FAQ miele
Vedi anche Gazzetta Ufficiale N. 168 del 20 Luglio 2004 Attuazione della direttiva 2001/110/CE concernente la produzione e la commercializzazione del miele.
Acidità |
L'acidità aumenta con l'invecchiamento, la fermentazione e qualora il miele venga estratto da favi fortemente propolizzati; miele sofisticato con zucchero invertito, chimicamente ha un'acidità molto elevata |
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Acqua(contenuto di) |
Dalla percentuale dipende la conservabilità del miele (più bassa, più sicura). |
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Acqua(tecnica di contenimento) |
Facile realizzazione sul miele ancora contenuto nei favi, quando il rapporto superficie/massa è favorevole ad uno scambio rapido di umidità con l'ambiente circostante. Buoni risultati si ottengono facendo circolare tra i favi contenuti nei melari una corrente di aria calda (a temperatura non superiore a 35° C) prodotta con un opportuno sistema (caldaia, ventilatore e termostato). |
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Alterazioni |
I mieli che non sono attaccabili dai lieviti osmofili sono però soggetti ad alterazioni progressive di origine chimica e enzimatica. Queste trasformazioni determinano un cambiamento delle caratteristiche organolettiche del prodotto (aumento del colore, perdita e trasformazione delle sostanze volatili responsabili dell'aroma, formazione di composti dal gusto amaro), una perdita di attività delle sostanze biologicamente attive (inattivazione degli enzimi), un sostanziale cambiamento della composizione zuccherina (aumento dei disaccaridi e di altri zuccheri complessi a spese degli zuccheri semplici) ed altre trasformazioni della composizione iniziale (aumento dell'acidità, formazione di idrossimetilfurfurale). |
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Assaggiatori |
Persone che abbiano conoscenze di fisiologia, psicologia e metodologia sensoriale, addestrati a riconoscere certe caratteristiche del miele e a differenziare prodotti simili, ma che abbiano anche quelle conoscenze del prodotto indispensabili per produrre una valutazione integrata di tutte le caratteristiche percepite e un'ampia esperienza sensoriale, necessaria per poter memorizzare stabilmente gli standard di riferimento per un giudizio di rispondenza al tipo. Dei veri esperti insomma, ma che non abbiano la presunzione di poter esprimere, con un solo assaggio, un giudizio sensoriale di validità assoluta. |
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Confezionamento |
Il materiale di gran lunga più diffuso oggi in Italia è il vetro. Il vaso di vetro con la capsula twist-off dà le migliori garanzie di tenuta. Abbastanza comuni anche le confezioni in plastica |
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Conducibilità elettrica |
Passaggio di corrente in una soluzione di miele: la misura della conducibilità ha la stessa utilità di quella delle ceneri, ma è molto più rapida. E' inoltre possibile risalire alla quantità di ceneri, dalla conducibilità elettrica, con un semplice calcolo |
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Colorimetro |
Strumento in cui il colore di uno spessore standard di miele, reso liquido, viene confrontato a vista con degli standard forniti con il dispositivo: si tratta quindi ancora di una misura sensoriale, ma resa più obiettiva dal metodo di valutazione |
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Decantazione
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La decantazione consiste nel lasciare il miele a riposo in un adeguato contenitore, abitualmente e impropriamente detto "maturatore", in modo che le impurità, dotate di un diverso peso specifico, si separino dalla massa del miele. Si concentrano in superficie (cera, insetti e parti di insetti, materiali organici di varia natura, bolle d'aria) o sul fondo (particelle minerali e metalliche), da dove possono agevolmente essere eliminate |
Densità
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A seconda del contenuto di acqua e della temperatura la densità nel miele varia da 1,39 a 1,43 g/cm3 |
Fermentazione(prevenzione) |
Le tecniche più in uso per prevenire la fermentazione si basano, sull'inattivazione dei lieviti con il calore (pastorizzazione) o sulla concentrazione del prodotto per evaporazione al di sotto del limite di fermentescibilità. In alternativa può essere utilizzata una conservazione a temperature fredde (5 ° C); questa tecnica, dati i costi energetici richiesti, non è molto utilizzata, ma è la soluzione ottimale in alcune situazioni particolari (per esempio per mieli pregiati in attesa di un'ulteriore trasformazione o lavorazione). |
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Filth test |
Consiste nella valutazione visiva delle piccole impurità eventualmente presenti nel miele mediante dissoluzione, filtrazione e osservazione del filtro con una lente o allo stereomicroscopio |
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Filtrazione |
Le unità di filtrazione sono costituite da semplici "filtri a sacco" in rete di nylon o da dispositivi analoghi in rete metallica. La caratteristica comune consiste nel fatto di avere un'ampia superficie di filtrazione e di poter essere utilizzati in immersione, per evitare di inglobare aria e in modo che le impurità, rimanendo in sospensione all'interno del sacco, ne ostruiranno i pori in tempi molto più lunghi. I più comuni hanno pori del diametro di 0,1 - 0,2 mm |
