
c'è qualche inconveniente se scrivo in spagnolo.
Altrimenti, vi chiedo di scusare il mio italiano sccorretto.
Sono dentista ma lasciai 15 anni fa la mia professione per
l'apicoltura.
Oggi ho 1000 alveari dei quali 300 sono esclusivamente per produzione
di veleno di ape.
Ho un'impresa che produce rimedi per "apiterapia"
Ciao
Data:
Wed, 2 Feb 2000
Oggetto:
R: aol-mondoapi: membro nuovo
Da:
"Claudio Rossi" claudior@
COMPLIMENTI!! Una bella azienda davvero. la mia famiglia si cura
esclusivamente con l'apiterapia, e devo dire che i risultati ci sono.
Cordiali saluti.
Claudio.
P.S. Non ti consiglio di scrivere in spagnolo, anche se e' facilmente
comprensibile, perche' la pigrizia a volte vince e il tuo messaggio potrebbe
non essere letto da tutti.
*il moderatore provvederà a tradurre
Data:
Thu, 3 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: Presentazione
Da:
ester esters@
Salve a tutti!
Mi chiamo Ester e sono temporaneamente una ex-apicoltrice causa mancanza
di tempo e varroa :(
Il mio apiario si trova in bassa Valtellina. Dico "si trova" perche'
questa primavera ho avuto la piacevole sorpresa di trovare tre arnie
okkupate da altrettanti sciami, che io chiamo scherzosamente "zingari" e
che sono riuscita a derubare di una decina di kili di miele. Chissa' se
riusciranno a superare l'inverno :)
Cmq., ai tempi d'oro, possedevo una cinquantina di arnie e praticavo, in
periodo estivo, il nomadismo montano.
Mi sono iscritta a questa ML per non arrugginirmi del tutto e per
sentire come va nell'ambiente.
A presto.
P.S. Grossomodo quanti iscritti conta questa ML?.....per ora non ho
notato un gran movimento....state gia' tutti trafficando intorno alle
vostre arnie??!! ;-)
R: La lista ha circa 80 iscritti
Data:
Sat, 5 Feb 2000
Oggetto:
R: aol-mondoapi: Presentazione
Da:
"Percelsi Adolfo" adolfope
Oggetto:
Ciao Ester. Buona giornata anche alle tue api zingare. Con stima. Percelsi
Rodolfo
Data:
Sat, 5 Feb 2000
Oggetto:
Re: aol-mondoapi: Presentazione
Da:
Giovi giovannicerri@
Oggetto:
ma quanti anni hai ...
solo una curiositý personale...
Un abbraccio dal tuo nuovo amico Giovanni
ester wrote:
>
> Salve a tutti!
>
> Mi chiamo Ester e sono temporaneamente una ex-apicoltrice causa mancanza
> di tempo e varroa :(
>
> Il mio apiario si trova in bassa Valtellina. Dico "si trova" perche'
> questa primavera ho avuto la piacevole sorpresa di trovare tre arnie
> okkupate da altrettanti sciami, che io chiamo scherzosamente "zingari" e
> che sono riuscita a derubare di una decina di kili di miele. Chissa' se
> riusciranno a superare l'inverno :)
> Cmq., ai tempi d'oro, possedevo una cinquantina di arnie e praticavo, in
> periodo estivo, il nomadismo montano.
>
> Mi sono iscritta a questa ML per non arrugginirmi del tutto e per
> sentire come va nell'ambiente.
>
> A presto.
>
Data:
Sat, 5 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: concorso di ricette con il miele
Da:
"massimiliano" gttmaximilian@
-----Messaggio Originale-----
Da: Vida Apicola
A: LISTA MENSAJES
Data invio: mercoledÏ 2 febbraio 2000 7.38
Oggetto: [apicultura]concurso
(traduzione in calce )
> Hola a todos
>
> Seguramente algunos han oido hablar de la Feria de Castilla-La Mancha,
> es una de los dos ferias de ambito nacional que se celebran en EspaÒa.
> La organizacion ha convocado un concurso por Internet de recetas
> tradicionales con miel de todos los paises (completando el que desde
> siempre se ha celebrado "in situ" de Platos y Licores elaborados con
> miel).
>
> Como se que muchos de ustedes son grandes aficionados a estas
> elaboraciones y que todos y cada uno de sus paises guardan una excelente
> gastronomia, les comunico esta convocatoria por si se animan a
> participar.
>
> La informacion la pueden encontrar en la edicion electronica de la
> revista Vida Apicola (www.vidaapicola.com), en la segunda actualizacion.
>
> Saludos,
Sicuramente qualcuno a sentito parlare della fiera di Castglia -La Mancha,
una delle due fiere nazionali che si celebrano in Spagna. Le organizzazioni
hanno convocato un concorso via Internet di ricette tradizionali a base di
miele da tutti i paesi.
Siccome molti di voi sono "affezionati " di questi piatti e che in tutti
paesi è vantata un'eccellente gasteonomia si invia questa comunbicazione
per invitare a partecipare
> --
> Silvia CaÒas
> Directora
> VIDA APICOLA
>
> v.apicola@montagud.com
> http://www.vidaapicola.com
>
>
Data:
Sun, 6 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: Cera d'api
Da:
"Riccardo Zorzut" rizorzut@
Le informazioni di cui vorrei approfondire i contenuti riguardano i criteri
di lavorazione della cera vergine grezza d'api in fogli cerei, sicuramente
sterili, ma ottenuti con sistemi artigianali.
Lo sbiancamento della cera era ottenuto un tempo con l'aggiunta di acido
solforico concentrato, che si Ë rivelato funzionale anche ai fini di una
preliminare sterilizzazione, ma non ulteriormente raccomandabile. Criteri
pi˜ moderni consigliano l'uso di prodotti alternativi (acidi organici?) di
cui si deve verificare la praticitý d'uso, la certezza dei risultati e
l'assoluta sicurezza sanitaria.
La sterilizzazione della cera, ottenuta con riscaldamento in autoclave a
120ƒ sicuramente Ë il metodo pi˜ garantibile a tale scopo.
Tuttavia la ricerca deve essere condotta anche su sistemi alternativi che
non comportino l'uso di dispositivi in pressione; a tale scopo si potrebbe
impiegare una caldaia con riscaldamento in olio diatermico che possa
raggiungere la temperatura di sterilizzazione prescritta (a secco) anche a
pressione ambiente; tuttavia grande importanza riveste la sterilizzazione
con vapore (in umido).
