I report di Gianni Savorelli
Settembre Ottobre 2004


Eurbee Udine 19 23 settembre 2004
Comportamento individuale delle nutrici al variare delle condizioni di lavoro
R.Brodschneider Università Graz Austra

L'allevamento della covata è fondamentale per la colonia di api per mantenere le funzioni e la riproduzione. La cura della covata è risultata essere ottimizzata e adattativa anche in situazioni estreme e mutevoli. La domanda diviene allora in quale maniera la cura della covata viene ottimizzata al variare della quantità allevata cioè della domanda di cure. Vi sono due possibili risposte : attraverso l'aumento del numero delle nutrici oppure attraverso la modifica del lavoro individuale.
Sono perciò state aggiunte 250 nutrici a due colonie da studio costituite di 3 favi .Si è poi provveduto , mantenendo costante la quantità di api adulte, a variare la quantità di covata presente, variando in questo modo il carico di lavoro di ogni singola nutrice.
La frequenza di nutrimenti ( quantità dilarve nutrite da ogni nutrice ) è risultata più bassa nelle colonie a basso carico di lavoro . Anche nel caso di diminuzione di scorte disponibili ogni singola ape spende meno tempo per i nutrimenti.
Si è perciò concluso che il comportamento delle nutrici è modificato dalla quantità di covata presente , le nutrici si adattano perciò alla quantità di lavoro che viene loro proposta.


Eurbee Udine 19 23 settembre 2004
Simulazione dell'adattamento delle nutrici alle variazioni della famiglia
Petz e al. Università di Graz Austria

Per una famiglia di api è vitale che la cura della covata ad essa prerstata dalle nutrici sia ben distribuita a tutte le larve dal momento che queste sono sensibili alle carenze di nutrizione e riscaldamento.
Pertanto, le nutrici devono adattarsi ai cambiamenti di quantità di scorte disponibili e di domanda da parte della covata in maniera da far sì che le larve non rimangano prive di cibo per molto tempo. I differenti elementi del nido ( favi, larve e nutrici ) formano un complesso insieme : questo insieme comporta la necessità di memoria individuale e di insieme e probabilmente di comunicazione.
Alcuni parametri individuali determinano il comportamento delle nutrici : il tempo intercorso dall'ultimo consumo di polline da parte delle nutrici; il tempo trascorso dall'ultima nutrizione di una larva e il tempo trascorso da quando la nutrice ha incontrato una larva che non è stata nutrita.
Le nutrici immagazzinano anche informazioni sulle celle recentemente visitate e lo stato delle celle recentemente visitate nella loro memoria a breve termine. Queste informazioni vengono utilizzate per determinare la condizione generale di necessità della famiglia.


EurBee 19/23 settembre 2004 Udine
Il ruolo della cera dei favi nel riconoscimento degli estranei all'alveare
D'Ettore ;Ratnieks

Un efficiente sistema per riconoscere gli estranei alla famiglia è alla base delle società di insetti.
Come fanno le api a riconoscere le consorelle da altre api che non appartengono alla famiglia?
E' stato dimostrato che le guardiane riconoscono l'identità delle api che arrivano dall'odore.Le api utilizzano usano diversi idrocarburi a catena lunga e acidi grassi come elementi di ricognizione.
Queste sostanze chimiche sono naturalmente presenti sulla cuticola delle api e sui favi.L'importanza dei favi sulla formazione dell'odore tipico della colonia è stata ampiamente studiata, ma non tutte le risposte sono state trovate.
Nel presente studio, i favi di due alveari sono stati invertiti ed è poi stata verificata l'accettazione di api non appartenenti alla famiglia. Si è verificato che questa manovra rende le api più permissive consentendo l'ingresso di un maggior numero di estranee. L'effetto scompare tre settimane dopo la sostituzione dei favi .


EurBee Udine 19/23 settembre 2004
Attivazione dell'ovogenesi nella Varroa
Garrido;Rosenkranz Università di Hohenheim Germania

Corrispondenza:claudia.garrido@hdlgn.de
La varroa si riproduce solo nella covata opercolata e la riproduzione è fortemente sincronizzata allo sviluppo preimaginale dell'ape.L¹ovogenesi della varroa rimane ferma allo stadio previtellogenico durante la fase foretica dell'acaro ed è attivata poco tempo dopo l'invasione della cella.
E' stato possibile osservare il processo finale di attivazione dell'ovocita( uovo) della varroa circa sei ore dopo l'opercolazione della cella.
Per determinare quali fattori siano essenziali per l'attivazione del meccanismo biologico , sono stati ideati test nei quali la varroa non aveva la possibilità di nutrirsi , ma poteva ricevere abbondantemente gli odori provenienti dalla covata di ape.
Si è così potuto dimostrare per la prima volta che l'attivazione della produzione delle uova della varroa non avviene in conseguenza della nutrizione che l'acaro ruba alla larva di ape, ma è causata dalle sostanze volatili che la larva emana.
L'attivazione dell'ovogenesi è avvenuta anche sottoponendo alla varroa estratto in pentano della cuticola di larva. I componenti che attivano il processo sembrano contenuti nella frazione polare dell'estratto.
Non solo la produzione delle uova è provocata dagli odori delle larve, ma anche la sequenza dei sessi delle uova deposte. Ciò conferma la strettissima dipendenza della riproduzione della varroa dal suo ospite.


Apidologie 35 (2004) 359-364 luglio 04
Old honey bee brood combs are more infested by the mite Varroa destructor than are new brood combs
Giancarlo A. Piccirillo, and David De Jongc

Received 12 June 2003; revised 18 August 2003; accepted 12 September 2003
Abstract -
La Varroa destructor invade preferenzialmente le celle più larghe fra quelle presenti sui favi.
Di conseguenza ci si potrebbe aspettare che la covata presente in favi vecchi con celle di dimensione ridotta, sia meno infestata che quella presente in favi nuovi .
Per verificare questa ipotesi un favo vecchio è stato posto in ognuna di otto famiglie di api (Africanized honey bee ) insieme a favi naturali .
La percentuale media di celle inferstate con V. destructor è risultata significativamente maggiore nel favo vecchio (22.6%), rispetto a quelli nuovi (9.75%), anche se le celle dei favi vecchi risultavano significativamente più piccole (4.58 mm) di quelle dei favi nuovi (4.85 mm). Altri fattori risultano dunque condizionare le scelte delle varroa rendendo i favi vecchi più attrattivi.

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