Le Scienze online
Il Bacillus thuringiensis è utilizzato in apicoltura nella variante azawi 7
per la protezione biologica dei favi dagli attacchi delle tarme della cera.
Nuove scoperte chiariscono il meccanismo selettivo di tossicità del batterio
che nel nostro caso è innocuo per le api ma letale per la tarma della cera.
"Science" fornisce nuovi dettagli su come la proteina "Bt", prodotta dal
batterio Bacillus thuringiensis, uccide gli insetti. Se spruzzata sulle
piante come pesticida, o prodotta direttamente dalla piante geneticamente
modificate, la proteina Bt agisce come prezioso controllo degli infestanti,
un approccio che riduce sostanzialmente l'uso di pesticidi pericolosi.
Le larve degli insetti ingeriscono la proteina , e questa ne danneggia
l'intestino, ma il meccanismo della tossicità di Bt non era mai stato
chiarito completamente. Joel Griffits dell'Università della California di
San Diego e colleghi hanno scoperto che diversi geni noti per controllare la
resistenza alla tossina Bt codificano per enzimi che sintetizzano
determinati glicolipidi nei nematodi e negli insetti. Questi glicolipidi
fungono da recettori per la tossina Bt.
L'analisi dei geni e dei glicolipidi ha fornito nuovi indizi sul motivo per
cui gli effetti tossici di Bt sono limitati ai nematodi e agli insetti. Lo
studio suggerisce inoltre un metodo per riconoscere la resistenza a Bt
"mediata dai glicolipidi" negli insetti prima che questa diventi un problema
diffuso. I glicolipidi, tuttavia, non sono l'unica classe di cellule ospiti
cui si può legare la tossina Bt.
Microbiology. 2004 Jul;150(Pt 7):2381-90.
Biochemical characterization of different genotypes of Paenibacillus larvae
subsp. larvae, a honey bee bacterial pathogen.
Neuendorf S, Hedtke K, Tangen G, Genersch E.
Landerinstitut fur Bienenkunde, Friedrich-Engels-Str. 32, 16540 Hohen
Neuendorf, Germany.
La caratterizzazione genetica di isolati di campo di P. l. larvae ,
l'agente della peste americana, ha rivelato almeno quattro diversi genotipi
denominati: AB, Ab, ab alpha B, presenti in Germania sono geneticamente
differenti dal ceppo di riferimento DSM 7030.
Per cui , cinque differenti genotipi di P. l. larvae sono a oggi
identificati .
Mentre i genotipi Ab, ab e il ceppo di riferimento DSM 7030 risultano
piuttosto simili,il genotipo AB è chiaramente differente dagli altri.
Le analisi rivelano due differenti plasmidi presenti solo nel tipo AB.
Future analisi verificheranno se queste differenze portano a differenze di
virulenza.
Experimental and Applied Acarology
Publisher: Springer Science+Business Media
B.V., Formerly Kluwer Academic Publishers B.V.
Issue: Volume 29, Number 3 - 4
Date: September 2003
Pages: 293 - 302
Distribution of deformed wing virus within honey bee
(Apis mellifera) brood cells infested with the
ectoparasitic mite Varroa destructor
Sanna Nordstrøm(1) [Contact Information]
-- (1) Department of Entomology, Swedish University of
Agricultural Sciences, Uppsala, S-750 07, Sweden
Abstract
La distribuzione del virus delle ali deformate (DWV) sulle varroe
madri e sulla loro progenie è stata studiata in relazione all'ospite allo
scopo di valutare l'acquisizione del virus da parte della varroa e il
trasferimento virale su altre larve.
I risultati mostrano chiaramente che le varroe madri agiscono regolarmente
come vettore del virus Tuttavia , esse non acquisiscono o trasferiscono
virus in ogni possibile occasione.
Le varroe madri possono 'contenere' virus , ma la pupa ospite può anche
rimanere esente da infezione .
Per contro la varroa madre e la progenie di varroa può non acquisire una
significativa quantità di virus da una larva ospite infetta.
La maggioranza degli acari che si nutre su pupe che nascono con ali deformi
contengono il virus. Si è anche dimostrato che la progenie di varroa sia
adulta che immatura acquisisce il virus dalla larva ospite infetta non dalla
varroa madre.Le possibili spiegazioni ai risultati ottenuti sono
discusse.
