I report di Gianni Savorelli
Giugno 2005


Le Scienze online
Il Bacillus thuringiensis è utilizzato in apicoltura nella variante azawi 7 per la protezione biologica dei favi dagli attacchi delle tarme della cera. Nuove scoperte chiariscono il meccanismo selettivo di tossicità del batterio che nel nostro caso è innocuo per le api ma letale per la tarma della cera.

"Science" fornisce nuovi dettagli su come la proteina "Bt", prodotta dal batterio Bacillus thuringiensis, uccide gli insetti. Se spruzzata sulle piante come pesticida, o prodotta direttamente dalla piante geneticamente modificate, la proteina Bt agisce come prezioso controllo degli infestanti, un approccio che riduce sostanzialmente l'uso di pesticidi pericolosi. Le larve degli insetti ingeriscono la proteina , e questa ne danneggia l'intestino, ma il meccanismo della tossicità di Bt non era mai stato chiarito completamente. Joel Griffits dell'Università della California di San Diego e colleghi hanno scoperto che diversi geni noti per controllare la resistenza alla tossina Bt codificano per enzimi che sintetizzano determinati glicolipidi nei nematodi e negli insetti. Questi glicolipidi fungono da recettori per la tossina Bt.
L'analisi dei geni e dei glicolipidi ha fornito nuovi indizi sul motivo per cui gli effetti tossici di Bt sono limitati ai nematodi e agli insetti. Lo studio suggerisce inoltre un metodo per riconoscere la resistenza a Bt "mediata dai glicolipidi" negli insetti prima che questa diventi un problema diffuso. I glicolipidi, tuttavia, non sono l'unica classe di cellule ospiti cui si può legare la tossina Bt.


Microbiology. 2004 Jul;150(Pt 7):2381-90.
Biochemical characterization of different genotypes of Paenibacillus larvae subsp. larvae, a honey bee bacterial pathogen.
Neuendorf S, Hedtke K, Tangen G, Genersch E. Landerinstitut fur Bienenkunde, Friedrich-Engels-Str. 32, 16540 Hohen Neuendorf, Germany.

La caratterizzazione genetica di isolati di campo di P. l. larvae , l'agente della peste americana, ha rivelato almeno quattro diversi genotipi denominati: AB, Ab, ab alpha B, presenti in Germania sono geneticamente differenti dal ceppo di riferimento DSM 7030.
Per cui , cinque differenti genotipi di P. l. larvae sono a oggi identificati .
Mentre i genotipi Ab, ab e il ceppo di riferimento DSM 7030 risultano piuttosto simili,il genotipo AB è chiaramente differente dagli altri.
Le analisi rivelano due differenti plasmidi presenti solo nel tipo AB. Future analisi verificheranno se queste differenze portano a differenze di virulenza.


Experimental and Applied Acarology Publisher: Springer Science+Business Media B.V., Formerly Kluwer Academic Publishers B.V. Issue: Volume 29, Number 3 - 4 Date: September 2003 Pages: 293 - 302
Distribution of deformed wing virus within honey bee (Apis mellifera) brood cells infested with the ectoparasitic mite Varroa destructor
Sanna Nordstrøm(1) [Contact Information] -- (1) Department of Entomology, Swedish University of Agricultural Sciences, Uppsala, S-750 07, Sweden

Abstract
La distribuzione del virus delle ali deformate (DWV) sulle varroe madri e sulla loro progenie è stata studiata in relazione all'ospite allo scopo di valutare l'acquisizione del virus da parte della varroa e il trasferimento virale su altre larve.
I risultati mostrano chiaramente che le varroe madri agiscono regolarmente come vettore del virus Tuttavia , esse non acquisiscono o trasferiscono virus in ogni possibile occasione.
Le varroe madri possono 'contenere' virus , ma la pupa ospite può anche rimanere esente da infezione .
Per contro la varroa madre e la progenie di varroa può non acquisire una significativa quantità di virus da una larva ospite infetta.
La maggioranza degli acari che si nutre su pupe che nascono con ali deformi contengono il virus. Si è anche dimostrato che la progenie di varroa sia adulta che immatura acquisisce il virus dalla larva ospite infetta non dalla varroa madre.Le possibili spiegazioni ai risultati ottenuti sono discusse.

