Possiamocercare di scoprire e capire i motivi e le regole che aiutano le api arealizzare ciò di cui si sente la necessità; esse, guidateda un istinto infallibile, hanno scelto nella costruzione delle celle lasoluzione migliore: quella che a parità di cera impiegata percostruirle, e quindi a parità di superficie laterale, avràla massima capacità di contenere il miele, ed è perquesto che vengono chiamate "insetti geometri". L’ape cerca di sistemare le celleil più vicino possibile per avere un alveare compatto, evitare sprechidi spazio, creare una forma facile da pulire oltre che da costruire. Usandocelle circolari viene risolto solo il problema della compattezza e dellafacile pulizia, ma restano spazi vuoti tra cella e cella e non c’èrisparmio di cera. Bisogna fare un tipo di tassellatura che non lasci interspazi,e questo è possibile solo con il triangolo equilatero o con il quadratoo con l’esagono regolare: sei triangoli equilateri, quattro quadrati, treesagoni regolari attaccati danno un angolo giro ovvero 360°.Ma quale sarà la soluzione migliore? Sarà quella che a paritàdi cera necessaria per costruire avrà la massima capacità. | ||
Tenendo presente che in un prisma ilvolume è proporzionale alla sezione mentre l’area laterale èproporzionale al perimetro, l’ape "pensa bene" di lavorare sui perimetri e sulle aree, "dotata" di un istinto eccezionale, dal momentoche per noti teoremi dovuti al matematico Zenodoro sappiamo che: 1) Se due poligoni hanno uguale perimetro ed uno di essi èregolare allora quest’ultimo ha area maggiore. 2) A parità di perimetro di due poligoni regolari, ha areamaggiore quello che ha il maggior numero di lati. Quindi l’ape, tra triangolo equilatero, quadrato ed esagono regolare,sceglie l’esagono regolare, unendo così insieme esigenze dieconomia e di lavoro.
| ||
Tratto dalla relazione della Prof. DellaPina Danella in occasione dell'inaugurazione del "museo del miele" avvenuta a Calice alCornoviglio (SP) il 24 Settembre 2000 |