I report di Gianni Savorelli
Data:
Mon, 10 Nov 2003
Journal of Insect Behavior
16 (3): 425-437, May 2003
'Spraying' Behavior During Queen Competition in Honey Bees
David R. Tarpy
Department of Neurobiology and Behavior, Seeley G. Mudd Hall, Cornell
University, Ithaca, New York 14853; dt66@cornell.edu
David J. C. Fletcher
Biology Department, Bucknell University, Lewisburg, Pennsylvania 17837
Abstract
Durante i cambattimenti fra regine vergini, queste possono spruzzare una
sostanza liquida dal loro addome. Si è studiato questo comportamento di
'spraying'. Il comportamento avviene nel 39.7% delle
interazioni tra regine rivali ed è stato osservato in 12 duelli su 15
.
Le operaie risultano altamente attratte e api eventualmente contaminate
dalla sostanza formano uno stretto glomere di centinaia di api in cui il
movimento risulta estremamente difficile.
Una delle regine è risultata
immobilizzata dalle operaie nel 37,5% dei casi. Entrambe nel 29,2% dei casi
di spraying.
Le regine non sono mai state uccise dalle api , ma la regina non
bloccata, penetrando l'agglomerato di operaie è riuscita a pungere la
rivale in un terzo dei casi osservati. Pertanto , il comportamento di
spraying sembra servire come tattica di attacco per aumentare le proprie
possibilità di battere l'avversaria facendola immobilizzare dalle operaie.
Data:
Mon, 10 Nov 2003
Journal of Insect Behavior
14 (5): 669-678, September 2001
Discrimination of Unrewarding Flowers by Bees; Direct Detection of Rewards
and Use of Repellent Scent Marks
Dave Goulson
Biodiversity and Ecology Division, School of Biological Sciences, University
of Southampton, Biomedical Sciences Building, Bassett Crescent East,
Southampton SO16 7PX, U.K; dg3@soton.ac.uk
Jason W. Chapman
Biodiversity and Ecology Division, School of Biological Sciences, University
of Southampton, Biomedical Sciences Building, Bassett Crescent East,
Southampton SO16 7PX, U.K
William O. H. Hughes
Biodiversity and Ecology Division, School of Biological Sciences, University
of Southampton, Biomedical Sciences Building, Bassett Crescent East,
Southampton SO16 7PX, U.K
Abstract
Bombi e api depositano feromoni di marcatura a rapida evaporazione sui fiori
bottinati. Apis mellifera è in grado di verificare la 'ricompensa' che può
ricevere da un fiore nel caso di fiori tubolari sui quali in grado di
verificare il livello di nettare presente.
Probabilmente l'ape utilizza un metodo combinato basato sulla verifica
diretta della disponibilità nettarifera per i fiori in cui riesce a farlo e
un sistema di marcatura feromonale a tempo, che indica da quanto il fiore è
stato visitato per le situazioni in cui la stima della disponibilità di
nettare non è possibile.
Si può anche suggerire che la discriminazione dei fiori non è sempre
economica, specialmente nel caso di fiori che richiedono poco tempo per
essere bottinati, può essere più efficiente visitare ogni fiore incontrato.
Data:
Sat, 08 Nov 2003
Entomologia Experimentalis et Applicata
Encoding of plant odour information in insects: peripheral and central
mechanisms
Hanna Mustaparta
Department of Zoology, Neuroscience Unit, Norwegian University of Science
and Technology, MTFS, N-7489 Trondheim, Norway
Abstract
Gli insetti hanno un adattamento che non trova eguali nei confronti delle
piante ospiti per ciò che riguarda gli aspetti olfattivi.
Recenti scoperte di biologia molecolare mostrano che un gran numero di geni
degli insetti , codifica per le proteine dei recettori olfattivi.
In generale, un tipo di recettore sembra espresso in ogni
neurone. La caratterizzazione funzionale dei neuroni dei recettori
olfattivi ha dimostrato la grande sensibilità di ogni singolo neurone alle
sostanze odorose.
I neuroni caratterizzati dallo stesso tipo di funzione,proiettano le loro
informazioni in una delle stesse unità glomerulari del centro olfattivo
primario, il lobo antennale.
Dal lobo antennale, l'informazione olfattiva viene convogliata nei corpi
fungiformi del cervello, particolarmente importanti per l'apprendimento e
nel protocerebro laterale,un'area premotoria.
Data:
Fri, 07 Nov 2003
Exp Appl Acarol.
2002;27(4):313-8.
The possible role of Varroa
destructor in the spreading of
American foulbrood among
apiaries.
De Rycke PH, Joubert JJ,
Hosseinian SH, Jacobs FJ.
abase
Laboratorium voorZoofysiologie, Universiteit
Gent, K.L. Ledeganckstraat 35,
B-9000 Gent, Belgium.
