La scomparsa delle api danneggia l'economia per miliardi di euro
La scomparsa delle api danneggia l'economia per miliardi di euro
Il giro d'affari dell'impollinazione
Stimato per la prima volta il valore fornito dagli insetti alle principali colture alimentari

Si ritiene che onde radio, campi elettromagnetici e mutamenti climatici siano alcune delle cause della scomparsa delle api, il cui contributo all'impollinazione delle colture agricole è pari a circa l'80 per cento del totale. Un servizio, questo, che la natura ci fornisce gratuitamente, e senza il quale non saremmo in grado di usufruire della maggior parte delle risorse vegetali, con importanti ripercussioni sulla nostra vita e sulla nostra economia.

IL VALORE – Secondo uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori europei dell'Inra, del Cnrs e dell'Helmholtz Centre for Environmental Research (Ufz), il valore dell'impollinazione in relazione alle principali coltivazioni che nutrono il mondo è stato di oltre 150 miliardi di euro durante il 2005, ovvero pari al 9,5 per cento del valore della produzione agricola globale utilizzata per l'alimentazione nel corso di quell'anno.

VULNERABILITÀ – È quindi evidente che il declino delle api e degli altri insetti impollinatori rende assai vulnerabile l'agricoltura, minacciando seriamente in particolare le coltivazioni della frutta, degli ortaggi e le coltivazioni dedicate alla produzione degli oli di semi commestibili. Le prime due categorie hanno infatti registrato una perdita di 50 miliardi ciascuna, mentre l'ultima è stata intaccata per circa 39 miliardi. L'impatto economico è invece stato minore sulle coltivazioni di cacao, caffè, noci e spezie. Lo studio mette in evidenza che, se dovessimo un giorno assistere alla totale scomparsa degli insetti in questione, la produzione di colture importanti non sarebbe più sufficiente a soddisfare il fabbisogno mondiale. Secondo gli scienziati, quindi, anche nella peggiore delle ipotesi non si arriverebbe alla catastrofica scomparsa dell'agricoltura, ma i danni sarebbero comunque sostanziali e bisognerebbe trovare nuovi volontari che si occupino della riproduzione dei vegetali commestibili.

Alessandra Carboni 17 settembre 2008
da----> http://www.corriere.it/economia/08_settembre_17/api_valore_impollinazione_db378f10-84ad-11dd-be21-00144f02aabc.shtml