Virus delle ali deformate
Abstract
Il virus delle ali deformate (DWV )rappresenta un modello ideale per studiare l’interazione tra modo di trasmissione e virulenza nelle api dal momento che si trasmette sia in maniera verticale che orizzontale.Non è però chiaro se la trasmissione venerea-verticale rappresenta una maniera normale di trasmissione di questo virus nella popolazione naturale di api .Questo studio ha prodotto le prove della presenza di alti quantitativi di virus DWV nell’endofallo di fuchi sessualmente maturi raccolti dalle aree di congregazione (DCAs)[le zone in cui si concentrano fuchi e regine per la fecondazione ].In aggiunta il titolo ( la q uantità ) di virus DWV raccolti dall’alveare materno non risulta differente da quello dei fuchi raccolti presso le aree di c ongregazione suggerendo che un alto titolo di infezione da DWV all’endofallo non influisce sull’abilità dei fuchi di raggiungere le aree di fecondazione .
Discussione -open access a http://www.springerlink.com/content/t92h0l21805515t9/fulltext.pdf
Due principali osservazioni derivano da questo studio.La prima è che non vi è differenza significativa nella quantità di virus DWV presente nel endofallo di fuchi catturati nelle aree di congregazione e i loro fratelli genetici raccolti nell’alveare di origine. Questo suggerisce che l’infezione da DWV ai genitali sia priva di effetti apparenti sulle capacità di volo a scopo di fecondazione da parte dei fuchi relativamente ad un’alta variabilità quantitativa di infezione virale.
Come risultato , si ha l’osservazione che l’endofallo dei fuchi rinvenuti nelle aree di congregazione europee risulta frequentemente infettato da alta presenza del virus DWV.
Secondo- è osservabile una enorme variazione nella quantità di DWV rinvenuta nell’endofallo di singoli fuchi provenienti dalla stessa famiglia.E’ osservabile anche una consistente variabilità della presenza di DWV a seconda delle regioni studiate . La più importante implicazione che deriva da queste scoperte è che la trasmissione sessuale di DWV avviene naturalmente nelle api nella stessa maniera in cui avviene con inseminazione artificiale
(Yue et al. 2007; de Miranda and Fries 2008) e che DWV è in grado di svilupparsi fino a quantità relativamente alte nell’endofallo dei fuchi apparentemente senza effetti negativi per le performances di volo dei fuchi.
Quel che rimane da essere chiarito è se l’infezione all’endofallo ha effetto sulla quantità di seme prodotta e sulla sua qualità. E anche se l’infezione influisce sulla capacità del fuco di catturare e fecondare la regina particolarmente quando in competizione con fuchi non infetti o meno infetti.
Un secondo fattore che influenza l’interpretazione dei risultati riguarda la selezione dei fuchi che avviene durante le due settimane di maturazione che i fuchi utilizzano dopo la nascita fino ai voli di maturazione.
I fuchi parassitizzati da Varroa durante lo sviluppo come pupa hanno progressivamente peso alla nascita e capacità di volo inferiori rispetto ai fuchi non parassitizzati (Duay et al. 2002; 2003) e di questi la maggioranza non sopravvive al periodo di maturazione (Rinderer et al. 1999; Duay et al. 2002).E’ però anche verificato che i fuchi infestati da Varroa che sopravvivono non hanno svantaggi, relativamente alla fecondazione,nella competizione con fuchi di famiglie non infestate o trattate con varroacidi(Sylvester et al., 1999). Il momento cruciale per i fuchi sembra perciò essere ben prima dei voli di fecondazione ,quando l’infestazione da varroa ne riduce il numero disponibile per la fecondazione , ma non le capacità di volo dei sopravvissuti (Rinderer et al. 1999; Sylvester et al. 1999; Duay et al. 2002). In altre parole la capacità di fuchi maturi di raggiungere le zone di congregazione non sono condizionate dall’infezione virale all’endofallo , per quanto variabile essa sia .
L’infezione virale dei fuchi può risultare molto diversa da un fuco all’altro all’interno della stessa famiglia e può risultare molto diversa da un alveare all’altro dello stesso apiario. Può risultare molto diversa da un apiario all’altro.
A livello geografico la presenza di DWV nei fuchi può essere considerata, in maniera grossolana, proporzionale al livello di presenza di varroa nella zona .
Tuttavia,all’interno di una singola area geografica , a livello di singola famiglia , vi è molto meno rapporto fra livello di infezione all’endofallo causata da DWV e livello di infestazione da Varroa.
Vi sono altri fattori (genotipo dell’ape, stirpe virale, ambiente ) che possono contribuire alle differenze geografiche osservate relativamente all’infezione all’endofallo dei fuchi.
