Pest Manag Sci. 2004 Nov;60(11):1056-62. Related Articles, Links
In vivo distribution and metabolisation of 14C-imidacloprid in different
compartments of Apis mellifera L.
Suchail S, De Sousa G, Rahmani R, Belzunces LP.
INRA, Laboratoire de Toxicologie Environnementale, UMR 406 INRA-UAPV
Ecologie des invertebres, Site Agroparc, 84914 Avignon Cedex 9, France.
suchail@avignon.inra.fr
La distribuzione in vivo dell' insetticida neonicotinoide imidacloprid, è
stata per le 72 ore successive all'applicazione per capire in quali parti
dell'ape provoca effetti. 'Compartimenti biologici' sono stati presi in
esame: testa, torace, addome,emolinfa, stomaco e retto.
L'insetticida è stato somministrato oralmente in ragione di
100 microg di 14C-imidacloprid per kg di api.
Imidacloprid risulta metabolizzato in 5 metaboliti:
4/5-hydroxy-imidacloprid,
4,5-dihydroxy-imidacloprid,
6-chloronicotinic acid,
olefine e urea derivati.
Urea derivati e 6-chloronicotinic acid risultano i principali metaboliti
e appaiono particolarmente nello stomaco e nel retto.
Olefine e 4/5-hydroxy-imidacloprid appaiono di preferenza ( picco dopo 4
ore dall'ingestione ) nella testa , nel torace e nell'addome.
Questi risultati spiegano il perché l'azione di imidacloprid risulta
prolungata sulle api e particolarmente le differenze tra intossicazione
rapida e mortalità tardiva .
FEMS Microbiology Letters
Volume 234, Issue 1 , 1 May 2004, Pages 149-154
Federation of European
Microbiological Societies. Published by
Elsevier Science B.V.
Tyramine functions as a toxin in honey bee
larvae during Varroa-transmitted
infection by Melissococcus pluton
G. Kanbar [a, W. Engels [a, G. J. Nicholson [b, R.
Hertle [c and G. Winkelmann
[a Zoologisches Institut, Tubingen, Germany
[b Institut für Organische Chemie, Tubingen, Germany
[c Biotechnologie, Institut für Mikrobiologie, Universitët Tubingen, Auf
der Morgenstelle 28, Tubingen 72076, Germany
Abstract
Dalle ferite inferte dalla varroa alle pupe di ape sono stati isolati
batteri identificati come
Melissococcus pluton.
Sulle ferite, Il batterio risulta produrre un agente
tossico identificato come
Tiramina .
La tossicità della tiramina è stata testata.
La dose letale per le larve di 4 /5 giorni è stata determinata
in 0.3 mg/larva quando addizionata a 20 µl di cibo larvale.
I risultati indicano che la tiramina, caratteristicamente prodotta, è
l'agente causante dei sintomi di tossicità nelle larve.
Perciò , la malattia delle api denominata peste europea è verosimilmente un
infezione trasmissibile dalla Varroa
destructor .
Il Melissococcus pluton è , in assenza di varroa, un parassita
intestinale per la larva , con la quale compete per il cibo. La larva , se
muore , muore letteralmente di fame. La copiosità del raccolto fa la
differenza e incide pesantemente sulla proliferazione della malattia che ,
come noto scompare in condizioni di buon raccolto .
Le scoperta di Kanbar apre una visuale del tutto nuovo . Il Melissococcus
pluton , che non è ubiquitario , può uccidere la larva quando posto a
contatto delle ferite.
Questa può essere una spiegazione a parecchie sintomatologie strane
osservate ma può anche accresce la pericolosità di Melissococcus pluton
Journal of Invertebrate Pathology
Article in Press,
Published by Elsevier Inc.
Multiple virus infections in the honey bee
and genome divergence of
honey bee viruses
Yanping Chen [a,
Yan Zhao [b,
John Hammond [c, Hei-ti Hsu c, Jay Evans a and Mark
Feldlaufer [a
[aUSDA-ARS Bee Research Laboratory, Beltsville, MD 20705, USA
[bUSDA-ARS Molecular Plant Pathology Laboratory, Beltsville, MD 20705, USA
[cUSDA-ARS Floral and Nursery Plants Research Unit, Beltsville, MD 20705, USA
Abstract
Si sono analizzate diverse famiglie di api per verificare la presenza di
diversi virus:
black queen cell
virus (BQCV), deformed wing virus (DWV), Kashmir bee virus (KBV), e
sacbrood virus (SBV).
Si è descritto il rinvenimento di infezioni miste
nelle api di queste famiglie.
Per la prima volta è stato possibile osservare che singole api possono
essere colpite da 4 virus simultaneamente.
