Atti del convegno Le api: Vizi e Virtù
Calice al Cornoviglio (SP) - Castello Doria Malaspina
Domenica 30 settembre 2001
Nel mondo delle api: strategie di sopravvivenza
Oggi l'ape può considerarsi un animale domestico. Animale molto più vecchio dell'uomo con la forma attuale che si è evoluta senza alcuna interferenza umana.
Questa è la differenza fondamentale esistente fra le api e gli animali domestici, i quali invece hanno subito profondi cambiamenti a causa della selezione controllata dell'uomo.
Il periodo di contatto fra l'uomo e l'Apis Mellifera è di qualche migliaio di anni.
L’apicoltura moderna che può, per così dire, aver 'manipolato' l'Apis Mellifera può avere un'età di 100 anni.
Domanda: come ha fatto l'ape a sopravvivere fino ai giorni nostri nonostante tutte le catastrofi naturali e quelle causate dall'uomo?
Una risposta esauriente non è possibile.
Si possono prendere in considerazione alcuni spunti di riflessione basati su prove condotte da istituti di ricerca di apicoltura.
1 Ritmi di deposizione delle regine dello stesso apiario
E’ stato osservato (con centinaia di esperimenti) che ogni regina ha il proprio ritmo di deposizione.
Uno o più periodi di attività di deposizione intensa si susseguono ad uno o più periodi di attività ridotta.
In linea di massima, questi ritmi diversi di deposizione delle regine dello stesso apiario non si verificano simultaneamente.
2 Influenza della raccolta del polline sulla produzione di covata
Questa diversità di ritmi di deposizione potrebbe essere in relazione alla raccolta di polline che varia considerevolmente da una colonia all'altra.
Nella maggior parte dei casi il ritmo di produzione di covata ed il ritmo dei raccolti di polline non appaiono corrispondenti..
3 Raccolta del polline e vita media delle operaieLa vita media delle operaie si prolungherebbe a seguito di un forte approvvigionamento di polline. Ciò si verifica, però in laboratorio. Ma questo rapporto non esiste per le colonie che vivono in natura liberamente.
4 Ritmo di produzione della covataI ritmi di produzione di covata dimostrano che le colonie reagiscono in modo diverso nello stesso ambiente ed alle stesse cure.
5 Dinamica delle popolazioni covata e operaieL’opinione corrente è che quanto maggiore è la covata, tanto maggiore è il numero di api e quindi maggiore la produzione di miele.
E’ davvero così?
Si può dimostrare che le colonie, spesso, si comportano in modo diverso.
6 Considerazioni sulla nascita e sulla mortalità delle operaie
In sei mesi la colonia produce da 10 a 15 kg di api e, al culmine del suo sviluppo ne conta solamente 25.000-35.000 e solo eccezionalmente 40.000.
E le altre che fine hanno fatto?
A partire dalla fine di giugno l'accrescimento si ferma, prevalgono le perdite e le colonie si riducono.
In effetti la vita media delle operaie è di 15-25 giorni quindi nettamente più breve di quanto non fosse valutato.
Strategie di sopravvivenza
Quanto è stato descritto potrebbe far pensare a un totale disordine dell'evoluzione. Ma nell'ottica dell'ape questo apparente sciupio è probabilmente una sorta di previsione e di compensazione al servizio della specie.
Infatti una produzione di larve 2 o 3 volte maggiore di quella necessaria per costituire una popolazione normale di operaie non lascia forse la più ampia facoltà della lotta per la sopravvivenza?
Queste limitazioni nell'allevamento della covata a fine estate saranno in relazione ad una previsione di quale potrebbe essere la forza ideale nella colonia per lo svernamento?
Potrebbe anche essere possibile.
E’ certo che la riduzione della covata non dipende da una carenza di approvvigionamento di polline.
In questo quadro le colonie di api appaiono come un sistema biologico chiuso, provvisto di quanto necessario per sopportare le sollecitudini più dure causate dall'ambiente.
Quando ci si occupa di colonie singole si presentano frequenti variazioni caotiche sconcertanti per il ricercatore e l'esperto che compaiono da una regione all'altra e da un'apiario all'altro, ma anche all'interno dello stesso apiario.
Alcuni allevatori ritengono improduttive queste variazioni e cercano di eliminarle tramite raffinati programmi di allevamento.
Se dovessero riuscirci favorirebbero l'ape o la condurrebbero alle soglie della rovina?
E’ proprio questa diversità sbalorditiva nei comportamenti che ha consentito all'ape mellifera di sopravvivere fino ai giorni nostri.
I contatti uomo e api rappresentano un brevissimo periodo rispetto ai milioni di anni di esistenza di questo insetto.
Speriamo che l'ape domestica possa conservare questa diversità di caratteri ereditari continuando così a resistere ai danni provocati da programmi di allevamento di dubbio orientamento.
Le molteplicità delle caratteristiche e dei comportamenti fa sì che alcune colonie possano sopravvivere alle condizioni più avverse anche se la maggioranza soccombe, garantendo così la sopravvivenza della specie.
Bibliografia
Strategia di sopravvivenza delle colonie di api H. WILLE Edizioni FAI