Progetto " Miglioramento del valore aggiunto della produzione apistica di apicoltori italo-argentini nella Repubblica Argentina"
Generale.
I giovani italo-argentini si raggruppano principalmente nell'associazione di gioventù italo- argentina di Mar del Plata. Tanto il suo presidente Marcelo Carrara, quanto altri giovani dell'associazione e altri giovani figli e nipoti di italiani hanno scelto come mezzo di lavoro lo sviluppo di attività riguardanti l'apicoltura e i prodotti che da essa provengono. L'italia è un compratore di miele dell'Argentina, e uno dei maggiori partner commerciali del nostro paese.
Anche in Italia si stanno sviluppando studi su apicoltura di buona qualità, oltre all'aiuto che danno le regioni per un'apicoltura "più sana" con la produzione di miele organico. Un esempio ne sono le Leggi che le regioni promuovono riguardo alla produzione di miele. A febbraio del 2000, un gruppo di giovani dell' AGIM ha partecipato a un convegno in Sardegna in cui sono stati osservati apiari di Sassari, Cagliari, Oristano e nel Nuorese. Questo convegno è stato ottimamente organizzato dall'Università di Sassari, dal Dott. Ignazio Floris e dalla federazione di apicoltori della regione il cui Presidente è il Dott. Gian Pier Ortalli. D'altra parte la partecipazione di altri giovani al corso "Agrobiologia" nell'anno 1999, ha reso possibile visitare l'Istituto Nazionale di Apicoltura di Bologna, quelli di Milano, Roma e anche della regione Toscana in cui si sono stabiliti i relativi contatti.
L'apicoltura in Argentina è una risorsa molto importante come sbocco di lavoro di fronte alle difficili condizioni economico-sociali che vive il Paese. Data l'esperienza che ha l'Italia in questi argomenti è imprescindibile una collaborazione per quanto riguarda la formazione, il perfezionamento e lo studio di questo argomento. Sappiamo che da parte delle regioni esiste un notevole interesse per aiutare gli italiani e i discendenti, ancor di più dopo gli avvenimenti di quest'anno.
Specifico
L'obiettivo del progetto presentato è quello di raggiungere un cambio di abitudine nei produttori apicoli, particolarmente ciò che riguarda un adeguato controllo delle diverse malattie delle api sulla base di differenti tecniche di lavoro e all'utilizzo di sostanze non inquinanti, che normalmente sono componenti naturali del miele. La produzione di miele senza sostanze inquinanti, fa che non esistano limiti nel mercato mondiale per l'esportazione. Ricordiamo che più del 90% del miele prodotto viene esportato ad altri paesi per il consumo e che la Repubblica Argentina è il secondo paese esportatore e il terzo produttore di miele. Negli ultimi anni i paesi compratori hanno imposto controlli ogni volta più rigidi su residui nei diversi prodotti alimentari. In questo stesso senso, il miele acquisisce un maggiore valore economico dato che non ha componenti estranei. Attualmente, il controllo di batteriosi e acariosi sono realizzati sulla base di antibiotici e di piretroidi, formulati , nella maggior parte dei casi, in forma artigianale. Ciò ha originato ceppi o popolazioni di patogeni resistenti ai prodotti utilizzati, di conseguenza si produceva l'aumento delle dosi e apparivano residui nei diversi prodotti dell'alveare. Così, l'applicazione di risultati concreti, quelli proposti da questo progetto, colpirebbe un problema reale e un ambiente sociale con popolazioni rurali.
2. Politica di Governo/Politica Settoriale
Oggi non esiste una politica globale specifica definita per il settore. E' possibile trovare diverse proposte piuttosto isolate da differenti settori del governo.
Si stima che esistono nella Repubblica Argentina 2.800.000 alveari. Questi alveari sono concentrati nella regione pampeana principalmente nelle Provincie di Buenos Aires, Córdoba, Santa Fe e La Pampa, in cui si crede che si produca l'80% del totale del miele prodotto nel Paese.