E' stata inoltre sviluppata una tecnica in grado di diagnosticare
simultaneamente la presenza di diversi virus ( infezioni multiple) .
I risultati di campo suggeriscono che infezioni multiple da
BQCV, DWV, KBVe SBV derivano probabilmente dalla distribuzione geografica
dei
virus.
Insectes Sociaux
Publisher: Birkhauser Verlag AG
Date: November 2004
Self-assemblage formation in a social insect: the
protective curtain of a honey bee swarm
S. M. Cully [1 and T. D. Seeley[1
[1) Department of Neurobiology and Behavior, Cornell
University, Ithaca, NY 14853, USA
Summary.
In questo studio si è verificato come, in uno sciame in attesa di nuova
dimora, in caso di pioggia si crei un manto di api che protegge dalla
pioggia l'intero sciame.
Specificamente è stato studiato come le api del manto posizionino
l'orientamento del loro corpo, rispetto a QUELLO DELLE LORO VICINE ( e
relative ali ) .
Con clima discretamente caldo e asciutto le api esterne orientano il loro
corpo debolmente rispetto alla gravità .Le teste non sono ripiegate sotto
le api vicine e le ali hanno un'ampia variabilità di apertura. In contrasto
,con caldo e pioggia, il mantello di api esterne si orienta uniformemente
con le teste verso l'alto . Le teste si ripiegano sotto gli addomi delle api
della fila superiore . Le ali sono pressate con energia le une sulle altre.
Questo produce una superfice praticamente impermeabile.
Quando invece il clima è freddo e piovoso,le api esterne orientano il corpo
verso l'alto.Le teste sono pressate sulla parte interna del glomere. Le ali
sono pressate con energia le une sulle altre.
E' stata anche esaminata l'eta delle api che compongono il manto esterno.
Per questo funzione sono rinvenibili molto di frequente api vecchie , come
logica vuole. Le api giovani sono molto più importanti per la
sopravvievenza dello sciame e per questo vengono ragionevolmente preservate
all'interno del glomere.
Si è poi provato a verificare se sciami che hanno preso la pioggia
rimangono dall'esperienza una maggior capacità a difendersi successivamente
dallo stesso problema.
La risposta è risultata positiva
Naturwissenschaften
Volume 91, Number 12
December 2004
Pheromone-modulated behavioral suites influence colony
growth in the honey bee (Apis mellifera)
Tanya Pankiw[1 [Contact Information], Roman Roman[1,
Ramesh R. Sagili[1 and Keyan Zhu-Salzman[1
[1) Department of Entomology, Texas A&M University,
College Station, TX 77843-2475, USA
Abstract
Si è testato l'effetto a lungo termine della somministrazione agli alveari
di feromone sintetico della covata.
Le famiglie trattate allevano
significativamente più covata e più adulti rispetto alle famiglie di
controllo
,mentre la quantità di polline stoccato rimane simile.
Il feromone della covata aumenta il numero di bottinatrici di polline e la
quantità di polline raccolto per bottinatrice.
E' osservato un effetto a due vie di questo feromone primario:
alcune operaie fra quelle della stessa età presenti , mostrano un'aumentata
capacità di allevare larve mentre altre risultano ad età significativamente
più bassa tra le raccoglitrici di polline.
Pertanto , il feromone della covata ha effetto sulla determinazione di
quantità di api deputate all'allevamento di covata e alla raccolta di
polline.
Naturwissenschaften
Publisher: Springer-Verlag
Issue: Volume 90, Number 10
Pages: 477 - 480
The effect of queen pheromones on worker honey bee
ovary development
Shelley E.R. Hoover[1 [Contact Information],
Christopher I. Keeling[2, [3, Mark L. Winston[1 and
Keith N. Slessor[2
[1) Department of Biological Sciences, Simon Fraser
University, 8888 University Drive, Burnaby, BC,
V5A 1S6, Canada
[2) Department of Chemistry, Simon Fraser
[3) University, Burnaby, BC, V5A 1S6, Canada
[3) Present address: Department of Biochemistry,
University of Nevada, Reno, NV 89557, USA
Abstract
Una lunga controversia sulla biologia delle api riguarda l'esatta
identità delle sostanze prodotte dalla regina ( feromoni ) che inibiscono ,
insieme ai feromoni della covata, lo sviluppo ovarico delle operaie.
Si è esaminato l' effetto del feromone mandibolare sintetico
(QMP), di quattro nuove sostanze feromonali prodotte dalla regina
e dell'estratto intero di regine sullo sviluppo degli ovari delle operaie.
Le quattro nuove sostanze feromonali non inibiscono lo sviluppo ovarico
e neppure aumentano l¹efficacia del QMP quando i feromoni vengono applicati
insieme.
