I report di Gianni Savorelli
Data:
Sun, 30 Nov 2003
Appl Environ Microbiol. 2000 March; 66 (3):
Genetic and Biochemical Diversity among Isolates
of Paenibacillus alvei Cultured from Australian
Honeybee (Apis mellifera) Colonies
Steven P. Djordjevic,* Wendy A. Forbes, Lisa
A. Smith, and Michael A. Hornitzky
New South Wales Agriculture, Elizabeth Macarthur
Agricultural Institute, Camden, New South Wales,
Abstract
25 profili genetici sono stati identificati nello
studio di 30 isolati di
Paenibacillus alvei raccolti da diversi alveari di
diverse regioni dell'Australia.
Tali profili sono risultati altamente
variabili e ampiamente distinguibili uno dall'altro.
E' stata anche
osservata una grande eterogeneicità biochimica tra i 28 isolati di P. alvei
esaminati col sistema API 50CHB.
L' eterogeneicità biochimica e genetica
in P. alvei può essere un riflesso adattativo all habitat.
Data: Fri, 28 Nov 2003
BeeData www.beedata.com
A BEEKEEPERS GUIDE TO THE FOUL BROODS
Microbiologia della peste europea
La peste europea è causata dal batterio Melissococcus pluton. Questo batterio è trasportato da larva a larva dalle nutrici. Anche l'apparato boccale delle api
addette alle pulizie diviene contaminato nel momento in cui esse ripuliscono le celle contenenti larve morte.
La presenza di batteri secondari è caratteristica specifica della peste europea.
Il batterio Acromobacter euridic è il più comune e si pensa possa accelerare la morte delle larve infette. La presenza di Melissococcus faecalis conferisce alle larve
morte un odore acido (in diversi paesi la patologia assume il nome di covata acida). Quando la peste europea risulta ben stabilita può essere rinvenibile come batterio
secondario anche il
Paenibacillus alvei ( sinonimo Paenibacillus para-alvei ) anche questo caratterizzato da particolare odore.
Quando questo batterio è presente, la larva può morire dopo l¹opercolazione , dando luogo ad opercoli perforati o incavati simili a quelli della peste americana .
La presenza dei batteri secondari può indicare che la malattia è da tempo presente.
Conseguenze pratiche della biologia
.
Il patogeno agisce come parassita competendo con la larva per il cibo. Se la larva è nutrita abbondantemente riesce a sopravvivere e a continuare il suo sviluppo .
Il batterio può essere presente nella famiglia senza che si manifestino sintomi evidenti.
Melissococcus pluton si moltiplica nello stomaco della larva competendo direttamente con essa per il nutrimento.In effetti agisce da parassita piuttosto che da patogeno e
pertanto in molti casi la larva muore di fame.
I molti altri casi la larva riesce a sopravvivere e la famiglia non mostra segni di patologia.
L'età della larva al momento dell'infezione può essere importante per lo sviluppo della malattia.
Piccole inoculazioni di batteri in larve vecchie possono non avere il tempo necessario per svilupparsi in maniera sufficiente da portare a morte la larva prima della
pupazione.
Anche queste larve infettate che sopravvivono assicurano la permanenza di Melissococcus pluton nell¹alveare.
La ragione risiede nell'anatomia della larva.Prima della pupazione la larva ha uno stomaco cieco.La materia può entrare, ma non uscire .I batteri come Melissococcus
pluton possono invadere lo stomaco e qui svilupparsi , ma non sono rilasciati sui favi.Quando la larva si prepara alla pupazione il contenuto dello stomaco viene
evacuato e la cella viene contaminata dai batteri ( che nel frattempo si sono moltiplicati).
Dunque Melissococcus pluton può risultare presente nella famiglia in maniera silente , aumentando o diminuendo la sua presenza e rimanendo sui favi come fonte di
potenziale reinfestazione.
Pur non essendo sporigeno il Melissococcus pluton ha un'ottima resistenza nell'ambiente .Il Professor Heath ha mostrato che favi in magazzino da diversi anni
risultavano ancora contaminati da batteri vitali.
Data:
Thu, 27 Nov 2003
Journal of Comparative Physiology A: Volume 183, Number 5
What attracts honeybees to a waggle dancer?
J. Tautz A1, K. Rohrseitz A1
A1 Biozentrum, Lehrstuhl für Verhaltensphysiologie und
Soziobiologie, Universität Würzburg, Am Hubland, D-97074 Würzburg, Germany
e-mail: subscribed, this
Tautz@biozentrum.uni-wuerzburg.de Fax: +49-931-888-4309
Abstract:
In vicinanza di un'ape danzante , una qualsiasi ape può essere interessata
alla danza ( divenendo una dance follower )dopo aver toccato la danzatrice o
una
dance follower con una antenna.
