RASSEGNA STAMPA


LA REPUBBLICA SALUTE 24.4.1997
A chi allatta polline e propoli
di Roberto Suozzi
L'uso del polline può essere utilizzato in gravidanza,in allattamento, in anemie. Migliora il tono dell'umore e favorisce la capacità di concentrazione. Sconsigliato nei casi di insufficienza renale, ottimizza la funzione intestinale, aumenta l'appetito e può essere utile nell'ipertrofia prostatica. Per gli adulti la dose consigliata è di circa 10-30 grammi al giorno, da prendersi preferibilmente al mattino prima di colazione,per due-tre settimane.
La propoli è una resina raccolta su alcuni alberi e modificata con sostanze prodotte dall'ape. La propoli ha recentemente confermato le sue capacità antibiotiche in particolare su stafilocchi,enterobatteri,salmonelle e colibatteri; avrebbe anche azione antibiotica, ed anche conservante e antiossidante. Può essere utilizzata per via topica, per favorire i processi di cicatrizzazione delle ferite, in odontostomatologia, afte e stomatiti. Per via orale la propoli può essere utilizzata nelle malattie dell'apparato respiratorio, quali per esempio faringiti, laringiti e sinusiti.
La posologia andrà stabilita caso per caso.

IL MESSAGGERO 26.4.1997
Scoppia la guerra delle api
di Francesca Malandrucco
<>.Gli apicoltori della pianura pontina lanciano l'allarme contro il fenomeno del nomadismo. Ogni anno, nel periodo della fioritura degli eucalipti ,tra giugno e luglio , aumenta quasi del doppio il numero delle arnie presenti nella zona , passano dalle 3.800 dichiarate a oltre seimila. Sono gli apicoltori professionisti che arrivano dall'Emilia Romagna o dalla Calabria, attirati dal nettare di un grande albero ormai caratteristico dell'Agro Pontino, dove è stato introdotto nei grandi filari delle fasce frangivento realizzate dopo la bonifica degli anni '30. E ogni estate si assiste ad un vero e proprio fenomeno di invasione dei campi, nè ci sono regole che stabiliscono misure di distanza tra i diversi apiari. Così non solo la produzione di miele locale (30 kg per arnia) diminuisce ogni anno del 50%, ma aumentano sempre più le malattie che decimano gli alveari. Da qui il grido di allarme dei produttori. <> Gli apicoltori nomadi arrivano in provincia di Latina con l'attestato rilasciato dalla USL di provenienza e dovrebbero essere sottoposti a nuovi controlli dei veterinari delle aziende sanitare pontine. Ma troppo spesso o i controlli non vengono fatti oppure sono troppo superficiali per verificare realmente la presenza di malattie.
LAPIS rivista di APICOLTURA
Aprile '97- Supplemento al n° 2
L'erogatore di acido formico di Popodi
L'ennesimo evaporatore di acido formico è stato presentato dall' austriaco Popodi. La cassettina di dimensione di cm 15x8x2.5 deve essere riempita di segatura di media consistenza, preferibilmente di abete o pino, fino alla linea indicata.
Si versa poi acido formico all' 85% fino a che la segatura è ben satura e si trasforma in una miscela densa. L'evaporatore deve poi essere fissato a un telaio. L'evaporazione può essere regolata in quantità mediante scorrimento dell'apposito coperchio.
Al termine dell'evaporazione si può aggiungere altro acido ed effettuare un'altro trattamento senza rimuovere la segatura. Si raccomanda di lasciare l'apertura di volo a circa 25 cm quadrati.
Viene comunicato che questo evaporatore non provoca danni alle api e alle regine e che questo tipo di trattamento è efficace anche per gli acari tracheali e la covata calcificata.
APITALIA
N 5 Maggio 1997
USA:arruolate le api in una base militare
E' accaduto a Edgewood, Stato del Maryland, negli Stati Uniti d'America e pare che non sia nemmeno la prima volta! Le api sono state arruolate per una missione che potrebbe non apparire singolare se non fosse per il curioso collegamento con una azione a squisisito carattere militare: effettuare, sul territorio della base, prelievi periodici di nettare al fine di scovare eventuali ed accidentali perdite di prodotti altamente tossici.
Nella base militare di Aberdeen Proving Ground, infatti , sono conservate enormi scorte di prodotti letali ed utilizzabili in caso di guerra chimica.Le api , in attività sul territorio della base, avranno quindi il delicato compito di prelevare sistematicamente e capillarmente secrezioni mellifere le cui analisi mirate consentiranno di monitorare, nel migliore dei modi, la tenuta stagna dei contenitori di stoccaggio delle armi chimiche!
LAPIS rivista di APICOLTURA
Luglio-Agosto'97 Supplemento al n° 5
Feromoni artificiali
Gli studi su questi composti sono svolti in Canada da ormai cinque anni e i risultati sono molto promottenti.
Queste sostanze, dipendentemente dal loro prezzo di immissione sul mercato, potrebbero essere utilizzate sia per il controllo della sciamatura che per il commercio di pacchi d'api o sciami senza regina (aprendo sbocchi commerciali per chi vuole vendere api, ma non ha il tempo di produrre le regine) o nella produzione di nuclei per l'impollinazione delle serre o per aumentare la percentuale di fecondazione delle regine nei periodi difficili o per elevare lo sviluppo dei nuclei.
Queste sostanze potranno inoltre essere utili agli allevatori di regine per stabilizzare i nuclei di fecondazione, che notoriamente soffrono di una certa deriva nei periodi di orfanità.
Questi feromoni possono essere utilizzati anche come attirasciami o per recuperare le api lasciate a terra durante un trasporto.
Potrebbero forse essere utili anche per i lavori in apiario in condizioni di assenza di raccolto. Forse le api potrebbero risultare distratte da queste sostanze e non essere così immediatamente tentate di precipitarsi su melari con miele o alveari aperti.
Allo stesso modo potrebbero forse essere utili per raccoglier ''spontaneamente''dai melari le api che rimangono dopo la soffiatura.