Paul.DeRycke@rug.ac.be
Si è voluto stabilire se la
Varroa destructor può avere un ruolo nella
trasmissione del
Paenibacillus larvae larvae dalle famiglie infette alle famiglie sane.
Acari prelevati da famiglie di
Apis mellifera pesantemente affette da peste americana e trattate con
Apistan,sono stati 'ripuliti' in vari modi per prelevare le spore
eventualmente presenti sul loro corpo.
I risultati indicano che, in considerazione della quantità di spore
rinvenibili sul corpo della varroa,essa può trasmettere la peste americana
dalle colonie malate alle colonie sane.
Data: Thu, 06 Nov 2003
J Exp Biol. 2003 Dec
1;206(Pt 23):4217-4231.
Hot bees in empty broodnest
cells: heating from within.
Kleinhenz M, Bujok B, Fuchs S,
Tautz J.
Beegroup Wurzburg, Lehrstuhl
fur Verhaltensphysiologie und
Soziobiologie, Universitat Am
Hubland, D-97074 Wurzburg,
Germany Institut fur
Bienenkunde (Polytechnische
Gesellschaft), FB Biologie der
J. W. Goethe-Universitat
Frankfurt am Main,
Karl-von-Frisch-Weg 2, D-61440
Oberursel, Germany.
Le api mantengono la temperatura del nido a
33-36° C. Si è studiata la
termoregolazione a livello
individuale e il trasferimento di calore dalle operaie alla covata
.
Le operaie
contribuiscono alla
regolazione della
temperatura producendo calore rimanendo immobili sugli opercoli delle
celle.
Si riporta qui a proposito di una nuova strategia ,studiata nell'occasione.
Si è visto che alcune api entrano nelle celle vuote situate fra quelle
opercolate e vi rimangono immobili per più di 45 minuti.
Operaie ferme sugli opercoli hanno temperatura toracica
(T(th)) tra 32.2+/-1.0
° C e 38.1+/-2.5
° C alternando periodi di riscaldamento e raffreddamento.
.
Molte delle api osservate compiono una o più visite di lunga durata
(>2 min) alle celle vuote poste tra la covata opercolata.
T(th)al momento in cui l'ape entra nella cella è di
34.1-42.5 ° C . Nell'
83% di queste visite ,
T(th(all¹entrata )) è più alta (più di
5.9 ° C; media 2.5+/-1.5
° C; N=33) della media di
T(th) delle stesse api.
Il riscaldamento all'interno della cella vuota
sembra in tutto analogo a quello effettuato sulla superfice del favo sopra
gli opercoli. L'attività di riscaldamento può essere notata anche sulla base
dei movimenti respiratori(rapidi movimenti dell'addome).Nelle api che non
riscaldano sono invece discontinui e interrotti da lunghe pause.
Si sono simulati gli effetti del calore prodotto da ogni ape riscaldante.
Il riscaldamento alla superfice del favo provoca un forte riscaldamento
superficiale dell'opercolo ( più di 3 °C in 3 minuti).
Il trasferimento di calore è
1.9/2.6 volte più efficiente
se il torace dell'ape è a contatto con l'opercolo.
Il riscaldamento della cella vuota aumenta la temperatura delle celle
adiacenti di più di 2.5 ° C
in 30 min. Il flusso di calore attraverso i favi è percepibile a più di 3
celle di distanza dal torace riscaldante.
Data: Thu, 06 Nov 2003
Genet Mol Res.2003 Mar31;2(1):1-6.
Comparing data on the reproduction of Varroa destructor.
Correa-Marques MH, Medina LM, Martin SJ, De Jong D.
Departamento de Biologia,Faculdade de Filosofia, Cicircle on equals sign
ncias e Letras de Ribeirao Preto, Universidade de Sao Paulo,14040-901
Ribeirao Preto, SP,Brasil.
Il successo riproduttivo di Varroa destructor è considerato un'importante carattere per la
determinazione di resistenza delle api al
parassita. Si sono comparate varie
categorie di riproduzionedi circa
1.000 V.destructor in ognuno dei 3 studi svolti in
in Brasile , Messico e sulle api europee in Inghilterra.
L'obbiettivo
primario era la determinazione del numero di discendenti, vitali, per ogni
varroa fondatrice ( con infestazione singola della cella), denominato
'tasso effettivo di riproduzione' .
Tale tasso è risultato di 0.64, 0.73
e 1.01 in Brasile, Messico e Inghilterra rispettivamente.
Data: Wed, 05 Nov 2003
Pharmacol Biochem
Behav. 2003 Apr;75(1):217-22
Effects of imidacloprid
metabolites on habituation in
honeybees suggest the
existence of two subtypes of
nicotinic receptors
differentially expressed
during adult development.
Guez D, Belzunces LP, Maleszka
R.