QMP è risultato per questa funzione efficace quanto l'intero estratto di
regine e si è potuto concludere che è responsabile della capacità della
regina di mantenere l¹atrofia ovarica delle operaie.
[Contact Information] Shelley E.R. Hoover
Email: sehoover@sfu.ca
World Journal of Microbiology and
Biotechnology
Publisher: Springer Science+Business Media
Issue: Volume 20, Number 6
Date: January 2004
Pages: 609 - 612
L-Tenuazonic Acid, a New Inhibitor of Paenibacillus
Larvae
Gabriela L. Gallardo [1, Nora I. Pena[2, Pablo Chacana[3,
Horacio R. Terzolo[3 and Gabriela M. Cabrera[1
[1) Depto de Quimica Organica, FCEyN, UBA, Ciudad
Universitaria, Pab. II (1428), Buenos Aires
Argentina
[2) Depto de Biologia, FCEyN, UNMdP, Mar del Plata,
Argentina
[3) Lab. Bacteriologia, Depto Prod. Animal, INTA
EEA, Balcarce, Argentina
Abstract
Una ricerca volta a identificare sostanze naturali in
grado diinibire il Paenibacillus larvae, l' agente della peste americana ha
portato ad interessanti risultati.
Gli estratti di due funghi:
Alternaria
brassicicola e Alternaria raphani, isolati da polline raccolto
negli alveari , hanno esibito una attività di inibizione specifica nei
confronti del batterio.
Da questi estratti sono stati isolati tre acidi tetramici che sono poi
stati identificati.
L'acido L-Tenuazonico si è mostrato responsabile dell'azione antibiotica.
Questa sostanza ha mostrato una concentrazione minima inibente
(MIC ) di 32 [mgr]g/ml, comparabile a quella di ossitetraciclina e altri
antibiotici analoghi.
[Contact Information] Gabriela M. Cabrera
Email: gabyc@qo.fcen.uba.ar
Biotechnology Letters, March 2004, vol. 26, no. 6, pp. 529-532(4)
Publisher: Kluwer Academic Publishers
Newly isolated bacterial strains belonging to
Bacillaceae (Bacillus sp.) and Micrococcaceae accelerate death of the honey
bee mite, Varroa destructor (V. jacobsoni), in laboratory assays )
Authors: Tsagou V.[1; Lianou A.[1; Lazarakis D.[2; Emmanouel N.[2; Aggelis G.[3
[1: Laboratory of General and Agricultural Microbiology, Department of
Agricultural Biotechnology, Department of Crop Science, Agricultural
University of Athens, Iera Odos 75, 118-55 GR, Athens, Greece
[2: Laboratory of Agricultural Zoology and Entomology, Department of Crop
Science, Agricultural University of Athens, Iera Odos 75, 118-55 GR, Athens,
Greece
[3: Laboratory of General and Agricultural Microbiology, Department of
Agricultural Biotechnology, Department of Crop Science, Agricultural
University of Athens, Iera Odos 75, 118-55 GR, Athens, Greece, Fax: +30 210
5294354, Email: George.Aggelis@aua.gr
Abstract:
Nuovi isolati batterici appartenenti alle specie Bacillaceae (Bacillus
sp.)e Micrococcaceae nonché a specie non identificate sono state
testate per la verifica della loro patogenicità sulla varroa .
Il Bacillus sp. e due ceppi appartenenti alla famiglia Micrococcaceae
diminuiscono sensibilmente il tempo ( più del 57% ) in cui avviene la morte
del 50% della popolazione di acari testati e risultano pertanto decisamente
interessanti come agenti di controllo della parassitosi.
In test in vitro,sia cellule batteriche intere che brodo di coltivazione
che cellulari e extracellulari del Bacillus sp. uccidono l'acaro
suggerendo che sia le endotossine che le esotossine prodotte dal batterio
contribuiscano alla letalità dell'effetto.
Commento questo studio sembra aprire una quarta via , insieme a funghi
patogeni per la varroa , acaricidi naturali e semiochimici della varroa
verso il controllo con metodi biologici dell'acaro.
Rispetto agli acaricidi finora utilizzati , questi batteri sembrano avere un
tempo d¹azione decisamente più lento. Non uccidono la varroa in qualche
ora,ma in qualche mese.
Dunque , se queste tecnologie arriveranno a essere utilizzabili , non si
ragionerà più solo su trattamenti risolutivi o tampone, ma su interventi
'preventivi' atti a contenere lo sviluppo di popolazione dell'acaro. Infatti
l¹accorciamento del 57% della vita di ogni varroa va a ridurre all'incirca
di due terzi la quantità di popolazione che da essa trarrebbe origine.
Savorelli Gianni prodotti per apicoltura
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