Ai fini pratici non industriali, esistono curve di sterilizzazione
tempo-temperatura anche per sterilizzazione in acqua a 100ƒC ma con tempi di
permanenza legati a tali curve.
Argomenti correlati di interesse, riguardano le diverse tipologie
qualitative di cera legate alle fioriture da cui derivano, la superioritý
dei fogli cerei fusi rispetto ai laminati (?), proprietý della cera vergine
d'api (chimiche, fisiche).
Gli argomenti sono forse di difficile soluzione, ma spero in un informatico
e professionale contributo.
Saluti
Sergio
Data:
Sun, 6 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: Ferormoni
Da:
"Riccardo Zorzut" rizorzut
Salve,
Dagli articoli di Savorelli sui ferormoni, ci si rende conto che l'alveare
schiude ormai i suoi comportamenti e linguaggi pi˜ nascosti, comportamenti
che si potevano gý intuire dalla normale pratica apistica ma che trovano ora
conferme scientifiche.
Sicuramente la tecnica apistica ne trarrý grandi vantaggi.
L'apicoltura Ë passione ma anche cultura e conoscenza applicata ad insetti
degni di ogni rispetto.
Resti l'ape come la Natura ce l'ha consegnata, e che l'Uomo non la manipoli
solo per proprio interesse; vogliamo essere Apicoltori non produttori di
miele.
Ottime regine a tutti
Sergio
-----------------------------------------------
Non si può fare a meno di notare che la frase " Resti l'ape come la Natura
ce l'ha consegnata, e che l'Uomo non la manipoli
solo per proprio interesse; vogliamo essere Apicoltori non produttori di
miele." porta in sè un giudizio relativo e non assoluto. Infatti, sin
dall'alba dei tempi, l'ape sarebbe vissuta molto bene per i fatti suoi,
senza l'intervento dell'uomo e non si presenta proprio la possibilità che
la manipolazione dell'uomo sia fuori dal proprio interesse. Fare apicoltura
e voler essere apicoltori significa allora avere il preciso intento di
manipolare per proprio interesse , forse non per la produzione di miele, ma
per passione , cultura e conoscenza applicata ad insetti; concetti che
riassumono in fondo e comunque il " proprio interesse". Rimane il fatto
che la manipolazione è oggettiva, dalla prima volta in cui un uomo ha messo
uno sciame in un cesto di paglia.
Voler essere apicoltori o produttori di miele ( così come l'amico sembra
voler esprimere ) significa alla fine accettare ( o aborrire ) un tipo
di manipolazione ( di tecnica ) anzichè un'altro.E solo sul "tipo di
tecnica " alla fine si giudica e non so secondo quali criteri..E questo
come in tutte le cose è relativo alla morale , che cambia coi tempi e con
le esperienze.Ma alla fine ,rimane da ultimo il fatto che la natura
dell'ape ( come di molte altre cose, salvo quelle per cui l'uomo non ha
ancora provato interesse ) è manipolata e violentata da millenni, anche se
a riparazione e giustificazione di questo, si possono cercare e addurre
i fini o le cause più nobili.Questa è almeno la mia opinione e forse questo
contraddittorio avrà anche l'effetto di svegliare un po' la lista che in
effetti stenta un po' a decollare .
GS
Data:
Mon, 7 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: invito
Da:
"Percelsi Adolfo" adolfope@
Sono Percelsi Rodolfo. Amichevolmente oso invitare gli amici attuali e =
prossimi a leggere su apicoltura on line materiale inviato su propoli, =
polline, come in sessanta minuti soffoco la varroa.?. E ci=F2 =
soprattutto per avere sane critiche, utili suggerimenti, o anche solo =
pettegolezzi enzimatici digestivi.. Con stima anticipata. Percelsi =
Rodolfo
Data:
Wed, 9 Feb 2000
Oggetto:
Re: aol-mondoapi: Cera d'api
Da:
ruchersdecamargue@
>Salve a tutti,
Mi presento : FranÁois SERVEL, apicultore professionnista nel sud della
Francia.
Sono stato interessato da questa discuzionne sulla sterilizzazione della
cera. La stessa discuzionne si sviluppa sulla la lista francese
abeilles@fundp.ac.be.
Dove se potrebbe trovare queste curve di sterilizzazione ?
Grazie e saluti.
FranÁois
Scusate me per il mio povero italiano.
Data:
Fri, 11 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: report
Da:
gsavore@
[Image] TEKTRAN
----------------------------------------------------------------------------
COMPARISON OF THE DIETARY AND TISSUE STEROLS OF THE GREATER WAX MOTH,
GALLERIA MELLONELLA (L.)
Author(s):
FELDLAUFER MARK F
HARRISON DAWN J
WILZER JR KENNETH R
Interpretive Summary:
The wax moth is a pest of honey bee products, primarily eating and
destroying honey comb. We have examined the cholesterol content of wax
moths and compared this with the amount of cholesterol found in the
comb. Our results indicate that wax moths convert comb sterols to
cholesterol. Therefore, compounds that interfere with this conversion
could be used to control wax moth, thereby reducing our reliance on
conventional pesticides (fumigants).
Keywords:
apis mellifera honey bees diseases insect pathology
Contact:
10300 BALTIMORE BLVD.
BLDG. 476, BARC-EAST
BELTSVILLE
MD 20705
FAX:
Email:
Approved Date: 1997-02-25
----------------------------------------------------------------------------
TEKTRAN
United States Department of Agriculture
Agricultural Research Service
Updated: 1998-12-18
Data:
Sat, 12 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: Risposta - Tecnica apistica
Da:
"Riccardo Zorzut" rizorzut@
>Salve
>prosegue la discussione sui limiti della tecnica apistica.
>In linea di principio si può concordare che la tecnica apistica, fatta per
>il proprio interesse con rispetto della natura comportamentale e biologica
>dell'ape non Ë violenza; la tecnica apistica non usata con tale rispetto Ë
>violenza.
>Al termine "rispetto" si possono applicare le considerazioni di Savorelli,
>cioË con quali criteri giudicare oggettivamente se una tecnica apistica Ë
>rispettosa o no.
>Mi sembra una forzatura giustificare qualsiasi manipolazione in funzione del
>proprio interesse o della morale imperante.
>Dovremmo in questo caso giustificare e accettare tutte le manipolazioni che,
>in nome della scienza o dell'interesse, vengono applicate in ogni campo,
>anche quelli dove chiaramente sono contrarie a quanto la natura ha disposto
>nella sua evoluzione, oppure esistono dei limiti moralmente e praticalmente
>accettabili a questa rincorsa?
