Data:
Fri, 31 Oct 2003
J Appl Microbiol.
2003;94(5):816-25.
Study of temperature-growth
interactions of
entomopathogenic fungi with
potential for control of
Varroa destructor (Acari:
Mesostigmata) using a
nonlinear model of
poikilotherm development.
Davidson G, Phelps K,
Sunderland KD, Pell JK, Ball
BV, Shaw KE, Chandler D.
Horticulture Research
International, Wellesbourne,
Warwick, UK.
gillian.prince@hri.ac.uk
Scopo : investigare la
biologia termica dei funghi
entomopatogeni potenzialmente utilizzabili contro
Varroa destructor.
Metodi e risultati: la proliferazione dei funghi è stata valutata a 3
temperature (20, 30
e 35 ° C) per 41
isolati entomopatogeni.
Tutti gli isolati
crescono 20 e 30 ° C
ma solo 11 crescono a
35 ° C. 22
isolati sono stati scelti sulla base del loro comportmento alle temperature
di 30-35 ° C , caratteristiche degli alveari e/o per le caratteristiche di
infettività nei confronti di V. destructor.
11 isolati
mostrano crescita sopra i 35
° C. La miglior crescita dei funghi avviene tra 22.9 e 31.2
° C. Solo 3 isolati si sviluppano bene oltre
30 ° C.
Conclusioni:
Le necessità termiche degli isolati esaminati, potenzialmente patogeni per
varroa risultano in linea con le temperature presenti nell'alveare nelle
zone in cui non vi è presenza di covata,un certo numero di isolati sembra
in grado di svilupparsi nelle zone con covata maschile.
Significanza e impatto dello studio
: Vi è una potenzialità di utilizzo di funghi entomopatogeni
per il controllo di V.
destructor.
Data:
Fri, 31 Oct 2003
J Invertebr Pathol. 2002 Nov;81(3):185-95.
Virulence and site of
infection of the fungus,
Hirsutella thompsonii, to the
honey bee ectoparasitic mite,
Varroa destructor.
Peng CY, Zhou X, Kaya HK.
Department of Entomology,
University of California, One
Shields Avenue, Davis, CA
95616, USA.
Di 9 isolati di
H. thompsonii ottenuti dall'Università della
Florida e dall'USDA, solo i 3 USDA
(ARSEF 257, 1947 and
3323) sono risultati infettivi per la
Varroa nei test di laboratorio
.
L'acaro risulta infettato dopo aver camminato per 5 minuti sulla cultura
del fungo. Le ventose delle zampe risultano il centro dell'infezione, dove
il fungo aderisce e germina.
Gli acari infettati muoiono di micosi in un tempo variabile a
seconda dell'isolato.
Si sono determinate le(LT(50)s) [ DL50 ndt] che risultano di
52.7, 77.2, and 96.7 ore per gli isolati
3323, 257, and 1947.
Passage of H.
thompsonii through Varroa mite
three times significantly
reduced the LT(50)s of
isolates 257 and 1947 (P<0.05)
but not the LT(50) of isolate
3323.
Il fungo non infetta le api e le larve nelle condizioni di laboratorio.
Data:
Fri, 31 Oct 2003
1: J Econ Entomol. 2003 Aug;96(4):1091-
Field trials using the fungal
pathogen, Metarhizium
anisopliae (Deuteromycetes:
Hyphomycetes) to control the
ectoparasitic mite, Varroa
destructor (Acari: Varroidae)
in honey bee, Apis mellifera
(Hymenoptera: Apidae)
colonies.
Kanga LH, Jones WA, James RR.
U.S. Department of
Agriculture, Agricultural
Research Service, Beneficial
Insects Research Unit, 2413 E.
