Mailing list aol-mondoapi febbraio 2000
Data: Tue, 1 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: membro nuovo
Da: "Eduardo Lema" eduardol@
il mio nome è Eduardo Lema, vivo in Uruguay, America Meridionale e sono un membro nuovo in questo elenco. Io leggo facilmente la lingua italiana, ma trovo difficile scriverlo. Penso che lo spagnolo è facilmente comprensibile per un italiano, mi piacerebbe sapere se c'è qualche inconveniente se scrivo in spagnolo. Altrimenti, vi chiedo di scusare il mio italiano sccorretto. Sono dentista ma lasciai 15 anni fa la mia professione per l'apicoltura. Oggi ho 1000 alveari dei quali 300 sono esclusivamente per produzione di veleno di ape. Ho un'impresa che produce rimedi per "apiterapia" Ciao
Data: Wed, 2 Feb 2000
Oggetto: R: aol-mondoapi: membro nuovo
Da: "Claudio Rossi" claudior@
COMPLIMENTI!! Una bella azienda davvero. la mia famiglia si cura esclusivamente con l'apiterapia, e devo dire che i risultati ci sono. Cordiali saluti. Claudio. P.S. Non ti consiglio di scrivere in spagnolo, anche se e' facilmente comprensibile, perche' la pigrizia a volte vince e il tuo messaggio potrebbe non essere letto da tutti. *il moderatore provvederà a tradurre
Data: Thu, 3 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: Presentazione
Da: ester esters@
Salve a tutti! Mi chiamo Ester e sono temporaneamente una ex-apicoltrice causa mancanza di tempo e varroa :( Il mio apiario si trova in bassa Valtellina. Dico "si trova" perche' questa primavera ho avuto la piacevole sorpresa di trovare tre arnie okkupate da altrettanti sciami, che io chiamo scherzosamente "zingari" e che sono riuscita a derubare di una decina di kili di miele. Chissa' se riusciranno a superare l'inverno :) Cmq., ai tempi d'oro, possedevo una cinquantina di arnie e praticavo, in periodo estivo, il nomadismo montano. Mi sono iscritta a questa ML per non arrugginirmi del tutto e per sentire come va nell'ambiente. A presto. P.S. Grossomodo quanti iscritti conta questa ML?.....per ora non ho notato un gran movimento....state gia' tutti trafficando intorno alle vostre arnie??!! ;-) R: La lista ha circa 80 iscritti
Data: Sat, 5 Feb 2000
Oggetto: R: aol-mondoapi: Presentazione
Da: "Percelsi Adolfo" adolfope
Oggetto: Ciao Ester. Buona giornata anche alle tue api zingare. Con stima. Percelsi Rodolfo
Data: Sat, 5 Feb 2000
Oggetto: Re: aol-mondoapi: Presentazione
Da: Giovi giovannicerri@
Oggetto: ma quanti anni hai ... solo una curiositý personale... Un abbraccio dal tuo nuovo amico Giovanni ester wrote: > > Salve a tutti! > > Mi chiamo Ester e sono temporaneamente una ex-apicoltrice causa mancanza > di tempo e varroa :( > > Il mio apiario si trova in bassa Valtellina. Dico "si trova" perche' > questa primavera ho avuto la piacevole sorpresa di trovare tre arnie > okkupate da altrettanti sciami, che io chiamo scherzosamente "zingari" e > che sono riuscita a derubare di una decina di kili di miele. Chissa' se > riusciranno a superare l'inverno :) > Cmq., ai tempi d'oro, possedevo una cinquantina di arnie e praticavo, in > periodo estivo, il nomadismo montano. > > Mi sono iscritta a questa ML per non arrugginirmi del tutto e per > sentire come va nell'ambiente. > > A presto. >
Data: Sat, 5 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: concorso di ricette con il miele
Da: "massimiliano" gttmaximilian@
-----Messaggio Originale----- Da: Vida Apicola A: LISTA MENSAJES Data invio: mercoledÏ 2 febbraio 2000 7.38 Oggetto: [apicultura]concurso (traduzione in calce ) > Hola a todos > > Seguramente algunos han oido hablar de la Feria de Castilla-La Mancha, > es una de los dos ferias de ambito nacional que se celebran en EspaÒa. > La organizacion ha convocado un concurso por Internet de recetas > tradicionales con miel de todos los paises (completando el que desde > siempre se ha celebrado "in situ" de Platos y Licores elaborados con > miel). > > Como se que muchos de ustedes son grandes aficionados a estas > elaboraciones y que todos y cada uno de sus paises guardan una excelente > gastronomia, les comunico esta convocatoria por si se animan a > participar. > > La informacion la pueden encontrar en la edicion electronica de la > revista Vida Apicola (www.vidaapicola.com), en la segunda actualizacion. > > Saludos,
Sicuramente qualcuno a sentito parlare della fiera di Castglia -La Mancha, una delle due fiere nazionali che si celebrano in Spagna. Le organizzazioni hanno convocato un concorso via Internet di ricette tradizionali a base di miele da tutti i paesi. Siccome molti di voi sono "affezionati " di questi piatti e che in tutti paesi è vantata un'eccellente gasteonomia si invia questa comunbicazione per invitare a partecipare
> -- > Silvia CaÒas > Directora > VIDA APICOLA > > v.apicola@montagud.com > http://www.vidaapicola.com > >
Data: Sun, 6 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: Cera d'api
Da: "Riccardo Zorzut" rizorzut@
Le informazioni di cui vorrei approfondire i contenuti riguardano i criteri di lavorazione della cera vergine grezza d'api in fogli cerei, sicuramente sterili, ma ottenuti con sistemi artigianali. Lo sbiancamento della cera era ottenuto un tempo con l'aggiunta di acido solforico concentrato, che si Ë rivelato funzionale anche ai fini di una preliminare sterilizzazione, ma non ulteriormente raccomandabile. Criteri pi˜ moderni consigliano l'uso di prodotti alternativi (acidi organici?) di cui si deve verificare la praticitý d'uso, la certezza dei risultati e l'assoluta sicurezza sanitaria. La sterilizzazione della cera, ottenuta con riscaldamento in autoclave a 120ƒ sicuramente Ë il metodo pi˜ garantibile a tale scopo. Tuttavia la ricerca deve essere condotta anche su sistemi alternativi che non comportino l'uso di dispositivi in pressione; a tale scopo si potrebbe impiegare una caldaia con riscaldamento in olio diatermico che possa raggiungere la temperatura di sterilizzazione prescritta (a secco) anche a pressione ambiente; tuttavia grande importanza riveste la sterilizzazione con vapore (in umido). Ai fini pratici non industriali, esistono curve di sterilizzazione tempo-temperatura anche per sterilizzazione in acqua a 100ƒC ma con tempi di permanenza legati a tali curve. Argomenti correlati di interesse, riguardano le diverse tipologie qualitative di cera legate alle fioriture da cui derivano, la superioritý dei fogli cerei fusi rispetto ai laminati (?), proprietý della cera vergine d'api (chimiche, fisiche). Gli argomenti sono forse di difficile soluzione, ma spero in un informatico e professionale contributo. Saluti Sergio