>Personalmente mi pongo dei limiti.
>Anticamente per estrarre il miele si eseguiva l'apicidio ma si stimolava la
>sciamatura ed il tutto rimaneva in equilibrio; le moderne tecniche
>introdotte in agricoltura, pur incrinando l'ambiente con pesticidi,
>monocolture, piani fondiari e altro hanno comunque permesso una
>sopravvivenza naturale delle api.
>La comparsa della Varroa ha probabilmente modificato una mentalitý radicata
>a passati concetti puristici.
>L'apicoltore ha dovuto imparare a manipolare sostanze sconosciute alla sua
>indole, a parlare di sostanze chimiche incompresibili nel loro significato,
>a calcolare, preparare e somministrare sostanze pericolose per la propria
>salute e per l'alveare.
>E' stato forse l'inizio di una differenziazione tra Apicoltori (molti) e
>raccoglitori di miele (pochi), tra coloro che continuavano comunque a
>rispettare le regole apprese da una tradizione e chi invece no, chi badava a
>recare il minimo danno e chi voleva trarre in ogni caso il massimo profitto.
>Ora la scienza ci aiuta a fecondare artificialmente le regine, a ibridare
>razze diverse, a importare razze estranee ai nostri ambienti, si usa la
>plastica, il miele si deumidifica, si praticano interventi sanitari al
>limite del consentito, si usa il Bee boost; si parla di interventi genetici,
>di piante modificate, di scomparsa di varietý vegetali e animali, il
>commercio mondiale altera equilibri naturali acquisiti in migliaia di anni.
>E la tecnica e la morale cambia, assieme ai cambiamenti naturali (o
>artificiali) in corso, trasformazioni probabilmente giý in atto, anche nel
>comportamento delle api, e non si possono prevedere le possibili
>conseguenze.
>Manteniamo nel loro piccolo mondo gli apicoltori hobbisti, abituati a
>sentire il profumo dei fiori, a parlare alle proprie api, ad ascoltare le
>loro esigenze e favorirle nella loro natura, senza imposizioni e senza
>interessi.
>
>Esprimo opinioni molto personali, da cui si puÚ dedurre che non sono
>giovanissimo.
>Sergio
Rispondo a Sergio per stimolare la discussione, sperando che qualcun'altro
ci si butti.Devo dire che anche altre mailing list estere hanno poco
traffico postale........
"In linea di principio si può concordare che la tecnica apistica, fatta per
>il proprio interesse con rispetto della natura comportamentale e biologica
>dell'ape non Ë violenza; la tecnica apistica non usata con tale rispetto Ë
>violenza." E' molto probabile che sia vero, tuttavia vorrei che me lo
>dicessero le api. Sono infatti le uniche a poter dire se le tecniche usate
>sono o no rispettose ( o quanto lo sono ) .
GS
Data:
Sun, 13 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: apilife
Da:
"finocchiaro raffaele" rfl@
Da Raffaele (nuovo arrivo) a Bruno Verardo.
Ho avuto modo di usare l'Apilife e non ho mai avuto problemi di saccheggio,
in qualunque periodo della stagione apistica.
L'unico problema riscontrabile Ë stato l'irregolaritý dei risultati.
Adesso uso l'olio essenziale di timo bianco integrando il trattamento con
l'acido ossalico e la sciamatura artificiale, con risultati abbastanza
soddisfacenti. Ma anche con queste operazioni non ho mai avuto problemi di
saccheggio, tantomeno legati all'odore del timo e suoi derivati. Sicuro che
non sia altra la causa del saccheggio?
Ciao e buon lavoro.
Raffaele
L'intensità dello stimolo al saccheggio dovrebbe essere evidentemente
correlata alla indisponibilità di nettare. In questo senso le condizioni
siciliane nel momento di uso degli oli essenziali non sembrano veramente
paragonabili a quelle del nord
GS
Data:
Sun, 13 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: oli essenziali
Da:
"finocchiaro raffaele" rfl
Salve a tutti gli amici di questa lista.
Anche io sono un membro nuovo, mi chiamo Raffaele Finocchiaro e sono un
apicoltore semiprofessionista (o semi dilettante, a preferenza). Vivo ad
Acicatena, provincia di Catania, in Sicilia per gli amici esteri.
Qualcuno di voi ha avuto modo di usare gli oli essenziali?
Ciao e grazie.
Data:
Mon, 14 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: girasole e apicoltura
Da:
"sandro" sandro@
Chiedo se qualcuno sa dirmi quali sono ( se ve ne sono) le variet=E0 di =
Girasole migliori per la produzione di nettare. Avevo sentito anni fa, =
da qualcuno in un convegno (non mi ricordo chi e dove), che le =
variet=E0 vecchie sono pi=F9 valide di quelle di oggi, in quanto =
offrono pi=F9 nettare alle api. E' vero?=20
Conoscete qualche variet=E0 di Girasole da consigliare per favorire il =
raccolto delle api?
Grazie.
Alessandro Pistoia
Data:
Wed, 16 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: per la lista
Da:
adolfope@
------------
Tecnica biologica… Limiti, rispetto, violenza delle tecniche apistiche
attuali. Usare i prodotti “naturali, biologici”acido ossalico o formico
per condire l’insalata, o anche per farci semplicemente uno shampo ai
capelli? L’esperienza apistica quinquennale del Metodo Naturale Rolle al
Parco La Mandria- Venaria (To) senza intervento chimico di qualsiasi
genere.
- Qualche osservazione su un tema portato avanti filosoficamente
saggiamente anche da Riccardo Zorzut circa modalità cui ricorriamo per
gestire le api e sapere se esse siano biologiche o meno…
-Anzitutto pur esprimendo le idee a seguire intendo manifestare tutto il
rispetto e stima per chi deve gestire duemila arnie. Lì i sognatori non
possono di certo sopravvivere senza che in breve tempo il loro apiario
non diventi un cimitero generale almeno fino all’anno prossimo quando
avremo in dotazione un prodotto che come si afferma da experimento farà
solo impazzire l’equilibrio ambulatorio delle varroe. Per oggi, penso
dobbiamo ammettere che psicologicamente ci riempiamo solo la bocca con
delle parole ecologiche, fuorvianti pericolosamente la ancora ignara
clientela che ci legge od ascolta. Bisogna prendere atto, cioè, che,
oggi come oggi, siamo solo simili a poveri genitori costretti a far
dormire un loro bimbo pre-asilo propinandogli mezzo bicchiere di vino
invece di accudirlo, perdendo di certo parecchio tempo, raccontandogli
la fiaba degli Aristogatti o quella dell’Ape Maia. Solamente così fra (un
anno?) il piccolo riuscirebbe ad addormentarsi senza dover ricorrere
invece al raddoppio dei bicchieri di vino zibibo siciliano ( a due dosi di
acido ossalico sgocciolato invece che dell’attuale una sola?…)
-Per sapere se come gestiamo le api è naturale o meno, esistono prove
documentali quotidiane semplicissime. Non è necessario esigere da loro un
certificato sanitario, o che ci indicano una conferenza stampa … Visto
che questi prodotti biologici ( ossalico, formico) sono esistenti in
natura, e quindi –come si osa sempre chiosare- trattarsi di elementi
naturali.. Perché non possiamo usare li stessi per condire la normale
insalata o adoperarli come shampoo per i capelli?.. Venticinque cl di
Perizin in un litro d’acqua farebbero ottenere capelli stupendi,
psichedelicamente erotizzanti, colore giallo-bianco come quelli del formula
Uno Jacques Villeneuve.
