Data: mercoledì 16 maggio 2001 23.16
A: aol-mondoapi@it.egroups.com
Da Alessandro.
Raccolta sciame. Come e fin quanto tempo si può utilmente riportare all'apiario base le api lasciate "forzatamente" sul posto della sciamatura?
Caro Alessandro....
Sono certo che concordi pacificamente con me che tutti noi della list siamo qui per aiutarci, anche se osiamo aggiungere specificazioni a ciò che altri hanno suggerito, anticipato.( Da una persona sola, tra l'altro, non si può pretendere esponga tutto lo scibile enciclopedico apistico e ciò anche semplicemente per motivi di tempo e costo economico telefonico..).
Sommario di quello a cui accennerò
Pericolosità dei favi con miele offerti alle api sciamate ...Con madornali sciami non basterà " allunare" attorno al ramo su cui stanno abbarbicati un solo favo da nido... Necessità di tempi con altimetrie diverse prima di " scuotere" le api nell'arnia sottostante... Api che ventilano esibendo loro vibranti glutei stile ballerine di Cancan, segno della presenza di regina nell'arnia... L'apicoltore ombrellaio, lancillotto pratico, empirico.... I fogli cerei da soli rendono già accattivante la nuova arnia ricevente? Prendere l'abitudine ecologica di far costruire alle api tutti i loro favi ( o almeno alcuni) tramite un telaio, senza foglio cereo; telaio diviso a metà da una barretta lignea piazzata equatorialmente per ancorare meglio la cera?
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Eccomi al dunque.
-Mettendo un telaino vuoto già costruito (ma non disdegnano favi con miele) sopra lo sciame, le api vi salgono lentamente sopra.
Esatto. Parlare, però, di favo con miele come esca per lo sciame, come hai fatto tu, ritengo sia suggerimento pericoloso... Un favo con miele resterà sull'albero o qualsiasi altro posizionamento, quanto meno alcune ore; sarà esposto a tutte le altre api ( vespe, calabroni..) del circondario ...
Ergo.. il miele dovrebbe essere lasciato solo all'interno di arnie forti che lo presidino a dovere .
Per essere sicuri di avere recuperato la regina sarebbe necessario eseguire + volte l'operazione del telaio vuoto già costruito....
OK, Alex. Mi offri l'opportuna occasione per precisare che accanto al primo favo senza miele issato vicinissimo allo sciame, si deve senz'altro, far dondolare accanto al primo, anche un secondo o terzo favo.. favi che colonizzati dalle api presenti andranno fatti calare verso l'arnia sottostante, piazzata possibilmente in perpendicolare alla risultante dello sciame stesso....Favi fatti atterrare in varie altimetrie e con tappe temporali diverse..
Non si può, cioè, adagiare subito un favo nell'arnia d'accoglienza anche fossimo certi che questo ospita la regina,.. Moltissime api resterebbero ancora su, in alto ( cinque-sei metri o più d'altezza?...) progettando tutto ed il contrario di tutto. Non è certo possano capire "olfattivamente" ferormonalmente che la regina è già al "pianterreno" sul prato .
I tre favi senza miele, cioè, andranno calati verso il basso solo di un metro e mezzo per volta.. Dieci minuti di sosta (?) Dipende da come reagiscono le api in questione.. Si potrà accelerare le operazioni disturbando con una "pertica in maniera soft-dolce " le api che insistano nel restare sulla precedente corteccia odorosa di famiglia sui "rami superiori " Basterà costringerle al volo...Sarà più facile poi per loro così planare sui favi "in discesa" su un cordino o sulla pertica"
-...fino a che non si notino davanti alla porticina le ventilatrici orientate con la testa verso l'interno della cassa.
Questa osservazione circa le api con glutei al vento stile ballerine di Cancan è degna di un autentico capo indiano Sioux addetto all'osservazione meticolosa di ogni segno utilmente indicatore sul territorio....
-Se la forma e la posizione dello sciame non consentono un efficace scuotimento, in quanto si rischierebbe di far cadere fuori la regina, io ho provato con buoni risultati a far precipitare lo sciame su un ombrello rovesciato (meglio se di colore chiaro). Messo poi l'ombrello davanti alla porticina la regina entra in parata dentro la cassetta.
