| da Myricae I due fuchi Tu, poeta, nel torbido universo t’affissi, tu per noi lo cogli e chiudi in lucida parola e dolce verso; si ch’opera è di te ciòche l’uom sente tra l’ombre vane, tra gli spettri nudi. Or qual n’hai grazia tu presso la gente? Due fuchi udii ronzare sotto un moro. Fanno queste api quel lor miele (il primo diceva) e niente più : beate loro! E l’altro : E poi fa afa : troppo timo! | |
| Fior d’acanto Fiore di carta rigida, dentat i petali di fini aghi, che snello sorgi dal cespo, come un serpe alato da un capitello; fiore che ringhi dai diritti scapi 5 con bocche tue di piccoli ippogrifi; fior del Poeta! industria te d’api schifa, e tu schifi. L’ape te sdegna, piccola e regale; ma spesso io vidi l’ape legnaiola 10 celare il corpo che riluce, quale nera viola, dentro il tuo duro calice, e rapirti non so che buono, che da te pur viene come le viti di tra i sassi e i mirti 15 di tra l’arene. Lo sa la figlia del pastor, che vuoto un legno fende e lieta pasce quanto miele le giova: il tuo nettare ignoto, fiore d’acanto. 20 | |