Ancora. Se questi presidi sanitari naturali intaccano il nostro ruvido
stomaco, se ne screpolano l’epitelio, se ustionano la pelle già
ruvidissima dei polpastrelli quando incappiamo nelle loro gocce ancora
solo nebulizzate, mi pare che delle risposte concrete sulla violenza
esistano a iosa…Basta, quindi, ricorrere anche solo semplicemente a
queste parole ecosistemiche circa prodotti “naturali” facendoli passare
surrettiziamente per biologici. Adoperiamole solo per necessità, con
tristezza quando dovremo per forza barare visto che anche le rinomate
mele biologiche di certe Regioni hanno un 40- 60 per cento di “ veleni”
nelle loro bucce… -
-Per i normali tossicodipendenti, proprio anche come per i fruitori di
presidi naturali apistici, compresi tutti i piccoli “spacciatori” dalle
venti arnie, ingredienti che grazie alla “ fortunata” presenza di varroa
in ambiente industriale americano, si possono ora trovare più facilmente
anche tra noi …, so che fare a meno di questi prodotti è diventato
cerebralmente inconcepibile..
Per chi, però volesse, salvarsi pur facendo più fatica che non il
continuare ad essere semplici squatter imbratta muri, aspersori di
favi, oso segnalare che a Torino, da cinque anni da parte del geom. Rolle
Emilio (Robassomero-T0) è in atto un tentativo riuscito, seguito anche
dall’Università di Entomologia di Grugliasco (To), di mantenere vive
quaranta arnie senza alcun trattamento chimico o naturale che dir si
voglia…( Vedi Api & Flora. Nn.: 2/3/5/1999. Strada del Cresto, 2. Reaglie.
10132 Torino.. ( tel 011.899 6524. Telefax 011 817.17.97-. E-mai
litbriver@libero.it )
-Ci sono dei maschi che se salgono in ascensore con una donna, già al
terzo, piano presumono di poter attuare con lei acrobatiche pratiche
erotiche.. Preciso che ugualmente non sopporto apicoltori da ascensore
che in soli due minuti, in poche parole, in poche righe, esigano che il
Metodo Rolle debba essere sintetizzato, debba essere integralmente
compreso. Per essere didatticamente seri al riguardo bisogna voler
impiegare del tempo, ricorrere a precisi schemi, date calendarizzate,
foto. La miglior soluzione so che è quella di vederlo eseguito con un
amico che lo attua già – come si fa per i “visitatori” all’apiario di La
Mandria. (Devo purtroppo ammettere che da mesi non soffro più se altri non
vogliono proprio sottoporsi a questa fatica. Importante, totalmente
rasserenante, per me ora è constatare che le api da due anni e come
quelle dell’Ideatore del Metodo, già da cinque, il geom, Emilio Rolle,
presso Il Parco La Mandria, Venaria (Torino) non sanno più che cos’è
l’acido ossalico o formico e neppure l’ultimo utilissimo facile
operativamente seducente di Apilife…
Penso, però, che per amore delle api stesse, attualmente tenute a da
quasi tutti ancora in container chimici, fra qualche mese invierò ad
apicoltura on line, l’intero materiale su questo Metodo Naturale Rolle,
solo manipolativo logistico, sia pure sapendo che sarà volutamente
esclusivo di pochi eletti, per “piccoli” apicoltori che vogliano smettere
di ricorre alle facili pasticche “ecstasiche” le quali- va ricordato-
proprio come primo effetto hanno quello di impedire alle api di difendersi
in base alla loro millenaria secolare prassi di sollecitare géni assopiti
come quello di un ragnetto che ha imparato col tempo a trasferire
sott’acqua delle bollicine vistose di aria-ossigeno in una cupola, un mini
ombrello- campana sotto a cui assembla poi al sicuro le sue piccole
vittime..
Un salutone a tutti. Ai grossi laboriosi industriali apistici costretti a
malincuore a dover far assumere sempre più dosi legalmente fornite loro
dalle Unità sanitarie esistenti ma soprattutto un augurio con una
strizzata d’occhi affettuosa a cambiare per tutti i piccoli “spacciatori”
che sono ancora in tempo per gestire naturalmente il loro apiario
Ricordo loro che è ancora sempre meglio dover raccontare la storia
dell’Ape Maia che non regalare ogni sera al fegato, specie se infantile,
un gradevole bicchierino di zibibo.
Con stima. Percelsi Rodolfo. adolfope@tin.it
Data:
Wed, 16 Feb 2000
Oggetto:
Da:
acarnino@
Vorrei intervenire nella discussione sulla tecnica apistica.
Ovviamente concordo sul fatto che, se non si pongono dei limiti, c'Ë il
rischio di fare seri danni.
Penso ad esempio ai vegetali alterati geneticamente, per farli pi˜ colorati
e pi˜ grossi, ma che poi perdono tutto il loro profumo e sapore e, come
tutti constatiamo sella nostra tavola, diventano indistinguibili da una
patata.
Oppure alla diffusione di api killer, nate dall' ibridazione di api
africane con altre razze per farle diventare pi˜ produttive.
Tuttavia non si puÚ pensare di non utilizzare la tecnica apistica e di non
cercare di miigliorarla.
Conosco apicoltori che non usano la rete antivarroa perchË , a loro detta,
le api ci camminano male e si rompono le gambe! e neppure gli antivarroa,
perchË "fanno pi˜ male che bene", o non distinguono una larva da un uovo...
e non parliamo di riconoscere una varroa!
Ritengo che la tecnica apistica vada diffusa e che ognuno dovrebbe
impegnarsi a migliorarla.
