Divieto di uso di neonicotinoidi fino al 31 dicembre
Torino - 27 Giugno 2011, ore 13:43
BENE LA TREGUA DAI PESTICIDI KILLER, MA NON BASTA: GLI APICOLTORI ITALIANI CHIEDONO LO STOP DEFINITIVO DEI NEONECOTINOIDI. IN TRE ANNI DI SOSPENSIONE LE API STANNO DI NUOVO BENE E NON SI SONO VERIFICATI FENOMENI SIGNIFICATIVI DI PARASSITOSI DEL MAIS
Le api italiane possono tirare un altro piccolo sospiro di sollievo, almeno fino al 31 dicembre: è stato infatti prorogato fino alla fine di quest’anno il divieto di uso di neonicotinoidi, sostanze killer utilizzate in agricoltura, che negli anni scorsi avevano causato una moria senza precedenti di api, mettendo in ginocchio il comparto apistico nazionale. Gli apicoltori italiani, attraverso le tre più importanti associazioni nazionali (Unaapi, Fai e Conapi), esprimono soddisfazione e ringraziano per la decisione presa nei giorni scorsi dalla Commissione Consultiva Fitofarmaci del Ministero della Salute, ma chiedono con forza una risoluzione chiara e definitiva, che vieti per sempre l’impiego dei neonicotinoidi per la concia delle sementi del mais, visto l’ormai conclamato effetto negativo sulla salute delle api. “Siamo molto soddisfatti per questa ennesima proroga, con ulteriore conferma della fondatezza delle nostre denunce - afferma Francesco Panella, presidente di Unaapi - ma riteniamo che adesso sia giunto il momento per il ritiro definitivo dell’autorizzazione d’uso dei concianti del mais. Dopo il netto e incontestabile miglioramento nelle ultime tre stagioni (2009, 2010 e 2011) dello stato di salute e di buona produttività degli allevamenti apistici in seguito alla sospensione di queste sostanze, ci sono ormai le evidenze scientifiche per un loro ritiro definitivo”. Confermate peraltro dai nuovi spopolamenti avvenuti proprio questa primavera in Slovenia, per cui anche il paese vicino ha decretato lo stop definitivo alle molecole killer d’api.
In una lettera congiunta indirizzata a Saverio Romano, Ministro dell’Agricoltura, a Ferruccio Fazio, Ministro della Salute, e a Stefania Prestigiacomo, Ministro dell’Ambiente, le associazioni degli apicoltori ricordano, tra l’altro, come vi sia stata una scarsa significatività e incidenza dei parassiti e delle patologie del mais (diabrotica, elateridi e virus) nelle tre stagioni produttive contrassegnate in Italia dal divieto d’uso dei concianti sistemici; al contrario, si è avuta una riconferma, vasta e di campo, dell’efficacia della rotazione e delle buone pratiche agronomiche coerenti con l’approccio di lotta integrata alle patologie e parassitosi del mais.
Focus - La moria delle api dovuta al contatto con i pesticidi nell esementi di mais.
La moria delle api, osservata negli ultimi anni in percentuali comprese tra il 40 e il 60% della popolazione, sarebbe dovuta al contatto con insetticidi presenti nelle sementi, in particolare del mais. Lo afferma uno studio dell’Università di Padova nel progetto “Apenet”, pubblicato nellultimo “Journal of Environmental Monitoring”. A studiare il fenomeno un gruppo di esperti coordinati dai professori Vincenzo Girolami, del Dipartimento di Agronomia ambientale e produzioni vegetali, e Andrea Tapparo, del Dipartimento di Scienze chimiche dell’ateneo patavino. Essi hanno accertato che a far ammalare le api sono sì gli insetticidi, ma non quando l'insetto si posa sul fiore - come si poteva supporre - bensì quando in volo entra in contato diretto con le sementi e gli insetticidi lanciati contemporaneamente dalle macchine seminatrici. Per gli esperti, il fenomeno si verifica perché le api per raccogliere nettare e polline di tarassaco, colza, pruni, ciliegi devono spesso attraversare campi destinati a mais, con viaggi continui e costanti che inevitabilmente le espongono al contatto con le macchine che spruzzano l’insetticida che per loro è fatale. Nelle api trovate morte vicino ad una seminatrice, dopo un solo dopo un volo, sono state concentrazioni tra i 50 e 1.000 nanogrammi (miliardesima parte di un grammo) di insetticida usato in agricoltura.
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