[Contact Information] Sanna Nordstrom
Email:
susann.nordstrom@entom.slu.se
Apidologie 35 (2004) 359-364
Old honey bee brood combs are more infested by the mite Varroa destructor
than are new
brood combs
Giancarlo A. Piccirillo (a), (b) and David De Jong (c)--
(a) Departamento de Biologia/çrea Entomologia, FFCLRP-USP, 14040-901
RibeirÐo Preto, SP,
Brasil
(b) Departamento Fitosanitario, Museo de Artr del Zulia,
AA. 525, Maracaibo, Venezuela
(c) Departamento de Genetica, FMRP-USP, 14.049-900 RibeirÐo Preto, SP,
Brasil
Abstract
La Varroa destructor invade preferenzialmente le celle di covata
più larghe.
Conseguentemente , ci si può aspettare che i favi di covata vecchi , che
hanno celle di dimensioni ridotte,possano essere meno infestati dall'acaro
rispetto ai favi nuovi.
Per verificare ciò, un favo vecchio è stato posto in ognuna di otto
famiglie
di api Africanizzate , insieme a telai privi di foglio cereo.
L¹infestazione media è risultata più alta nei favi vecchi
(22.6%), rispetto al
(9.75%) dei favi nuovi anche se la profondità delle celle era
significativamente minore
(4.58 mm) nei favi vecchi rispetto ai favi nuovi (4.85 mm).
I favi vecchi sono risultati fino a 4 volte più infestati rispetto ai favi
nuovi .Ne consegue che altri fattori diversi dalla profondità della cella
rendono i favi vecchi molto più attrattivi.
Corresponding author: David De Jong ddjong@fmrp.usp.br
Experimental and Applied Acarology
Publisher: Springer Science+Business Media
B.V., Formerly Kluwer Academic Publishers B.V.
Issue: Volume 31, Numbers 3-4
Date: September 2003
The reproductive program of female Varroa destructor
mites is triggered by its host, Apis mellifera
Claudia Garrido(1) [Contact Information]
Peter Rosenkranz(1)--
(1) State Institute of Apiculture, University of
Hohenheim (730), D-70593 Stuttgart, Germany
Abstract
La Varroa inizia il suo programma riproduttivo
deponendo in sequenza un uovo non fecondato da maschio e uova fecondate da
femmina .
Utilizzando esperimenti di trasferimento delle varroe da un tipo di covata
ad un'altra ,si è esaminato se la sequenza dei sessi è provocata da stimoli
tipici della larva ospite.
Varroe trasferite da pupe dagli occhi bianchi( e perciò nel bel mezzo di un
ciclo riproduttivo ndt) in covata appena opercolata ,sono state per il 77%
in grado di cominciare un nuovo ciclo riproduttivo deponendo un uovo da
maschio . La proporzione di varroe in grado di ripartire a seguito del
trasferimento con un nuovo ciclo riproduttivo è simile a quanto avviene in
condizioni naturali.
Varroe trasferite invece in giovani pupe sono riuscite solo nel 6%
dei casi a produrre l'uovo maschile. Ciò è significativamente diverso da
ciò che avviene in natura .
Si è concluso che stimoli tipici dell'ospite presenti nella covata appena
opercolata provocano sia l'inizio della deposizione che la sequenza dei
sessi riprodotti.
[Contact Information] Claudia Garrido
Email: garrido@uni-hohenheim.de
Commento : questi studi hanno anche una profonda valenza applicativa.
Infatti , una volta identificate tali sostanze chimica di origine biologica
, potrebbero essere artificialmente rilasciate nell'alveare rendendo alla
varroa la vita molto più difficile. Nel caso specifico l'acaro potrebbe non
essere più in grado di deporre le uova maschili con la conseguenza che la
progenie non verrebbe fecondata ,rimanendo sterile
Rev Argent Microbiol. 2004 Jan-Mar;36(1):52-5.
Inhibition of the growth of Ascosphaera apis by Bacillus and Paenibacillus
strains isolated from honey.
