I report di Gianni Savorelli
Ottobre 2010


2009 Elsevier B.V.
Secreted and immunogenic proteins produced by the honeybee bacterial pathogen, Paenibacillus larvae
Karina Antúneza, Matilde Anidoa, Jay D. Evansb and Pablo Zuninoa
Abstract
La ricerca scientifica sta producendo sempre maggiori conoscenze e spiegazioni sui fattori di resistenza al Paenibacillus larvae,l’agente causale della peste americana ( si può ricordare relativamente a questo il concetto di immunità sociale e cioè la capacità posseduta dal miele di svolgere azione antibatterica attraverso tre principali sostanze in esso contenute -ndr- con la conseguenza che maggiori soo le capacità antibatteriche del miele ,maggiore è il carico di spore sopportato in esso senza manifestazione di sintomi della patologia.Si può anche ricordare l’azione di resistenza costituita dalla presenza di batteri simbionti nello stomaco delle larve ) Per contro ,si conosce ancora poco relativamente ai fattori di virulenza secreti dal Paenibacillus larvae durante l’infezione larvale. Lo scopo del lavoro qui presentato è stato tentare un primo approccio per la identificazione e caratterizzazione del secretoma di P. larvae. Per secretoma si intende l’insieme delle sostanze prodotte dal vbatterio durante la sua fase di replicazione.
Le proteine secrete dal P. larvae sono state analizzate a mezzo tecnica SDS-PAGE e identificate a mezzo tecnica MALDI-TOF. La tossicità di queste proteine è stata valutata usando un modello sperimentale basato sulla nutrizione di larve di ape con dette proteine . La immunogenicità è stata studiata usando la tecnica Western blot.
Dieci differenti proteine sono state identificate dal secreto di P. larvae .
Le proteine secrete risultano altamente tossiche e producono reazione immunitaria quando le larve di ape sono esposte ad esse in un modello sperimentale .



Apidologie 12 May 2010
Nosema ceranae en Europe : émergence d’une nosémose de type C
Mariano Higes, Raquel Martín-Hernández and Aranzazu Meana
Abstract
Questo lavoro presenta rilevanti dati su quella che è stata definita la patologia apistica del 21° secolo causata dal Nosema ceranae. In pochi anni ,dopo essere stato identificato in Spagna nel 2005, il resto delle nazioni europee che hanno capacità scientifiche di differenziare Nosema apis da N. ceranae hanno conclamato la sua presenza . E’ da sottolineare l’assenza di sintomi clinici nelle famiglie infette e il lungo periodo di incubazione del patogeno. N. ceranae presenta una differente epidemiologia e rispetto a N. apis. La patologia causata da N. ceranae è ora stata chiamata nosemiasi tipo C (COLOSS workshop, 2009) ed è caratterizzata dal rinvenimento del patogeno nel corso di tutto l’anno.La continua mortalità delle api altamente infette, la maggioranza delle quali bottinatrici , ha un chiaro effetto sulla quantità di popolazione delle famiglie e sulla loro produttività .
A corredo del lavoro sopra descritto si può ricordare ( ndt ) che la riproduzione del patogeno sembra essere molto più consistente in determinati areali . Nelle situazioni a clima relativamente caldo l’effetto del cerane sembra essere molto superiore a quello nei paesi freddi .In altre parole i problemi causati dalpatogeno sembrano essere molto più consistenti in Spagna, rispetto alla Svezia ( due dei paesi in cui la patologia è stata maggiormente studiata.
Fattori che sembrano essere potenzialmente in grado di avere effetto sulla capacità di replicazione del patogeno nello stomaco delle api adulte ( gioverà ricordare che nessuno dei due tipi di nosema si sviluppa nella covata, ovvero sulle larve ) sembrano essere collegati a nettare e polline.
Alcuni tipi di nettare sembrano contenere in piccole quantità particolari sostanze ( ad esempio alcaloidi ) in grado di interferire in maniera non ancora nota sulla replicazione del patogeno. Anche qualità e quantità di polline disponibile alle famiglie possono avere una valenza di resistenza alpatogeno sia come più alta capacità di sostituzione delle api morte a causa sua che come maggiore capacità immunitaria delle api colpite .
Da ultimo , è ipotizzato un ruolo dei batteri simbionti spesso presenti nello stomaco delle api ,anche come elemento di contenimento della diffusione del nosema .



