Lazise del Garda, 3 Ottobre 1999
Rapporto agricoltura-apicoltura-ambiente:
Coinvolgimento del Centro Regionale per l'apicoltura
Scopo di questo intervento è quello di presentare un'ipotesi di protocollo di lavoro sul
monitoraggio ambientale che tenga conto delle specifiche esigenze dell'apicoltura e delle
potenzialità del CRA, con il preciso scopo di proteggere il patrimonio apistico regionale e
valorizzare le produzioni, cercando di promuovere una maggiore integrazione con il settore
agricolo regionale.
L'agrosistema è ormai un ecosistema caratterizzato da un numero limitato di specie, e
l'instaurarsi di estese monocolture ha favorito la proliferazione degli organismi dannosi,
incentivando un impiego crescente di pesticidi. Le api hanno dimostrato un'elevata sensibilità nei confronti dei pesticidi, così che vengono considerate ottimo bioindicatore.
A livello normativo, negli ultimi anni si è registrata una crescente attenzione nei confronti di
questo insetto, come dimostrato da precise disposizioni che impongono l'esecuzione di studi di
tossicità sull'ape per la domanda di registrazione dei nuovi principi attivi utilizzati come presidi
sanitari, (Direttiva 91/414/CEE), o dal più noto articolo 4 della L.R. 23/94 per l'apicoltura, che
disciplina l'uso dei pesticidi in agricoltura.
Nel Veneto circa il 49% del territorio è rappresentato da coltivazioni agrarie, per cui risulta di
notevole importanza effettuare un monitoraggio e raccogliere dati afferenti diversi aspetti, quali
in particolare:
* Tutela del territorio:
* monitoraggio di zone caratterizzate da una forte urbanizzazione o una forte
concentrazione industriale;
* tutela dei parchi naturalistici regionali.
* Tutela del consumatore:
* monitoraggio dei residui di contaminanti ambientali, quali metalli pesanti (piombo,
cadmio, etc) o composti organoclorurati (DDT, PCB).
* Tutela dell'Apicoltura veneta:
* comprensione dei casi di mortalità che si registrano annualmente nei mesi primaverili,
* qualificazione di alcune zone di produzione, con particolare riferimento al miele
biologico.
* Sensibilizzazione del settore agricolo.
Le api, nella loro attività di bottinamento, ispezionano una vasta area (circa 7 Km2 attorno
all'alveare) venendo a contatto con suolo, vegetazione, aria e acqua. Inoltre il corpo, rivestito di
peli, è particolarmente adatto per trattenere i materiali e le sostanze con cui viene a contatto.
Tuttavia l'attività di bottinamento non viene svolta in inverno, per cui non si può avere un
monitoraggio continuo nel tempo, e le api bottinatrici possono non ritornare all'alveare, o per
mortalità naturale o perché il fitofarmaco utilizzato fa morire questi insetti in campo.
Obiettivo del Centro Regionale per lApicoltura (CRA) è fornire un servizio di monitoraggio
il più omogeneo possibile, considerando l'intero territorio della Regione. Sulla base dei protocolli
classici, sarebbero necessarie 2142 stazioni (4284 alveari, pari al 12 % del patrimonio apistico
regionale) nel caso si ipotizzasse un monitoraggio a stretto raggio; mentre il numero delle stazioni
si ridurrebbe a 226 nel caso di un monitoraggio a largo raggio, cifra comunque al di sopra delle
potenzialità operative del CRA. Organizzare un piano di monitoraggio è un'operazione
complessa e necessita il coinvolgimento di diverse entità, ognuna con competenze specifiche. In
primo luogo è fondamentale l'apporta delle associazioni degli apicoltori per il supporto tecnico
alla stazione di monitoraggio; sarebbe di notevole importanza poi la partecipazione degli
Assessorati all'ambiente di Comuni/Province/Regione; al CRA spetterebbe l'attività tecnica
(raccogliere i dati, effettuare le analisi sui campioni prelevati) e organizzativa (collegamento con i
consulenti scientifici per l'elaborazione, l'interpretazione e la divulgazione dei dati).
Dr. Roberto Piro Dirigente Centro Regionale per l'Apicoltura--
Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
Gli Atti Lazise 1999 possono essere richiesti a Veneto Agricoltura-Via Roma 34, 35020 Legnaro(PD)-Fax 049.8293754