Il prodotto Bee Boost ha le seguenti caratteristiche:
*prodotto naturale- le sostanze costituenti sono presenti in natura e non sono tossiche per l’uomo e per l’ambiente
*essenzialmente simile-il feromone sintetico ( QMP) è essenzialmente simile a una miscela semplificata del feromone mandibolare naturale delle regine e perciò non comporta rischi tossicologici
Background
I feromoni sono sostanze naturali utilizzate da organismi di diverse specie a fini di comunicazione. Il feromone mandibolare della regina ( QMP ) è una miscela naturale di componenti feromonali secreta dalla ghiandola mandibolare dell’ape regina che gioca un ruolo fondamentale nel controllo del comportamento delle api operaie all’interno e all’esterno dell’alveare . E’ prodotta dall’ape regina ed è essenziale per la coesione e la vitalità dell’alveare. La realizzazione sintetica del feromone QMP consiste dei seguenti componenti feromonali:
- 9-Oxo-2(E)- acido decenoico ( 9-ODA )
- 9-idrossi-2(E)acido decenoico ( 9-HDA )
- Metil p-idrossibenzoato ( HOB )
- 4 idrossi-3-metossifenetil alcol ( HVA ) 1
In conseguenza della bassa volatilità del QMP, il contatto fisico è il principale veicolo di distribuzione.
Benchè variabile e altamente dipendente dall’età e dalle condizioni della regina, la quantità media di QMP che una regina feconda secerne è stimata come un " regina equivalente ":
Un " regina equivalente " ( Qeq) di feromone sintetico QMP prodotto da Phero Tech consiste in 0,250 mg di 9-ODA ; 0,150 mg di 9-HDA; 0,020 mg di HOB e 0,002 mg di HVA, per un totale di 0,422 mg
Il feromone naturale QMP è naturalmente presente nella cera e nel miele degli alveari. Per innumerevoli generazioni e decine di migliaia di anni l’uomo ha utilizzato e consumato cera e miele senza effetti tossicologici. In studi statunitensi è stato concluso che il basso livello tipico dei feromoni dei lepidotteri non costituisce in nessun caso minaccia tossicologica.Si può perciò concludere che il feromone naturale QMP non presenta tossicità alcuna. Ogni dispositivo BEE BOOST contiene 10 regina equivalente di miscela semplificata di feromone sintetico ( 4 mg ). I componenti sono formulati in un apposito dispositivo plastico di rilascio. Le api rimuovono mediante contatto la miscela feromonale dalla superifice del supporto. Il BEE BOOST risulta efficace per almeno trenta giorni in una famiglia di dimensioni medie.
nuove acquisizioni
Nuove applicazioni del feromone mandibolare della regina ( Bee Boost )
Molte volte ragionando tra apicoltori ci si è chiesto come fanno le api a decidere quando è il momento di iniziare ad allevare fuchi e quanti allevarne . Dalla pratica di campo si sa che le regine giovani portano con sè un minimo allevamento di fuchi mentre negli alveari con regine vecchie l’allevamento è copioso.
Un altro dei misteri dell’alveare è caduto con la pubblicazione della ricerca
Queen and pheromonal factors influencing comb construction by simulated honey bee swarms
M.N. Ledoux , M.L. Winston , H. Higo , C.I. Keeling , K.N. Slessor , Y. LeConte
L' influenza della regina e del suo segnale feromonale sulla costruzione dei favi è stata valutata nel corso dello studio. Sono stati testati 4 tipi di presenza o assenza di regina o presenza di feromone sintetico su pacchi d'api inarniati ad inizio prova:
1)regina feconda 2) regina vergine 3) assenza di regina ma dispenser con feromone mandibolare sintetico (QMP) 4) assenza di regina e feromone
Dopo 10 giorni i favi prodotti nelle famiglie in test sono stati rimossi e misurati.
Si è inoltre verificato la quantità di api presenti nelle aree di costruzione e la dimensione e il tipo di favo costruito.
Le api orfane costruiscono sensibilmente meno e i loro favi hanno celle significativamente più larghe, da fuco. Secondò gli scienziati canadesi ciò indica che sia la dimensione delle celle che
la costruzione è mediata dalla regina e particolarmente dal suo feromone mandibolare.
Il feromone mandibolare rappresenta il segnale di costruzione dei favi e con la sua presenza " ordina" alle api di costruire mentre la quantità che le api possono costruire deriva da altri fattori
In assenza di feromone mandibolare o in sua scarsità le api costruiscono celle da fuco .
Questo è anche quello che avviene con le regine vecchie il qui livello di feromone non è sufficente a raggiungere in maniera significativa tutte le api della famiglia.
Questa scoperta è estremamente suggestiva dal punto di vista della conoscenza della biologia delle api, ma ha anche valenze molto pratiche .
Si ricorderà che la varroa ha una spiccata preferenza per la riproduzione nelle celle da fuco ed in esse riesce a produrre una discendenza molto più cospiqua.
L’allevamento di fuchi può perciò essere molto ridotto semplicemente aggiungendo alle famiglie feromone mandibolare sintetico. In questo modo si otterrà una riproduzione molto più bassa della varroa ed una consistente riduzione dei problemi che essa comporta.
Inoltre, i fuchi che certo sono essenziali per la fecondazione delle regine,
risultano anche per altri versi piuttosto indesiderabili.
Seeley ( Apidologie 2002 ) verifica che famiglie prive di fuchi hanno una produzione di miele significativamente maggiore .Lo studio esamina l’ impatto sulla produzione di miele delle colonie della naturale presenza di fuchi (20%) su 3 stagioni .Da metà maggio ad agosto è stata misurata la raccolta di 10 colonie, 5 con favi di fuchi e 5 senza . Colonie con fuchi hanno raccolto 16.0 kg mentre senza favi di fuchi 30.98 kg.
Avere fogli cerei incontaminati è indispensabile sia per chi fa apicoltura biologica che per chi attraversa la fase di conversione per arrivare al biologico. Sembra un ottimo viatico anche per chi fa apicoltura " tradizionale ".Come ben noto però,la cosa non è semplice.Il Germania, dove il Perizin è utilizzato dal 92 fino a 4 volte l'anno il problema era già sentito nel 96. Su Adiz di febbraio 96 si leggeva un articolo di Bruno Binder dell'Istituto di Kirchein in cui si enunciava che per evitare il continuo accumulo di residui sarebbe necessario almeno non destinare la cera proveniente dalla fusione dei favi vecchi alla produzione di fogli cerei. Il metodo più elegante, continuava Binder, per evitare accumulo di residui (e avere favi biologici ........ ) sarebbe quello di fornire alle api telai con una minima parte di foglio , lasciandole libere di costruire naturalmente.
