da Giornale del Popolo Ticino Data pubblicazione:23-07-2003
Anche il miele avrà il suo marchio DOC
Anche la produzione di miele ticinese sta facendo i conti con la siccità. La stagione 2003 può comunque essere ritenuta soddisfacente, secondo la Società ticinese di apicoltura che conta 550 apicoltori. La primavera precoce ha portato ad un buon sviluppo i popoli di api, anche se il ritorno di freddo durante la seconda settimana di aprile li ha mesi a dura prova. Col freddo infatti le api non escono e le piante non forniscono nettare. In queste condizioni anche gli alveari migliori hanno dato raccolti scarsi (sotto i 10 kg per alveare). Le robinie, che costituiscono uno dei principali raccolti nel Sottoceneri, sono fiorite ad inizio maggio garantendo in seguito un'importante sorgente di nettare.
A consolare gli apicoltori dello scarso raccolto, è stata "l'eccellente qualità del prodotto" che quest'anno si presenta abbastanza chiaro e quindi senza influenze importanti di altre essenze nettarifere. A giugno è poi iniziato il periodo di caldo torrido che ha anticipato le fioriture di tutte le essenze di una o due settimane: i castagni, che solitamente fioriscono verso il 15 del mese, già al 5-6 diffondevano nell'aria il loro tipico profumo di nettare, mentre in montagna, fino ai 1500/1600 metri, sui pendii ben esposti sono fioriti i rododendri.
Alte temperature dunque e attività frenetica alle porticine degli alveari nei quali le api hanno iniziato a raccogliere nettare ad una velocità impressionante. Questa situazione ha obbligato gli apicoltori nomadi ad accelerare le operazioni di transumanza per trasportare gli alveari sui pascoli alpini. Le temperature torride nella seconda metà di giugno hanno però iniziato a mostrare il rovescio della medaglia bloccando la produzione di nettare nelle selve castanili situate su terreni poco profondi e dunque sensibili alla siccità. I raccolti estivi ne hanno risentito e se in generale possono essere definiti buoni dal punto di visto quantitativo, in alcune zone esposte e secche sono rimasti esigui.
Anche in alta quota le fioriture precoci si sono esaurite rapidamente e ad inizio luglio le api non trovavano già più niente. Per la prima volta negli ultimi quattro anni si sono osservate buone produzioni a condizione che gli alveari fossero sul posto già per la prima o la seconda settimana del mese. Pure per il miele di montagna, come per la robinia, la qualità è eccellente e i mieli prodotti nelle zone del rododendro sono chiari e puri. La STA traccia pertanto un primo bilancio: "Anche se sono giunte segnalazioni di raccolti scarsi, l'annata può essere considerata da mediocre ad abbastanza buona".
Dal canto loro gli apicoltori metteranno in passerella i loro migliori prodotti in settembre a "Saperi & Sapori" a Mendrisio. In quell'occasione la STA organizzerà un incontro col biologo Davide Conconi sul tema dell'importanza dell'ape e dell'apicoltura negli ambienti naturali e agrari. Grossi sforzi sono stati fatti negli ultimi anni dagli apicoltori svizzeri e ticinesi con l'introduzione del controllo autonomo per migliorare e garantire la qualità del prodotto al consumatore. Un ulteriore passo sarà quello di introdurre il "Marchio Ticino" in collaborazione con l'Unione dei contadini. Le trattative sono già a buon punto e si prevede di essere operativi con il nuovo sigillo entro gennaio 2004 in modo di profilare ulteriormente il miele ticinese offrendo un prodotto di origine controllata.