Reynaldi FJ, De Giusti MR, Alippi AM.
Centro de Investigaciones de Fitopatologia, Facultad de Ciencias Agrarias y
Forestales, Universidad Nacional de La Plata, 60 y 118, cc 31, 1900 La
Plata, Argentina.
Il fungo Ascosphaera apis, l'agente causante la covata calcificata è
presente nel mondo intero .
Si è voluto testare la possibilità di controllo del patogeno attraverso
batteri antagonisti. 249 batteri sporigeni (aerobici) , potenzialmente
antagonisti e isolati da campioni di api , sono stati valutati.
I dieci ceppi batterici che hanno mostrato gli effetti migliori sono stati
selezionati per ulteriori studi :
Bacillus cereus (m363, mv86, mv81, mv75),
Bacillus circulans (Fr231, m448b),
Bacillus megaterium (m435),
Bacillus pumilus (m354),
Bacillus subtilis (m329),
Paenibacillus alvei (m321).
Nel corso di ulteriori verifiche e a seconda del tipo di supporto
utilizzato, i migliori risultati sono stati ottenuti da
B. subtilis (m329) ,B. megaterium (m435), B. circulans Fr 231, m448b.
Experimental and Applied Acarology
Publisher: Springer Science+Business Media
Volume 27, Number 4
The possible role of Varroa destructor in the
spreading of American foulbrood among apiaries
Paul H. De Rycke1 [Contact Information],
Johan J. Joubert(1), (2), S. Hossein Hosseinian(1) and
Frans J. Jacobs(1)--
(1) Laboratorium voor Zoofysiologie, Universiteit
Gent, K.L. Ledeganckstraat 35, Gent, B-9000,
Belgium--
(2) Department of Medical Virology, University of
Stellenbosch, South Africa
Abstract
Lo scopo di questo studio è stato stabilire se la varroa
può svolgere un ruolo nella trasmissione della peste americana. Acari
raccolti da famiglie malate sono stati trattati in tre diversi modi allo
scopo di raccogliere le spore presenti sul loro corpo.
Vista la quantità di spore dell'agente della peste americana presenti sulle
varroe si è concluso che l'acaro può trasmettere la peste americana dalle
famiglie malate alle famiglie sane.
Journal of Economic Entomology, June 2004, vol. 97, no. 3, pp.
741-747(7)
Altered Physiology in Worker Honey Bees (Hymenoptera: Apidae) Infested with
the Mite Varroa destructor (Acari: Varroidae): A Factor in Colony Loss
During Overwintering?
Authors: Amdam G.V.; Hartfelder K.; Norberg K.; Hagen A.; Omholt S.W.
Abstract:
Nelle zone a clima temperato , le maggiori perdite a causa di Varroa
avvengono nel corso dell'inverno ( L'autore presume i trattamenti siano
effettuati almeno in maniera da evitare il collasso delle famiglie a fine
estate ndt ) .
Per ottenere le migliori conoscenze possibili su questo fenomeno si è
studiato l'impatto dovuto alla presenza dell'acaro sulla quantità di
vitellogenina,il totale di proteine presente nell'emolinfa dell'ape, le
caratteristiche degli emociti e la quantità di ecdisteroidi presente
nell'emolinfa dell'ape.
Queste caratteristiche fisiologiche sono un eccellente indicatore della
possibilità di sopravvivenza a lungo termine dell'ape e delle sue funzioni
endocrine ( nella stessa maniera in cui per gli esseri umani viene
effettuata l'analisi del sangue ndt).
Si è trovato che esse risultano modificate se l'ape ha sopportato la
presenza dell'infestazione da varroa durante lo stadio di pupa.
Comparate ad api che non hanno avuto l'infestazione , le api adulte
infestate da varroa
non risultano pienamente sviluppate a livello fisiologico nella maniera
tipica e caratteristica delle api invernali. Di conseguenza queste api
muoiono durante l'inverno , non essendo assolutamente in grado di vivere
fino a primavera.
Dunque, per effettuare un eccellente invernamento delle famiglie è
necessario che nel periodo di sviluppo delle api invernali la popolazione di
varroa sia il più possibile ridotta.
Savorelli Gianni prodotti per apicoltura
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