Prsonalmente sono contento di poter utilizzare, oggi, il BEE BOOST e di
cercare di controllare il comportamento delle api: e questo grazie alla
tecnica apistica.
La tenica apistica si deve pensare idealmente illimitata nel suo
miglioramento: io devo poter provare se esiste un modo (anche violento) ad
esempio per aumentare la produzione o per sconfiggere definitivmente la
varroa. E se poi lo trovo ne valuterÚ pregi e difetti e deciderÚ se
applicarlo per i suoi benefici o se scartarlo per i suoi troppi effetti
dannosi. Ma intanto ho fatto uno sforzo di conoscenza che mi Ë sicuramente
utile.
La scienza (in questo caso la tecnica apistica), Ë inarrestabile nel suo
progredire e puÚ portare a risultati di diverso tipo: il problema Ë saper
distinguere i risultati utili da quelli dannosi... e non applicare quelli
dannosi!
ciao
Data:
Wed, 16 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: pulitura arnie
Da:
acarnino@
Ho sentito in questo periodo un apicoltore che propone questo metodo per
pulire le arnie:
ad ogni febbraio travasa una o due famiglie in dei portasciami, recupera le
arnie vuote e le pulisce con i soliti metodi (candeggina, soda
caustica...); una volta pulite vi rimette le famiglie e, coi portasciami
vuoti, rifý lo stesso lavoro.
Nulla di ecezzionale, tranne il mese e la frequenza annule della pulizia.
Riconosco che ci sono dei
vantaggi:
1) si chiude la famiglia sui 6 telaini del portasciami, favorendo la
coesione del nido (le api si sentono "padrone" del nido) e la ripresa
2) si inizia la nuova stagione con arnie disinfettate
svantaggi:
1) si rischia di aprire la famiglia forse un pÚ presto (temperature di
10-14ƒC dovrebbero perÚ permettere di non danneggiare la covata)
2) Ë un lavoro non indifferente se uno ha parecchie arnie
Personalmente disinfetto le arnie ogni 2-3 anni, nel periodo che mi viene
meglio, voi che ne pensate?
Data:
Wed, 16 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: R per la lista
Da:
Giunipero Paolo giunipero@
In riferimento a
> Tecnica biologica. Limiti, rispetto, violenza delle tecniche apistiche
> attuali. Usare i prodotti "naturali, biologici"acido ossalico o formico
> per condire l'insalata, o anche per farci semplicemente uno shampo
di Percelsi Rodolfo
BuondÏ,
sono un giovane apicoltore; dal messaggio ricevuto leggo che fra qualche
mese Lei invierý ad Apicoltura on Line il materiale relativo al metodo
Rolle: Le chiedo scusa se sembrerÚ impaziente, ma non si potrebbero
accelerare i tempi, data l' imminenza della nuova stagione?
La ringrazio.
Saluti
Paolo Giunipero
Data:
Thu, 17 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: per la lista
Da:
"Percelsi Adolfo" adolfope@
Caro Paolo, juniperus in latino vuol dire gineprino..Io ne ho due nel
giardino che mi fanno anche delle belle bacche da mettere nella grappa.. Qui
ti rimando una copia salvata in word normale... Devi trovare lo schema di
vita dell'ape: 3 gg come uuovini, 6 come larve e 12 come ape opercolata
nella tenda canadese.. Se riesci ad aprire i file in zippati ti invierÚ
tutto il resto. Non ti impressionare. Dovresti costruirti un escludi
verticale.. Vedi e leggi poi chiama... Ciao Rodolfo
-----Messaggio originale-----
Da: Giunipero Paolo
Data: mercoledÏ 16 febbraio 2000 22.50
Oggetto: aol-mondoapi: R per la lista
>
>In riferimento a
>> Tecnica biologica. Limiti, rispetto, violenza delle tecniche apistiche
>> attuali. Usare i prodotti "naturali, biologici"acido ossalico o formico
>> per condire l'insalata, o anche per farci semplicemente uno shampo
>
>di Percelsi Rodolfo
>
>
>Buond¦,
>sono un giovane apicoltore; dal messaggio ricevuto leggo che fra qualche
>mese Lei invier› ad Apicoltura on Line il materiale relativo al metodo
>Rolle: Le chiedo scusa se sembrerŽ impaziente, ma non si potrebbero
>accelerare i tempi, data l' imminenza della nuova stagione?
>
>La ringrazio.
>Saluti
>Paolo Giunipero
>
Data:
Thu, 17 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: Raol-mondoapiR per la lista
Da:
"Percelsi Adolfo" adolfope@
Carissimo Paolo, complimenti per la tua voglia di avere api pulite in
fretta e subito.. Mi voglio rovinare.. in anteprima ti voglio inviare il
materiale. Devi solo farmi sapere se riesci ad aprire degli allegati
salvati in winzip. Te ne manderÚ un doppione: uno in word 95 e l'altro
zippato.. Fati vivo dopo di che ti manderÚ quasi tutto ...
-----Messaggio originale-----
Da: Giunipero Paolo
Data: mercoledÏ 16 febbraio 2000 22.50
Oggetto: aol-mondoapi: R per la lista
>
>In riferimento a
>> Tecnica biologica. Limiti, rispetto, violenza delle tecniche apistiche
>> attuali. Usare i prodotti "naturali, biologici"acido ossalico o formico
>> per condire l'insalata, o anche per farci semplicemente uno shampo
>
>di Percelsi Rodolfo
>
>
>Buond¦,
>sono un giovane apicoltore; dal messaggio ricevuto leggo che fra qualche
>mese Lei invier› ad Apicoltura on Line il materiale relativo al metodo
>Rolle: Le chiedo scusa se sembrerŽ impaziente, ma non si potrebbero
>accelerare i tempi, data l' imminenza della nuova stagione?
>
>La ringrazio.
>Saluti
>Paolo Giunipero
Data:
Thu, 17 Feb 2000
Oggetto:
R: aol-mondoapi: pulitura arnie
Da:
"massimiliano" gttmaximilian
Personalmente credo che travasando le famiglie nel polistirolo si avrý
sicuramente un migliore sviluppo della colonia, ma non sarebbe forse meglio
travasarle in autunno?
Per quanto riguarda la disinfezione delle arnie, mi chiedo: se all'interno
dell'arnia si mettono sempre gli stessi favi, a cosa serve disinfettare la
"cassa"?