E’ certamente plausibile che l’infestazione da Varroa possa esercitare effetti indiretti sulla trasmissione venerea-verticale influenzando la quantità di DWV disponibile per la trasmissione ,dato il ruolo primario della Varroa nel generare e mantenere alta presenza di DWV nella popolazione di api (Bowen-Walker et al. 1999, Nordström 2003, Yue and Genersch 2005).
Questo dipenderà dal fatto che la quantità complessiva di DWV abbia meno influsso sulla specifica quantità di DWV nell’endofallo o nel seme (Fievet et al. 2006) e dalla quantità di DWV ( soglia ) necessaria alla trasmissione virale.Se questa soglia è bassa , il parametro importante per la trasmissione virale venerea-verticale e epidemiologia di DWV è più la proporzione ( percentuale ) di fuchi infetti nelle aree di congregazione più che il livello di DWV in questi fuchi.Se la soglia è alta allora la quantità di virus presente nei fuchi diviene importante e per interferenza lo diviene anche lo stato di infestazione da varroa delle famiglie che producono i fuchi.
Queste differenti prospettive relativamente all’importanza della quantità di virus presenti in funzione della probabilità di trasmissione mettono in luce l’effetto antivirale che i trattamenti di riduzione della varroa possono avere su epidemiologia e evoluzione di un virus (Brunetto et al. 2009; Lee et al. 2008).
L’alto livello di infezione rinvenibile nell’ endofallo suggerisce che la trasmissione venerea costituisca una via maggiore di trasmissione di DWV (Fievet et al. 2006; Yue et al. 2006; 2007; de Miranda and Fries 2008), e con ciò si può in parte spiegare la enorme diffusione di DWV in Europa. L’alto livello di infezione all’endofallo rinvenibile nelle aree di congregazione suggerisce che vi sia anche una componente per l’efficienza della trasmissione venerea .
Un efficace controllo della varroa può perciò aiutare indirettamente a minimizzare i rischi di trasmissione venerea di virus così come a ridurre l’ accumulazione di quantità letali di virus nella popolazione di api.
Commento -da quando cominciano ad essere allevati all’inoltrarsi della primavera, i fuchi sono il principale bersaglio della riproduzione della varroa.
Per anni si è pensato che questo fosse una cosa buona dato che preservava le operaie considerate il motore, la vera parte portante della famiglia.
Il massiccio sviluppo della presenza di virus a cui si è assistito, facilitato anche dal “salto di specie “ compiuto da DWV e IAPV che ora riescono a moltiplicarsi anche sulla varroa ha cambiato completamente lo scenario.
Da anni si lamenta la cattiva qualità delle regine, spesso verosimilmente mal fecondate da fuchi un po’ giù di tono e adesso si dovrà prendere atto che l’infestazione da varroa presente nel periodo di allevamento dei fuchi condiziona largamente la resistenza ai patogeni nei mesi successivi. Sempre che una regina sia esente alla nascita da infezione virale , il fatto che possa essere infettata da virus nel corso della fecondazione fa si che vi sia un peggioramento della situazione virale mano a mano che le regine si fecondano durante l’estate. Come osservato dagli autori tanto più quanto più è alto il livello di infestazione da varroa nella zona di afferenza dei fuchi alle zone di congregazione ( e cioè un raggio di otto chilometri dagli alveari di origine ) .
La strategia di intervento nei confronti della varroa progettata al suo avvento non teneva in nessuna considerazione i virus, che nei fatti erano presenti in quantità minime , ma erano comunque e indiscutibilmente la causa della morte delle famiglie quanto la presenza di varroa finiva fuori controllo.
Le caratteristiche della situazione odierna ( virus moltiplicati dalla varroa stessa e diffusi nell’ambiente attraverso i fuchi ) fanno pensare che le tradizionali strategie di lotta non siano più attuali.
Dalle parole degli autori “Un efficace controllo della varroa può perciò aiutare indirettamente a minimizzare i rischi di trasmissione venerea di virus così come a ridurre l’ accumulazione di quantità letali di virus nella popolazione di api” si può capire la consistente necessità di fare in maniera che si arrivi all’allevamento dei fuchi con la più bassa quantità di varroa possibile e questo lo si ottiene con trattamenti primaverili.
Fare la stagione con poca varroa sembra oggi più importante che gestirla a fine estate.
APIDOLOGIE
DOI: 10.1007/s13592-011-0088-7
Published in partnership with
Institut National de la Recherche Agronomique and Deutscher Imkerbund E.V.
ORIGINAL ARTICLE
Deformed wing virus and drone mating flights in the honey bee (Apis mellifera): implications for sexual transmission of a major honey bee virus
Orlando Yañez, Rodolfo Jaffé, Antje Jarosch, Ingemar Fries, Robin F. A. Moritz, Robert J. Paxton and Joachim R. de Miranda
open access a http://www.springerlink.com/content/t92h0l21805515t9/fulltext.pdf
traduzione Gianni Savorelli
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