Dr.ssa Livia Persano Oddo
Istituto Sperimentale per la Zoologia Agraria, Sezione di Apicoltura, Roma
RELAZIONE SUI RISULTATI DELLO STUDIO DI CARATTERIZZAZIONE DEI MIELI DEL LAZIO
INTRODUZIONE
Nell'ambito del Regolamento Comunitario 1221/97, la Regione Lazio ha avviato un programma che prevede, fra altre azioni, uno studio di caratterizzazione dei mieli prodotti nella regione, finalizzato alla valorizzazione e al miglioramento della qualità e della commercializzazione del prodotto.
Lo studio, di durata biennale (1999-2000), è stato affidato all'Istituto Sperimentale per la Zoologia Agraria, Sezione di Apicoltura di Roma, e vi hanno collaborato oltre 200 apicoltori, distribuiti sulle 5 province, che hanno fornito all'Istituto 451 campioni delle loro produzioni 1998 e 1999, così ripartiti:
PROVINCIA |
N. CAMPIONI |
Roma |
217 |
Viterbo |
45 |
Rieti |
43 |
Frosinone |
49 |
Latina |
97 |
TOTALE |
451 |
VALUTAZIONI EFFETTUATE
Su tutti i 451 campioni raccolti sono state condotte numerose analisi, finalizzate alla valutazione di due aspetti fondamentali: la qualità e l'origine botanica.
A - Qualità. Per quanto riguarda la valutazione della qualità sono stati analizzati i principali parametri chimico-fisici previsti dalle normative (acqua, HMF, diastasi e acidità) e sono stati esaminati gli aspetti relativi a pulizia, eventuali difetti rilevabili all'esame organolettico, eventuale presenza di elementi estranei nel sedimento e presentazione del campione.
B - Origine botanica. Per accertare la provenienza botanica dei campioni sono stati eseguiti specifici esami chimico-fisici, organolettici e microscopici.
RISULTATI
A - Qualità
I risultati per quanto riguarda i parametri qualitativi previsti dalle normative sono riportati nella tabella 1.
Tabella 1
Parametri qualitativi |
Valore medio |
Fuori norma |
Qualità media |
Contenuto in acqua (g/100g) |
16,5 |
>20: 0 |
>18: 39 (8,6%) |
Contenuto in HMF (mg/kg) |
5,1 |
>40: 4 (0,9%) |
>10: 49 (10,9%) |
Indice diastasico (unità Schade) |
26,8 |
>8: 3 (0.7%) |
|
Acidità libera (meq/kg) |
24,8 |
>40: 7 (1,6%) |
|
Tabella 2
Tipo di difetto (*) |
N. |
% |
|||
Fermentazione |
11 |
2,4 |
|||
Presenza di impurezze |
94 |
20,8 |
|||
Odori e/o sapori estranei |
10 |
2,2 |
|||
Lievi difetti di cristallizzazione (marezzature, disomogeneità) |
106 |
23,5 |
|||
Gravi difetti di cristallizzazione (separazione di fasi) |
15 |
3,3 |
|||
Presenza di elementi estranei nel sedimento (lieviti, amido, altro) |
30 |
6,7 |
|||
Presentazione difettosa |
53 |
11,8 |
|||
Totale difetti |
lievi o assenti: |
medi: |
gravi: |
||
411 (91,1%) |
26 (5,8%) |
14 (3,1%) |
|||
(*) uno stesso campione può presentare più di un difetto, quindi il totale dei campioni difettosi non equivale alla somma dei difetti. |
B - Origine botanica
Dalle analisi condotte per valutare l'origine botanica dei 451 campioni di miele raccolti nei due anni di studio, le principali sorgenti mellifere a livello regionale sono risultate trifoglio, castagno, eucalipto, crocifere, rovo e melata di metcalfa.
L'associazione pollinica Trifolium, sia del gruppo pratense che repens, Castanea e Rubus è presente praticamente nella totalità dei campioni, accompagnata, nelle zone a vocazione agraria, da varie leguminose (in particolare Hedysarum, ma anche Galega ed altre), Cruciferae, Graminaceae e Oleaceae. Questo può quindi essere considerato lo spettro pollinico di riferimento per la regione Lazio.
Esaminando le 5 province, gli elementi più ricorrenti negli spettri pollinici sono:
Provincia |
Principali fonti mellifere (in neretto quelle che possono dare luogo a produzioni uniflorali) |
Roma |
eucalipto, castagno, trifoglio, crocifere, echium, lotus, ailanto |
Viterbo |
castagno, trifoglio, rovo, echium, rhamnus, girasole |
Rieti |
castagno, melata, rovo, scrofulariacee, clematis, oleacee |
Frosinone |
castagno, lotus, melata, acacia, rovo, oleacee, facelia |
Latina |
eucalipto, trifoglio, castagno, lotus, agrumi, crocifere |
Una particolare importanza ha assunto la produzione di miele di melata di metcalfa, produzione che fino a pochissimi anni fa era praticamente sconosciuta in regione: interessa soprattutto le province di Rieti e Frosinone.
Presenza di melata nei mieli del Lazio |
|
Rieti |
44% |
Frosinone |
37% |
Latina |
19% |
Roma |
16% |
Viterbo |
9% |
CONCLUSIONI
Sotto il profilo della qualità i mieli prodotti nel Lazio sono risultati per lo più buoni: solo il 14% circa dei campioni presentava difetti gravi o medi (fermentazione, separazione di fasi, HMF elevato, impurezze numerose).
Qualità complessiva |
N. |
% |
Mieli di qualità ottima o buona (assenza di difetti o difetti lievi) |
387 |
85,8 |
Mieli di qualità mediocre o scadente (difetti medi e gravi) |
64 |
14,2 |
È interessante notare che il numero dei mieli di qualità scadente è molto diminuito nella campionatura del secondo anno (22 campioni su 272) rispetto a quella del primo: (42 campioni su 179).
Per migliorare il livello della produzione dovrebbe essere posta maggiore attenzione a quelle fasi della lavorazione che possono essere più rischiose per la qualità: soprattutto l'igiene nel corso delle operazioni di smielatura e confezionamento (oltre il 20% dei campioni presentava impurezze) e le temperature durante la lavorazione o la conservazione, che sembrano tendenzialmente troppo elevate, (il 12% circa dei campioni presentava valori di HMF superiori a 10).
Per quanto riguarda l'origine botanica, le produzioni tipiche della regione sono risultate:
Millefiori chiaro a prevalenza di leguminose |
Roma, Viterbo e Latina |
Eucalipto |
Latina e Roma |
Castagno |
Viterbo, Rieti, Frosinone, Roma |
Melata di metcalfa |
Rieti e Frosinone |
Acacia |
Frosinone e Roma |
Girasole |
Viterbo |
Agrumi |
Latina |
Queste produzioni potrebbero essere valorizzate attraverso l'istituzione di marchi IGP o DOP, a livello regionale o di singole aree produttive .