In prove condotte pressol'Istituto di Kirckhein è stato verificato che questa possibilità comporta un aumento del 20/30% del numero di celle da fuco, quindi famiglie con meno operaie. In somma , minor produzione.Inoltre la presenza di un numero maggiore di fuchi fa sì che vi sia anche una riproduzione maggiore di varroa.
Solo con regine giovani si riuscirebbe ad avere la costruzione di favi naturali con un numero di celle da fuco inferiore al 10% ( Maul 94 ) . Lo studio fu ripetuto nel 95, alla ricerca di eventuali correttivi , ma confermò i limiti della cosa.
Gli alveari con favi naturali producono meno (avendo meno operaie e più fuchi da mantenere ) salvo che in primavera, quando i fuchi sono ancora pochi.. Con la costruzione dei favi naturali però ,
fu verificato, gli alveari arrivavano ad avere 7023 varroe di media ognuno rispetto alle 2219 di quelli di controllo dotati di fogli cerei.
Nel 96 sembrava dunque un circolo vizioso in cui la bonificazione dai residui non poteva derivare dalla costruzione spontanea dei favi .
Nel 2002 , le ultime scoperte verificano il ruolo fondamentale del feromone della regina nella costruzione di favi. Di come sia la sua assenza o scarsità a determinare la parziale o totale costruzione a fuco. Dunque , semplicemente inserendo nell'alveare feromone mandibolare sintetico ( Bee Boost ) si può arrivare ad avere la perfetta costruzione dei favi naturali e risolvere uno spinoso problema
Finalmente svelati i misteri relativi alla produzione della cera e all'allevamento dei fuchi
Recenti ricerche condotte in Canada e Giappone svelano questi misteri. Il feromone della regina rappresenta il segnale che fà iniziare la costruzione . La sua assenza o scarsità provoca la costruzione di celle da fuco in tutto o parte del favo .
La quantità di favo che le api riescono a costruire dipende poi dalla disponibilità di risorse da convertire in cera e dall'efficienza delle ghiandole ceripare delle operaie. Come si sà , le regine giovani, consentono tra le altre cose anche la migliore produzione di favi
Il tipo di covata che verrà allevato nei favi risulta essere conseguenza di questo fattore.
E' noto che lo sciame con regina giovane non alleva in pratica fuchi nel primo anno , mentre dal secondo comincia l'allevamento. Quando il feromone della regina comincia a diminuire le api cominciano a costruire celle da fuco. La regina adatterà il tipo di deposizione alle celle che trova, non decidendo mai in proprio e regolando la quantità di deposizione sulla base dell'alimentazione ricevuta , la quale deriva dalla disponibilità di risorse.
Da questo risulta che nella pratica apistica mettere regine giovani su favi con celle da fuco preesistenti le porta a deporre da fuco e i risultati saranno inferiori alle attese sia come produzione di miele che come sviluppo di varroa.Troppe celle da fuco faranno sciamare in anticipo regine giovani.
Partendo dalle premesse che la carenza del feromone della regina regola la costruzione delle celle da fuco e che la sciamatura è l’ultima conseguenza della carenza di feromone della regina di cui l’allargamento delle celle alla misura di fuco è il primo segnale, si può enunciare un innovativo sistema di monitoraggio della sciamatura.
In una famiglia i cui favi sono privi di celle da fuco , l’allargamento di celle o la costruzione di celle da fuco è il primo indice di carenza di feromone della regina ( che è funzione della sua età e delle sue caratteristiche genetiche ) e inizio di sciamatura. Se non si interviene l’allevamento di fuchi prosegue confermando la carenza di feromone.
Togliere i fuchi prima che nascano ( avranno anche catturato un po’ di varroa ) e aggiungere il feromone sintetico sotto forma di un Bee Boost diviso in metà o terzi del supporto posizionato in varie parti dell’alveare per ottimizzarne la dispersione nell’alveare anche se costipato .
A questo punto non vi dovrebbe essere ulteriore tentativo di costruzione di favi da fuco e allevamento e la famiglia non sciama senza aver prima allevato fuchi in buona quantità .
Se ad un controllo dopo 10/15 giorni si nota allevamento di fuchi significa che vi è ancora carenza di feromone della regina in rapporto alla quantità di api presenti e alle condizioni di affollamento dell’alveare . Togliere la covata da fuco osservabile e aggiungere altri pezzi di Bee Boost in altri punti dell’alveare.
Si ricorda che in natura gli sciami non allevano fuchi nel loro primo anno di vita.
Nel caso nell’alveare vi siano celle da fuco dell’anno precedente la regina vi deporrà indipendentemente dal fatto che vi sia effettiva carenza di feromone .