Più del 90% del miele prodotto nel Paese, viene esportato. Ufficialmente il consumo interno di miele è molto bassa, tuttavia bisogna considerare che la quasi totalità degli apicoltori che possiedono meno di 40 alveari vendono la loro produzione nel mercato informale a parenti, amici o vicini, essendo impossibile determinare con certezza la quantità di miele commercializzato in questi circuiti.
Un'altra è la realtà nel mercato estero dato che i controlli fiscali e doganieri permettono di avere un'informazione piuttosto vicina alla realtà. In questo ambiente la struttura di commercializzazione consiste in un numero molto ridotto di aziende esportatrici con un numero indeterminato di raccoglitori, nella maggior parte dei casi dipendenti da queste aziende, che comprano il miele al produttore e lo esportano, alla rinfusa, in botti di 330 kg.
La produzione apicola nazionale si trova notevolmente atomizzata; si stima che il 91% del totale dei 25.000 apicoltori esistenti contano su meno di 300 alveari ognuno. Una stratificazione dei produttori secondo misure cosi presente nel quadro che segue:
Produttori Apicoli
Date queste caratteristiche, un importante numero di produttori apicoli presentano alcune delle seguenti caratteristiche: bassa o nulla possibilità di accesso al credito, difficile accesso all'informazione, bassa capacità di rapporto con provveditori e compratori. Tutte queste caratteristiche influiscono negativamente nella loro possibilità di crescita.
L'apicoltura spicca come attività complementare tanto per piccoli produttori rurali come per popolazioni urbane dell' interno del Paese che trovano nella produzione di miele e sottoprodotti un'opzione interessante per aumentare il loro livello di guadagno.
La produzione di miele per alveare è molto variabile, secondo la regione la media è di 30-100 kg. per alveare. Quasi la totalità dello sfruttamento è mellifero, non essendoci una tendenza a diversificare questo sfruttamento. Per esempio, non c'è, tranne poche eccezioni, sfruttamento di propoli e solo una minima parte del settore è produttrice di polline, in un Paese che potenzialmente presenta regioni ottime per questo sfruttamento. Così, la produzione apicola si trova attualmente limitata alla produzione di miele.
Riguardo a quanto detto, potrebbe pensarsi che la produzione di miele si trova sfruttata in condizioni ottime. Tuttavia, la realtà è che in Argentina la totalità degli alveari o quasi tutti si trovano coinvolti in una apicoltura convenzionale. Soltanto negli ultimi anni è iniziata a svolgersi in regioni molto limitate del Paese un'apicoltura selettiva. Fondamentalmente selezionando miele per l'origine botanica o con certificazione come prodotto organico.
Nel primo caso esistono pochi tipi di miele argentino differenziate per origine botanica benché non sarebbe troppo complicato ottenerli anche in uno sfruttamento stanziale senza movimento di alveari. Soltanto come riferimento, una alta percentuale di miele analizzata della regione fitogeografica pampeana prodotto in condizioni "normali", cioè senza cercare una produzione differenziata, sono state monoflorali. (Telleria 2001)
Con riferimento alla produzione organica potrebbe affermarsi che si trova in crescita, anche se per il momento è infima malgrado ci siano tanto dentro la regione pampeana quanto nel resto del Paese numerose condizioni ottime per il suo sviluppo. La produzione di miele organico certificato nel nostro Paese nell'anno 2000 è stato di 179 Tn, secondo l'informazione ottenuta dal SENASA. Dal totale, 19 Tn sono state commercializzate nel mercato interno mentre il resto è stato destinato al mercato dell'esportazione. Questi dati rappresentano un 30% di aumento riguardo all'anno 1999. La destinazione del miele esportato è stata: 140 Tn all'Unione Europea (75%) e 20 Tn ad altri Paesi (25%).
Il numero di alveari certificati che ci sono viene illustrato nella seguente tabella:
PROVINCIA |
N° ALVEARI |
Buenos Aires |
4.281 |
Córdoba |
3.933 |
Chaco |
1.472 |
Entre Ríos |
1.048 |
La Pampa |
328 |
Río Negro |
95 |
San Luis |
758 |
Totale |
11.915 |
Un altro deficit di questo settore produttivo è che le esportazioni si realizzano all'ingrosso con un basso valore di ripresa. In molti casi questo provoca che non si possa disporre della tecnologia disponibile. Principalmente dal punto di vista sanitario in cui per un problema di costo si utilizzano formulati artigianali in sostituzione di quelli commerciali conosciuti e innocui, e che in molti casi agiscono in maniera negativa sulla qualità del prodotto.