Visual Sciences, Research
School of Biological Sciences,
Australian National
University, ACT 0200,
Canberra, Australia
Nelle api il comportamento di estensione della proboscide
(PER) è dipendente dall'età.
Api molto giovani
(<=7 giorni di età) richiedono meno esperienze per
abolire la risposta a stimolazioni con zucchero rispetto ad api più vecchie
(>=8 giorni di età).
Imidacloprid, modifica questo comportamento facendo aumentare la necessità
di esperienze di api giovani e facendola diminuire per api vecchie.
[Neurobiol. Learn. Mem. 76
(2001) 183.].
Partendo da queste basi, si è testata l'ipotesi che questi effetti siano
associati con espressioni di due sottotipi di recettori acetilcolina
nicotinici
(nAChRs).
Testando gli effetti di 6 metaboliti dell'imidacloprid, si è dimostrato che due di essi,
olefin e
5-hydroxy-imidacloprid, modificano il comportamento PER dell'ape in maniera
strana ( hanno perciò effetti a livello neurale ndt).
Se ne conclude che
olefin e
5-hydroxy-imidacloprid sono
specifici agonisti di due sottotipi di
nAChR che risultano espressi in differenti modi durante la maturazione
delle giovani api.
Data: Tue, 04 Nov 2003
The Journal of Experimental
Biology 206, 353-358 (2003)
doi: 10.1242/jeb.00082
Endothermic heat production in
honeybee winter clusters
Anton Stabentheiner*,
Helga Pressl, Thomas Papst,
Norbert Hrassnigg and
Karl Crailsheim
Institut für Zoologie,
Universität Graz,
Universitätsplatz 2, A-8010
Graz, Austria
* Author for correspondence
(e-mail:
anton.stabentheiner@uni-graz.at)
Le api formano il glomere per difendersi dai rigori dell'inverno.
Si è considerato che l'efficacia del glomere derivi dallo strato
superficiale di api che vanno a formare una sorta di coperta isolante,
ignorando la possibilità endotermiche dell api .
In questo studio si è messo in evidenza come le api siano in grado di
produrre calore a mezzo contrazioni muscolari simili ai brividi prodotti
dall'essere umano.
Le api termogeniche risultano abbondanti nel cuore del
glomere e diminuiscono alla sua superficie.Questo significa che le api poste
al centro del glomere svolgono un ruolo attivo nel controllo termico del
glomere.
Se ne conclude che sia lo strato superficiale di api che la
produzione endotermica delle api del centro del glomere sono essenziali per
la sua stabilità termica.
Data:
Tue, 04 Nov 2003
2002 ESA MEETING
Monday, 18 November 2002
D0064
Effects of viruses and Varroa mites on honey bee health
Miaoqing Shen, Joachim DeMiranda, Scott Camazine, Liwang Cui, and Diana
Cox-Foster. The Pennsylvania State University, Department of Entomology,
501 ASI, University Park, PA
Si suppone che la varroa sia vettore e/o attivatore di diverse infezioni
virali, particolarmente DWV, Kashmir bee virus (KBV), (APV), (BQCV).Per
meglio comprendere la relazione tra virus e acari e declino delle famiglie,
si sono caratterizzati diversi virus delle api ottenendo il loro DNA
completo. Successivamente sulla base di queste informazioni sono stati
realizzati test sierologici.
Si è dimostrato che nelle famiglie della Pennsylvania è presente
un'infezione latente di
BQCV ( black queen cell virus).
Data:
Mon, 03 Nov 2003
2002 ESA Annual Meeting
Monday, 18 November 2002
D0063
Effects of Varroa mites on the immune system of honey bees
Xiaolong Yang, Scott Camazine, and Diana Cox-Foster. The Pennsylvania State
University, Department of Entomology, 501 ASI, University Park, PA
Si è investigata l'immunosoppressione causata alle api dalla presenza
dall'azione di varroa. Le api infestate da varroa , ma con ali del tutto
normali ( a significare una presenza virale molto ridotta) sopravvivono
significativamente meno all'incontro con un patogeno test rispetto ad api
non parassitizzate. Ciò indica che la Varroa sopprime la risposta
immunitaria dell'ape.
Studi preliminari sulle difese immunitarie dell'ape indicano che gli emociti
di api non infestate dall'acaro hanno un livello più alto di incapsulazione
rispetto a quanto avviene nelle api infestate.
PO è un enzima critico per le difese immunitarie.
Nessuna attività di PO è rinvenibile in giovani api appena sfarfallate
fino a che avranno compiuto 24 ore di età. Esse risultano immunoincompetenti
in questa fase di sviluppo e in questa stessa fase muoiono quando, già
parassitizzate da varroa, incontrano batteri, funghi o virus.
Sono state isolate proteine salivari della varroa per verificare la loro
capacità di immunosoppressione sull'ape.
Savorelli Gianni prodotti per apicoltura
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