La presenza di questi fuchi porta ad una maggior diluizione del feromone della regina e ad un maggior affollamento dell’alveare con riduzione della mobilità della regina e della circolazione del feromone e sciamatura maggiormente probabile e anticipata
Effetti del feromone mandibolare sullo sviluppo di covata in nuclei e famiglie
Un supplemento di feromone induce una maggior raccolta di polline sia come raccolta individuale che come numero di api che si dedicano a questo compito. Secondo le ricerche scientifiche alla fine del periodo di osservazione, i nuclei con 1 Qeq/giorno risultano avere raccolto il 95 % in più di polline. Tutto ciò non si traduce in un aumento delle scorte , ma in un aumento di produzione di covata. Lo stesso comportamento non si verifica in egual misura in estate sulle colonie in produzione probabilmente perchè lo scopo di queste è la produzione di miele e non lo sviluppo della famiglia. Il feromone è utile sulle colonie in produzione all’uscita dell’inverno, quando anche per esse la produzione di covata è lo scopo principale. Il trattamento a 10 Qeq/giorno non produce effetti rispetto al gruppo di controllo. Questo significa una evidente " overdose " con effetto di desensibilizzazione delle operaie. Numerose conferme sono giunte relativamente a questo tipo di utilizzo. Un paio di apicoltori non hanno invece notato differenze.Significativo l’utilizzo massivo effettuato in primavera in numerosi apiari in calabria da cui è risultato un aumento della deposizione inversamente proporzionale alla forza delle famiglie e quello in zone povere di polline (Varese)in cui la maggior disponibilità di polline delle famiglie con feromone è risultata con molta facilità.Da citare esperienze di produzione di nuclei in Veneto. In queste condizioni le famiglie realizzate a maggio con un favo di covata si invernavano solitamente su 5 telai. Con l’utilizzo del BEE BOOST sono state invernate su 8. Secondo alcuni apicoltori se si cambia di posizione al Bee Boost la regina va a deporre nei favi vicini alla nuova posizione in cui è stato collocato.E’ da verificare se l’utilizzo in pezzi può dare lo stesso effetto . Una correlazione sembra anche presente con le condizioni ambientali . Il miglioramento dello sviluppo delle famiglie sembra tanto migliore quanto più le condizioni ambientali sono avverse. La mancanza di effetto di stimolazione invece può essere dovuta, come visto più sopra, ad un eccesso di feromone rispetto alla quantità di api presenti e ad un effetto di superdosaggio anche in relazione alle caratteristiche genetiche delle api.Si può dunque provare a ridurre la quantità di feromone applicata di una buona metà.Si deve anche considerare che l’applicazione del feromone provoca la stimolazione della regina attraverso un maggiore apporto di polline .Può succedere che non vi sia grande disponibilità per la raccolta. Può anche succedere che la regina non sia fisiologicamente in grado di rispondere più di tanto alla stimolazione. Per fare un esempio, non basta cambiare il carburatore per fare di una "500" un auto da formula 1. Non ci si può aspettare di far diventare regine vecchie e scarse le migliori dell’allevamento con l’aggiunta del Bee Boost. Questo pare un po’ troppo.Una certa sostituzione di regine vecchie è osservata dopo l’inserimento di Bee Boost in primavera ( marzo ) . In questi casi la regina sembra essere molto scarsa e una sua sostituzione naturale e precoce viene definita utile ai fini produttivi.Tuttavia c’è da dire che la sostituzione di regine in primavera è piuttosto comune e la semplice osservazione " a occhio" da parte di bravi apicoltori non è sufficente a stabilire se la presenza del feromone accelera la sostituzione.Alcune rarissime famiglie risultano estremamente sensibili al feromone sintetico. In questi particolarissimi casi già un mezzo supporto può bloccare completamente la costruzione di celle anche in assenza della regina. La presenza di celle da fuco può dimibuire l’efficacia per i motivi sopra riportati.
Uso del supporto-collocare un BEE BOOST( anche meglio se diviso in due o tre parti ) nella parte anteriore del nido . Le api possono rispondere in maniera molto diversa a seconda delle caratteristiche genetiche e delle condizioni ambientali.
Effetti di feromone mandibolare della regina sintetico su pacchi d’api
Quantità minime possono mantenere tranquille le api .
Slessor e al. (88) hanno dimostrato che in laboratorio il comportamento di " corte reale" può avvenire a quantitativi più bassi di un decimilionesimo di Qeq. Chiaramente, il dosaggio di feromone sintetico richiesto è altamente specifico per ogni funzione. L’applicazione in campo per questo utilizzo ha dato risposte molto positive per quanto riguarda la coesione del pacco. Particolare attenzione deve essere posta se si ha intenzione di riunire queste api ad una famiglia con regina o si vuole introdurre una regina con la gabbietta. Le api in queste condizioni di assenza di covata si convincono con poco feromone di avere una regina e possono poi non accettare volentieri la presenza di quella che per loro diventa una seconda regina .E’ perciò consigliabile lasciare non più di un decimo del supporto feromonale durante la fase di introduzione della regina in gabbietta, posizionandolo vicino alla porta di volo per mantenere la coesione delle api, il volo e la raccolta e contenere le possibilità di saccheggi fino a che la regina è libera.La gabbietta con la regina andrà sistemata quanto più lontano possibile dal feromone.Una volta che la regina ha cominciato a deporre si può aumentare ( fino a 1 supporto intero) la quantità di feromone presente per stimolarne la deposizione.Le api a pacco sono tenute molto bene in coesione dal feromone. Persino troppo.... Bisogna considerare che in questa condizione di completa assenza di altri riferimenti ( covata coi relativi feromoni, ciclo biologico dell’alveare ( o meglio ex alveare) sconvolto e inesistente nel momento in cui le api sono ridotte a pacco ) e nella condizione di assoluta immobilità le api ricevono una forte sensazione di " presenza di regina" anche con poco feromone. Se si riuniscono senza nessuna cautela con altre api inarniate, queste avranno la sensazione di una riunione di due famiglie con regina. A causa delle condizioni in cui sono state mantenute saranno anche molto convinte che è la loro regina la migliore......
il risultato sarà molto probabilmente l’uccisione della regina vera....anche perchè le api della famiglia inarniata non possono uccidere il BEE BOOST.E’ necessario tener conto di questo nella riunione ed operare di conseguenza
L’uso di feromone mandibolare della regina nella gestione dei nuclei di fecondazione
L’utilizzo in campo in condizione europee ha confermato, a parte le dovute eccezioni, ( Lapis n°7 settembre 98) il mantenimento di una quantità superiore di popolazione nei nucleetti con feromone. L’utilizzo di una quantità moderata e proporzionale alla quantità di api presente nel nucleino di fecondazione ha dato effetti soddisfacenti nel mantenimento della coesione dello stesso e nella riduzione della deriva delle api. Le celle sono state accettate e le vergini si sono fecondate regolarmente. Per quest’uso sembra utile posizionare il feromone nella parte posteriore dell’arnietta, in un angolo.Una quantità troppo alta di feromone può però dare l’effetto contrario di quello desiderato facendo credere alle poche api del cassettino di avere già una regina. Si tratta perciò di utilizzarne una quantità che consenta il mantenimento della coesione senza risultare però troppo forte. Un decimo del supporto Bee Boost ha dato buoni risultati a diversi allevatori.Con nuclei più grandi anche un mezzo supporto ha dato i risultati richiesti di coesione della popolazione e accettazione delle celle e delle vergini.Il supporto Bee Boost consente
( Lapis n°7 settembre 98) la stabilizzazione dei nuclei di nuova formazione senza necessità di confinamento o clausura.Se il supporto è presente solo in alcuni cassettini, questi tenderanno a raccogliere api da quelli orfani in maniera analoga a quanto succederebbe se alcuni avessero la regina. Il BEE BOOST ha mantenuto anche la coesione dei cassettini alla costituzione,fatti senza covata, con la tecnica del pacco d’api. In questa situzione è necessario introdurre una quantità più alta di feromone, disponendolo vicino all’ingresso, fino all’introduzione della prima cella. Inserendo la cella è necessario diminuire sensibilmente la quantità di feromone presente disponendolo nella parte posteriore. Non appoggiare il supporto al legno. Sembra che l’accumulo nel legno richieda alcuni giorni per disperdersi potendo così risultare in alcuni casi in eccesso facendo la differenza fra una buona o una cattiva accettazione della vergine.