Convalido questo simpatico buffo tipo di sperimentazione.. Oltre alla pertica issata vicino allo sciame o al lancio di un cordino appeso ad un sasso -o martello e fatto arrivare nei pressi dello stesso, cassettina di servizio capovolta che diventa accogliente grotta per loro. Ricorro anch'io sovente ad un ombrellone da spiaggia color chiaro, o meglio addirittura un ombrellone " stile vecchio carrettiere", così' largo da proteggere oltre che il padrone anche metà del cavallo stesso. ( Lo stesso ombrellone diventa mio aiuto antipioggia quando per temporali improvvisi devo portare a termine le operazioni )
-Quando l'arnia ricevente è lontana dal posto scelto dallo sciame, mi torna utile "chiudere" addirittura l'ombrellone per evitare possibili fughe regali durante il tragitto.. Procedo buffamente con questo "giavellotto" in pugno pensando di partecipare ad un torno con cavalieri antichi
Riapro- come fai pure tu- il tutto davanti all'arnia prescelta . Nell'ombrellone, la superficie di camminamento riservata alle api è così vasta-estesa che quasi sempre riesco ad intravedere anche la regina che sospingo con un dito o altro, verso l'ingresso della nuova casa se constatassi che lei tenta di prendere direzioni opposte ...
En passsant: circa la distanza dello sciame dall'apiario base
Se costretti al lasciare più di tre giorni o anche meno lo sciame inarniato sul posto di atterraggio, per non perdere molte api quando si decide di riportarlo alla batteria stanziale, per i disperati-per quelli sempre di corsa per mancanza di tempo, è possibile ricorrere anche a questi metodi :
A) Trasferire l'arnia nella cascina della nonna o della zia, lontane da noi almeno tre chilometri e lasciarla là per circa tre giorni.. Riportarla poi definitivamente dove ci pare e piace..
B) Alla sera riportare all'apiario base l'arnia recettiva dello sciame ma lasciarvela chiusa per tre giorni..
C) oppure ma con più rischi, spostare alla sera l'arnia in questione al posto definitivo, facendo trovare alle api all'uscita dell'indomani un ingresso decisamente diverso da quello dei primi tre giorni di inarniamento.. Lasciare, per esempio, sul davanti dell'arnia sistemata tanta erba, il più alta possibile o issare sulla parete anteriore casetta delle assi verticalizzate con passaggi viari vari...Le api uscendo si sentiranno in dovere di ripassare prima i segni utili ai nuovi rientri
La cassetta dovrà essere resa invitante da favi già costruiti con un poco di miele e/o di covata (secondo me meglio se disopercolate.)
Circa l'utilità, insostituibile di un favo con covata disopercolata per far rimanere lo sciame recuperato, nella nuova arnia, anche senza regina vedi pure un parere positivo in : http://www.apicolturaonline.it/sciame.htm
Penso Alex, si possa pure ritenere ugualmente una cassetta invitante, pur se guarnita soltanto da fogli cerei.
I fogli cerei non sono nient'altro che loro miele sudato.. Le api-le ceraiole, hanno bisogno di poter costruire, di mettere in funzione le loro ghiandoline ceripare...( lat.: pario= generare;...partoriente ...)
Alle mie api- al riguardo- riservo autentiche libidini- enormi soddisfazioni. Faccio costruire favi interi dal nulla. Offro loro soltanto il telaio ligneo da nido attraversato soltanto da un listello messo equatorialmente perché possano inchiavardare il tutto per quando dovrò smielare quei favi ...Questa operazione desidero consigliarla soprattutto ai giovani apicoltori.. Invierò presto foto documentazione al riguardo. Tra le indicazioni valide avulse da ogni contestazione del "biologico" legalizzato ritengo che il rinnovo cereo dei favi sia una delle 'più sagge obbligatorietà amministrative a cui un apicoltore, qualsiasi apicoltore debba volentieri sottostare...
Il sistema dell'ombrello è + invasivo del precedente ed alza in volo un gran numero di api che poi non è detto che ritornino esattamente al posto di partenza. Cmq io l'ho provato un paio di volte ed ha sempre funzionato.
Quanto alle api recuperate... Per poche migliaia di operaie non avrei rischiato di portarmi in casa varroa, peste ecc..
Ciao. Alessandro
Ancora una volta pure d'accordissimo. Hipp Hipp.
A presto qualche altro sempre utile gradito confronto con la tua saggezza apistica e non.
Adolfo Percelsi