La produzione nazionale di miele è cresciuta di un 40% dal 1993 come conseguenza del maggior numero di alveari e il miglioramento della produttività.
Le vendite esterne nel periodo gennaio - agosto 2001 hanno dato come risultato un volume di miele commercializzato di poco più di 57.000 Tn per una quantità superiore ai U$S 55 milioni. I dati che di seguito vengono illustrati corrispondono all'informazione ufficiale dell'INDEC.
Destinazione |
Volume (Tn) |
Valore Fob (Migliaia di US$) |
Germania |
21.165 |
19.999 |
USA |
18.432 |
17.087 |
Italia |
4.816 |
4.725 |
Spagna |
2.873 |
2.731 |
Regno Unito |
2.621 |
2.490 |
Resto |
7.233 |
8.006 |
Totale |
57.140 |
55.038 |
Fonte: Dcción Ind. Alim. - SAGPyA - sulla base dell'INDEC.
È stato esportato miele a un totale di 41 destinazioni.
Nella tabella seguente si può osservare le vendite di miele frazionato che corrispondono al periodo gennaio - agosto 2001. Il costo medio per il miele frazionato convenzionale è stato di 2, 5 pesos per chilogrammo.
Esportazioni di miele frazionato in confezioni minori o uguali a 2,5 Kg.
Destinazione |
Volume (Tn) |
Valore Fob (Migliaia U$S) |
Prezzo medio US$/kg |
Arabia |
54 |
117 |
2,16 |
U.S.A. |
32 |
55 |
1,72 |
Brasile |
80 |
216 |
2,70 |
Norvegia |
22 |
48 |
2,18 |
Bolivia |
35 |
73 |
2,09 |
Uruguay |
113 |
218 |
1,93 |
Emirati Arabi |
11 |
41 |
3,73 |
Fonte: INDEC
4. Beneficiari e principali parti coinvolte.
La produzione apicola può essere un'ottimo strumento per migliorare le condizioni di vita del piccolo produttore per quanto riunisce alcune caratteristiche che la fanno ideale a questo scopo. I produttori apicoli, tanto quelli considerati grandi quanto i piccoli saranno quelli che usufruiranno i risultati ottenuti da questo progetto, dato che otterranno un miglioramento economico come conseguenza del miglioramento del settore apicola. In un secondo termine otterranno vantaggio anche i frazionatori e infine i risultati raggiungeranno gli esportatori. Indirettamente ne trarranno beneficio gli scienziati che sviluppano la parte tecnica del progetto quelli che riusciranno a inserire nel settore produttivo le loro ricerche.
Per lo sviluppo del progetto prenderanno parte altri istituzioni tanto ufficiali quanto private. Fra queste possiamo citare diverse università nazionali, scuole agrarie, comuni, il SENASA e altri. Si potrà anche richiedere la collaborazione del Ministero della Produzione, tanto a livello nazionale come provinciale.
5. Problemi che devono essere risolti.
Uno dei problemi che affronta l'attività soprattutto per effettuare un considerevole contributo per il Paese è la necessità di aumentare la scala delle attività agli effetti di raggiungere un miglior inserimento nel mercato. Una maggior scala permette, oltre a ridurre i costi fissi, di facilitare l'accesso al credito e alla tecnologia, di controllare l'organizzazione, la formazione, il controllo della qualità, ecc.. Tuttavia, il motivo centrale per cui l'esportazione apicola non è cresciuta nella sua reale grandezza può basarsi su due problemi:
la qualità del prodotto e la commercializzazione.
Miglioramento della qualità del prodotto.