Esperienze pratiche di utilizzo con api orfane e per impollinazione con nuclei orfani in serre
L’aggiunta del supporto Bee Boost a famiglie orfane di varie dimensioni ha avuto effetti definibili sorprendenti senza tema di essere smentiti . Vengono segnalati casi di alveari orfani o con regina vergine che hanno costruito la cera dei melari e li hanno poi riempiti di miele.
Notevole su tutti l’esperimento effettuato dall’apicoltore professionista Francesco Artese ( poi ripetuto da altri colleghi) che in pieno raccolto sull’arancio, quando le famiglie erano già al secondo melario,ha spostato il nido da due di queste,lasciando quattro melari con dentro un Bee Boost poggiati su un fondo mobile. A fine raccolto i melari erano pieni , mentre i nidi erano nel frattempo serviti ad altri scopi. Sembra che le bottinatrici abbiano prodotto anche in assenza del nido.Questo particolarissimo tipo di utilizzo potrebbe tornare utile anche:
* come tecnica veloce di contenimento della sciamatura
* come tecnica per trattare anticipatamente i nidi in caso di infestazione preoccupante di varroa mantenendo le bottinatrici in produzione. Si può anche pensare all’utilizzo del feromone per la gestione controllata di blocchi di covata allo scopo di trattare la varroa come contemplato dal dossier Unaapi-Fai.Bisogna però anche attentamente valutare la difficoltà di reintroduzione della regina dopo lungo periodo di orfanità. Il feromone è stato utilizzato anche nella produzione di pappa reale e regine, spillato alla stecca portacupolini allo scopo di far salire un maggior numero di api.L’accettazione dei cupolini innestati è risultata normale, nonostante la presenza estremamente ravvicinata del supporto col feromone.( api orfane con feromone non sanno decidere nei primi tre giorni se fare celle reali o meno, ma le allevano se queste vengono loro proposte- come dire " se qualcuno ha deciso di farle noi le alleviamo") .
Impollinazione in serra
Il supporto Bee Boost é molto adatto a sostituire la regina nei nuclei da impollinazione delle serre. Visto l’ottimo funzionamento con api orfane e l’attività di volo e raccolta di polline da esse ottenibile e vista la dimensione di questi, già un mezzo supporto potrebbe essere sufficente. Inoltre il feromone risulta consumato molto lentamente e attivo molto a lungo.Le api bottinano fino alla completa estinzione della famigliola. Vengono inoltre evitati i fenomeni di deriva che si verificano quando si ha esigenza di aprire i nuclei prima di inserirli nelle serre.
Per l’ impollinazione delle serre è’ possibile produrre nuclei orfani che avranno scarsa propensione a bottinare oppure nuclei con regina. In questo secondo caso si avranno invece i costi aggiuntivi legati alla presenza della regina ( necessità di un gran numero di regine fuori stagione, loro conservazione e gestione ecc.) e i problemi della non infrequente sciamatura dei nuclei all’interno delle serre.La produzione dei nuclei con Bee Boost è una soluzione che consente di ottenere nuclei con volo analogo a quelli con regina ma a costi inferiori.Anche i tempi di produzione dei nuclei vengono accelerati con l’utilizzo di Bee Boost, il cui utilizzo consente anche una maggior stabilità dei nuclei alla produzione,con deriva minima di api.Per le impollinazioni più corte i nuclei potrebbero essere costituiti anche senza telai.Viene asserito che nelle condizioni siciliane anche i nuclei orfani hanno un buon volo. La stessa attività potrebbe essere ottenuta con un numero minore di api e Bee Boost
BEE BOOST nel melario
Sempre allo scopo di verificare la possibilità di far salire le api, il feromone è stato collocato all’inizio della fioritura dell’acacia in un alveare con due melari vuoti, fra i due telai centrali di quello superiore. Le api hanno disposto il miele nei telai centrali dei due melari in corrispondenza del feromone. L’utilizzo di feromone nel melario può tornare utile per far raccogliere alle api nel melario senza intasare il nido ( sfruttando così ad esempio tutto il raccolto sull’acacia) o per ridurre la congestione del nido favorendo la salita a melario delle api ottenendo in questo modo un effetto antisciamatura. Questo tipo di utilizzo è stato proposto da alcuni apicoltori americani per la produzione di miele in favo .Utilizzare il Bee Boost diviso in3/4 pezzi più piccoli.Non sembra il caso di introdurlo intero nei melari
Non provoca accumulo di polline nei melari .
Bee Boost nel melario come escludiregina Dopo esperienze ripetute si è notato che in presenza del feromone nel melario la regina non sale quasi per niente a deporre nello stesso. Il feromone ha quindi un effetto da escludiregina e risulta molto comodo in diverse situazioni produttive
Effetti del feromone sulla costruzione di celle nelle varie situazioni -Aggiunta di feromone in presenza di regina in primavera, prima e durante la sciamatura
Il feromone sintetico integra la produzione della regina. L’insieme può ritardare o evitare la sciamatura. L’aggiunta del feromone non blocca in alcun modo la costruzione delle celle se questa è già iniziata per qualsiasi motivo.Il feromone non deve perciò essere inserito in ritardo. Il solo BEE BOOST non dovrebbe di norma impedire completamente la costruzione di celle in assenza di regina salvo in condizioni di grande raccolto.
Introduzione di regine in nuclei orfani con Bee Boost
L’accettazione delle regine in presenza di Bee Boost interi non è eccellente. Il feromone non migliora l’eventuale accettazione della regina ed è bene limitarne la quantità presente al momento dell’introduzione della regina ad una quantità minima ( 1/10 del supporto vicino alla porta di volo) per mantenere la coesione e il volo di raccolta ( evitando saccheggi e derive ) fino a che questa è uscita dalla gabbietta.Successivamente si può aggiungere una quantità maggiore di feromone ( ricordando che troppo non aiuta), proporzionale al numero delle api per stimolare la raccolta di polline. Nel caso di api su favi, finita la covata ( specialmente disopercolata) l’atrofizzazione ovarica delle operaie comincia a mancare. Questa mancanza che dipende dai feromoni della covata e da altro, ma non dal feromone mandibolare, rende più difficile l’accettazione.