[Contact Information] Sanna Nordstrom Email: susann.nordstrom@entom.slu.se


Apidologie 35 (2004) 359-364
Old honey bee brood combs are more infested by the mite Varroa destructor than are new brood combs
Giancarlo A. Piccirillo (a), (b) and David De Jong (c)-- (a) Departamento de Biologia/çrea Entomologia, FFCLRP-USP, 14040-901 RibeirÐo Preto, SP, Brasil (b) Departamento Fitosanitario, Museo de Artr del Zulia, AA. 525, Maracaibo, Venezuela (c) Departamento de Genetica, FMRP-USP, 14.049-900 RibeirÐo Preto, SP, Brasil

Abstract
La Varroa destructor invade preferenzialmente le celle di covata più larghe.
Conseguentemente , ci si può aspettare che i favi di covata vecchi , che hanno celle di dimensioni ridotte,possano essere meno infestati dall'acaro rispetto ai favi nuovi.
Per verificare ciò, un favo vecchio è stato posto in ognuna di otto famiglie di api Africanizzate , insieme a telai privi di foglio cereo.
L¹infestazione media è risultata più alta nei favi vecchi (22.6%), rispetto al (9.75%) dei favi nuovi anche se la profondità delle celle era significativamente minore (4.58 mm) nei favi vecchi rispetto ai favi nuovi (4.85 mm).
I favi vecchi sono risultati fino a 4 volte più infestati rispetto ai favi nuovi .Ne consegue che altri fattori diversi dalla profondità della cella rendono i favi vecchi molto più attrattivi.

Corresponding author: David De Jong ddjong@fmrp.usp.br


Experimental and Applied Acarology Publisher: Springer Science+Business Media B.V., Formerly Kluwer Academic Publishers B.V. Issue: Volume 31, Numbers 3-4 Date: September 2003
The reproductive program of female Varroa destructor mites is triggered by its host, Apis mellifera
Claudia Garrido(1) [Contact Information] Peter Rosenkranz(1)-- (1) State Institute of Apiculture, University of Hohenheim (730), D-70593 Stuttgart, Germany

Abstract
La Varroa inizia il suo programma riproduttivo deponendo in sequenza un uovo non fecondato da maschio e uova fecondate da femmina .
Utilizzando esperimenti di trasferimento delle varroe da un tipo di covata ad un'altra ,si è esaminato se la sequenza dei sessi è provocata da stimoli tipici della larva ospite.
Varroe trasferite da pupe dagli occhi bianchi( e perciò nel bel mezzo di un ciclo riproduttivo ndt) in covata appena opercolata ,sono state per il 77% in grado di cominciare un nuovo ciclo riproduttivo deponendo un uovo da maschio . La proporzione di varroe in grado di ripartire a seguito del trasferimento con un nuovo ciclo riproduttivo è simile a quanto avviene in condizioni naturali.
Varroe trasferite invece in giovani pupe sono riuscite solo nel 6% dei casi a produrre l'uovo maschile. Ciò è significativamente diverso da ciò che avviene in natura .
Si è concluso che stimoli tipici dell'ospite presenti nella covata appena opercolata provocano sia l'inizio della deposizione che la sequenza dei sessi riprodotti.

[Contact Information] Claudia Garrido Email: garrido@uni-hohenheim.de

Commento :­ questi studi hanno anche una profonda valenza applicativa. Infatti , una volta identificate tali sostanze chimica di origine biologica , potrebbero essere artificialmente rilasciate nell'alveare rendendo alla varroa la vita molto più difficile. Nel caso specifico l'acaro potrebbe non essere più in grado di deporre le uova maschili con la conseguenza che la progenie non verrebbe fecondata ,rimanendo sterile


Rev Argent Microbiol. 2004 Jan-Mar;36(1):52-5.
Inhibition of the growth of Ascosphaera apis by Bacillus and Paenibacillus strains isolated from honey.
Reynaldi FJ, De Giusti MR, Alippi AM. Centro de Investigaciones de Fitopatologia, Facultad de Ciencias Agrarias y Forestales, Universidad Nacional de La Plata, 60 y 118, cc 31, 1900 La Plata, Argentina.