Data: Sun, 6 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: Ferormoni
Da: "Riccardo Zorzut" rizorzut
Salve, Dagli articoli di Savorelli sui ferormoni, ci si rende conto che l'alveare schiude ormai i suoi comportamenti e linguaggi pi˜ nascosti, comportamenti che si potevano gý intuire dalla normale pratica apistica ma che trovano ora conferme scientifiche. Sicuramente la tecnica apistica ne trarrý grandi vantaggi. L'apicoltura Ë passione ma anche cultura e conoscenza applicata ad insetti degni di ogni rispetto. Resti l'ape come la Natura ce l'ha consegnata, e che l'Uomo non la manipoli solo per proprio interesse; vogliamo essere Apicoltori non produttori di miele. Ottime regine a tutti Sergio
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Non si può fare a meno di notare che la frase " Resti l'ape come la Natura ce l'ha consegnata, e che l'Uomo non la manipoli solo per proprio interesse; vogliamo essere Apicoltori non produttori di miele." porta in sè un giudizio relativo e non assoluto. Infatti, sin dall'alba dei tempi, l'ape sarebbe vissuta molto bene per i fatti suoi, senza l'intervento dell'uomo e non si presenta proprio la possibilità che la manipolazione dell'uomo sia fuori dal proprio interesse. Fare apicoltura e voler essere apicoltori significa allora avere il preciso intento di manipolare per proprio interesse , forse non per la produzione di miele, ma per passione , cultura e conoscenza applicata ad insetti; concetti che riassumono in fondo e comunque il " proprio interesse". Rimane il fatto che la manipolazione è oggettiva, dalla prima volta in cui un uomo ha messo uno sciame in un cesto di paglia. Voler essere apicoltori o produttori di miele ( così come l'amico sembra voler esprimere ) significa alla fine accettare ( o aborrire ) un tipo di manipolazione ( di tecnica ) anzichè un'altro.E solo sul "tipo di tecnica " alla fine si giudica e non so secondo quali criteri..E questo come in tutte le cose è relativo alla morale , che cambia coi tempi e con le esperienze.Ma alla fine ,rimane da ultimo il fatto che la natura dell'ape ( come di molte altre cose, salvo quelle per cui l'uomo non ha ancora provato interesse ) è manipolata e violentata da millenni, anche se a riparazione e giustificazione di questo, si possono cercare e addurre i fini o le cause più nobili.Questa è almeno la mia opinione e forse questo contraddittorio avrà anche l'effetto di svegliare un po' la lista che in effetti stenta un po' a decollare .
GS
Data: Mon, 7 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: invito
Da: "Percelsi Adolfo" adolfope@
Sono Percelsi Rodolfo. Amichevolmente oso invitare gli amici attuali e = prossimi a leggere su apicoltura on line materiale inviato su propoli, = polline, come in sessanta minuti soffoco la varroa.?. E ci=F2 = soprattutto per avere sane critiche, utili suggerimenti, o anche solo = pettegolezzi enzimatici digestivi.. Con stima anticipata. Percelsi = Rodolfo
Data: Wed, 9 Feb 2000
Oggetto: Re: aol-mondoapi: Cera d'api
Da: ruchersdecamargue@
>Salve a tutti, Mi presento : FranÁois SERVEL, apicultore professionnista nel sud della Francia. Sono stato interessato da questa discuzionne sulla sterilizzazione della cera. La stessa discuzionne si sviluppa sulla la lista francese abeilles@fundp.ac.be. Dove se potrebbe trovare queste curve di sterilizzazione ? Grazie e saluti. FranÁois Scusate me per il mio povero italiano.
Data: Fri, 11 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: report
Da: gsavore@
[Image] TEKTRAN ---------------------------------------------------------------------------- COMPARISON OF THE DIETARY AND TISSUE STEROLS OF THE GREATER WAX MOTH, GALLERIA MELLONELLA (L.) Author(s): FELDLAUFER MARK F HARRISON DAWN J WILZER JR KENNETH R Interpretive Summary: The wax moth is a pest of honey bee products, primarily eating and destroying honey comb. We have examined the cholesterol content of wax moths and compared this with the amount of cholesterol found in the comb. Our results indicate that wax moths convert comb sterols to cholesterol. Therefore, compounds that interfere with this conversion could be used to control wax moth, thereby reducing our reliance on conventional pesticides (fumigants). Keywords: apis mellifera honey bees diseases insect pathology Contact: 10300 BALTIMORE BLVD. BLDG. 476, BARC-EAST BELTSVILLE MD 20705 FAX: Email: Approved Date: 1997-02-25 ---------------------------------------------------------------------------- TEKTRAN United States Department of Agriculture Agricultural Research Service Updated: 1998-12-18
Data: Sat, 12 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: Risposta - Tecnica apistica
Da: "Riccardo Zorzut" rizorzut@
>Salve >prosegue la discussione sui limiti della tecnica apistica. >In linea di principio si può concordare che la tecnica apistica, fatta per >il proprio interesse con rispetto della natura comportamentale e biologica >dell'ape non Ë violenza; la tecnica apistica non usata con tale rispetto Ë >violenza. >Al termine "rispetto" si possono applicare le considerazioni di Savorelli, >cioË con quali criteri giudicare oggettivamente se una tecnica apistica Ë >rispettosa o no. >Mi sembra una forzatura giustificare qualsiasi manipolazione in funzione del >proprio interesse o della morale imperante. >Dovremmo in questo caso giustificare e accettare tutte le manipolazioni che, >in nome della scienza o dell'interesse, vengono applicate in ogni campo, >anche quelli dove chiaramente sono contrarie a quanto la natura ha disposto >nella sua evoluzione, oppure esistono dei limiti moralmente e praticalmente >accettabili a questa rincorsa? >Personalmente mi pongo dei limiti. >Anticamente per estrarre il miele si eseguiva l'apicidio ma si