Orfanizzazione e immediata aggiunta di feromone mandibolare sintetico
Le api hanno una sensazione strana. Costruiscono qualche cella con poca convinzione dopo il terzo giorno. La" convinzione " dipende dalla quantità di feromone presente in rapporto al numero di api, dalla quantità di covata disopercolata e uova presente e dal tipo di flusso nettarifero in corso.In questa situazione, se il livello di QMP sintetico è sufficentemente alto da surrogare i feromoni della regina e quelli della covata, le api non sanno decidere se iniziare a costruire celle o meno, ma se vengono inseriti cupolini con larve già innestate ( come nella produzione di regine o pappa) accettano la situazione e continuano l’allevamento. Questa sensazione di incertezza si interrompe però fra il terzo e il quarto giorno . In questo periodo una più convinta costruzione di celle è stata osservata.La quantità di celle costruite risulterà variabile.Una completa assenza di costruzione può essere possibile utilizzando supporti interi in condizioni di buon flusso nettarifero.Il feromone mandibolare non è il solo inibitore della costruzione di celle reali presente nell’alveare. La completa inibizione della costruzione di celle d’emergenza sembra legata ad un sottile equilibrio dei feromoni della regina con quelli della covata con influsso non trascurabile del tipo di raccolto in corso . E’ inoltre ipotizzabile che le api siano più o meno sensibili ai feromoni a seconda del loro patrimonio genetico, ad esempio esattamente come gli uomini sono sensibili in vario modo all’alcol. Anche la modalità di assorbimento del feromone sembra avere effetto.Le api sembrano assorbire più feromone dai supporti interi che da mezzi. Questo più alto assorbimento sembra diminuire la volontà di costruire celle d’emergenza e l’accettazione di regine estranee.
Relazione tra il flusso nettarifero presente e la costruzione di celle in presenza di Bee Boost
Dalle ricerche scientifiche è noto che la costruzione di celle in condizioni di orfanità è largamente condizionata dalla presenza di uova e covata giovane. Tuttavia questo segnale feromonale della covata sembra interessare tanto meno le api quanto maggiore è ilflusso nettarifero in corso. La produzione di celle in condizione di orfanità e presenza di Bee Boost risulta essere tanto minore quanto maggiore è l’importazione nettarifera.Livelli molto alti di feromone, asportabili da un supporto intero, possono inibire completamente la costruzione di celle in condizione di orfanità e copioso raccolto.Il segnale feromonale della covata permette alle api di capire se la deposizione della regina avviene nelle migliori condizioni .Sappiamo però che quando le api cominciano a raccogliere la regina può diminuire o sospendere la deposizione ( diapausa ) senza essere sostituita. Le api cioé, in questo particolare momento dell’alveare non utilizzano il sistema feromonale della covata come controllo.La famiglia in produzione si comporta ovviamente in maniera diversa dal nucleo che sta sviluppando e che difficilmente va in diapausa per raccogliere solo miele.
Introduzione di Bee Boost in alveari con regina e in produzione a sciamatura terminata .Diversi apicoltori affermano che le api vanno meglio.
Il forte flusso nettarifero può modificare la percezione feromonale ai dosaggi più alti . Le api potrebbero comportarsi diversamente nei confronti del feromone a seconda dello status in cui si trovano per quanto esposto più sopra e qualcuna,se dovesse rimanere orfana, potrebbe non costruire celle.
Toccare regine con dita sporche di feromone
Un apicoltore belga ha per caso marcato due regine dopo aver maneggiato supporti feromonali. Le regine reintrodotte sono state uccise. Ha pensato che questa operazione abbia modificato la riconoscibilità della regina.
Supporto con feromone puntato sul listello del telaio
Nella cera il feromone risulta degradato in circa 24 ore
( nelle condizioni normali dell’alveare). Non sono state effettuate verifiche per stabilire se nel legno risulti meglio conservato. Un apicoltore belga ( Lapis N°7-98) ha utilizzato un BEE BOOST in uno starter puntato sul listello del telaio. Tolto il supporto feromonale e inserito il telaio coi cupolini innestati ha dovuto attendere la terza prova per avere un’accettazione normale. Non ci sentiamo di condividere l’idea che la scarsa accettazione sia da imputare al feromone rimasto sul legno ( in quantità minima ) avendo utilizzato direttamente il BEE BOOST per la produzione di pappa reale spillato sul listello portacupolini allo scopo di attirarvi un maggior numero di api e avendo osservato un’accettazione normalissima proponendo i cupolini innestati. Altro discorso sarebbe, come detto più sopra, se le api dovessero iniziare da sole l’allevamento reale.
Recupero di famiglie con api fucatrici
Anche questa è un’esperienza belga ( Lapis N° 7 -98).
Dopo aver lasciato il Bee Boost per due settimane, l’apicoltore ha aggiunto un telaio di covata giovane ( togliendo nel contempo il supporto feromonale) sul quale le api hanno allevato una cella reale.
Non lasciare il feromone oltre il tempo di utilizzo richiesto per la specifica funzione
Utilizzare quantità di feromone proporzionali alla quantità di api interessata e sempre meglio se col supporto diviso in 2/3 parti . Dosaggi molto alti non sono utili se non per l’inibizione della sciamatura.Non utilizzare supporti interi per il controllo della sciamatura, ma utilizzare supporti sempre divisi a metà.
Non posizionare il feromone al centro della cassa, ma al bordo anteriore , vicino alla porta di volo, all’altezza del legno verticale dei telai.
Il supporto feromonale dura molto a lungo e per molto tempo risulta attrattivo per le api.Tuttavia non è detto che la quantità rimasta nella plastica sia sufficente per ogni specifica applicazione.
La presenza del feromone può falsare il "sonoro " delle api in caso di orfanità.
Un’occhiata al nido è perciò vivamente consigliata.
il Bee Boost non è uno strumento da lasciare indiscriminatamente e senza controllo nell’alveare per quattro o cinque mesi
Attrazione di api alla deriva-Quando si spostano le api succede che alcune rimangano sul posto. Una cassettina contenente BEE BOOST e favi vuoti le attrae e raccoglie.Potranno poi essere riunite ad altre famiglie o dar luogo ad un nuovo nucleo con l’aggiunta di una cella o regina. Inserire il BEE BOOST tra i favi , nella parte anteriore della cassettina. Questo tipo di utilizzo non consuma feromone. Il supporto può essere riutilizzato o lasciato per due mesi per dare maggiore sviluppo al nucleo costituito. Questo tipo di utilizzo non ha presentato particolari difficoltà.. Con questa tecnica si possono produrre velocemente anche nuclei costituiti in prevalenza da api vecchie. I nuclei così prodotti hanno tirato la cera e raccolto in assenza di regina.