Il miele offerto dall'Argentina è, in linee generali, di una buonissima qualità (colore, aroma, sapore, livelli di attività enzimatica, presenza di aminoacidi, ecc.) ma concorre con i prezzi più bassi vendendosi come materia prima alla rinfusa, senza divisione per tipi né controllo di qualità. í prezzi sono in rapporto con il miele e una delle possibilità immediate è la differenziazione del prodotto per tipo florale, origine o qualche altra caratteristica che gli dia un'identità definita, rispondendo ad una tendenza che prevale nei consumatori dei Paesi con maggiore potere d'acquisto. Per sfruttare convenientemente i mercati di miele monoflorale o organica bisogna fare una sistemazione della tecnologia , l'organizzazione di un controllo di qualità e adeguarsi alle norme in vigore nei Paesi richiedenti.
Miglioramento della commercializzazione.
La mancanza di una strategia commerciale definita, orientata a cogliere altre fascie della domanda di migliori prezzi relativi ha portato come conseguenza che l'Argentina offra materie prime con scarso grado di differenziazione. Quanto detto colpisce tanto il risultato economico dell'azienda apicola quanto gli introiti del Paese. Aspirare ad attrarre fascie di maggior valore unitario significa considerare una serie di elementi nuovi. Alla qualità del contenuto bisogna aggiungere lo sviluppo del prodotto e il marketing, sfruttando i vantaggi comparativi e trasformarli in competitivi. Per ciò è imprescindibile:
6. Intervento
6.1. Obiettivi generali.
6.2. Obiettivi specifici.
7. Esecuzione del progetto.
Area di applicazione del progetto.
All'inizio il progetto comprenderà produttori apicoli i cui apiari si trovino nelle Circoscrizioni di General Pueyrredón e vicinanze, produttori della provincia di Entre Rios e di San Luis. Tuttavia, è fattibile che si possano aggiungere altre regioni del Paese con caratteristiche particolari per la produzione.
Responsabile del progetto e partecipanti.
La responsabilità del progetto sarà del Dott. Martin Eguaras, docente e ricercatore della FCEyN, UNMdP e del CONICET. Il progetto conta su 18 partecipanti fra professionisti (ingegneri agrari, veterinari, chimici e biologi) e tecnici, i quali ne realizzeranno le diverse tappe.
Tappe del progetto.
L'obiettivo proposto dal presente progetto si porterà a termine nelle tappe specificate di seguito:
* Analisi previa di mieli.
* Allenamento in pratiche di trattamento sanitario della covata.
* Utilizzazione di sostanze non inquinanti nel controllo di malattie.
* Analisi di mieli durante e dopo il trattamento. Valutazione della qualità del miele.
8. Mezzi materiali e fattibilità.
I mezzi materiali e professionali per portare a termine il progetto sono garantiti. Si conta su laboratori attrezzati e porfessionisti idonei in ognuna delle Università e Istituzioni ufficiali coinvolte in questo progetto. Ci sono, inoltre, consorzi e gruppi di produttori in diverse regioni del Paese lavorando insieme a queste istituzioni ufficiali.
9. Calendario di esecuzione.
Si prevede per lo sviluppo del progetto un tempo stimato di due anni, pianificati come segue:
mesi |
1 |
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20 |
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Strutturazione di gruppi di produttori |
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Allenamento in pratiche di trattamento sanitario |
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Analisi previa di mieli |
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Allenamento in pratiche di tecnica |
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Applicazione di acaricidi organici |
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Analisi di mieli |
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Riunione con produttori e conclusioni |
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Relazione finale |
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È probabile che nel caso in cui vengano aggiunte altre regioni del Paese con caratteristiche particolari possa essere ottenuto miele di qualità in un periodo intermedio di un anno.
Nel calendario proposto si pretende di offrire diversi corsi di formazione orientati ai produttori che costituiscono o costituiranno i consorzi produttivi e ai coordinatori dei diversi gruppi. I corsi da svolgere saranno :
Questi corsi saranno tenuti da specialisti italiani con la collaborazione di professionisti e tecnici locali.
10. Costo di finanziamento.
Primo anno. Secondo anno
Attrezzature 27.000 --
Spese generali 9.000 8.000
Viaggi e costo di trasferimento
(locali) 5.000 5.000
Servizi di terzi 17.000 17.000
_________ __________
TOTALE 58.000 30.000
Ai costi di finanziamento bisognerà aggiungere i viaggi e i soggiorni degli specialisti italiani che vengono in Argentina per svolgere i corsi proposti nel progetto.