stimolava la >sciamatura ed il tutto rimaneva in equilibrio; le moderne tecniche >introdotte in agricoltura, pur incrinando l'ambiente con pesticidi, >monocolture, piani fondiari e altro hanno comunque permesso una >sopravvivenza naturale delle api. >La comparsa della Varroa ha probabilmente modificato una mentalitý radicata >a passati concetti puristici. >L'apicoltore ha dovuto imparare a manipolare sostanze sconosciute alla sua >indole, a parlare di sostanze chimiche incompresibili nel loro significato, >a calcolare, preparare e somministrare sostanze pericolose per la propria >salute e per l'alveare. >E' stato forse l'inizio di una differenziazione tra Apicoltori (molti) e >raccoglitori di miele (pochi), tra coloro che continuavano comunque a >rispettare le regole apprese da una tradizione e chi invece no, chi badava a >recare il minimo danno e chi voleva trarre in ogni caso il massimo profitto. >Ora la scienza ci aiuta a fecondare artificialmente le regine, a ibridare >razze diverse, a importare razze estranee ai nostri ambienti, si usa la >plastica, il miele si deumidifica, si praticano interventi sanitari al >limite del consentito, si usa il Bee boost; si parla di interventi genetici, >di piante modificate, di scomparsa di varietý vegetali e animali, il >commercio mondiale altera equilibri naturali acquisiti in migliaia di anni. >E la tecnica e la morale cambia, assieme ai cambiamenti naturali (o >artificiali) in corso, trasformazioni probabilmente giý in atto, anche nel >comportamento delle api, e non si possono prevedere le possibili >conseguenze. >Manteniamo nel loro piccolo mondo gli apicoltori hobbisti, abituati a >sentire il profumo dei fiori, a parlare alle proprie api, ad ascoltare le >loro esigenze e favorirle nella loro natura, senza imposizioni e senza >interessi. > >Esprimo opinioni molto personali, da cui si puÚ dedurre che non sono >giovanissimo. >Sergio
Rispondo a Sergio per stimolare la discussione, sperando che qualcun'altro ci si butti.Devo dire che anche altre mailing list estere hanno poco traffico postale........ "In linea di principio si può concordare che la tecnica apistica, fatta per
>il proprio interesse con rispetto della natura comportamentale e biologica >dell'ape non Ë violenza; la tecnica apistica non usata con tale rispetto Ë >violenza." E' molto probabile che sia vero, tuttavia vorrei che me lo >dicessero le api. Sono infatti le uniche a poter dire se le tecniche usate >sono o no rispettose ( o quanto lo sono ) .
GS
Data: Sun, 13 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: apilife
Da: "finocchiaro raffaele" rfl@
Da Raffaele (nuovo arrivo) a Bruno Verardo. Ho avuto modo di usare l'Apilife e non ho mai avuto problemi di saccheggio, in qualunque periodo della stagione apistica. L'unico problema riscontrabile Ë stato l'irregolaritý dei risultati. Adesso uso l'olio essenziale di timo bianco integrando il trattamento con l'acido ossalico e la sciamatura artificiale, con risultati abbastanza soddisfacenti. Ma anche con queste operazioni non ho mai avuto problemi di saccheggio, tantomeno legati all'odore del timo e suoi derivati. Sicuro che non sia altra la causa del saccheggio? Ciao e buon lavoro. Raffaele
L'intensità dello stimolo al saccheggio dovrebbe essere evidentemente correlata alla indisponibilità di nettare. In questo senso le condizioni siciliane nel momento di uso degli oli essenziali non sembrano veramente paragonabili a quelle del nord
GS
Data: Sun, 13 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: oli essenziali
Da: "finocchiaro raffaele" rfl
Salve a tutti gli amici di questa lista. Anche io sono un membro nuovo, mi chiamo Raffaele Finocchiaro e sono un apicoltore semiprofessionista (o semi dilettante, a preferenza). Vivo ad Acicatena, provincia di Catania, in Sicilia per gli amici esteri. Qualcuno di voi ha avuto modo di usare gli oli essenziali? Ciao e grazie.
Data: Mon, 14 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: girasole e apicoltura
Da: "sandro" sandro@
Chiedo se qualcuno sa dirmi quali sono ( se ve ne sono) le variet=E0 di = Girasole migliori per la produzione di nettare. Avevo sentito anni fa, = da qualcuno in un convegno (non mi ricordo chi e dove), che le = variet=E0 vecchie sono pi=F9 valide di quelle di oggi, in quanto = offrono pi=F9 nettare alle api. E' vero?=20 Conoscete qualche variet=E0 di Girasole da consigliare per favorire il = raccolto delle api? Grazie. Alessandro Pistoia
Data: Wed, 16 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: per la lista
Da: adolfope@
------------ Tecnica biologica… Limiti, rispetto, violenza delle tecniche apistiche attuali. Usare i prodotti “naturali, biologici”acido ossalico o formico per condire l’insalata, o anche per farci semplicemente uno shampo ai capelli? L’esperienza apistica quinquennale del Metodo Naturale Rolle al Parco La Mandria- Venaria (To) senza intervento chimico di qualsiasi genere. - Qualche osservazione su un tema portato avanti filosoficamente saggiamente anche da Riccardo Zorzut circa modalità cui ricorriamo per gestire le api e sapere se esse siano biologiche o meno… -Anzitutto pur esprimendo le idee a seguire intendo manifestare tutto il rispetto e stima per chi deve gestire duemila arnie. Lì i sognatori non possono di certo sopravvivere senza che in breve tempo il loro apiario non diventi un cimitero generale almeno fino all’anno prossimo quando avremo in dotazione un prodotto che come si afferma da experimento farà solo impazzire l’equilibrio ambulatorio delle varroe. Per oggi, penso dobbiamo ammettere che psicologicamente ci riempiamo solo la bocca con delle parole ecologiche, fuorvianti pericolosamente la ancora ignara clientela che ci legge od ascolta. Bisogna prendere atto, cioè, che, oggi come oggi, siamo solo simili a poveri genitori costretti a far dormire un loro bimbo pre-asilo propinandogli mezzo bicchiere di vino invece di accudirlo, perdendo di certo parecchio tempo, raccontandogli la fiaba degli Aristogatti o quella dell’Ape Maia. Solamente così fra (un anno?) il piccolo riuscirebbe ad addormentarsi senza dover ricorrere invece al raddoppio dei bicchieri di vino zibibo siciliano ( a due dosi di acido ossalico sgocciolato invece che dell’attuale una sola?