Nei pressi del laboratorio o quando si recupera uno sciame , capita spesso che diverse api rimangano alla deriva.Una cassettina con qualche favo vuoto e un BEE BOOST può recuperare tutte queste api che altrimenti andrebbero perdute. Per questo utilizzo il feromone non viene praticamente consumato ed è pienamente riutilizzabile . L’attrattivitità del Bee Boost in laboratorio, per il recupero delle api in esso stazionanti è risultata funzione del suo posizionamento.In tutte queste situazioni le api ricevono una forte sensazione di presenza di regina dal feromone e possono risultare aggressive nei confronti di regine aggiunte o con esse riunite. Deve quindi essere preventivamente ridotta la quantità di feromone con cui sono a contatto ( vedi effetti di feromone sintetico su pacchi d’api)
Temporaneo rimpiazzo della regina- Il BEE BOOST può essere utile per mantenere la popolazione di un alveare orfano, che altrimenti tenderebbe a essere soggetta a deriva verso altri alveari, per il tempo necessario a reperire una nuova regina. Col feromone sintetico l’alveare orfano vola di più e risulta molto meno soggetto ai saccheggi.Inserire il BEE BOOST vicino alla porta di volo. Per questo utilizzo il supporto si scarica di circa un trentesimo della sua capacità per ogni giorno di presenza nell’alveare. Sulla base del periodo in cui è stato lasciato in opera si potrà calcolare quale è la sua potenziale efficacia residua.
Nella preparazione dei pacchi d’api e nuclei -per stimolare la famiglia donatrice dopo il prelievo di api .Le famiglie donatrici o che hanno sciamato ricominciano ad avere come scopo primario la produzione di api. Inserire BEE BOOST fra i favi centrali, vicino alla porta di volo, aiuta il loro sviluppo. Per questo utilizzo la durata dell’efficacia del BEE BOOST è di circa due mesi.
Stabilizzazione ed equilibratura dei nuclei alla produzione -A volte succede che i nuclei, al momento della produzione, vadano incontro a significativi cali di popolazione.Bee Boost la stabilizza permettendo di evitare di dover nuovamente aggiungere api in un secondo tempo.Per l’introduzione di celle e regine vedere le parti specifiche della documentazione
Api più tranquille- la presenza del Bee Boost rende generalmente le api più mansuete
Trasporto di alveari in condizioni di elevata temperatura e popolazione, anche di giorno.-
Col supporto BEE BOOST presente nell’alveare, le api stanno maggiormente calme . Ciò provoca minori effetti di agglomerazione con diminuzione dei fenomeni di soffocamento . ( Questo tipo di esperienze è stato sviluppato in Francia dagli apicoltori professionisti del sindacato SPMF). Collocare il supporto fra i favi centrali, nella parte anteriore dell’alveare. Se il supporto viene lasciato solo per il tempo del viaggio il suo consumo è minimo e puo essere pienamente riutilizzato.
Produzione e spedizione di nuclei e pacchi d’api orfani
La possibilità di vendere api senza regina apre questa produzione ad un maggior numero di operatori. Non tutti, inoltre, vorrebbero acquistare api con regina. Inserire il BEE BOOST tra i favi centrali nel caso di nuclei o nell’apposito spazio per la gabbietta della regina nel caso di pacchi d’api. Per questo tipo di utilizzo il feromone non viene praticamente consumato e può essere pienamente riutilizzabile nel caso del pacco d’api. Si può considerare un consumo di un sessantesimo al giorno per i nuclei nel caso questi siano liberi di volare.
Recupero delle api dai melari raccolti
Qualunque tecnica si usi, dalla spazzolatura all’apiscampo alla soffiatura, un numero più o meno grande di api rimane all’interno dei melari. Questo numero è tanto più alto quanto più si ha bisogno di fare in fretta.Disponendo uno o due BEE BOOST ( legati insieme ) sul melario in cima alla pila , le api presenti si raccolgono intorno al feromone e possono essere raccolte con facilità.Questo utilizzo non provoca consumo di feromone che può essere pienamente riutilizzato. Anche queste api risultano a pacco e sono molto sensibili al feromone. Riunirle con regina secondo quanto prescritto in " effetti di feromone sintetico su pacchi d’api"
Prevenzione dei saccheggi
la presenza del BEE BOOST tra i favi centrali , nella parte anteriore dell’arnia , in prossimità dell’ingresso, consente una maggiore resistenza ai saccheggi .Per questo utilizzo il feromone viene consumato proporzionalmente alla grandezza della famiglia e al tempo di permanenza al suo interno.
Confermata anche la riduzione dei saccheggi in atto
Per inarniare sciami - Il Bee Boost può essere utilizzato per un più facile, efficace e veloce inarniamento degli sciami.Appoggiare il supporto feromonale( non intero, ma diviso in metà ) sui legni dei telai e scuotere come d’abitudine.Le api entrano più velocemente nell’arnia e difficilmente la lasceranno. Molto utile anche per raccogliere sciami a terra.Vengono segnalate con questo tipo di utilizzo,lasciando il feromone , diverse mortalità della regina nei giorni successivi l’inarniameto a dimostrazione della grande sensibilità delle api a sciame per il feromone. Queste è imputabile alla differenza di odore fra telai proposti allo sciame e regina che potrebbe portare le api a considerare quest’ultima "non di casa " in presenza di una quantità di feromone tipica del supporto intero. Lasciare dunque nell’alveare,dopo la cattura, solo un decimo del supporto Bee Boost( oppure una quantità maggiore ma sempre divisa in piccoli pezzi ) situandolo in prossimità della porta di volo fino a che la regina a iniziato a deporre.Successivamente sarà possibile aumentare la quantità per stimolare lo sciame.
BEE BOOST in arnie esca per catturare sciami
Qualche sciame è stato catturato con arnie vuote disposte in apiario contenenti il feromone.Per quest’uso l’efficacia non è straordinaria, ma il feromone non si consuma per niente e può essere tranquillamente riutilizzato.