-----Messaggio Originale-----
Da: Ho sentito in questo periodo un apicoltore che propone questo metodo per
> pulire le arnie:
> ad ogni febbraio travasa una o due famiglie in dei portasciami, recupera
le
> arnie vuote e le pulisce con i soliti metodi (candeggina, soda
> caustica...); una volta pulite vi rimette le famiglie e, coi portasciami
> vuoti, rif› lo stesso lavoro.
> Nulla di ecezzionale, tranne il mese e la frequenza annule della pulizia.
> Riconosco che ci sono dei
> vantaggi:
> 1) si chiude la famiglia sui 6 telaini del portasciami, favorendo la
> coesione del nido (le api si sentono "padrone" del nido) e la ripresa
> 2) si inizia la nuova stagione con arnie disinfettate
> svantaggi:
> 1) si rischia di aprire la famiglia forse un pŽ presto (temperature di
> 10-14fC dovrebbero perŽ permettere di non danneggiare la covata)
> 2) À un lavoro non indifferente se uno ha parecchie arnie
>
> Personalmente disinfetto le arnie ogni 2-3 anni, nel periodo che mi viene
> meglio, voi che ne pensate?
>
Data:
Thu, 17 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: lasciamo perdere
Da:
"massimiliano" gttmaximilian
Gentile signore,
Pur apprezzando la sua funambolica esposizione, che per il resto non mi Ë
nemmeno molto chiara,
il favoloso metodo da lei descritto, io l'ho personalmente sperimentato nel
corso di un'elaborazione di una tesi di laurea.
La sola cosa che ricordo Ë che Ë stato un gran "casino".
Senza troppo filosofeggiare, attualmente conduco trecento alveari
utilizzando metodi che non sono forse a lei graditi, ma che sono consentiti
dalle associazioni che certificano le aziende di apicoltura biologica.
Finiamola di denigrare chi fa dell'apicoltura una professione, anche perchË
poi tutti gli anni c'Ë la fila per acquistare nuclei artificiali da coloro
che sono da molti additati come gli apicoltori "grezzi e incivili".
Conosco allevatori di api (che possiedono qualche migliaio di arnie) con una
sensibilitý nel percepire le condizioni di una colonia che molti Hobbisti se
la possono sognare.
Cordiali saluti, Massimiliano.
P.S. Ha mai provato lo shampoo al timolo?
Data:
Thu, 17 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: aol-mondoapi confermo
Da:
acarnino@
Anche io ho avuto modo di conoscere il metodo di lotta biologica
pubblicizzato da Percelsi, tramite la rivista Api & Flora da lui citata.
E devo dire (non per denigrare il metodo o per scoraggiare nessuno) che,
oggettivamente, Ë un casino [quasi quanto il periodare di Percelsi : ) ].
Il problema Ë se tutto l'impegno e l'attenzione che richiede vale i
benefici che puÚ arrecare, cioË l'assenza di sostanze chimiche nelle arnie.
A me non pare che un trattamento con acido ossalico sia proprio un'
"imbrattamento" dell'arnia: meglio le varroe che facilitano virosi e
malattie batteriche?
Un'arnia non Ë un contenitore sterile! si pensi che c'Ë un ricambio di
sostanze che si aggira sui 150Kg all'anno (contando polline, acqua,
nettare, ossigeno...). PerciÚ 100cc di acido ossalico diluito in acqua e
zucchero non saranno mica cosÏ nefasti...
ciao
Antonio
Data:
Fri, 18 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: INFORMAZIONI SUL GIRASOLE
Da:
"bixiofalorni" bixiofalorni@
Salve, sono Tullio De Felicibus, un apicoltore di Pescara che negli =
ultimi tre anni ha avuto delle grosse delusioni con il raccolto di miele =
di girasole.
Dato che conduco un'azienda agricola e tra l'altro produco girasole, =
vorrei sapere quali sono le cultivar di questa specie che hanno una =
buona produzione nettarifera e, se esistono, quali sono quelle variet=E0 =
assolutamente da evitare.
Grazie e a presto!
Data:
Fri, 18 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: Agrentina
Da:
gsavore@
.- RACCOLTO DEL MIELE IN ARGENTINA
Secondo dati che stiamo ricevendo da diverses parti del paese, la raccolta
in Argentina è sensiblemente inferiore al quella dell'anno scorso
Entre Ríos è la provincia più colpita dalla siccità . questa situaczion e
si è ripetuta nelle zone della provincie di Santa Fe y Buenos Aires.
Nella Provincia de Buenos Aires si è avuto presenza del Moscardon dell'ape
( cosa sara? )
Alcuni commenti stimano una riduzióne di circa 15.000
tonelate in el volúme totale della produzione
QUALITA' DEL MIELE
es esigenze del mercato europeo stánno obbligando gli esportatori
argentini a realizarre costose análisi. Una análisisi completa del miele per la
determinazióne dei residui di a fitofarmaci, fenoli , antibiotici , metalli
pesanti etc. può superare i 1.000 U$S per campione
Data:
Fri, 18 Feb 2000
Oggetto:
R aol-mondoapi: INFORMAZIONI SUL GIRASOLE
Da:
"sandro" sandro@
LO STO CERCANDO ANCH'IO, QUINDI SE IN RETE C'E' QUALCUNO CHE CI PUO' DARE
QUALCHE INDICAZIONE.....
GRAZIE.
Alessandro Pistoia.
----- Original Message -----
From: bixiofalorni bixiofalorni
Sent: Friday, February 18, 2000 1:55 AM
Subject: aol-mondoapi: INFORMAZIONI SUL GIRASOLE
Data:
Fri, 18 Feb 2000
Oggetto: report
Da:gsavore@
Il Dr Chris Keeling propone sul web il suo lavoro alla Simon Frazer
University di Burnaby - Canada relativo alla scoperta del secondo feromone
primario della regina.
Questo feromone è prodotto da ghiandole poste sulla testa , non mandibolari.
Il lavoro centrale nella scoperta della struttura dei feromoni della regina
è la realizzazione dei Bioassay ( Biotest )
per monitorare l'attività di ogni frazione o composto .
In questi biotest, una pseudo regina di vetro viene impregnata con la
sostanza da testare e introdotta in un piatto di Petri ( piatto da
laboratorio di forma circolare a bordi alti ) in compagnia di 15 operaie.
Il numero di operaie che vanno a toccare la pseudoregina è contato a
intervalli di 30 secondi per 5 minuti. La somma dei contatti dà l'esito
della prova, che viene replicata dieci volte per ogni composto.
Questo tipo di biotest monitora la capacità dell'elemento in studio di
sviluppare una reazione di risposta nelle api.