Highway 83, Weslaco, TX 78596,
USA.
lkanga@weslaco.ars.usda.gov
Il potenziale del fungo Metarhizium
anisopliae (Metschinkoff) per il
controllo di
Varroa destructor (Anderson
and Trueman) è stato
valuatato in
test di campo in confronto col
collaudato
(Apistan). Picchi di
mortalità di
V. destructor avvengono 3-4
giorni dopo l'applicazione del fungo; gli acari risultano ancora infettati
42 giorni dopo l'applicazione.
Due modi di applicazione sono stati testati:
polvere e striscie .
Entrambi i metodi danno buoni risultati nel controllo
degli acari.Il trattamento col fungo è risultato dopo 42 giorni efficace
quanto quello effettuato con Apistan .
I dati suggeriscono che i periodi
migliori per l'applicazione sono quelli con poca covata( o assente );
inizio primavera o tardo autunno. M. anisopliae è privo di effetti sulle
api e sulla covata.
La mortalità di acari è
risultata correlata con la presenza di micosi sugli acari morti, indicando
che il fungo uccide velocemente gli acari. Dal momento che api e fuchi ( e
varroe NDT)sono soggetti a deriva da un alveare all'altro le api adulte sono
in grado di trasmettere il fungo nell'apiario , una situazione
potenzialmente utile per l'apicoltore.
Data:
Thu, 30 Oct 2003
The Journal of Experimental
Biology 205, 2637-2642 (2002)
© 2002 The Company of
Biologists Limited
Honeybee nestmate recognition:
the thermal behaviour of
guards and their examinees
Anton Stabentheiner*,
Helmut Kovac and
Sigurd Schmaranzer
Institut für Zoologie,
Universität Graz,
Universitätsplatz 2, A-8010
Graz, Austria
* e-mail:
anton.stabentheiner@uni-graz.at
Accepted 30 May 2002
Negli alveari ,le guardiane proteggono l'entrata.
La termografia agli
infrarossi mostra che guardiane ed api da esse esaminate differiscono
notevolmente per comportamento termico in funzione del particolare ruolo.
Le
api esaminate che si presentano alla porta di volo presentano una
temperatura toracica di un paio di gradi più alta.
Durante tutta la visita
di ispezione che può durare anche 30 secondi,più del 60% delle api
esaminate dalle guardiane mostra fasi di intenso riscaldamento toracico
(massima temperatura 48.5 °C).
I dati suggeriscono che le api esaminate
riscaldino la loro superfice per incrementare i segnali chimici nel corso
delle ispezioni.
Data:
Thu, 30 Oct 2003
Behavioral Ecology and Sociobiology
Bees igieniche
Publisher: Springer-Verlag Heidelberg ISSN: 0340-5443
DOI: 10.1007/s00265-003-0643-y Options
Issue: Volume 54, Number 5
Date: September 2003
Pages: 472 - 479
Marla Spivak
Email: spiva001@umn.edu
(2) Department of Entomology, University of Minnesota, 219
Hodson Hall, 1980 Folwell Ave, St.
Paul, MN 55108, USA
Le api igieniche disopercolano e rimuovono le larve malate e quelle
infestate da varroa.
Si è ipotizzato che possano esserci differenze di
sensibilità olfattiva fra api della stessa età e che le api igieniche che
svolgono il compito di perforare e disopercolare la covata sospetta ,abbiano
una particolare sensibilità olfattiva rispetto alle api che rimuovono il
contenuto delle celle riaperte (disopercolate).
L'elettroantennogramma effettuato ad api dai 15 ai 21-giorni
hanno dimostrato che quelle sorprese a disopercolare possiedono una più alta
sensibilità olfattiva a tutte le concentrazioni di odore di covata malata.
L'inizio del comportamento igienico dipende dalla sensibilità olfattiva e
dall'intensità dello stimolo olfattivo proveniente dalla covata.