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Filtrazione 'spinta' |
Una filtrazione che elimini tutte le particelle solide microscopiche contenute nel miele è vietata nei Paesi europei, in quanto si ritiene che questo tolga al miele una parte delle sostanze che ne determinano il pregio e perché impedisce, di fatto, il controllo dell'origine geografica e botanica del miele, attuabile attraverso l'identificazione degli elementi microscopici in esso naturalmente contenuti. E' invece abitualmente utilizzata negli USA |
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Freschezza |
HMF < 10 - 25 mg/kg) Idrossimetilfurfurale(HMF) Non più di 40 mg/kg (per legge) Individuazione dell'aggiunta di zucchero invertito; riscaldamento eccessivo; conservazione prolungata a temperatura elevata |
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Frodi |
Aggiunta di sostanze zuccherine o anche ottenuti dall'alimentazione forzata delle api, sciroppi zuccherini ottenuti per idrolisi (chimica ed enzimatica) e isomerizzazione enzimatica a partire da diversi amidi (di riso, di mais ecc.). |
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Igroscopicità |
Il miele per l'elevato contenuto zuccherino tende ad assorbire l'umidità ambientale e cedere in ambiente secco acqua |
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Miele |
Per «miele» si intende la sostanza dolce naturale che le api (Apis mellifera) producono dal nettare di piante o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o dalle sostanze secrete da insetti succhiatori che si trovano su parti vive di piante che esse bottinano, trasformano, combinandole con sostanze specifiche proprie, depositano, disidratano, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell'alveare. (def. di legge) |
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Miele(sapore) |
Il sapore dolce è sempre presente a un livello di saturazione; in queste condizioni è abbastanza difficile poter distinguere differenze nell'intensità del sapore, ma occasionalmente si segnalano mieli meno dolci della norma. La forte base zuccherina inoltre maschera la percezione degli altri sapori fondamentali. Il sapore acido è l'altra componente gustativa sempre presente, seppure mascherata dalla quantità di zuccheri presenti, variabile da un miele all'altro in funzione dell'origine botanica. Il sapore salato interviene in maniera estremamente occasionale, a livelli appena percepibili o, più raramente, netti, anche se deboli. Il sapore amaro, percepibile chiaramente solo al momento della deglutizione, è presente in mieli molto invecchiati o di particolari origini botaniche come elemento caratteristico, a volte a livelli molto forti |
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Miele(odore) |
La descrizione più semplice dell'odore di un miele consiste nel dire che corrisponde a quello noto come caratteristico per quel tipo. E' anche la più precisa, benché non sia in grado di comunicare niente di conosciuto a chi non abbia già in mente il riferimento specifico |
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Miele(colore) |
Il colore è una proprietà visiva estremamente importante soprattutto in relazione all'origine botanica e, in misura minore, al grado di invecchiamento del prodotto. Nel miele liquido varia dal quasi incolore al nero e corrisponde, in genere, al colore che si può ottenere diluendo una soluzione di caramello: nella maggior parte dei mieli ha quindi una tonalità giallo ambra più o meno intensa |
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Mieli uniflorali |
Determinazione dell'unifloralità, passa attraverso la definizione, prima, e il controllo, poi, delle caratteristiche organolettiche, fisico-chimiche e microscopiche dei mieli a prevalenza botanica |
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Mieli uniflorali(tecnica) |
Le tecniche di produzione dei mieli uniflorali si basano sulla possibilità di mantenere separato dai raccolti che lo precedono e che lo seguono un nettare che sia prodotto in quantità economicamente interessante |
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Miele in favo |
Miele immagazzinato dalle api negli alveoli di favi da esse appena costruiti non contenenti covata e venduto in favi anche interi con celle opercolate |
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Miele (componenti minori) |
Derivanti direttamente dai fiori e dalle api, che gli conferiscono caratteristiche (aroma, gusto e, probabilmente, proprietà biologiche) diverse, e che sono purtroppo, termolabili e instabili nel tempo |
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Miele con odore di 'favo' |
Utilizzo di favi vecchi e scuri e che abbiano contenuto covata. Miele con colore più scuro, odore "di favo", acidità più elevata, invecchiamento più rapido |
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Miele con odore di fumo |
Utilizzo di fumo, con affumicatore, inadeguato per quantità o tipo di materiale combusto |
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Miele cremoso |
Consistenza cremosa, più o meno scorrevole a seconda del contenuto d'acqua |