11. Protezione del medio ambiente.
Il presente progetto ha come obiettivo principale migliorare e qualificare il miele della regione. Le api, da sé, contribuiscono in gran misura a giovare allo sviluppo dei processi naturali, particolarmente con la loro funzione di agenti pollinatori. In questo progetto, inoltre, si tiene conto del miglioramento della qualità del miele per mezzo di diverse tecniche di trattamento degli alveari e di un controllo organico dei principali agenti patogeni delle api. Controllo organico sgnifica quello in cui vengono utilizzate sostanze presenti nell'ambiente naturale della colonia di api. Le sostanze più conosciute sono gli acidi organici (lattico, ossalico, formico) e gli olii essenziali provenienti di diverse specie vegetali. Attualmente queste patologie sono controllate attraverso l'uso di acaricidi di sintesi e antibiotici, nella maggioranza dei casi, per motivi di costi, per mezzo di preparazioni artigianali o caserecce, con il rischio che questo implica. La generazione di nuovi metodi di controllo organici, in molti casi a partir da sostanze presenti in forma naturale nel miele, punta a rispettare la qualità di questo prodotto, evitando il continuo e sempre in aumento inquinamento con residui di acaricidi (piretroidi, fosforati, ecc.) e antibiotici. D'altra parte, per mettere la possibilità di produrre miele organico e di arrivare al consumatore con un prodotto veramente naturale.
UN MIELE SPECIALE DELL’ARGENTINA
M I E L E di Caa-tay
Raccolta del miele : alla fine dell’estate e autunno
Caratteristiche: produzione superiore agli 80 chilogrammi/alveare
Non cristallizza
CAA-TAY Polygronum sp
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umidita’ % 19.6
proteine % 1.005
diastasi 12.5
conduttivita’ 3.09
zuccheri totali % 78.77
polline scarso
zuccheri riduttori % 75.92
zuccheri non ridut. % 2.85
glucosio % 7.35
fruttosio % 46.20
relazione g/f 1.69
relazione g/acqua 1.39
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CONTRIBUTO ALLA CARATTERIZZAZIONE DEL MIELE ARGENTINO
Parte generale
L’apicoltura nella Repubblica Argentina rappresenta un’importante risorsa integrativa per lo sviluppo agricolo, particolarmente in riferimento alle piccole aziende familiari, che hanno l’esigenza di migliorare i livelli di redditività e di creare nuove opportunità occupazionali per evitare lo spopolamento delle aree rurali.
Questa attività, costituisce quindi un’importante alternativa per lo sviluppo sociale ed economico in buona parte del Paese, grazie alle sue peculiarità:
La varietà climatica dell’Argentina (clima subtropicale a nord, temperato umido al centro e freddo e secco al sud) favorisce particolarmente la pratica dell’apicoltura in genere, e per il nomadismo in particolare, che può avvantaggiarsi degli inverni miti del nord così come delle estati umide del sud.
Complessivamente sono presenti 130.000 apicoltori con un patrimonio di circa 2.500.000 di alveari, di cui l’85% è situato nella regione pampeana (Fig. 1 e Tab. 1). La produzione totale è in circa 80 mila tonnellate annue, con valori medi per alveare oscillanti fra i 30 e i 60 Kg.
Le principali fonti mellifere sono costituite da specie di Leguminosae( ), Compositae ( ), Crucifere ( ), Boraginaceae ( ) e Myrtaceae ( ).
Gli alveari maggiormente impiegati sono del tipo Langstroth con un solo nido e con più mezzi melari a 8 favi. Questi alveari risultano maneggevoli soprattutto per le aziende di grandi dimensioni, da 500 a 2000 alveari, le quali ricorrono all’impiego di 2.000/10.000 melari.