Data:
Wed, 29 Oct 2003
2003 Society of Chemical Industry
Learning performances of honeybees (Apis mellifera L) are differentially
affected by imidacloprid according to the season
Axel Decourtye 1, Eric Lacassie 2, Minh-Hà Pham-Delègue 1 *
1Laboratoire de Neurobiologie Comparée des Invertébrés, INRA, BP 23, La
Guyonnerie, F-91440 Bures-sur-Yvette, France
2Service de Pharmacologie et de Toxicologie, CHU Dupuytren, 2 Avenue Martin
Luther King, 87025 Limoges, France
*Correspondence to Minh-Hà Pham-Delègue, Laboratoire de Neurobiologie
Comparée des Invertébrés, INRA, BP 23, La Guyonnerie, F-91440
Bures-sur-Yvette, France
Funded by:
European Community Program for French Beekeeping
Abstract
Per stabilire la concentrazione subletale , test acuti e cronici sono
stati condotti su operaie (Apis mellifera L) mantenute in gabbiette usando
imidacloprid e un suo metabolita, 5-OH-imidacloprid, in condizioni di
laboratorio.
Il metabolita mostra un valore della LD50 orale a 48 ore di
153 ng per ape, 5 volte più alto di quello dell'imidacloprid (30 ng per
ape).
I test di somministrazione cronica indicano che la più bassa
concentrazione che produce effetti (LOEC) di imidacloprid e di
5-OH-imidacloprid sulla mortalità di api invernali è di 24 e 120 µg kg-1
rispettivamente.
Effetti sul comportamento derivanti da imidacloprid e
5-OH-imidacloprid sono stati studiati usando il test di condizionamento
dell'estensione della proboscide (PER) in due periodi dell'anno.
Le api invernali che sopravvivono al trattamento cronico con imidacloprid
e 5-OH-imidacloprid presentano unna ridotta capacità di apprendimento. La
LOEC di imidacloprid risulta più bassa per le api estive (12 µg kg-1) che
per le api invernali (48 µg kg-1), il che significa una sensibilità molto
maggiore delle api estive rispetto a quelle invernali nei confronti del
fitofarmaco.
Data:
Tue, 28 Oct 2003
Behavioral Ecology and Sociobiology
Publisher: Springer-Verlag Heidelberg
ISSN: 0340-5443
DOI: 10.1007/s002650050342
Issue: Volume 40, Number 4
Date: April 1997
Pages: 271 - 276
Lack of kin recognition in swarming honeybees (Apis
mellifera)
Per Kryger A1, Robin F. A. Moritz A1
A1 Institut für Ökologie und Biologie, Technische Universität
Berlin, Franklinstrasse
28/29, D-10587 Berlin, Germany
Abstract:
La distribuzione di operaie delle varie subfamiglie discendenti
nell'alveare da padri diversi nella famiglia madre, sciame primario e
sciami secondari a seguito di sciamatura è stata studiata.
La distribuzione di subfamiglie rimaste nella colonia madre è risultata
molto diversa rispetto alla composizione dello sciame.
Ciò indicate differenti propensioni alla sciamatura per le varie
subfamiglie.
Data:
Tue, 28 Oct 2003
Journal of Comparative Physiology A: Sensory, Neural, and
Behavioral Physiology
Publisher: Springer-Verlag Heidelberg
ISSN: 0340-7594
DOI: 10.1007/s003590100226
Issue: Volume 187, Number 7
Date: September 2001
Pages: 541 - 547
Cannibalism and early capping: strategy of honeybee colonies
in times of
experimental pollen shortages
T. Schmickl, K. Crailsheim
A1 Department for Zoology, Karl-Franzens-University,
Universitätsplatz 2, Graz,
Austria
Abstract:
Si è osservato l'impatto di cattiva disponibilità di polline sulla
sopravvivenza delle larve e sul tempo di sviluppo dalla deposizione
dell'uovo all'opercolazione 5 giorni di mancato raccolto di polline portano
a cannibalismo delle larve più giovani di 3 giorni ed alla precoce
opercolazione.
Le larve di 4-5- giorni sopravvivono alla carenza di polline.
Tanto meno polline viene stoccato nell¹alveare, tanto più precoce è
l'opercolazione delle larve.