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Miele cremoso(tecnica) |
Una delle tecniche adottate per ottenere un prodotto cremoso consiste nell'operare in due fasi distinte. Nella prima fase si produce una cristallizzazione il miele inseminato viene quindi lasciato cristallizzare in recipienti di grande capacità (25 - 300 kg) alla temperatura di 14 ° C. Al momento dell'invasettamento i fusti vengono portati in camera calda a temperatura di 28 - 30° C fino a parziale ammollamento del miele (senza fusione), che viene quindi passato in un omogeneizzatore, che separa i cristalli e quindi invasettato |
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Miele cristallizzato |
Miele nello stato solido. Per i mieli cristallizzati si possono esprimere valutazioni sulla consistenza della massa, da cremoso a compatto o duro, e sulle caratteristiche dei cristalli. In questi si possono differenziare le dimensioni (da finissimi a grossi), la forma (taglienti, sabbiosi, rotondeggianti), la tendenza o meno a sciogliersi facilmente. In mieli con cristalli particolarmente fini la velocità di fusione è tale da dare una sensazione rinfrescante (per il calore di fusione assorbito dai cristalli con il processo), analogamente alle caramelle fondenti. In altri casi, cristalli poco solubili che vengano deglutiti possono essere irritanti per la gola e provocare tosse. Infine, in alcuni mieli si possono trovare cristalli con consistenza collosa. |
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Miele cristallizzato (tecnica) |
La tecnica più semplice consiste nel miscelare il miele liquido (ancora naturalmente liquido o liquefatto) con miele completamente cristallizzato, a cristallo fine, nella proporzione di 9 a 1. La miscela deve essere fatta a una temperatura che permetta una agevole miscelazione, senza incorporazione di bolle d'aria e che, nello stesso tempo, non sia troppo elevata in modo da non sciogliere i cristalli immessi |
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Miele (difetti) |
Visivi- presenza di corpi estranei ,bolle d'aria in superficie o di uno strato di schiuma sono invece difetti estetici .Mieli che si presentano in maniera disomogenea cristallizzazioni permanentemente incomplete; separazione di fasi; marezzature biancastre in superficie; avanzato processo fermentativo; eccessiva fluidità, indice di umidità elevata e una colorazione del miele che non rientri nei parametri noti per la denominazione o talmente anomala (rossa, verde) da suggerire una possibile presenza di sostanze estranee |
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Miele di melata |
Miele ottenuto principalmente dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o che si trovano sulle stesse |
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Origine botanica |
Miele che "...proviene soprattutto da tale origine e ne possiede le caratteristiche organolettiche, fisico-chimiche e microscopiche..." (per legge) |
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Origine geografica |
Ogni zona presenta una vegetazione caratteristica, che si riflette sullo spettro pollinico del miele |
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Parametri di qualità |
Pulizia, umidità e HMF |
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Prova dei quattro sapori |
Viene utilizzata generalmente in analisi sensoriale per la selezione dei degustatori sulla base della loro sensibilità gustativa. La prova consiste nel presentare alcune soluzioni contenenti piccole quantità di sostanze dotate di sapore dolce (saccarosio), salato (cloruro di sodio), acido (acido tartarico o citrico) e amaro (chinino cloridrato o caffeina). |
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Polarimetro |
E' possibile misurare il potere rotatorio specifico: questa è una proprietà delle soluzioni zuccherine (e di altre sostanze otticamente attive) che consiste nel ruotare il piano di polarizzazione di un raggio di luce polarizzata che attraversi la soluzione stessa; nel miele in soluzione il grado di rotazione dipende dalla composizione zuccherina e la sua misura rappresenta un sistema economico e rapido per isolare i mieli di melata da quelli di nettare che abbiano colore e ceneri simili (castagno). |
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Potere energetico |
Il miele fornisce 320 calorie/100 grammi, elevato potere energetico e facile digeribilità per la presenza di zuccheri semplici |
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Schiuma |
Quando si filtra il miele e si travasa nei decantatori in superficie si forma della schiuma dovuta alle bolle d'aria. Nei vasi di miele è un difetto visivo |
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Sostanze minerali |
Presenti nel miele: potassio, cloro, sodio, calcio, magnesio, ferro, rame ecc |
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Viscosità |
L'esame della consistenza di un miele liquido o cremoso rientra anch'esso in entrambi i campi di valutazione, visiva e tattile. Rovesciando un vaso di miele liquido (col tappo!) o ruotando il bicchiere si ha un'idea del grado di fluidità, connessa con il contenuto d'acqua e con la temperatura. Prelevandolo con il cucchiaino e schiacciandolo tra lingua e palato si confermano e si completano le impressioni su questa caratteristica |