LAPIS Rivista di APICOLTURA numero 8 -ottobre 1997
Avvelenamenti di api nel saluzzese
Sin dai primi giorni successivi al trasferimento nel saluzzese degli alveari nei frutteti di actinidia per il servizio di impollinazione, sono state segnalate morie di api. Il fenomeno si è manifestato con considerevole gravità.
Già nel 1994, nelle stesse zone, erano stati segnalati avvelenamenti causati da trattamenti antiparassitari eseguiti su pesco contro la cidia; anche quest'anno gli avvelenamenti sono da ricondurre all'impiego di insetticidi su tale coltura.
Le varietà nettarine di pesco, infatti, proprio nel momento in cui si effettua il trasporto delle api per l'impollinazione dei kiwi, vengono intensamente visitate per la presenza di secrezioni di nettare operata da nettarii extrafiorali posti alla base delle foglie.
Un'attenta indagine condotta in loco ha permesso di evidenziare che proprio in quel periodo erano stati effettuati trattamenti aficidi sul pesco.
I frutticoltori aderenti al regolamento CEE 2078, che prevede la riduzione dei trattamenti antiparassitari, poichè denunciavano ingenti attacchi di afidi, avevano ottenuto solo in quei giorni l'autorizzazione dall'Osservatorio Regionale Malattie delle Piante ad utilizzare in deroga un prodotto aficida dell'ultima generazione con il risultato che... si potevano osservare le api morte non solo sul terreno circostante agli alveari, ma addirittura disseminate nei frutteti di nettarine. E' emblematico come proprio dove si vorrebbero limitare i danni ambientali (Reg. CEE 2078) si rischi di vanificare il proficuo lavoro di collaborazione fra api e agricoltura.