Le larve più vecchie sono quelle che hanno le maggiori richieste di polline.
L'opercolazione anticipata è un palliativo per ridurre la necessità.
Il cannibalismo nei confronti della covata più giovane consente di
utilizzare tali proteine per completare lo sviluppo della covata più
vecchia.
Tue, 28 Oct 2003
Behavioral Ecology and Sociobiology
Publisher: Springer-Verlag Heidelberg
ISSN: 0340-5443
DOI: 10.1007/s002650050589
Issue: Volume 46, Number 1
Date: June 1999
Pages: 30 - 42
Optimal timing of comb construction by honeybee (Apis
mellifera) colonies: a
dynamic programming model and experimental tests
Stephen C. Pratt A1
A1 Section of Neurobiology and Behavior, Mudd Hall Cornell
University, Ithaca, NY
14853, USA
Abstract:
L'alveare come superorganismo, deve ottimizzare la logistica delle
risorse.
I favi rappresentano una struttura vitale. La scelta del
momento in cui costruire favi impone alla famiglia delle scelte, nel
tentativo di massimizzare le riserve di miele. Favi, sia vuoti che
pieni,sono necessari per la normale attività dell'alveare, compresa la
gestione di flussi nettariferi imprevisti.
D'altra parte,la produzione di
cera richiede uno sforzo energetico notevole e la costruzione può risultare
eccessivamente onerosa in termini di miele da sacrificare.
Un modello di ottimizzazione prevede che la colonia aggiunga nuovi favi solo
quando quelli disponibili risultano riempiti , di scorte e covata, oltre una
certa soglia. La soglia, aumenta con l'avanzare della stagione .A fine
stagione, costruire favi non è mai la scelta ottimale.
Il modello prevede 'impulsi' alla costruzione in corrispondenza coi
periodi di raccolta di nettare.
Quando le disponibilità nettarifere sono ricche, ma raggruppate, il modello
prevede che le api siano sensibili al livello di importazione , utilizzando
una soglia più alta nei giorni in cui il nettare non è disponibile rispetto
ai giorni in cui vi è disponibilità. In condizioni di raccolto scarso e
disperso, le api valutano la convenienza con criteri ancora più rigidi .La
costruzione avviene solo quando la soglia di riempimento viene superata e
vi è raccolta di nettare. Gli esperimenti dimostrano che le api sono in
grado di valutare la dimensione di favi costruiti.
Data: Mon, 27 Oct 2003
Wiley Periodicals, Inc. J Neurobiol 54: 406-416, 2003
Biogenic amines in the antennal lobes and the initiation and maintenance of
foraging behavior in honey bees
David J. Schulz 1, Michelle M. Elekonich 1 2, Gene E. Robinson 1 2 *
1Department of Entomology, University of Illinois at Urbana-Champaign,
Urbana, Illinois 61801
2Neuroscience Program, University of Illinois at Urbana-Champaign, Urbana,
Illinois 61801
email: Gene E. Robinson (generobi@life.uiuc.edu)
Abstract
Precedenti studi mostrano che un alto livello di ottopamina e serotonina
nei lobi antennali del cervello delle operaie è
associato al comportamento di bottinamento e che la somministrazione di
ottopamina provoca bottinamento precoce.
Per meglio caratterizzare la
relazione tra amine e bottinamento si sono realizzate analisi dettagliate
del livello di amine dei lobi antennali in funzione di vari aspetti del
comportamento di bottinamento.
Il livello di ottopamina si alza immediatamente dopo l¹inizio
dell'attività di bottinamento , ma non cambia in conseguenza delle varie
fasi del comportamento suggerendo che ottopamina aiuta a far scattare e
mantenere il comportamento.
In contrasto, il livello di serotonina e dopamina non cambiano
mostrando di non essere essi agenti causali del bottinamento e neppure di
essere sistemi neurochimici coinvolti nel bottinamento.
Savorelli Gianni prodotti per apicoltura
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