Rassegna stampa dicembre 1998

XII Congresso di apicoltura di Digione -2-3 ottobre 98

Conferenza di Jean Paul Faucon del laboratorio apistico di Nizza (Jean-Paul.FAUCON@wanadoo.fr )

Varroasi- trattamenti attualmente possibili

Sono attualmente autorizzati per l'uso in apicoltura in Francial' Apistan e l' Apivar ( a base di Amitraz e da non confondere con l'omonimo italiano ) .

La resistenza all'apistan è conclamata in molte regioni francesi . Nelle altre il prodotto è utilizzabile con grande cautela. Pertanto l'utilizzo e il modo di utilizzo dell'apivar ( amitraz) diviene sempre più importante.L'autorizzazione di messa in mercato di questo prodotto prevede un trattamento di sei settimane . E' stato portato a otto settimane in ragione delle soglie di infestazione ancora elevate riscontrate alla fine dei trattamenti di durata legale. Attualmente sembra necessario lasciare queste strisce per 10 settimane per una buona riuscita del trattamento .

Gli apicoltori di certe regioni fanno notare una diminuzione di efficacia dimostrata dagli alti tassi di caduta verificabile con successivi controlli. Tenuto conto che l'Amitraz è stato utilizzato per molti anni con metodiche differenti dalla formulazione in striscia, sarebbe opportuna la realizzazione di studi sulla possibilità di presenza di resistenze anche all' Amitraz.

Altri trattamenti possibili

trattamenti che possono essere prescritti da un veterinario

Asuntol ND (principio attivo coumaphos )

liquido -aspersione delle api con una soluzione di 15 grammi di asuntol in un litro di acqua.Gocciolare 5 ml di soluzione per spazio tra i favi.

Sono raccomandabili due applicazioni a 7 giorni di intervallo

Polverizzazione

Polverizzazione delle api sui favi con un melange omogeno di 0,5 grammi di asuntol N D in 10 grammi di zucchero velo . Due applicazioni a distanza di sette giorni .

Si noterà che queste metodiche sono basate sul metodo di utilizzo del Perizin , autorizzato anni fa in Francia e ancora autorizzato in taluni paesi europei.

L'aspersione liquida risulta migliore essendo il dosaggio esattamente identico a quello previsto per il Perizin.

Trattamenti autorizzati all'estero

Apilifevar ( Timolo )

Il principale inconveniente risulta essere l'efficacia insufficente e dai disordini comportamentali causati alle colonie. L' apilife var va visto in un contesto di lotta integrata, complementare ad altri trattamenti e mezzi di intervento

Thymovar ( timolo )

E' stata annunciata un'efficacia dell'80%. Messo a punto per arnie di tipo svizzero, caratterizzate da grande volume, questo trattamento non deve essere utilizzato in arnie di modesto volume

Apiguard

Si tratta di un altro prodotto a base di timolo . Una conferenza specifica del fabbricante è prevista per Il XII congresso nazionale dell'apicoltura francese

Trattamenti allo studio

Acido ossalico in soluzione zuccherina

( 100 grammi di acido diidrato- 1 kg di zucchero - 1 litro di acqua / 5 ml di soluzione tra i favi)

Questo metodo è efficace solo in assenza di covata. Le conseguenze sulle colonie non sono ancora del tutto note. Un indebolimento delle famiglie è constatato , ma resta da dimostrare.

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Piante transgeniche e apicoltura

Conferenza di Ming Pham - Delegue al congresso di Colmar Marzo 98

Le piante geneticamente modificate contengono proteine insetticide che permettono loro di difendersi dai parassiti. Ci si può evidentemente inquietare per la presenza di queste sostanze nelle piante visitate dalle api. L'INRA ha pertanto voluto verificare eventuali tossicità sia a breve che a lungo termine che queste sostanze potrebbero provocare.

Perchè modificare geneticamente la colza?

I prodotti chimici utilizzati contro i coleotteri della colza hanno un impatto non trascurabile sull'ambiente. Questo sembra giustificare la realizzazione di ceppi di colza transgenica.

Per permettere al mais di lottare contro i lepidotteri si sono introdotti nel suo genoma alcuni geni di bacillus Turingensis. Così modificato , il mais fabbrica una tossina che distrugge i lepidotteri agendo sul loro sistema nervoso. Diverse varietà di mais modificato dispongono di un'autorizzazione di messa in mercato ( Monsanto, Novartis ) .

La tossina del bacillus turingensis non è però efficace nei confronti dei coleotteri della colza.. I ricercatori hanno perciò pensato di introdurre geni che fabbrichino inibitori della proteasi in grado di bloccare il sistema digestivo dei coleotteri.

Il problema è che anche il sistema digestivo delle api potrebbe risultare bloccato da questi inibitori.

Per controllare gli effetti di queste proteine denominate Ip sul tubo digestivo delle api, l'INRA ha realizzato una serie di prove testando l'effetto di diversi livelli di IP sulla fisiologia dell'ape. Più precisamente si è verificato se avvenivano cambiamenti nel comportamento di bottinamento, nella capacità di apprendimento, e nella durata di vita degli insetti test.

Conoscenza chimica di nettare e polline di piante transgeniche

Le api sono a contatto con le proteine IP fabbricate dalle piante nel momento in cui bottinano sui fiori , ma è anche possibile che le proteine IP possano finire tra le scorte stoccate negli alveari.

Si è perciò voluto conoscere la quantità e qualità di nettare e polline prodotto e le quantità in essi rinvenibile della proteina IP.E' risultato che le analisi disponibili non rilevano presenza in polline e nettare della proteina IP. Questo è logico per il nettare, ricco di zuccheri e povero di proteine.

Più problematico per ciò che riguarda il polline. Si sa che il promotore 355 utilizzato per l'introduzione dei nuovi geni nella pianta blocca l'espressione della IP nel polline. A priori non vi dovrebbe dunque essere il pericolo di ritrovare questa proteina nel polline.

I primi risultati sono rassicuranti e si potrebbe dire che " tutto va bene ". Tuttavia la prudenza non è mai troppa in questo genere di cose.

Si è allora provveduta a comparare il comportamento di bottinamento delle api in presenza di piante trasformate e in presenza di piante normali. Gli studi sono stati condotti in condizioni confinate.

Non sono state rilevate differenze significative. Ne è stato concluso che la colza transgenica non provoca effetti a corto termine sulle api.

E' stato poi interessante verificare gli effetti a lungo termine . Diminuzioni delle performances delle api sono state verificate solo a livelli sperimentali di IP da 10 a 100 volte superiori a quelli presenti nell'emolinfa della pianta. L'aspettativa di vita delle api non risulta alterata.

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Pagina a cura di Gianni Savorelli