…) -Per sapere se come gestiamo le api è naturale o meno, esistono prove documentali quotidiane semplicissime. Non è necessario esigere da loro un certificato sanitario, o che ci indicano una conferenza stampa … Visto che questi prodotti biologici ( ossalico, formico) sono esistenti in natura, e quindi –come si osa sempre chiosare- trattarsi di elementi naturali.. Perché non possiamo usare li stessi per condire la normale insalata o adoperarli come shampoo per i capelli?.. Venticinque cl di Perizin in un litro d’acqua farebbero ottenere capelli stupendi, psichedelicamente erotizzanti, colore giallo-bianco come quelli del formula Uno Jacques Villeneuve. Ancora. Se questi presidi sanitari naturali intaccano il nostro ruvido stomaco, se ne screpolano l’epitelio, se ustionano la pelle già ruvidissima dei polpastrelli quando incappiamo nelle loro gocce ancora solo nebulizzate, mi pare che delle risposte concrete sulla violenza esistano a iosa…Basta, quindi, ricorrere anche solo semplicemente a queste parole ecosistemiche circa prodotti “naturali” facendoli passare surrettiziamente per biologici. Adoperiamole solo per necessità, con tristezza quando dovremo per forza barare visto che anche le rinomate mele biologiche di certe Regioni hanno un 40- 60 per cento di “ veleni” nelle loro bucce… - -Per i normali tossicodipendenti, proprio anche come per i fruitori di presidi naturali apistici, compresi tutti i piccoli “spacciatori” dalle venti arnie, ingredienti che grazie alla “ fortunata” presenza di varroa in ambiente industriale americano, si possono ora trovare più facilmente anche tra noi …, so che fare a meno di questi prodotti è diventato cerebralmente inconcepibile.. Per chi, però volesse, salvarsi pur facendo più fatica che non il continuare ad essere semplici squatter imbratta muri, aspersori di favi, oso segnalare che a Torino, da cinque anni da parte del geom. Rolle Emilio (Robassomero-T0) è in atto un tentativo riuscito, seguito anche dall’Università di Entomologia di Grugliasco (To), di mantenere vive quaranta arnie senza alcun trattamento chimico o naturale che dir si voglia…( Vedi Api & Flora. Nn.: 2/3/5/1999. Strada del Cresto, 2. Reaglie. 10132 Torino.. ( tel 011.899 6524. Telefax 011 817.17.97-. E-mai litbriver@libero.it ) -Ci sono dei maschi che se salgono in ascensore con una donna, già al terzo, piano presumono di poter attuare con lei acrobatiche pratiche erotiche.. Preciso che ugualmente non sopporto apicoltori da ascensore che in soli due minuti, in poche parole, in poche righe, esigano che il Metodo Rolle debba essere sintetizzato, debba essere integralmente compreso. Per essere didatticamente seri al riguardo bisogna voler impiegare del tempo, ricorrere a precisi schemi, date calendarizzate, foto. La miglior soluzione so che è quella di vederlo eseguito con un amico che lo attua già – come si fa per i “visitatori” all’apiario di La Mandria. (Devo purtroppo ammettere che da mesi non soffro più se altri non vogliono proprio sottoporsi a questa fatica. Importante, totalmente rasserenante, per me ora è constatare che le api da due anni e come quelle dell’Ideatore del Metodo, già da cinque, il geom, Emilio Rolle, presso Il Parco La Mandria, Venaria (Torino) non sanno più che cos’è l’acido ossalico o formico e neppure l’ultimo utilissimo facile operativamente seducente di Apilife… Penso, però, che per amore delle api stesse, attualmente tenute a da quasi tutti ancora in container chimici, fra qualche mese invierò ad apicoltura on line, l’intero materiale su questo Metodo Naturale Rolle, solo manipolativo logistico, sia pure sapendo che sarà volutamente esclusivo di pochi eletti, per “piccoli” apicoltori che vogliano smettere di ricorre alle facili pasticche “ecstasiche” le quali- va ricordato- proprio come primo effetto hanno quello di impedire alle api di difendersi in base alla loro millenaria secolare prassi di sollecitare géni assopiti come quello di un ragnetto che ha imparato col tempo a trasferire sott’acqua delle bollicine vistose di aria-ossigeno in una cupola, un mini ombrello- campana sotto a cui assembla poi al sicuro le sue piccole vittime.. Un salutone a tutti. Ai grossi laboriosi industriali apistici costretti a malincuore a dover far assumere sempre più dosi legalmente fornite loro dalle Unità sanitarie esistenti ma soprattutto un augurio con una strizzata d’occhi affettuosa a cambiare per tutti i piccoli “spacciatori” che sono ancora in tempo per gestire naturalmente il loro apiario Ricordo loro che è ancora sempre meglio dover raccontare la storia dell’Ape Maia che non regalare ogni sera al fegato, specie se infantile, un gradevole bicchierino di zibibo. Con stima. Percelsi Rodolfo. adolfope@tin.it
Data: Wed, 16 Feb 2000
Oggetto:
Da: acarnino@
Vorrei intervenire nella discussione sulla tecnica apistica. Ovviamente concordo sul fatto che, se non si pongono dei limiti, c'Ë il rischio di fare seri danni. Penso ad esempio ai vegetali alterati geneticamente, per farli pi˜ colorati e pi˜ grossi, ma che poi perdono tutto il loro profumo e sapore e, come tutti constatiamo sella nostra tavola, diventano indistinguibili da una patata. Oppure alla diffusione di api killer, nate dall' ibridazione di api africane con altre razze per farle diventare pi˜ produttive. Tuttavia non si puÚ pensare di non utilizzare la tecnica apistica e di non cercare di miigliorarla. Conosco apicoltori che non usano la rete antivarroa perchË , a loro detta, le api ci camminano male e si rompono le gambe! e neppure gli antivarroa, perchË "fanno pi˜ male che bene", o non distinguono una larva da un uovo... e non parliamo di riconoscere una varroa! Ritengo che la tecnica apistica vada diffusa e che ognuno dovrebbe impegnarsi a migliorarla. Prsonalmente sono contento di poter utilizzare, oggi, il BEE BOOST e di cercare di controllare il comportamento delle api: e questo grazie alla tecnica apistica. La tenica apistica si deve pensare idealmente illimitata nel suo miglioramento: io devo poter provare se esiste un modo (anche violento) ad esempio per aumentare la produzione o per sconfiggere definitivmente la varroa. E se poi lo trovo ne valuterÚ pregi e difetti e deciderÚ se applicarlo per i suoi benefici o se scartarlo per i suoi troppi effetti dannosi. Ma intanto ho fatto uno sforzo di conoscenza che mi Ë sicuramente utile. La scienza (in questo caso la tecnica apistica), Ë inarrestabile nel suo progredire e puÚ portare a risultati di diverso tipo: il problema Ë saper distinguere i risultati utili da quelli dannosi... e non applicare quelli dannosi! ciao
