Moria di api, Realacci (Dl): I neonicotinoidi vanno sospesi
Roma, 7 giu (Velino) - Ermete Realacci (Dl), presidente della commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei deputati e membro onorario di Legambiente, in seguito a quanto emerso recentemente sulla moria di api, ha avanzato un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Agricoltura e della Salute riguardo la sospensione cautelativa dei neonicotinoidi, principali indiziati della crescente scomparsa dei preziosi insetti in Italia, in Europa e nel mondo. “Si chiede al ministro della Salute – ha fatto sapere Realacci al VELINO - se non intenda sospendere in via cautelativa l’utilizzo del fipronil, così come avvenuto in Francia, e del thiamethoxan e dell’imidacloprid applicando il ‘principio di precauzione’ sulla base degli studi finora condotti”. Realacci chiede inoltre “al ministro della Salute, al ministro delle Politiche, agricole, alimentari e forestali e al ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare se non intendano dare avvio ad una ricerca pubblica sperimentale che analizzi il fenomeno della moria delle api nella sua globalità, tenendo conto della complessità delle cause individuate dagli esperti del settore fino a oggi. Uno studio che formuli una strategia integrata – continua l’esponente della Margherita - che si proponga di fornire soluzioni a breve termine per affrontare l’emergenza nonché azioni di lungo periodo. In particolare - conclude Realacci - una revisione dei metodi applicati per concedere le autorizzazioni di commercializzazione e utilizzo dei prodotti sanitari che non si basi esclusivamente sull’effetto immediato di dosi letali ma tenga conto degli effetti che nel tempo essi hanno sull’ambiente e sugli ecosistemi”.
Continua nel frattempo la battaglia di sensibilizzazione delle istituzioni pubbliche italiane sulla moria di api che l’Unione nazionale associazioni apicoltori italiani (Una api) porta avanti ormai da anni. “È indispensabile e urgente la sospensione d’autorizzazione d’uso di tutti i pesticidi a base di neonicotinoidi” recita in prima pagina il dossier che l’organizzazione di settore ha redatto e inviato ai ministri della Salute e dell’Agricoltura italiani chiedendo maggiore attenzione alla valutazione dei pesticidi, una radicale revisione delle procedure nazionali d’autorizzazione dei fitofarmaci e l’avvio di un monitoraggio sul campo oltre al reperimento di risorse per condurre adeguati studi pubblici sugli effetti a lungo termine degli insetticidi sistemici. “Sono 14 milioni i fiori visitati quotidianamente da una famiglia di api” si legge nel dossier dell’associazione apistica a proposito dell’importanza di questi preziosi insetti nel garantire le risorse genetiche in agricoltura. Bernard Vaissière, ricercatore presso l’Institut national de recherche agronomique di Avignone (Inra) ha dichiarato che “la produzione dell’84 per cento delle specie coltivate in Europa dipende direttamente dall’impollinazione degli insetti”. Dal 2000 a oggi, in Italia, in Europa e nel mondo, fa sapere l’Una api nel rapporto che ha redatto sulla moria di api, si annoverano perdite di alveari nell’ordine del 30-50 per cento ogni anno costringendo gli operatori del settore ad enormi sforzi lavorativi ed economici per ricostituire gli apiari e garantire la produzione di miele e la biodiversità degli ecosistemi.
Uno studio pubblicato a luglio del 2006 dalla rivista inglese Science conferma una perdita di alveari, rispetto al 1980, pari al 52 per cento in Gran Bretagna e del 67 per cento nei Paesi Bassi. “Ancora peggiore la situazione di tutti gli altri insetti impollinatori che costituiscono l’80 per cento del totale” dichiara l’Una api. “Occorre sospendere in via precauzionale i pesticidi sistemici, ovvero quelli che vengono assorbiti dalla pianta e tramite la linfa veicolati a tutte le sue parti, compresi gli organi floreali”. I pesticidi e i concianti per le sementi in questione sono quelli a base di imidacloprid e di clothianidin della Bayer, quelli a base di fipronil della Basf e quelli il cui principio attivo è il thiamethoxan della Syngenta, i cosiddetti neonicotinoidi. “I lavori del comitato scientifico del ministero dell’Agricoltura francese e le sentenze del Consiglio di Stato hanno comportato il ritiro dell’autorizzazione d’uso del Gaucho della Bayer e del Regent della Basf” prosegue l’associazione apistica nel dossier. Nel 2006, fa sapere l’Una api, un ulteriore pronunciamento del Consiglio di stato francese ha rigettato il ricorso di Bayer France affermando che “non disponendo di alcun serio studio scientifico attestante l’innocuità dell’imidacloprid non è possibile evidenziare condizioni accettabili d’utilizzo del prodotto ai sensi della direttiva 91/414” della Comunità europea relativa all'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari. L’Italia, emerge dal documentodi Una api, ha il triste primato del consumo di insetticidi con il 33 per cento della quantità totale usata in tutta l’Europa, questo nonostante la superficie ridotta del paese. “Affermiamo senza ombra di smentita – fanno sapere ancora dall'organizzazione che racchiude le associazioni apistiche italiane – che l’origine della strage di insetti con la sparizione delle api è stata causata dai principi attivi dei concianti per le sementi dispersi e diffusi sul terreno e sulla vegetazione circostante”.
Nonostante le associazioni apistiche italiane, l’Istituto nazionale di apicoltura, l’area di Entomologia agraria di Bologna, l’Istituto zooprofilattico delle Venezie e Legambiente abbiano scritto ai ministeri dell’Agricoltura e della Salute nel 2003, nel 2004, nel 2006 e nonostante ripetute interrogazioni parlamentari da parte della senatrice dei verdi e presidente in commissione Agricoltura Loredana De Petris, cui sono seguite quelle dei senatori Ferrante, Saro e Antonione sulla richiesta di sospendere cautelativamente i neonicotinoidi, ancora non c’è stato esito alcuno a riguardo e l’unica ricerca di campo intrapresa continua a essere quella finanziata dalla stessa Bayer che detiene i diritti di esclusiva dei dati ottenuti e che ancora non ha reso noti.
(Edoardo Spera) 7 giu 16:54
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