Per evitare le complicazioni possibilmente derivanti dal QMP si è pensato
di utilizzare api appartenenti a famiglie scarsamente rispondenti al
feromone mandibolare, precedentemente selezionate ( Pankiw 94 )
I biotest vengono parallelamente effettuati anche per l'estratto
originale ottenuto "lavando " la testa della regina allo scopo di comparare
l'attività.
Quando si effettua la separazione o partizione dell'estratto originale è
anche necessario effettuare biotest sulla frazione ricombinata , allo
scopo di verificare che nessun tipo di attività sia stato perso nel
frazionamento. E' anche possibile che il feromone sia costituito da più di
un composto che diventano sinergicamente efficaci. In questo caso si avrà
che col metodo della separazione i singoli componenti risulteranno
inattivi, mentre la ricombinazione mostrerà buona risposta. Questo è
tipico anche del QMP.
Parallelamente, la partizione dell'estratto originale permette di
ottenere importanti informazioni sulla polarità del feromone e sui gruppi
chimici di appartenenza.
Perchè la composizione del secondo feromone della regina possa essere
ritenuta esatta è necessario che il feromone sintetizzato produca lo stesso
effetto della regina o del suo estratto sia nelle famiglie che nei biotest .
Data:
Fri, 18 Feb 2000
R: aol-mondoapi: lasciamo perdere
Da:
"Percelsi Adolfo" adolfope
SI INVITANO GLI ADERENTI ALLA LISTA A MANTENERE NEL CONTRADDITTORIO UN
TONO RISPETTOSO DELLE IDEE E DELLE PERSONE ALTRUI. ANCHE QUANDO QUANTO
ESPOSTO NON CORRISPONDE ALLE PROPRIE IDEE. EVENTUALI ESAGERAZIONI ( già
pervenute ) NON SONO MESSE IN LINEA
Sono un piromane felice riuscito a attizzare bene questa email che stentava
un po' a accendersi... In sintesi. Ilmetodo Naturale Rolle, per me , va
riservato esclusivamente a chi ha poche arnie. Siamo d'accordo?
Il sottoscritto non ha mai parlato male deigrossi apicoltori. Il dott.
Massimiliano non deve far finta di ignorare parecchie mie prorposizioni al
riguardo. Mi piacerebbe poi sapere quuale era il titolo dellla sua tesi. Se
trattava specificamewnte del Metodo Rolle potrei suggerirgli di mandarla
direttamente all'Universitý di Entomologia al prof. Marletto di Grugliasco,
da anni molto interessato all'argomento. Oppure semplicemente durante la
elaborazione di una sua tesi, magari sugli ortotteri, ha voluto sperimantare
anche questo "casino" di Metodo, fonte di pesante denigrazione" per chi di
certo come lui ha grande sensibilitý nel percepire le condizioni di una
colonia che molti hobbisti se la sognano" per cui con molta tenerezza,
indossando gli occhiali da motociclista, irrora sempre lentamente col dolore
nel cuore prodotti naturali con l'acido formico o altro
Chi Ë forzatamente obligato a fare quersto lo attui con serenitý ma non
metta patenti o firme di lusso biologiche alla tuta integrale che indossa
per l'occasione....
Una confidenza psicanalitica. Queste reazioni ( Antonio et alii..) mi hanno
ulteriormente convinto di una cosa. Anche al picolo " tossicopidentente "il
fatto di che altri possano provarlo delle sue facili comode pasticche o
anche solo denigrargliele procura sempre autentiche crisi isteriche
epilettiche. lo sospingono ad infierire sull'avversario per il suo stesso
modo grammaticale di scrivere, anche sul suo, supponiamo, antiestetico modo
di deambulazione di tenere la spalla destra pi˜ alta di quellla sinistra.
Praticamente mi sono riconfermato di non dover mandare a nessuno della
lista il material didattico o anche parte di esso.
Il metodo Rolle per chi lo vuole andrý letto tutto assieme. No tocca a me
diffonderlo. Se l a Rivista Api e Flora votrrý farne un libretto complessivo
ne sarÚ lieto ma ora non me ne preoccupo pi˜ di tanto. Mi interessa solo
praticarlo. Un saluto nonostante tutto alle api di Massimiliano ed Antonio
sperando arrivi prresto anche sul nostro mercato un prodotto giý sotto
esperimento all'estero che non dannneggia le api ma stressa solo le varroe
facendole cadere.. Questo ci risparmierý fatica e qualche discussione in
pi˜. Un saluto .. naturalmente biologio. Percelsi Rodolfo
SI PRECISA : SE IL PRODOTTO A CUI IL SIG PERCELSI FA RIFERIMENTO "
sperando arrivi prresto anche sul nostro mercato un prodotto giý sotto
esperimento all'estero che non dannneggia le api ma stressa solo le varroe
facendole cadere." è il cairomone che prenderà il nome di " PheroVar " , LA
RICERCA NON E' ESTERA, MA ITALIANA
-----Messaggio originale-----
Da: massimiliano gttmaximilian
Data: giovedÏ 17 febbraio 2000 11.42
Oggetto: aol-mondoapi: lasciamo perdere
>Gentile signore,
>Pur apprezzando la sua funambolica esposizione, che per il resto non mi À
>nemmeno molto chiara,
>il favoloso metodo da lei descritto, io l'ho personalmente sperimentato nel
>corso di un'elaborazione di una tesi di laurea.
>La sola cosa che ricordo À che À stato un gran "casino".
>Senza troppo filosofeggiare, attualmente conduco trecento alveari
>utilizzando metodi che non sono forse a lei graditi, ma che sono consentiti
>dalle associazioni che certificano le aziende di apicoltura biologica.
>Finiamola di denigrare chi fa dell'apicoltura una professione, anche perchÀ
>poi tutti gli anni c'À la fila per acquistare nuclei artificiali da coloro
>che sono da molti additati come gli apicoltori "grezzi e incivili".
>Conosco allevatori di api (che possiedono qualche migliaio di arnie) con
una
>sensibilit› nel percepire le condizioni di una colonia che molti Hobbisti
se
>la possono sognare.
>
>
>Cordiali saluti, Massimiliano.
>P.S. Ha mai provato lo shampoo al timolo?
>
Data:
Mon, 21 Feb 2000
Oggetto:
Re: aol-mondoapi: Agrentina
Da:
"paosarto" paosarto@
Ciao a tutti. Mi chiamo Paolo Sartorelli.