Journal of Insect Physiology online 31 March 2010
Differential gene expression of the honey bees Apis mellifera and A. cerana induced by Varroa destructor infection
Yi Zhanga, Xuejiao Liuc, Wenqing Zhanga and Richou Hanb
Abstract
Differenze nella tollerabilità alla varroa fra Apis mellifera e Apis cerana sono riportate in letteratura .Lo studio ha pertanto voluto investigare se esistono e quali sono le differenze di espressione genica che avvengono nell’ape a seguito del condizionamento dovuto alla presenza del parassita . Gli autori hanno perciò realizzato come primo passo due archivi di dati (SSH) per verificare i meccanismi molecolari collegabili alla presenza di Varroa.
L’espressione genica nelle due specie di api risulta condizionata in maniera molto diversa a seguito della presenza di varroa . Solo due geni risultano comuni hex110 gene,che però risulta espresso in misura maggiore al normale in apis cerana e inferiore al normale in apis mellifera e Npy-r gene, che risulta sotto espresso in ambo le specie.



Journal of Apicultural Research
Suppression of growth rate of colony-associated fungi by high fructose corn syrup feeding supplement, formic acid, and oxalic acid.
Jay A. Yoder, Brady S. Christensen, Travis J. Croxall, Justin L. Tank, Diana Sammataro.
Abstract
Funghi normalmente associati all’alveare ,( Absidia sp., Ascosphaera apis, Aspergillus flavus, Fusarium sp., Penicillium glabrum, Mucor sp., mostrano una riduzione del 40% della crescita radiale in piatto di Petri in presenza di acido formico . 28% di riduzione con acido ossalico e 15% di riduzione con fruttosio .
Le sostanze testate non hanno invece effetto su altri funghi dell’alveare ( Alternaria sp., Aspergillus niger, Cladosporium cladosporioides, Rhizopus sp. and Trichoderma sp.,) ad eccezione della prova a 0.1M di formico e ossalico.



Biomedical and Life Sciences online: 21 January 2010
Amino acid content and nectar choice by forager honeybees (Apis mellifera L.)
Michele Bertazzini , Piotr Medrzycki , Laura Bortolotti , Lara Maistrello and Giuseppe Forlani
Abstract
Test di scelta duale sono stati realizzati per determinare le prefernze delle api per specifici aminoacidi.Nettari artificiali contenenti prolina sono stati preferiti costantemente a quelli contenenti solo zuccheri. Nettari contenenti alanina risultano graditi solo il primo giorno ma non successivamente .Al contrario serina è risultata decisamente sgradita .Questo tipo di studi , anche se è solo all’inizio , è molto importante perchè particolari sostanze presenti nel nettare possono avere effetti sul contenimento della diffusione dei patogeni ovvero sulla loro replicazione .



Proceedings of American Bee research conference 2010
STATEWIDE SURVEY OF NOSEMA IN VIRGINIA HONEY BEE COLONIES
Traver, B.E. & R. Fell
Abstract
Gli apicoltori della Virginia hanno lamentato perdite del 30% negli ultimi cinque anni .La recente scoperta del Nosema ceranae negli U.S.A. ha creato crescente preoccupazione.
ceranae è ritenuto più patogenico del cugino apis ed è stato correlato al colony collapse disorder in Spagna (Higes et al., 2008 Environ. Micro 10:2659-2669; Higes et al., 2009 Environ. Micro Reports 1:110-113). Si è perciò voluto valutare sulle api della Virginia la possibile incidenza di N. apis and N. ceranae. Sono stati raccolti campioni di api da 305 colonie che sono stati analizzati per la presenza di spore sia con tecniche ottiche( emocitometro ) che molecolari . I risultati con emocitometro indicano che il 37.5% degli alveari in Virginia sono infetti da Nosema .le analisi molecolari -PCR- indicano che N. ceranae è la specie dominante. N. apis è osservato solo nel 3.6% degli alveari infetti sempre presente come co-infezione con N. ceranae. I dati indicano anche che la tradizionale diagnosi basata sul conteggio delle spore da solo non consente una accurata diagnosi sul livello di infezione delle fammiglie.E’ stato stimato che il 55% delle famiglie considerate negative al conteggio delle spore risultano infette se analizzate c on tecnica real-time PCR. Il livello attuale di infezione in Virginia, basandosi su diagnosi molecolare risulta del 72%.
Degli alveari analizzati l’ 11% è classificato come “ pesante infezione “ Il 16% come moderata infezione e il 73% come bassa infezione .


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