Data: Wed, 16 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: pulitura arnie
Da: acarnino@
Ho sentito in questo periodo un apicoltore che propone questo metodo per pulire le arnie: ad ogni febbraio travasa una o due famiglie in dei portasciami, recupera le arnie vuote e le pulisce con i soliti metodi (candeggina, soda caustica...); una volta pulite vi rimette le famiglie e, coi portasciami vuoti, rifý lo stesso lavoro. Nulla di ecezzionale, tranne il mese e la frequenza annule della pulizia. Riconosco che ci sono dei vantaggi: 1) si chiude la famiglia sui 6 telaini del portasciami, favorendo la coesione del nido (le api si sentono "padrone" del nido) e la ripresa 2) si inizia la nuova stagione con arnie disinfettate svantaggi: 1) si rischia di aprire la famiglia forse un pÚ presto (temperature di 10-14ƒC dovrebbero perÚ permettere di non danneggiare la covata) 2) Ë un lavoro non indifferente se uno ha parecchie arnie Personalmente disinfetto le arnie ogni 2-3 anni, nel periodo che mi viene meglio, voi che ne pensate?
Data: Wed, 16 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: R per la lista
Da: Giunipero Paolo giunipero@
In riferimento a > Tecnica biologica. Limiti, rispetto, violenza delle tecniche apistiche > attuali. Usare i prodotti "naturali, biologici"acido ossalico o formico > per condire l'insalata, o anche per farci semplicemente uno shampo di Percelsi Rodolfo BuondÏ, sono un giovane apicoltore; dal messaggio ricevuto leggo che fra qualche mese Lei invierý ad Apicoltura on Line il materiale relativo al metodo Rolle: Le chiedo scusa se sembrerÚ impaziente, ma non si potrebbero accelerare i tempi, data l' imminenza della nuova stagione? La ringrazio. Saluti Paolo Giunipero
Data: Thu, 17 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: per la lista
Da: "Percelsi Adolfo" adolfope@
Caro Paolo, juniperus in latino vuol dire gineprino..Io ne ho due nel giardino che mi fanno anche delle belle bacche da mettere nella grappa.. Qui ti rimando una copia salvata in word normale... Devi trovare lo schema di vita dell'ape: 3 gg come uuovini, 6 come larve e 12 come ape opercolata nella tenda canadese.. Se riesci ad aprire i file in zippati ti invierÚ tutto il resto. Non ti impressionare. Dovresti costruirti un escludi verticale.. Vedi e leggi poi chiama... Ciao Rodolfo -----Messaggio originale----- Da: Giunipero Paolo Data: mercoledÏ 16 febbraio 2000 22.50 Oggetto: aol-mondoapi: R per la lista > >In riferimento a >> Tecnica biologica. Limiti, rispetto, violenza delle tecniche apistiche >> attuali. Usare i prodotti "naturali, biologici"acido ossalico o formico >> per condire l'insalata, o anche per farci semplicemente uno shampo > >di Percelsi Rodolfo > > >Buond¦, >sono un giovane apicoltore; dal messaggio ricevuto leggo che fra qualche >mese Lei invier› ad Apicoltura on Line il materiale relativo al metodo >Rolle: Le chiedo scusa se sembrerŽ impaziente, ma non si potrebbero >accelerare i tempi, data l' imminenza della nuova stagione? > >La ringrazio. >Saluti >Paolo Giunipero >
Data: Thu, 17 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: Raol-mondoapiR per la lista
Da: "Percelsi Adolfo" adolfope@
Carissimo Paolo, complimenti per la tua voglia di avere api pulite in fretta e subito.. Mi voglio rovinare.. in anteprima ti voglio inviare il materiale. Devi solo farmi sapere se riesci ad aprire degli allegati salvati in winzip. Te ne manderÚ un doppione: uno in word 95 e l'altro zippato.. Fati vivo dopo di che ti manderÚ quasi tutto ... -----Messaggio originale----- Da: Giunipero Paolo Data: mercoledÏ 16 febbraio 2000 22.50 Oggetto: aol-mondoapi: R per la lista > >In riferimento a >> Tecnica biologica. Limiti, rispetto, violenza delle tecniche apistiche >> attuali. Usare i prodotti "naturali, biologici"acido ossalico o formico >> per condire l'insalata, o anche per farci semplicemente uno shampo > >di Percelsi Rodolfo > > >Buond¦, >sono un giovane apicoltore; dal messaggio ricevuto leggo che fra qualche >mese Lei invier› ad Apicoltura on Line il materiale relativo al metodo >Rolle: Le chiedo scusa se sembrerŽ impaziente, ma non si potrebbero >accelerare i tempi, data l' imminenza della nuova stagione? > >La ringrazio. >Saluti >Paolo Giunipero
Data: Thu, 17 Feb 2000
Oggetto: R: aol-mondoapi: pulitura arnie
Da: "massimiliano" gttmaximilian
Personalmente credo che travasando le famiglie nel polistirolo si avrý sicuramente un migliore sviluppo della colonia, ma non sarebbe forse meglio travasarle in autunno? Per quanto riguarda la disinfezione delle arnie, mi chiedo: se all'interno dell'arnia si mettono sempre gli stessi favi, a cosa serve disinfettare la "cassa"? -----Messaggio Originale----- Da: Ho sentito in questo periodo un apicoltore che propone questo metodo per > pulire le arnie: > ad ogni febbraio travasa una o due famiglie in dei portasciami, recupera le > arnie vuote e le pulisce con i soliti metodi (candeggina, soda > caustica...); una volta pulite vi rimette le famiglie e, coi portasciami > vuoti, rif› lo stesso lavoro. > Nulla di ecezzionale, tranne il mese e la frequenza annule della pulizia. > Riconosco che ci sono dei > vantaggi: > 1) si chiude la famiglia sui 6 telaini del portasciami, favorendo la > coesione del nido (le api si sentono "padrone" del nido) e la ripresa > 2) si inizia la nuova stagione con arnie disinfettate > svantaggi: > 1) si rischia di aprire la famiglia forse un pŽ presto (temperature di > 10-14fC dovrebbero perŽ permettere di non danneggiare la covata) > 2) À un lavoro non indifferente se uno ha parecchie arnie > > Personalmente disinfetto le arnie ogni 2-3 anni, nel periodo che mi viene > meglio, voi che ne pensate? >