Il fungo Ascosphaera apis, l'agente causante la covata calcificata è presente nel mondo intero .
Si è voluto testare la possibilità di controllo del patogeno attraverso batteri antagonisti. 249 batteri sporigeni (aerobici) , potenzialmente antagonisti e isolati da campioni di api , sono stati valutati.
I dieci ceppi batterici che hanno mostrato gli effetti migliori sono stati selezionati per ulteriori studi :
Bacillus cereus (m363, mv86, mv81, mv75),
Bacillus circulans (Fr231, m448b),
Bacillus megaterium (m435),
Bacillus pumilus (m354),
Bacillus subtilis (m329),
Paenibacillus alvei (m321).
Nel corso di ulteriori verifiche e a seconda del tipo di supporto utilizzato, i migliori risultati sono stati ottenuti da B. subtilis (m329) ,B. megaterium (m435), B. circulans Fr 231, m448b.


Experimental and Applied Acarology Publisher: Springer Science+Business Media Volume 27, Number 4
The possible role of Varroa destructor in the spreading of American foulbrood among apiaries
Paul H. De Rycke1 [Contact Information], Johan J. Joubert(1), (2), S. Hossein Hosseinian(1) and Frans J. Jacobs(1)-- (1) Laboratorium voor Zoofysiologie, Universiteit Gent, K.L. Ledeganckstraat 35, Gent, B-9000, Belgium-- (2) Department of Medical Virology, University of Stellenbosch, South Africa

Abstract
Lo scopo di questo studio è stato stabilire se la varroa può svolgere un ruolo nella trasmissione della peste americana. Acari raccolti da famiglie malate sono stati trattati in tre diversi modi allo scopo di raccogliere le spore presenti sul loro corpo. Vista la quantità di spore dell'agente della peste americana presenti sulle varroe si è concluso che l'acaro può trasmettere la peste americana dalle famiglie malate alle famiglie sane.


Journal of Economic Entomology, June 2004, vol. 97, no. 3, pp. 741-747(7)
Altered Physiology in Worker Honey Bees (Hymenoptera: Apidae) Infested with the Mite Varroa destructor (Acari: Varroidae): A Factor in Colony Loss During Overwintering?
Authors: Amdam G.V.; Hartfelder K.; Norberg K.; Hagen A.; Omholt S.W.

Abstract:
Nelle zone a clima temperato , le maggiori perdite a causa di Varroa avvengono nel corso dell'inverno ( L'autore presume i trattamenti siano effettuati almeno in maniera da evitare il collasso delle famiglie a fine estate ndt ) .
Per ottenere le migliori conoscenze possibili su questo fenomeno si è studiato l'impatto dovuto alla presenza dell'acaro sulla quantità di vitellogenina,il totale di proteine presente nell'emolinfa dell'ape, le caratteristiche degli emociti e la quantità di ecdisteroidi presente nell'emolinfa dell'ape.
Queste caratteristiche fisiologiche sono un eccellente indicatore della possibilità di sopravvivenza a lungo termine dell'ape e delle sue funzioni endocrine ( nella stessa maniera in cui per gli esseri umani viene effettuata l'analisi del sangue ndt).
Si è trovato che esse risultano modificate se l'ape ha sopportato la presenza dell'infestazione da varroa durante lo stadio di pupa. Comparate ad api che non hanno avuto l'infestazione , le api adulte infestate da varroa non risultano pienamente sviluppate a livello fisiologico nella maniera tipica e caratteristica delle api invernali. Di conseguenza queste api muoiono durante l'inverno , non essendo assolutamente in grado di vivere fino a primavera.
Dunque, per effettuare un eccellente invernamento delle famiglie è necessario che nel periodo di sviluppo delle api invernali la popolazione di varroa sia il più possibile ridotta.

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