Lettera agli agricoltori. Dovete salvare le api
Cari agricoltori, voi che ogni mattina uscite di casa e siete a contatto con sistemi viventi, avete un punto di vista privilegiato, che vi rende preziosi per noi che al mattino ci infiliamo nei nostri uffici, nelle nostre auto, nelle nostre metropolitane. Voi avete a che fare con situazioni che vi parlano e potete accorgervi dei cambiamenti: quando sono lenti, giustamente, non vi sgomentano; ma quando sono troppo rapidi vi mettono in allarme.
Qualche giorno fa un agricoltore delle mie parti mi diceva che nelle sue campagne non ci sono più pipistrelli. Me lo diceva dispiaciuto e io pensavo che in città invece ci sono. Devo aver fatto una faccia eloquente, che diceva "sai che perdita~" perché lui mi ha spiegato che i pipistrelli si nutrono prevalentemente di zanzare e possono mangiarne anche 2000 in una notte. (Beh, mica male allora, ho pensato). Solo che grazie agli insetticidi ci sono sempre meno insetti e quelli che ci sono, sono avvelenati, e i pipistrelli li mangiano e accumulano sostanze tossiche e si ammalano. E in più gli insetticidi fanno fuori anche gli insetti "utili" come per esempio le api. Paradossalmente, le città sono luoghi più sicuri, più al riparo dalla chimica, e i pipistrelli se ne sono accorti.
Vi scrivo per chiedervi un favore. Quella delle api sta diventando la tragedia di questi anni. è il Titanic che affonda, con tutti noi dentro. Voi - insieme agli apicoltori, naturalmente - siete coloro che constatano i danni per primi, mentre in prima classe l' orchestra continua a suonare. Da qualche anno le api muoiono ad un ritmo e in una quantità senza precedenti. Se ne sono accorti prima negli Stati Uniti, ma l' Europa non ha tardato a vedere che qualcosa di simile stava succedendo anche in casa sua. Le zone in cui muoiono le api sono, prevalentemente, quelle in cui si coltiva mais, ma anche quelle della frutta e degli ortaggi. E questo ha portato a verificare se non c' era un collegamento tra gli insetticidi usati e questa moria. C' era. Sostanze tossiche insetticide di ultima generazione, dette neonicotinoidi, creano un disturbo neurologico nelle api, che non riescono più a nutrirsi né - spesso - ad orizzontarsi per rientrare nell' alveare e muoiono. L' effetto è simile a quello del gas nervino sugli uomini. Naturalmente non ci sono residui nei mieli, perché semplicemente di miele non riescono più a produrne, muoiono prima.
Ora, voi sapete meglio di me che l' 80% delle impollinazioni in agricoltura e in generale in natura, avviene grazie alle api. Siamo stati talmente bravi nello sterminare chimicamente tutti gli altri insetti che alcuni di voi devono ricorrere ad ogni primavera al "noleggio" degli alveari presso gli apicoltori: questi vengono, liberano le colonie nei vostri campi e se ne vanno la sera, dopo aver bottinato. Sembra strano, vero? Gli apicoltori in teoria dovrebbero già essere contenti perché le loro api si son procurate il nettare. Ma voi sapete bene che state pagando un servizio prezioso e di sicuro il semplice scambio sarebbe iniquo. Guadagnate molto più voi da un campo ben impollinato di quanto guadagni un apicoltore con il miele che quella giornata può rendergli.
I pesticidi che stanno uccidendo le api sono assolutamente legali nel nostro Paese, mentre in altre nazioni come Francia, Germania e Slovenia sono stati vietati, sulla base del principio di precauzione che ogni governo dovrebbe avere come sua stella polare. Quindi molti di voi li usano regolarmente, considerandoli strumenti assolutamente normali del proprio lavoro. Si chiamano Epik, Confidor, Gaucho, Calipso, Actara, Cruiser. E contengono principi attivi che si chiamano Acetamiprid, Imidacloprid, Thiacloprid, Thiamethoxam, Fipronil. Si usano non solo per il mais, ma anche per molti tipi di frutta e di ortaggi, oltre che per le piante ornamentali. Sì, certo, i fiori. Riuscite a immaginare qualcosa di più paradossale? Le api che muoiono per colpa dei fiori su cui è stato usato un insetticida? Il nettare dei fiori, ai fiori non serve a nulla. Serve solo ad attirare gli insetti, è una sostanza dolce che ha l' unico scopo di nutrire gli insetti che con le loro zampe o ali inzaccherate di polline renderanno il favore alla pianta, trasferendosi sul prossimo fiore e impollinandolo.
Quindi, cari agricoltori, ce l' avete voi in mano il timone di questa nave. Siete gli unici che, con un semplice atto di volontà, potete cambiarne la rotta, invece di spedirla contro l' iceberg che si profila all' orizzonte. Anche se la legge non lo vieta, smettete di usare quegli insetticidi. Fatevi consigliare un' alternativa, che non contenga quelle sostanze. In attesa che il lento mondo della politica si attivi e che il mondo della ricerca trovi le risorse per procedere in modo "rigoroso e rispettoso", iniziate voi a fare qualcosa di semplicemente "sensato". Siamo in un Paese strano, che trova tempo, modo e fantasia per impedire ai bambini di giocare a palla in spiaggia, ma non riesce a racimolare l' energia per contrapporsi a un disastro che sta divorando la nostra agricoltura, il nostro ambiente, il nostro benessere. Con le multinazionali della chimica che pur di mantenere i loro incassi sono disposte a cancellare dalla faccia della terra proprio le attività che dovrebbero star loro più a cuore.
Non c' è tempo per adeguarsi al passo dei balletti che si compiono dentro o fuori dai palazzi dei bottoni. Voi potete fare qualcosa subito, segnare ancora una volta un primato di sensibilità e di attenzione per l' ambiente. Vi basta leggere un' etichetta e lasciare quei prodotti sugli scaffali dei rivenditori. Le alternative ci sono, e bisogna cercarle. Dovete comportarvi meglio di quanto le leggi vi chiedono, perché evidentemente queste leggi non sono adeguate, non proteggono né voi né le vostre colture, né la vostra salute né quella del pianeta. A voi chiedo il coraggio di portare tutti fuori dai guai. Ancora una volta, come succede da millenni, prendetevi cura del nostro futuro.
CARLO PETRINI
Repubblica — 23 agosto 2008
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