Data: Thu, 17 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: lasciamo perdere
Da: "massimiliano" gttmaximilian
Gentile signore, Pur apprezzando la sua funambolica esposizione, che per il resto non mi Ë nemmeno molto chiara, il favoloso metodo da lei descritto, io l'ho personalmente sperimentato nel corso di un'elaborazione di una tesi di laurea. La sola cosa che ricordo Ë che Ë stato un gran "casino". Senza troppo filosofeggiare, attualmente conduco trecento alveari utilizzando metodi che non sono forse a lei graditi, ma che sono consentiti dalle associazioni che certificano le aziende di apicoltura biologica. Finiamola di denigrare chi fa dell'apicoltura una professione, anche perchË poi tutti gli anni c'Ë la fila per acquistare nuclei artificiali da coloro che sono da molti additati come gli apicoltori "grezzi e incivili". Conosco allevatori di api (che possiedono qualche migliaio di arnie) con una sensibilitý nel percepire le condizioni di una colonia che molti Hobbisti se la possono sognare. Cordiali saluti, Massimiliano. P.S. Ha mai provato lo shampoo al timolo?
Data: Thu, 17 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: aol-mondoapi confermo
Da: acarnino@
Anche io ho avuto modo di conoscere il metodo di lotta biologica pubblicizzato da Percelsi, tramite la rivista Api & Flora da lui citata. E devo dire (non per denigrare il metodo o per scoraggiare nessuno) che, oggettivamente, Ë un casino [quasi quanto il periodare di Percelsi : ) ]. Il problema Ë se tutto l'impegno e l'attenzione che richiede vale i benefici che puÚ arrecare, cioË l'assenza di sostanze chimiche nelle arnie. A me non pare che un trattamento con acido ossalico sia proprio un' "imbrattamento" dell'arnia: meglio le varroe che facilitano virosi e malattie batteriche? Un'arnia non Ë un contenitore sterile! si pensi che c'Ë un ricambio di sostanze che si aggira sui 150Kg all'anno (contando polline, acqua, nettare, ossigeno...). PerciÚ 100cc di acido ossalico diluito in acqua e zucchero non saranno mica cosÏ nefasti... ciao Antonio
Data: Fri, 18 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: INFORMAZIONI SUL GIRASOLE
Da: "bixiofalorni" bixiofalorni@
Salve, sono Tullio De Felicibus, un apicoltore di Pescara che negli = ultimi tre anni ha avuto delle grosse delusioni con il raccolto di miele = di girasole. Dato che conduco un'azienda agricola e tra l'altro produco girasole, = vorrei sapere quali sono le cultivar di questa specie che hanno una = buona produzione nettarifera e, se esistono, quali sono quelle variet=E0 = assolutamente da evitare. Grazie e a presto!
Data: Fri, 18 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: Agrentina
Da: gsavore@
.- RACCOLTO DEL MIELE IN ARGENTINA Secondo dati che stiamo ricevendo da diverses parti del paese, la raccolta in Argentina è sensiblemente inferiore al quella dell'anno scorso Entre Ríos è la provincia più colpita dalla siccità . questa situaczion e si è ripetuta nelle zone della provincie di Santa Fe y Buenos Aires. Nella Provincia de Buenos Aires si è avuto presenza del Moscardon dell'ape ( cosa sara? ) Alcuni commenti stimano una riduzióne di circa 15.000 tonelate in el volúme totale della produzione QUALITA' DEL MIELE es esigenze del mercato europeo stánno obbligando gli esportatori argentini a realizarre costose análisi. Una análisisi completa del miele per la determinazióne dei residui di a fitofarmaci, fenoli , antibiotici , metalli pesanti etc. può superare i 1.000 U$S per campione
Data: Fri, 18 Feb 2000
Oggetto: R aol-mondoapi: INFORMAZIONI SUL GIRASOLE
Da: "sandro" sandro@
LO STO CERCANDO ANCH'IO, QUINDI SE IN RETE C'E' QUALCUNO CHE CI PUO' DARE QUALCHE INDICAZIONE..... GRAZIE. Alessandro Pistoia. ----- Original Message ----- From: bixiofalorni bixiofalorni Sent: Friday, February 18, 2000 1:55 AM Subject: aol-mondoapi: INFORMAZIONI SUL GIRASOLE
Data: Fri, 18 Feb 2000
Oggetto: report
Da:gsavore@
Il Dr Chris Keeling propone sul web il suo lavoro alla Simon Frazer University di Burnaby - Canada relativo alla scoperta del secondo feromone primario della regina. Questo feromone è prodotto da ghiandole poste sulla testa , non mandibolari. Il lavoro centrale nella scoperta della struttura dei feromoni della regina è la realizzazione dei Bioassay ( Biotest ) per monitorare l'attività di ogni frazione o composto . In questi biotest, una pseudo regina di vetro viene impregnata con la sostanza da testare e introdotta in un piatto di Petri ( piatto da laboratorio di forma circolare a bordi alti ) in compagnia di 15 operaie. Il numero di operaie che vanno a toccare la pseudoregina è contato a intervalli di 30 secondi per 5 minuti. La somma dei contatti dà l'esito della prova, che viene replicata dieci volte per ogni composto. Questo tipo di biotest monitora la capacità dell'elemento in studio di sviluppare una reazione di risposta nelle api. Per evitare le complicazioni possibilmente derivanti dal QMP si è pensato di utilizzare api appartenenti a famiglie scarsamente rispondenti al feromone mandibolare, precedentemente selezionate ( Pankiw 94 ) I biotest vengono parallelamente effettuati anche per l'estratto originale ottenuto "lavando " la testa della regina allo scopo di comparare l'attività. Quando si effettua la separazione o partizione dell'estratto originale è anche necessario effettuare biotest sulla frazione ricombinata , allo scopo di verificare che nessun tipo di attività sia stato perso nel frazionamento. E' anche possibile che il feromone sia costituito da più di un composto che diventano sinergicamente efficaci. In questo caso si avrà che col metodo della separazione i singoli componenti risulteranno inattivi, mentre la ricombinazione mostrerà buona risposta. Questo è tipico anche del QMP. Parallelamente, la partizione dell'estratto originale permette di ottenere importanti informazioni sulla polarità del feromone e sui gruppi chimici di appartenenza. Perchè la composizione del secondo feromone della regina possa essere ritenuta esatta è necessario che il feromone sintetizzato produca lo stesso effetto della regina o del suo estratto sia nelle famiglie che nei biotest .
