Gian Battista Marino | |||
Dicerie sacre parteII 2 dal paragrafo 3 Tra le cose naturali ditemi quanto ha d’artificio,
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parte II, paragrafi 8-9 [All’inizio del paragrafo 8si ricorda la dolcezza di miele delle voci di David e di Salomone; poiil testo prosegue:] […] con qual metafora più somigliante o significante crederemopotersi esprimere la divina forza delle parole di Cristo che con quelladel miele? Famoso prodigio, dalla autorità di molti gravissimi istoriciapprovato, fu quello che la soavità della futura eloquenza di treuomini in diverso genere di dire segnalati ed illustri, con maravigliosopresagio pronosticò: Pindaronella poesia inimitabile, Platonenellafilosofia divino, Ambrogionella teologia dalla Chiesa santa fra’ primi dottori annoverato. A costorotutti e tre avvenne, che mentre bambini giacevano addormentati in culla,l’Api tra le lor labra aperte i favi del miele edificarono. […] Ma di pocorilievo ne parrà questo miracolo, se alla miracolosa dolcezza delparlare di Cristo sarà paragonato da noi: nella cui bocca, non giàcome di fanciullo, ma come d’uomo e Dio, fu non fabricato dalle Pecchie,ma dalla somma Sapienza, non incerto argomento di facondia futura, ma persegno infallibile in tutti i secoli della Eternità, non un fialonedi miele, ma un torrente di soavità divina: […] Felice si stimòSansone quando dentro le fauci del Leone estinto ritrovò il miele[Giudici1414] […] Or non furono molto più felici coloro a’ quali fu dato,non dico ritrovare, ma gustare quel dolcissimo miele, che dalle labra delLeone della tribù di Giuda [Cristo] si distillava?Mel et lacsub lingua tua [Miele e lattesotto la tua lingua] Licore non composto de’ fiori corruttibilidi questo o di quel prato terreno, ma tratto dall’eterno giardino del Paradiso,non nettare degl’Iddii, come i poeti cianciano, non sudore delle stelle,come Plinio afferma, non parte più pura e dilicata della rugiada,come vuole Aristotele, ma fiore di tutte le perfezzioni celesti, sceltadi tutte le dottrine sante, sostanza della vera divinità. Onde seil miele è dilettevole al gusto ed a tutto il corpo salubre, laparola di Cristo è gioconda, profittevole e salutevole a tutta l’anima.Voxtua dulcis est [La tua voce è dolce].
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dal paragrafo 10 Or qual Orazione tanto faconda tutte in sé queste condizioni Raccolse, ch’a lato della musica, ch’eziando ne’ più Domestici ragionamenti, usciva dalla bocca del Verbo umanato Non perdesse d’assai? In cui non Deità bugiarda e falsa, sorella della Verità, ma la Verità istessa, non una delle mentite Grazie, ma tutta la grazia e venustà del Cielo abitava, onde con la simplicità della natura avanzò tuttii precetti dell’arte, mentre a guisa d’Ape, armata d’ago e condita di miele, ora con le minacce atterriva, ora con le promesse allettava, ora spaventava gli ostinati, ora affidava i penitenti, ora spalancava l’inferno, ora apriva il Paradiso, ora fulminava zelante, ora si placava mansueto, ora pasceva col nettare, ora feriva con le punture. | |||