Può esserci attrazione anche senza
contatto di antenne.In questo caso la forza di attrazione rispetto alla
distanza dipende da alcuni fattori:
tipo di pavimento su cui avviene la danza ( celle vuote e aperte piuttosto
che opercolate );
danzatrice e dance
followers sono poste sullo stesso substrato piuttosto che su
substrati diversi;
posizione e direzione dell¹ape attratta relativamente all'ape danzante.
;la dimensione del gruppo di danza ( danzatrice + api ascoltatrici)
;condizioni di luce alle quali la danza avviene.
Danze sulle celle aperte sono significativamente più attrattive di quelle
effettuate su celle opercolate e attraggono il
90% delle ascoltatrici in un raggio di 27 mm (5/6 celle di diametro).
Danze su celle opercolate attraggono il 90% delle ascoltatrici nel raggio
di
18 mm (3 celle di diametro)
.
La maggioranza delle ascoltatrici è attratta stando lateralmente alla
danzatrice.
Danze illuminate con luce artificiale visibile light sono molto meno
attrattive di danze illuminate all'infrarosso.
Data:
Wed, 26 Nov 2003
European Food Research and Technology Date: July 2003
Pages: 49 - 52
Investigations on the oxalic acid content of honey from oxalic
acid treated and untreated bee colonies
Rudolf Moosbeckhofer A1, Hermann Pechhacker A1, Heidrun
Unterweger A2, Franz Bandion A2, Andreas Heinrich-Lenz
A2
A1 Institute for Apiculture Austrian Agency for Health
subscribed, this
and Food Safety (AGES) Agricultural Inspection Service and
Research Centre Spargelfeldstraße 191 1226 Vienna article or
subscription
Austria A2 Institute for Foodstuffs Austrian Agency for Health
and Food Safety (AGES) Agricultural Inspection Service and
Research Centre Vienna
Abstract:
L'acido ossalico è una delle sostanze in discussione per
sostiture gli acaricidi di sintesi nella lotta alla varroa.
L'applicazione di
acido ossalico risulta non portare a rilevanti cambiamenti nel contenuto
di ossalico del miele prodotto l'anno successivo in comparazione a campioni di
miele prodotti nelle stesse località e non trattati con tale sostanza.
Il range di presenza di ossalico nel miele risulta da 568 mg/kg in alveari
trattati e 565 mg/kg in alveari non trattati con tale sostanza.
Il contenuto di ossalico nel miele risulta direttamente correlato con la sua
conducibilità elettrica e con l'origine florale.
Data:
Tue, 25 Nov 2003
http-//www.dpw.wageningen-ur.nl
A COMPARATIVE STUDY OF A NOVEL VIRUS OF THE VARROA MITE AND DEFORMED
WING VIRUS (DWV) OF HONEYBEE
J Ongus, M v Oers, D Peters, JM Vlak
La varroa agisce come vettore di alcuni virus causanti effetti letali
alle api.
In studi per lo sviluppo di agenti patogeni per l¹acaro , un nuovo
virus è stato scoperto e isolato.
Questo virus ha diverse proprietà
in comune col virus delle ali deformate (DWV) delle api.
Alcuni studi mostrano che la concentrazione di questo virus può essere molto
più alta nella varroa che nelle api.
Utilizzando antisieri specifici si sono
verificate deboli reazioni sulle api infestate da varroe con alta carica
virale.
Questi risultati suggeriscono che il virus rinvenuto
varroa e DWV possano essere identici.
Per identificare e caratterizzare questi
Virus , la loro relazione con entrambi gli ospiti dovrà essere studiata.
La prima domanda che dovrà trovare risposte e se il virus si riproduce in
entrambi gli ospiti.
Data:
Mon, 24 Nov 2003
Apidologie 34 (2003) 129-137
DOI: 10.1051/apido:2003011
Determination and changes of free amino acids in royal jelly during storage
Emanuele Boselli a, Maria Fiorenza Caboni b, Anna Gloria Sabatini c, Gian
Luigi Marcazzan c and
Giovanni Lercker d
a Dipartimento di Biotecnologie Agrarie ed Ambientali, Università
Politecnica delle
Marche, Via Brecce Bianche, 60131 Ancona, Italy
b Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari, Ambientali e
Microbiologiche,
Università del Molise, Via De Sanctis, 86100 Campobasso, Italy
c Istituto Nazionale di Apicoltura, Via di Saliceto 80, 40128 Bologna,
Italy
d Dipartimento di Scienze degli Alimenti, Università di Bologna, Viale G.
Fanin, 40, 40127
Bologna, Italy
Abstract
Gli aminoacidi liberi (FAAs) nella pappa reale sono stati identificati a
mezzo spettrometria .
Il contenuto totale è risultato in media di 7.3 mg/g RJ;
i più significativi risultano , lysine, glutamate, b-alanine,
phenylalanine, aspartate e serine.