Data: Fri, 18 Feb 2000
R: aol-mondoapi: lasciamo perdere
Da: "Percelsi Adolfo" adolfope
SI INVITANO GLI ADERENTI ALLA LISTA A MANTENERE NEL CONTRADDITTORIO UN TONO RISPETTOSO DELLE IDEE E DELLE PERSONE ALTRUI. ANCHE QUANDO QUANTO ESPOSTO NON CORRISPONDE ALLE PROPRIE IDEE. EVENTUALI ESAGERAZIONI ( già pervenute ) NON SONO MESSE IN LINEA
Sono un piromane felice riuscito a attizzare bene questa email che stentava un po' a accendersi... In sintesi. Ilmetodo Naturale Rolle, per me , va riservato esclusivamente a chi ha poche arnie. Siamo d'accordo? Il sottoscritto non ha mai parlato male deigrossi apicoltori. Il dott. Massimiliano non deve far finta di ignorare parecchie mie prorposizioni al riguardo. Mi piacerebbe poi sapere quuale era il titolo dellla sua tesi. Se trattava specificamewnte del Metodo Rolle potrei suggerirgli di mandarla direttamente all'Universitý di Entomologia al prof. Marletto di Grugliasco, da anni molto interessato all'argomento. Oppure semplicemente durante la elaborazione di una sua tesi, magari sugli ortotteri, ha voluto sperimantare anche questo "casino" di Metodo, fonte di pesante denigrazione" per chi di certo come lui ha grande sensibilitý nel percepire le condizioni di una colonia che molti hobbisti se la sognano" per cui con molta tenerezza, indossando gli occhiali da motociclista, irrora sempre lentamente col dolore nel cuore prodotti naturali con l'acido formico o altro Chi Ë forzatamente obligato a fare quersto lo attui con serenitý ma non metta patenti o firme di lusso biologiche alla tuta integrale che indossa per l'occasione.... Una confidenza psicanalitica. Queste reazioni ( Antonio et alii..) mi hanno ulteriormente convinto di una cosa. Anche al picolo " tossicopidentente "il fatto di che altri possano provarlo delle sue facili comode pasticche o anche solo denigrargliele procura sempre autentiche crisi isteriche epilettiche. lo sospingono ad infierire sull'avversario per il suo stesso modo grammaticale di scrivere, anche sul suo, supponiamo, antiestetico modo di deambulazione di tenere la spalla destra pi˜ alta di quellla sinistra. Praticamente mi sono riconfermato di non dover mandare a nessuno della lista il material didattico o anche parte di esso. Il metodo Rolle per chi lo vuole andrý letto tutto assieme. No tocca a me diffonderlo. Se l a Rivista Api e Flora votrrý farne un libretto complessivo ne sarÚ lieto ma ora non me ne preoccupo pi˜ di tanto. Mi interessa solo praticarlo. Un saluto nonostante tutto alle api di Massimiliano ed Antonio sperando arrivi prresto anche sul nostro mercato un prodotto giý sotto esperimento all'estero che non dannneggia le api ma stressa solo le varroe facendole cadere.. Questo ci risparmierý fatica e qualche discussione in pi˜. Un saluto .. naturalmente biologio. Percelsi Rodolfo
SI PRECISA : SE IL PRODOTTO A CUI IL SIG PERCELSI FA RIFERIMENTO " sperando arrivi prresto anche sul nostro mercato un prodotto giý sotto esperimento all'estero che non dannneggia le api ma stressa solo le varroe facendole cadere." è il cairomone che prenderà il nome di " PheroVar " , LA RICERCA NON E' ESTERA, MA ITALIANA
-----Messaggio originale----- Da: massimiliano gttmaximilian Data: giovedÏ 17 febbraio 2000 11.42 Oggetto: aol-mondoapi: lasciamo perdere >Gentile signore, >Pur apprezzando la sua funambolica esposizione, che per il resto non mi À >nemmeno molto chiara, >il favoloso metodo da lei descritto, io l'ho personalmente sperimentato nel >corso di un'elaborazione di una tesi di laurea. >La sola cosa che ricordo À che À stato un gran "casino". >Senza troppo filosofeggiare, attualmente conduco trecento alveari >utilizzando metodi che non sono forse a lei graditi, ma che sono consentiti >dalle associazioni che certificano le aziende di apicoltura biologica. >Finiamola di denigrare chi fa dell'apicoltura una professione, anche perchÀ >poi tutti gli anni c'À la fila per acquistare nuclei artificiali da coloro >che sono da molti additati come gli apicoltori "grezzi e incivili". >Conosco allevatori di api (che possiedono qualche migliaio di arnie) con una >sensibilit› nel percepire le condizioni di una colonia che molti Hobbisti se >la possono sognare. > > >Cordiali saluti, Massimiliano. >P.S. Ha mai provato lo shampoo al timolo? >
Data: Mon, 21 Feb 2000
Oggetto: Re: aol-mondoapi: Agrentina
Da: "paosarto" paosarto@
Ciao a tutti. Mi chiamo Paolo Sartorelli. Fino a qualche anno fa mi sono occupato intensamente di apicoltura, sia come allevatore (anche attivo nell'associazionismo di settore), sia come esperto di apicoltura per conto della FAO (Food & Agriculture Organisation of the United Nations). *Moscardon* e' il nome comune in Spagnolo di un dittero predatore delle api presente (che io sappia - ma attenzione, non sono esperto sul tema) nelle regioni temperate del Sud-America. Agisce in maniera simile ad alcuni vespidi in Europa, in particolare ai calabroni... Ma su scala molto maggiore e con effetti molto piu' nefasti. Velocissimo, il moscardon attacca e cattura le api in volo. Poche decine di "moscardon" attorno ad un apiario possono far fuori diverse migliaia di bottinatrici ogni giorno (per non parlare di fuchi e regine vergini in volo di fecondazione). Nel giro di qualche giorno l'attivita' di volo dell'apiario e' paralizzata... Addio al raccolto per l'apicoltore e situazione di forte stress degli alveari con effetti negativi sull'ovideposizione, la regolazione della temperatura nei favi di covata... eccetera. Quando ho lavorato in Argentina nell'ambito di un progetto FAO [supporto agli apicoltori nel controllo della varroatosi (1995-97)] , nei seminari di formazione sono intervenuti con frequenza crescente allevatori preoccupati molto piu' della diffusione del (e dei danni arrecati dal) Moscardon... che della pericolosita' dell'acaro varroa. Buon nettare a tutti Paolo S. PS: Ho fatto una breve ricerca su Internet ma non sono riuscito a trovare il nome scientifico e altre notizie sul Moscardon piu' precise e articolate di quelle su riportate. Se qualcuno di voi ha piu' tempo (e fortuna) di me, potrebbe farlo sapere a tutti gli iscritti alla lista. In particolare a me interesserebbe conoscer il nome in Inglese del famigerato dittero.