Per catturare sciami collocati in alto
Fissare un favo ad una lunga asta.Fissare quindi il Bee Boost al centro del favo.Portare il favo a contatto dello sciame.Diverse api dovrebbero trasferirsi sul favo attorno al Bee Boost
Produzione di cera - Il feromone è essenziale per la produzione della cera. Una sua presenza quantitativamente maggiore porta a migliorare la costruzione .
Blocchi di covata controllati per trattare la varroa-
Il Dossier " Varroa sotto controllo: istruzioni per l’uso " elaborato da UNAAPI e Fai presenta tra gli interventi complementari il blocco della covata. Trai difetti del metodo vengono segnalati i rischi di saccheggio in condizioni di carestia che le famiglie orfanizzate dovrebbero affrontare. Questi sarebbero evitabili con l’utilizzo del Bee Boost negli alveari orfani.
Blocchi di covata con il metodo dell’asportazione della covata opercolata per il controllo della varroasi (Secondo il dossier succitato)
-la presenza di BEE BOOST nell’alveare di partenza a cui sono stati tolti favi con covata aperta, api e regina, conferisce una stabilità molto superiore, consentendo un miglior sfruttamento dell’eventuale raccolto del periodo, una maggiore capacità di costruzione della cera e una tenuta molto superiore ai saccheggi.
Ritardo e inibizione della sciamatura
Il Bee Boost non è specifico per questa funzione, tuttavia può per essa essere utilizzato con profitto.
Il massimo dell’effetto si ha introducendo Bee Boost prima che inizi l’allevamento di fuchi. .L' efficacia è tanto migliore quanto minore è il numero di celle da fuco presenti al momento dell'inserimentoAnche il dimensionamento del supporto non è specifico per questa funzione.Il Bee Boost deve sempre essere utilizzato in MEZZI SUPPORTI in presenza di regina e raccolto.Le operaie cominciano ad allevare nuove regine circa 7/10 giorni prima della sciamatura. I fattori primari , nessuno indipendente dagli altri, per cui la colonia prepara la sciamatura sono :* dimensione della famiglia
* congestione del nido
* distribuzione dell’età delle api
* ridotta trasmissione del feromone della regina che inibisce l’allevamento reale
L’abbondanza di risorse influenza i primi tre fattori e può essere essa stessa un fattore primario per l’allevamento di nuove regine. E’ verificabile che nelle famiglie in sciamatura la circolazione del feromone è ridotta a causa della congestione in cui essa si trova, ma anche che la quantità di feromone prodotta dalla regina( che è costante ) è divenuta insufficente per una quantità di popolazione cresciuta in maniera esponenziale.La quantità di feromone che raggiunge ogni singola ape è ridotta ( o nulla ).Questo deriva in parte dalla congestione della famiglia e in parte dalla grande popolazione presente. Perciò viene a mancare l’inibizione chimica che la regina normalmente esercita. La congestione delle colonie può essere di per se uno stimolo primario alla sciamatura . Può essere percepita dalle api come aumento di temperatura nell’alveare, alto livello di anidride carbonica al suo interno o come numero di celle vuote che le api incontrano ( o non incontrano ) nel loro movimento ( massimo sviluppo della famiglia raggiunto e percepito -non vi è più posto per altra covata ne per scorte) . Nella pratica si conosce da tempo l’utilita di ridurre la congestione con l’aggiunta di melari, ma si sa anche che questo di per se non basta a controllare la sciamatura. Dal 10 al 40 % delle famiglie potranno mediamente sciamare anche se viene loro concesso spazio in eccesso ( Simpson 1957 ) . La dispersione del feromone nell’alveare avviene principalmente in due modi:attraverso il comportamento di grooming delle operaie nei confronti della regina e successiva ridistribuzione per trofallasi e grooming e per mezzo del passaggio della regina stessa sui favi. Anche le operaie a contatto con la regina depositano sui favi una piccola quantità di feromone. I risultati di uno studio dimostrano che il feromone inibitore circola meglio in colonie non congestionate, dove le operaie sono meglio disperse e possono più facilmente muoversi e anche il movimento della regina è meno ristretto. L’utilizzo in campo del prodotto Bee Boost darà risultati forzatamente variabili. L’aggiunta di feromone sintetico alza il livello di inibitore presente e consente in molte situazioni di inibire la sciamatura o ritardarla ( consentendo cioé lo sviluppo di una quantità di popolazione che la regina da sola non sarebbe riuscita a sostenere ) . La circolazione del feromone aggiunto risulta probabilmente difficile nelle famiglie di dimensioni molto elevate specialmente in condizioni di grande abbondanza tipiche del meridione a fine aprile.Il feromone può essere impiegato per cercare di evitare che le famiglie sciamino, ma si può anche pensare di utilizzarlo per far si che la dimensione dello sciame in partenza sia minima, consentendo così alla famiglia di continuare a raccogliere.Inoltre si è tradizionalmente portati ad associare l’inibizione della sciamatura alla non costruzione di celle, ma si potrebbe anche pensare all’inibizione come all’impedimento della partenza dello sciame anche se altre regine sono state allevate, traformando la sciamatura in sostituzione di regina . Si realizza cioè l’inibizione nell’ultima fase utile, dopo che non si è riusciti ad evitare alla famiglia la costruzione di celle reali, ma facendo credere alle api che queste celle sono destinate alla sola sostituzione, caratterizzata da alto livello di feromone mandibolare e basso livello di feromoni della covata.Questo non è però sempre possibile perchè la quantità di api giovani presenti , col caratteristico odore, da alle api la sensazione di un grande sviluppo di popolazione ottenuto .
E’ perciò’ da considerare che la costruzione di celle in presenza di feromone sintetico non è da vedere come una sciamatura avvenuta. Da diversi apicoltori è stato osservato che queste celle venivano poi distrutte oppure le famiglie hanno prodotto celle,ma hanno poi sostituito la regina senza sciamare . In diverse famiglie è stata osservata la costruzione di celle che poi sono state distrutte, per essere poi di nuovo costruite e nuovamente distrutte senza sciamature per non meno di venticinque giorni.Gli sciami usciti da alveari con Bee Boost sono risultati piccoli rispetto alla norma . Questo dato è confermato dalle esperienze francesi e belghe ( Lapis n°7 settembre 98). Si ipotizza che la presenza del feromone vicino alla porta di volo possa influire sulla formazione dello sciame anche in presenza di celle , impedendola o facendo sì che il numero di api che partecipano al processo di uscita sia minore. Praticamente tutti usano " alleggerire " le famiglie per contenere la sciamatura. E’ dimostrato che se da una famiglia vicina alla sciamatura si toglie covata disopercolata anzichè opercolata si ottiene esattamente l’effetto contrario a quello voluto. Anziché inibire la sciamatura la si fa iniziare.