Fino a qualche anno fa mi sono occupato intensamente di apicoltura, sia come
allevatore (anche attivo nell'associazionismo di settore), sia come esperto di
apicoltura per conto della FAO (Food & Agriculture Organisation of the United
Nations).
*Moscardon* e' il nome comune in Spagnolo di un dittero predatore delle api
presente (che io sappia - ma attenzione, non sono esperto sul tema) nelle
regioni temperate del Sud-America. Agisce in maniera simile ad alcuni vespidi
in Europa, in particolare ai calabroni... Ma su scala molto maggiore e con
effetti molto piu' nefasti. Velocissimo, il moscardon attacca e cattura le api
in volo. Poche decine di "moscardon" attorno ad un apiario possono far fuori
diverse migliaia di bottinatrici ogni giorno (per non parlare di fuchi e
regine
vergini in volo di fecondazione). Nel giro di qualche giorno l'attivita' di
volo dell'apiario e' paralizzata... Addio al raccolto per l'apicoltore e
situazione di forte stress degli alveari con effetti negativi
sull'ovideposizione, la regolazione della temperatura nei favi di covata...
eccetera.
Quando ho lavorato in Argentina nell'ambito di un progetto FAO [supporto agli
apicoltori nel controllo della varroatosi (1995-97)] , nei seminari di
formazione sono intervenuti con frequenza crescente allevatori preoccupati
molto piu' della diffusione del (e dei danni arrecati dal) Moscardon... che
della pericolosita' dell'acaro varroa.
Buon nettare a tutti
Paolo S.
PS:
Ho fatto una breve ricerca su Internet ma non sono riuscito a trovare il nome
scientifico e altre notizie sul Moscardon piu' precise e articolate di quelle
su riportate. Se qualcuno di voi ha piu' tempo (e fortuna) di me, potrebbe
farlo sapere a tutti gli iscritti alla lista. In particolare a me
interesserebbe conoscer il nome in Inglese del famigerato dittero.
BENTROVATO AD UNA FIGURA CHE NELL'APICOLTURA ITALIANA E'ANCORA MITICA GS
> .- RACCOLTO DEL MIELE IN ARGENTINA
> Secondo dati che stiamo ricevendo da diverses parti del paese, la
> raccolta in Argentina Ë sensiblemente inferiore al quella dell'anno
> scorso
>
>
> Entre RÌos Ë la provincia pi˜ colpita dalla siccitý . questa situaczion e
> si Ë ripetuta nelle zone della provincie di Santa Fe y Buenos Aires.
> Nella Provincia de Buenos Aires si Ë avuto presenza del Moscardon
> dell'ape ( cosa sara? )
>
> Alcuni commenti stimano una riduziÛne di circa 15.000
> tonelate in el vol™me totale della produzione
>
>
> QUALITA' DEL MIELE
>
> es esigenze del mercato europeo st·nno obbligando gli esportatori
> argentini a realizarre costose an·lisi. Una an·lisisi completa del miele
> per la determinaziÛne dei residui di a fitofarmaci, fenoli , antibiotici ,
> metalli pesanti etc. puÚ superare i 1.000 U$S per campione
>
>
Data:
Mon, 21 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: ReAgrentina
Da:
"ricchluc" ricchluc@
Ciao,
mi chiamo Luciano Ricchiuti e sono un veterinario/apicoltore che si occupa
tra le altre cose di assistenza tecnico- sanitaria agli apicoltori della
sua provincia, Isernia.
Mi hanno interessato le vicende del MoscardÚn (alleluja, almeno questo
flagello lo abbiamo scampato!) e ho fatto una piccola ricerca sulla rete in
proposito.
Il MoscardÚn cazador de abejas ( moscone cacciatore di api ) Ë un dittero
della famiglia delle Asilidae, il suo nome scientifico Ë Mallophora
ruficauda. Esso cattura le api al volo, le deposita su di una foglia o su
di un ramo e poi, infilandogli il proprio stiletto buccale nell'addome, ne
sugge l'emolinfa fino a determinarne la completa disidratazione. Nelle
stagioni che climaticamente ne favoriscono lo sviluppo arriva a causare
gravissimi danni all'apicoltura. Se qualcuno che mastica un pÚ di spagnolo
volesse conoscere qualche particolare in pi˜ di questo bel' soggetto e
vederne anche un paio di foto puÚ andare al seguente
indirizzo:http://www.inta.gov.ar/apinet/moscard.htm
Che Dio scampi le nostre beneamate!
Data:
Tue, 22 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: RE:moscardon
Da:
acarnino@
Posso aggiungere il nome inglese del moscardon:
Bumble Bee Robber Fly (che letteralmente si traduce con Bombo ruba-api).
Data:
Thu, 24 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: report
Da:
gsavore@
[Image] TEKTRAN
----------------------------------------------------------------------------
A SCIENTIFIC NOTE ON THE COMPOSITION AND FORMATION OF NODULES IN EUROPEAN
HONEY BEES, APIS MELLIFERA, INFESTED WITH VARROA JACOBSONI
Author(s):
GILLIAM MARTHA A
ERICKSON JR ERIC H
COHEN ALLEN C
LAWRENCE A. M
Interpretive Summary:
A unique immunological response of an insect was discovered in honey
bees infested with the mite, Varroa jacobsoni. Nodules resulted from
the mites feeding on the blood of bees. They were white, consisted
primarily of tyrosine crystals, required alcohol for visualization,
contained virus-like particles, and were usually attached to the
digestive tract of the infested bee. Unlike nodules reported in other
insects, these did not contain blood cells nor did they darken due to
the formation of melanin pigments derived from tyrosine. Thus, the
nodules appeared to be an effective but truncated immunological
response to varroa and/or to the virus vectored or activated by the
mite. This system would benefit both the host and the parasite since
the bees survived and thus were able to provide transport and a food
source for the mite.
Keywords:
crop pollination pollinators honey bee foraging behavior non apis
species computer models pesticides parasitic mites
Contact:
USDA, ARS, HONEY BEE RESE
2000 EAST ALLEN ROAD
TUCSON
AZ 85719
FAX: (520)670-6493
Email: medley@tucson.ars.ag.gov
Approved Date: 1999-04-07
Data:
Fri, 25 Feb 2000
Oggetto:
aol-mondoapi: Informazioni
Da:
"Siligardi Fabio" urby-urbano@
sto' facendo la tesina di maturita' sull'apicoltura e volevo chiedere =
se qualcuno pu=F2 inviarmi del materiale utile sulle patologie, =
alimentazione, allevamento api regine e produzione pappa reale.=20
vi ringrazio anticipatamente.
Fabio Siligardi