Tale contenuto è risultato mantenersi costante a seguito di stoccaggio a
4 °C. A temperatura ambiente proline e lysine increased aumentano dopo 3
mesi rispettivamente a 6.8 e 3 mg/g e poi diminuiscono dopo 6 e 10 mesi a 3
e 1 mg/g.
Data: Sat, 22 Nov 2003
Journal of Insect Physiology
Volume 49, Issue 9 , September 2003, Pages 881-889
Oxygen consumption and body temperature of
active and resting honeybees
Auton Stabentheiner ,Jutta Vollmann, Helmut Kovac and Karl Crailsheim
Institut für Zoologie, Universität Graz, Universitätsplatz 2, A-8010, Graz,
Austria
Abstract
Si è misurato il bilancio energetico (consumo di ossigeno) di api in
condizioni naturali.
Il consumo di ossigeno di un'ape attiva.
Varia ampiamente a seconda della temperatura ambiente e del tipo di
attività,ma non differisce tra bottinatrici (> 18 giorni ) e api di mezza
età (710 giorni ).
Api altamente attive , in stato endotermico e pronte al
volo decresce circa linearmente da un massimo di 131.4 [small mu, Greek]l O2
min-1 a 15 °C di temperatura ambiente a 81.1 [small mu, Greek]l min-1 a 25
°C, con minimo di 29.9[small mu, Greek]l min-1 a 40 °C.
In api con bassa attività, decreasce da
89.3 [small mu, Greek]l O2 min-1 a 15 °C a 47.9 [small mu, Greek]l
min-1 at 25 °C and 14.7 [small mu, Greek]l min-1 at 40 °C.
Misure termografiche mostrano che aumentando l'attività , le api investono
più energia per regolare la temperatura toracica .
Il metabolismo a riposo è stato determinato anche per giovani api di
1/giorni, non ancora in grado di produrre calore a mezzo endotermia prodotta
con contrazioni dei muscoli di volo.
Il loro consumo energetico aumenta da 0.21 [small mu, Greek]l O2 min-1 a 10
°C a
0.38 [small mu, Greek]l min-1 a 15 °C, 1.12 [small mu, Greek]l min-1 a 25
°C, e 3.03 [small mu, Greek]l min-1 a 40 °C.
A 15, 25 e 40 °C, questo consumo risulta essere
343, 73 e 10 volte più basso di api altamente attive.
Data:
Fri, 21 Nov 2003
Insectes Sociaux Volume 50, Number 3
Date: August 2003
Pages: 286 291
Social encapsulation of the small hive beetle (Aethina
tumida Murray) by European honeybees (Apis mellifera L.)
J. D. Ellis1 [Contact Information], H. R. Hepburn1, A.
M. Ellis1 and P. J. Elzen2
(1) Department of Zoology and Entomology, Rhodes University,
6140 Grahamstown, South Africa [Image]
(2) Kika de la Garza Subtropical Agricultural Research Center,
USDA, 78596 Weslaco TX, USA
[Contact Information] J. D. Ellis Email:
g01e3989@campus.ru.ac.za
Summary
Le subspecie Europee e Africane di api
(Apis mellifera L.) utilizzano l'incapsulazione sociale' per
contenere l'invasione di Aethina tumida Murray).
Questa forma di imprigionamento permette alle api africane di
ridurre al minimo la riproduzione del parassita.
In contrasto, le api Europee spesso non riescono a contenere lo
sviluppo di Aethina tumida probabilmente perché la loro capacità di
imprigionare Aethina tumida è meno sviluppata di quella delle api africane.
In questo studio, si è quantificato il comportamento sia delle api che del
parassita per meglio comprendere il fenomeno della incapsulazione. Si è
anche verificato se vi sono differenze di attività in relazione ai possibili
ritmi circadiani.
Sono osservate significative differenze tra le famiglie per ciò che riguarda
numerosi comportamenti di incapsulazione ( numero di prigioni e di parassiti
per prigione e numero di guardie a presidio di ogni prigione) suggerendo
che il successo del comportamento di incapsulazione è nelle api europee
variabile da famiglia a famiglia.
Si è anche verificato che Aethina tumida
segue un ritmo circadiano. Essa risulta maggiormente attiva nel pomeriggio
rispetto al mattino e in risposta a questo comportamento le api aumentano
il numero delle guadie alle prigioni.
Le api riescono a mantenere circa il (~93%) di parassiti fuori dai favi
suggerendo che l'incapsulazione sociale delle api europee è sufficiente a
controllarne la popolazione in caso di lievi infestazioni.
La capacità di imprigionamento di Aethina tumida delle api europee non è
invece sufficiente a contenere lo sviluppo del parassita nei casi di alta
infestazione.
Savorelli Gianni prodotti per apicoltura
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Fax 0544 529907
E mail gsavore@tin.it
http://www. apicolturaonline.it/savorelli