Uso e dosi-disporre 4 mezzi Bee Boost nell’alveare, due nella parte anteriore, all’altezza del legno verticale dei telai e due nella parte posteriore.Evitare la parte centrale dei favi e dell’alveare già discretamente coperta dalla regina .
L’importanza dei favi e dell’importazione di nettare
E’ risaputo che ogni colonia ha il suo odore tipico, ma quali sono le componenti fondamentali di questo odore?
Vi sono evidenze di come l’odore " di casa" di una famiglia possa essere assorbito dalla cuticola delle api dagli odori presenti nell’aria dell’alveare ( Renner 60).Breed (98) propone nuove informazioni sul ruolo dei feromoni da ricognizione. Il suo lavoro si è basato sulla valutazione della capacità di differenti odori di essere " spunto di ricognizione" e di condurre di conseguenza a comportamenti di aggressività.Gli acidi grassi e gli idrocarboni prodotti dalla cuticola delle api, che si vanno ad incorporare nella cera dei favi costituiscono una marcatura chiave.Breed ha provato ad allevare api in laboratorio senza esporle al contatto con alcun favo.Ne ha successivamente riunito una parte con api sorelle.Le altre sono state esposte ai favi di un’ altra colonia e riunite anch’esse con le sorelle.Le api allevate in laboratorio che erano state a contatto coi favi estranei hanno ricevuto un’accoglienza significativamente più violenta.Successivamente ha poi verificato che le api neonate,prive di " marcature" odorose, non vengono attaccate. Ciò spiega perchè la covata nascente di altre colonie è ben accettata dalle api di qualsiasi famiglia.
A questo punto vecchie bottinatrici sono state "lavate" per privarle del loro odore e inserite nella famiglia in studio. Sono state accettate senza aggressioni, esattamente come se fossero neonate. Con ciò conclude che l’odore dei favi è il principale segnale percepito dalle guardiane .Ne risulta che aggiungendo il melario e sopravvenendo forti importazioni di nettare la regina può cambiare leggermente odore. Api che prelevano forti quantità di feromone, tipicamente da supporti interi. Possono non riconoscerla più come propria regina ed eliminarla. Ne consegue che è sempre necessario utilizzare il Bee Boost in mezzi supporti nel controllo della sciamatura, in presenza di melario e di raccolto .Famiglie che rimangano orfane durante il raccolto possono anche non costruire celle d’emergenza.
Si può dunque pensare la sciamatura come divisa in due parti distinte.Nella prima, con importazione scarsa, i sistemi feromonali dell’alveare funzionano tutti e la presenza del feromone sintetico, anche in enormi quantità, è interpretata correttamente ( il feromone aiuta a fermare la sciamatura, ma in caso di orfanità le condizioni complessive sono tali per cui vengono allevate celle d’emergenza).Nella seconda parte, con forte importazione e accumulo di miele, le api non analizzano i segnali feromonali della covata, divenuta al momento secondaria rispetto alla raccolta di miele e in caso di orfanità la presenza del feromone può trarle in inganno con non costruzione di celle di emergenza.Dunque la maniera di somministrare il feromone deve essere scrupolosa. Supporti interi non devono essere utilizzati in questo periodo, ma devono essere divisi in metà o parti più piccole.
Produzioni nomadi con pacchi d’api
L’"esperimento Artese " in cui le api hanno prodotto miele in assenza di nido ( ripetuto poi con successo da altri apicoltori) porta ad alcune considerazioni .Di un "trasporto" di api per una produzione nomade si può considerare che i due terzi del volume e ben più di due terzi del peso, per quanto considerati essenziali sino a ieri, siano di fatto inutili dal punto di vista strettamente produttivo.
Se si mettessero le bottinatrici della famiglia dentro un melario e si portasse questo sul raccolto, anzichè la cassa col melario è evidente che un trasporto conterrebbe nello stesso volume e con peso inferiore il triplo di entità produttive.Questo porta evidentemente ad un grande risparmio di costi, di fatica e di tempo.
Anche le operazioni di scarico risultano più agevoli e leggere visto che non si sballotta inutilmente il nido. Anche il recupero del miele sembra più agevole. Non avendo a che fare coi nidi, niente pericoli per regina e covata. Anche eventuali problemi di saccheggio risulterebbero del tutto privi di importanza. Poi, assoluta mancanza di residui. Difficile dire " a lume di naso" che differenze di produzione ci siano tra la tecnica tradizionale e quella a sciame. L’alveare ha senz’altro più api, ma anche un consumo maggiore per il riscaldamento e la nutrizione della covata. Ha un suo ritmo di raccolta e deve raggiungere condizioni ben note prima di cominciare a stoccare a melario. Quando comincia, il miele segue un percorso lungo e tortuoso prima di arrivare a melario. Lo sciame a melario è verosimilmente più veloce e l’energia necessaria per stoccare il miele è molto ridotta. Rimarrebbe anche da verificare se gli sciami a melario seguono le leggi di Farrar, cioé che una quantità ad esempio doppia di api produce più del doppio di miele.
Ipotesi operativa
Per produrre i pacchi si va in apiario e si mette un melario con fondo mobile e feromone davanti ad ogni arnia. Le bottinatrici dovrebbero entrare nel melario. La sera si chiudono i melari e si spostano.
Varianti: si tirano indietro le casse e si mettono i melari col fondo al posto delle casse
I melari vengono riempiti col metodo del pacco d'api per avere anche api più giovani
Fatta la produzione si richiudono i melari col fondo mobile di sera e si scaricano, aprendoli, nel cortile del laboratorio. La mattina, dopo che le api si sono ambientate, si mette un melario vuoto con fondo davanti ad ogni melario pieno con fondo . Gran parte delle api dovrebbe entrare nel melario vuoto.
Variante si spostano indietro i pieni sistemando al loro posto quelli vuoti. Le bottinatrici possono anche servire per rinforzare casse deboli o sciametti.Si accatastano i melari pieni in gran parte ripuliti dalle api in laboratorio. Alla sommità delle pile si mette un melario vuoto con feromone in cui si raccolgono le api rimaste.I nidi sono nel frattempo serviti ad altri scopi apistici.Possono anche essere pronti per la produzione di un secondo pacco per un’altra fioritura in un tempo compreso tra 15 e 30 giorni a seconda delle condizioni ambientali.