| dallo Zibaldone dei pensieri (19/22 Aprile 1826)Entrate in un giardino di piante, d’erbe, di fiori. Sia pur quantovolete ridente. Sia nella più mite stagione dell’ anno. Voi non potete volger lo sguardo da nessuna parte che voi non vi troviate del patimento. Tutta quellafamiglia di vegetali è in istato di souffrance, qual individuo più, qual meno. Là quella rosa è offesadal sole, che gli ha dato la vita; si corruga, langue, appassisce. Là quel giglio èsucchiato crudelmente da un’ape, nelle sue parti più sensibili, più vitali. Il dolce mele non si fabbrica dalle industriose, pazienti, buone, virtuose api senza indicibili tormenti di quelle fibre delicatissime, senza strage spietata di quei teneri fiorellini. | |