Dalla provincia di Buenos Aires verso sud vengono allevate le api italiane (Apis mellifera liguistica Spin.), le quali in tali ambienti si presentano particolarmente docili, consentendo un’agevole conduzione dell’apiario con l’ausilio di un semplice affumicatore, senza maschera né guanti. A nord dell’Argentina predomina, invece , l’ape africanizzata , che dal Brasile ha invaso questa parte del Paese , ma non si è inoltrata oltre, a causa degli inverni freddi del centro.
La produzione del miele come del resto la maggior parte degli apiari, è concentrata nelle due provincie di Buenos Aires (60%) e Santa Fé (20%), un (5%) viene prodotto nella provincia di Cordoba e un altro 5%in quella di Entre Rios. Una tendenza alla crescita si registra tuttavia anche nelle altre provincie.
La produzione di miele è in buona parte destinata all’esportazione mediante fusti (tambores), senza un adeguato controllo qualitativo. Tale produzione, viene utilizzata nei Paesi importatori, per la miscelazione con mieli locali e per utilizzazioni industriali. Appena l’1,4% del prodotto si esporta già confezionato per la vendita diretta.
Nel 1998, l’Argentina ha esportato approssimativamente 67.000 Ton. Per un valore corrispondente di 85 milioni di dollari. I principali destinatari sono stati gli Stati Uniti d’America (45%), la Germania (30%), l’Italia (9,7%) e la Spagna (3,3%). Il prezzo medio di vendita è stato di 1,27 dollari per Kg.
Tradizionalmente si distinguono due segmenti di mercato: uno rappresentato dal miele destinato al consumo diretto, che spunta i prezzi più elevati; l’altro è costituito dal miele per l’industria. Sebbene attualmente la prima quota sia decisamente maggioritaria (3/4), si registra una crescita del miele destinato all’industria e ai servizi gastronomici.
Attualmente si registra una crescita delle quotazioni del miele destinato al consumo diretto, giustificata dal maggior controllo della qualità e dalla certificazione di origine, tendenza ancora più accentuata per le produzioni cosiddette biologiche (organica). Questa maggiore attenzione al controllo della qualità denota un mutamento nella politica di settore, con una marcata propensione alla valorizzazione delle produzioni e della qualità. E’ prevedibile quindi che in futuro l’esportazione del miele argentino sarà sempre più differenziata e qualificata sotto il profilo della certificazione, ma presumibilmente anche meno competitiva dal punto di vista del prezzo rispetto alle condizioni attuali. Tuttavia, non bisogna trascurare il fatto che nei confronti dell’Europa occidentale e dell’America del Nord potrà mantenere un buon livello
Un maggior dettaglio dell’andamento delle esportazione è evidenziato nelle tabelle 2. Nel 1998 (periodo gennaio-maggio) il prezzo di vendita è stato di 1,68 dollari al Kg, con un incremento del 21% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
La produzione apicola argentina negli ultimi cinque anni, a seguito di un aumento del numero di addetti e di alveari, ha registrato un incremento complessivo nonostante l’incidenza negativa della Varroasi. L’Argentina è il primo esportatore e il terzo produttore mondiale di miele. Se si considera che la produzione mondiale è pari a circa 1,2 milioni di tonnellate e che l’Argentina produce 85.000 tonnellate all’anno di miele, ne consegue che questo Paese copre circa il 7% dell’intera produzione.
Negli ultimi dieci , in particolare, l’Argentina si è consolidata nel ruolo di primo esportatore mondiale di miele con un incremento complessivo del 75% tra il 1990 e il 1999. Questa affermazione è soprattutto legata all’incremento di importazione degli Stati Uniti dovuta anche alla tassazione operata in questo Paese a carico del prodotto cinese, che ha favorito notevolmente la produzione argentina, che ha determinato una mutazione rispetto agli anni precedenti in cui era la Repubblica federale tedesca il principale partner.
Tra gli altri Paesi importatori, ricordiamo l’Italia, la Spagna, il Regno Unito, il Brasile, il Giappone, l’Irlanda e l’Arabia Saudita.
Associazione dei Giovani Italo – Argentini di Mar del Plata (AGIM)
L
a Prima Voce : rivista della collettivita’ italiana a Mar del PlataCasilla de Correo N° 624 - (7600) Mar del Plata - ARGENTINA
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