BENTROVATO AD UNA FIGURA CHE NELL'APICOLTURA ITALIANA E'ANCORA MITICA GS
> .- RACCOLTO DEL MIELE IN ARGENTINA > Secondo dati che stiamo ricevendo da diverses parti del paese, la > raccolta in Argentina Ë sensiblemente inferiore al quella dell'anno > scorso > > > Entre RÌos Ë la provincia pi˜ colpita dalla siccitý . questa situaczion e > si Ë ripetuta nelle zone della provincie di Santa Fe y Buenos Aires. > Nella Provincia de Buenos Aires si Ë avuto presenza del Moscardon > dell'ape ( cosa sara? ) > > Alcuni commenti stimano una riduziÛne di circa 15.000 > tonelate in el vol™me totale della produzione > > > QUALITA' DEL MIELE > > es esigenze del mercato europeo st·nno obbligando gli esportatori > argentini a realizarre costose an·lisi. Una an·lisisi completa del miele > per la determinaziÛne dei residui di a fitofarmaci, fenoli , antibiotici , > metalli pesanti etc. puÚ superare i 1.000 U$S per campione > >
Data: Mon, 21 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: ReAgrentina
Da: "ricchluc" ricchluc@
Ciao, mi chiamo Luciano Ricchiuti e sono un veterinario/apicoltore che si occupa tra le altre cose di assistenza tecnico- sanitaria agli apicoltori della sua provincia, Isernia. Mi hanno interessato le vicende del MoscardÚn (alleluja, almeno questo flagello lo abbiamo scampato!) e ho fatto una piccola ricerca sulla rete in proposito. Il MoscardÚn cazador de abejas ( moscone cacciatore di api ) Ë un dittero della famiglia delle Asilidae, il suo nome scientifico Ë Mallophora ruficauda. Esso cattura le api al volo, le deposita su di una foglia o su di un ramo e poi, infilandogli il proprio stiletto buccale nell'addome, ne sugge l'emolinfa fino a determinarne la completa disidratazione. Nelle stagioni che climaticamente ne favoriscono lo sviluppo arriva a causare gravissimi danni all'apicoltura. Se qualcuno che mastica un pÚ di spagnolo volesse conoscere qualche particolare in pi˜ di questo bel' soggetto e vederne anche un paio di foto puÚ andare al seguente indirizzo:http://www.inta.gov.ar/apinet/moscard.htm Che Dio scampi le nostre beneamate!
Data: Tue, 22 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: RE:moscardon
Da: acarnino@
Posso aggiungere il nome inglese del moscardon: Bumble Bee Robber Fly (che letteralmente si traduce con Bombo ruba-api).
Data: Thu, 24 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: report
Da: gsavore@
[Image] TEKTRAN ---------------------------------------------------------------------------- A SCIENTIFIC NOTE ON THE COMPOSITION AND FORMATION OF NODULES IN EUROPEAN HONEY BEES, APIS MELLIFERA, INFESTED WITH VARROA JACOBSONI Author(s): GILLIAM MARTHA A ERICKSON JR ERIC H COHEN ALLEN C LAWRENCE A. M Interpretive Summary: A unique immunological response of an insect was discovered in honey bees infested with the mite, Varroa jacobsoni. Nodules resulted from the mites feeding on the blood of bees. They were white, consisted primarily of tyrosine crystals, required alcohol for visualization, contained virus-like particles, and were usually attached to the digestive tract of the infested bee. Unlike nodules reported in other insects, these did not contain blood cells nor did they darken due to the formation of melanin pigments derived from tyrosine. Thus, the nodules appeared to be an effective but truncated immunological response to varroa and/or to the virus vectored or activated by the mite. This system would benefit both the host and the parasite since the bees survived and thus were able to provide transport and a food source for the mite. Keywords: crop pollination pollinators honey bee foraging behavior non apis species computer models pesticides parasitic mites Contact: USDA, ARS, HONEY BEE RESE 2000 EAST ALLEN ROAD TUCSON AZ 85719 FAX: (520)670-6493 Email: medley@tucson.ars.ag.gov Approved Date: 1999-04-07
Data: Fri, 25 Feb 2000
Oggetto: aol-mondoapi: Informazioni
Da: "Siligardi Fabio" urby-urbano@
sto' facendo la tesina di maturita' sull'apicoltura e volevo chiedere = se qualcuno pu=F2 inviarmi del materiale utile sulle patologie, = alimentazione, allevamento api regine e produzione pappa reale.=20 vi ringrazio anticipatamente. Fabio Siligardi