Variabilità genetica dell'agente causale della peste americana e relativa possibilità di diagnosi

La caratteristica della peste americana nel ventunesimo secolo deriva dal fatto che il batterio non è più presente negli alveari in una sola varietà genetica. Sono subentrate mutazione che lo portano oggi ad essere distinguibile in cinque differenti sottofamiglie anche caratterizzate da differenti virulenze e sintomatologie.

Il lavoro Genetic diversity among isolates of Paenibacillus larvae from Austria Loncaric, Derakhshifar, Oberlerchner, Köglberger,Moosbeckhofer Journal of Invertebrate Pathology Volume 100, Issue 1, January 2009, Pages 44-46 va a verificare la divisione nei differenti genotipi in Austria e fa il punto della situazione .Diversi studi sono fino ad ora stati realizzati allo scopo di determinare la variabilità genetica del P. larvae. A questo proposito le tecniche più frequentemente applicate sono la ERIC-, REP- e BOX-PCR. Alippi and Aguilar (1998) utilizzando BOX-PCR hanno studiato 99 colture di P. larvae subsp. larvae, provenienti da differenti regioni dell'Argentina e altro .Gli Isolati argentini hanno dato luogo a tre gruppi di appartenenza (denominati A, B and C), mentre gli isolati di P. larvae subsp. larvae provenienti da altre parti hanno mostrato di appartenere ai gruppi A e B.L'ulteriore distinzione utilizzando le tecniche PCR BOX A1R e MBO REP1,utilizzate da Genersch and Otten (2003) per l'esame di 105 isolati tedeschi ha portato alla distinzione in quattro sottogruppi genetici denominati AB, Ab, ab e αB. Peters et al. (2006) hanno applicato la stessa tecnica per caratterizzare 176 isolati provenienti dai favi e dal miele di 54 apiari della regione nord reno ). Gli autori hanno rinvenuto cinque differenti genotipi (AB, Ab, ab, aβ and AБ). In Austria 214 isolati sono stati coltivati da alveari con sintomatologia .

Gli isolati austriaci testati sono risultati così classificati: ab (42%), aB (35%), Ab (15%), AB (7%) and αb (1%). I genotipi aB e αb sono nuovi in Austria e non sono riportati da altri studi che abbiano utilizzato le stesse tecniche. aB è stato isolato da covata e miele estratto mentre αb è stato rinvenuto solo nel miele estratto da un'azienda posta in prossimità del confine ungherese .

La conoscenza dei genotipi presenti in una nazione può essere decisamente importante per la determinazione dei rischi collegati alla patologia dal momento che vi è una correlazione tra lo specifico genotipo e la particolarità dei sintomi clinici osservabili Genersch et al. (2005) hanno dimostrato in particolari bioassays che il genotipo AB uccide le larve più velocemente rispetto agli altri .Dal momento che la maggior parte delle larve infettate dal genotipo AB muoiono prima dell'opercolazione della cella ,può essere ipotizzato che le nutrici possano identificare i cadaveri e rimuoverli ,riducendo in questa maniera la produzione di spore.

La diffusione di questo genotipo all'interno dell'alveare potrebbe perciò essere naturalmente più lenta con in parallelo difficoltà di diagnosi da parte dell'apicoltore che osserverebbe solo favi con covata non uniforme ovvero con una quantità variabile di celle vuote in mezzo a quelle con covata con pochissima presenza di celle forate contenenti cadaveri di varia consistenza o peggio ancora scaglie.Di conseguenza,in caso di non riconoscimento in campo della presenza della patologia, questa può essere favorita nella sua diffusione dall'apicoltore tanto più quanto è alto il numero delle famiglie gestite ed è superficiale la visita delle stesse.

Nello studio svolto in Austria sono anche stati rinvenuti due casi con presenza simultanea di due differenti genotipi (ab e Ab) nella colonia colpita. I favi in questione pervenivano da due differenti aziende dislocate in due differenti provincie austriache. Casi simili erano già stati segnalati da Peters et al. (2006) in isolati tedeschi. L'infezione multigenomica di famiglie o apiari aumenta la complessità dell'infezione influenzando anche la complessità della sintomatologia . I sintomi possono variare così come può variare la velocità della loro manifestazione.

Per ciò che riguarda la diagnosi che a quanto risulta diviene in campo sempre più difficoltosa senza l'ausilio di tecniche di analisi molecolare,potrà risultare di notevole aiuto una nuova metodica sviluppata presso l'istituto di apicoltura della repubblica ceca, che viene presentato nei suoi ultimi svilupi nel lavoro Veterinary Microbiology Volume 139, Issues 1-2, 20 October 2009, Pages 193-196 A PCR method of detecting American Foulbrood (Paenibacillus larvae) in winter beehive wax debris Ryba , Titera,Haklova , Stopka

Una maniera facile e caratterizzata da alta sensibilità per verificare il livello di presenza di Paenibacillus larvae è la coltivazione su base PCR dei detriti prelevabili sul fondo degli alveari. Sono stati verificati vari metodi di estrazione delle spore, in toluene, in Tween 80, in acqua in tisopropanolo e in 95% etanolo.L'isolamento del DNA dall'estratto è stato ugualmente valutato . I migliori risultati si ottengono con utilizzo del QIAamp DNA Mini Kit,caratterizzato da assenza di trattamento termico . Il DNA delle spore di p .larvae è ottenibile se presente da 0.25 g di detriti di cera con sensibilità di 105 in 1 g.Questa tecnica, utilizzabile per il momento solo in laboratorio , consente comunque di avere un grado di valutazione molto preciso della quantità dispore del patogno presenti in apiario.

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